1956 - 1962
DON ANDREA COLOMBO
10° ANNIVERSARIO DELLE MORTE DEL REV.DO DON ANDREA COLOMBO Il giorno 11 Maggio u.s. ricorse il 10° anniversario della improvvisa morte del carissimo ed indimenticabile Don Andrea. A Zogno ha lasciato un ricordo veramente indelebile. Qui ha profuso tutte le sue giovanili energie seminando entusiasmo soprattutto tra la gioventù. La Sua venerata immagine è presente in tutte le famiglie ed il tempo non ha per nulla affievolito il fascino della Sua bontà. La sua vita fu spesa tutta per il bene della gioventù e la Sua morte fu ed è considerata come un ultimo dono a Dio ed ai suoi giovani. Abbiamo pertanto voluto ricordarlo in modo degno in questo 10° anniversario della Sua morte. Per questo abbiamo invitato alla S. Concelebrazione che si tenne nella nostra Chiesa prepositurale il giorno 12 Maggio u.s. tutti i suoi compagni di ordinazione. Erano presenti in 15 Sacerdoti a cui si è unito il rev. don Giancarlo che continua nel nostro Oratorio il lavoro mirabilmente iniziato dal rev. Don Andrea. Erano pure presenti i due fratelli Carlo e Piero con tutti i parenti venuti apposta da Romano. I genitori non poterono essere presenti date le precarie condizioni di salute del papà. Comunque un gruppo di giovani, amici di Don Andrea, accompagnati da Don Sandro si sono recati al cimitero di Romano per pregare sulla tomba di Don Andrea e sono poi passati a salutare i genitori assicurando loro che a Zogno Don Andrea è ricordato e venerato e per Lui si prega e si fanno celebrare SS. Messe. E di questo ne fu una prova il fatto che venerdì 12 Maggio parecchi fedeli di Zogno erano presenti alla S. Concelebrazione in Suo suffragio. La commemorazione fu tenuta dal Rev. Franchina don Teodoro, parroco di Camorone, suo condiscepolo e amico carissimo. Ecco il profilo della personalità di Don Andrea così come venne delineata nella commemorazione tenuta durante la S. Concelebrazone. «Non siamo qui per essere tristi perchè il cristiano è animato dalla speranza. Ed è per questo che il cristiano guarda ai morti non come a delle persone perdute, ma come a delle anime che ci hanno preceduto nella casa del Padre e ci attendono per concelebrare con noi l’amore del Padre raggiunto. Ricordiamo qui stasera la vita di Don Andrea a nostra comune edificazione. Don Andrea è stato il prete umile che ha capito come non è possibile esplicare un apostolato fecondo se la propria vita non è nascosta per Cristo in Dio. Dice S. Agostino: “Se vuoi raggiungere i fasti della carità, scendi nella profondità dell’umiltà”. Non c’è infatti apostolato, che è donazione, se colui che lo esercita non è umile. Don Andrea è stato un prete umile e la sua umiltà gliela hanno riconosciuta soprattutto i bambini. Lo ricordo nell’Oratorio di Parre e quando camminava per le strade: tutti lo chiamavano, anche i bambini dell’Asilo. E tutti lo amavano perchè, umile, si faceva con tutti. E ricordo che una volta camminavamo insieme a Zogno in piazza Italia. Incontrammo una signora che teneva per mano un bambino il quale appena vide Don Andrea si mise a chiamarlo. E la signora aggiunse: “Non chiama tante volte in casa suo papà quanto chiama Don Andrea”. E proprio perchè umile, riscosse la simpatia e l’amore di tutti. E la sua umiltà lo ha portato, per amore di Dio, a donarsi totalmente agli altri. A Parre, durante la malattia del suo Parroco, era tale e tanto il suo lavoro che la gente diceva: “Abbiamo paura solo che si ammali anche lui: è troppo quello che fa”. E non si è mai sentito una volta lamentarsi per il troppo lavoro. Mi diceva una volta: “Sono stato chiamato questa notte per un ammalato; questa chiamata fu per me una fortuna perchè ho potuto recitare con calma il mio breviario ed ho accompagnato quell’anima con la mia preghiera, l’unica cosa che potevo donare. Fu un sacerdote umile che ha donato se stesso a servizio degli altri perchè ha creduto nel suo ministero, nel suo sacerdozio, ha creduto cioè che uno può dare solo se è pieno di Dio. Una sua caratteristica inconfondibile: fu un sacerdote sorridente. Si donava nel sorriso nascondendo anche i suoi acciacchi. Per qualcuno la sua è sembrata una morte improvvisa; a me però varie volte diceva che non si sentiva bene. La sua vita è stata una preparazione quotidiana all’incontro col Signore; per cui la morte non è stata per lui improvvisa. Così come per ogni uomo di Dio la morte non è mai improvvisa. Lui sentiva interiormente che la sua fibra andava logorandosi. La sua costante preoccupazione fu questa: che la sua fosse una giornata piena e gioiosa. Si offrì nella gioia. La sua improvvisa scomparsa è tuttavia per noi un monito ad essere sempre preparati e ciò sarà possibile se, come lui, vivremo la nostra giornata in umiltà, in donazione a Dio ed alle anime, nella gioia, quella esultanza interiore che è segno della presenza di Dio. A voi fedeli qui presenti domandiamo una cosa: aiutateci con la vostra preghiera ed essere preti all’altezza del nostro ministero. Ma questo è possibile solo là dove ci sono delle comunità che sappiano capire, amare ed a volte perdonare. Dal cielo Don Andrea concelebra con noi la sua Messa eterna nella casa del Padre. E preghiamo tutti insieme perchè la sua concelebrazione eterna trovi un’eco nella nostra concelebrazione di quaggiù. Zogno Notizie luglio 1972 |