1982
DURANTE LA QUARESIMA
Il Consiglio Pastorale propone a tutta la Comunità Parrocchiale un impegno di conversione:
- a livello personale perchè ciascuno ricuperi la dimensione contemplativa della propria vita interiore ascoltando la parola di Dio che si fa luce e guida nel nostro cammino di liberazione dalla schiavitù del peccato verso la Pasqua di Risurrezione.
- a livello di famiglia, chiesa domestica, in cui occorre dare spazio alla preghiera facendo tacere almeno per qualche momento della giornata la mamma tele, matrigna che ci rende schiavi. La preghiera è bene che scaturisca dalla lettura attenta di un brano della Sacra Scrittura o del Catechismo che hanno in mano i nostri ragazzi cercando tuttavia di non trascurare il Vangelo della Domenica corrente indicato nel Calendario Liturgico che trovate in Zogno Notizie.
- a livello di gruppi ecclesiali nei quali si ponga attenzione al Catechismo degli Adulti e all'ultimo documento del Papa sulla famiglia «Familiaris Consortio» oltre che alla liturgia quaresimale della domenica corrente. I gruppi ecclesiali hanno bisogno di convertirsi tra di loro prima di essere capaci di promuovere la Comunione con tutti gli altri!
- a livello di Comunità Parrocchiale partecipando alla catechesi quaresimale programmata per ogni mercoledì e alla celebrazione della Via Crucis programmata per ogni venerdì (si veda in proposito il Calendario Liturgico citato) e in particolare partecipando vivamente alle celebrazioni domenicali della Sta Messa e dell'incontro di preghiera pomeridiano alle ore 15.
Abbiamo un gran bisogno di convertirci per fare comunione tra di noi. Purtroppo passa il tempo ma ciascuno personalmente rimane con la propria testa trincerato nelle proprie idee; i gruppi sembrano dei ghetti faziosi o delle correnti plutoniche alla maniera delle caste indiane; la comunità si aduna in assemblee liturgiche a pregare insieme come Cristo ci ha insegnato ma senza riuscire ad amarsi svisceratamente come amici.
Ecco perchè la nostra Chiesa se la consideriamo «Corpo di Cristo», come dovremmo sentirei autenticamente, non costituisce ancora la nostra dolce realtà cristiana di essere gli uni per gli altri reciprocamente in Gesù Cristo che per noi è così smembrato da doversi sempre rimettere insieme. Forse non ci siamo ancora intesi cosa vuol dire fare Chiesa. Approfittiamo del tempo di Quaresima per intenderci.
DON GIULIO
Il Consiglio Pastorale, durante il tempo di Quaresima, propone a tutta la comunità come impegno: «La Conversione per la Comunione» che costituirà il tema dominante nelle nostre celebrazioni liturgiche della Messa e dell'Incontro di Preghiera pomeridiano domenicale.
- In tutti i Mercoledì all'Oratorio: alle ore 15 e ore 20,30 catechesi per adulti; alle ore 20,30 catechesi per giovani con particolare riferimento ai fidanzati.
- In tutti i Venerdì: alle ore 15 la Via Crucis in Parrocchia; alle ore 20 la Via Crucis al Carmine. Si ricorda il dovere del magro insostituibile con altre opere durante la Quaresima.
- a livello personale perchè ciascuno ricuperi la dimensione contemplativa della propria vita interiore ascoltando la parola di Dio che si fa luce e guida nel nostro cammino di liberazione dalla schiavitù del peccato verso la Pasqua di Risurrezione.
- a livello di famiglia, chiesa domestica, in cui occorre dare spazio alla preghiera facendo tacere almeno per qualche momento della giornata la mamma tele, matrigna che ci rende schiavi. La preghiera è bene che scaturisca dalla lettura attenta di un brano della Sacra Scrittura o del Catechismo che hanno in mano i nostri ragazzi cercando tuttavia di non trascurare il Vangelo della Domenica corrente indicato nel Calendario Liturgico che trovate in Zogno Notizie.
- a livello di gruppi ecclesiali nei quali si ponga attenzione al Catechismo degli Adulti e all'ultimo documento del Papa sulla famiglia «Familiaris Consortio» oltre che alla liturgia quaresimale della domenica corrente. I gruppi ecclesiali hanno bisogno di convertirsi tra di loro prima di essere capaci di promuovere la Comunione con tutti gli altri!
- a livello di Comunità Parrocchiale partecipando alla catechesi quaresimale programmata per ogni mercoledì e alla celebrazione della Via Crucis programmata per ogni venerdì (si veda in proposito il Calendario Liturgico citato) e in particolare partecipando vivamente alle celebrazioni domenicali della Sta Messa e dell'incontro di preghiera pomeridiano alle ore 15.
Abbiamo un gran bisogno di convertirci per fare comunione tra di noi. Purtroppo passa il tempo ma ciascuno personalmente rimane con la propria testa trincerato nelle proprie idee; i gruppi sembrano dei ghetti faziosi o delle correnti plutoniche alla maniera delle caste indiane; la comunità si aduna in assemblee liturgiche a pregare insieme come Cristo ci ha insegnato ma senza riuscire ad amarsi svisceratamente come amici.
Ecco perchè la nostra Chiesa se la consideriamo «Corpo di Cristo», come dovremmo sentirei autenticamente, non costituisce ancora la nostra dolce realtà cristiana di essere gli uni per gli altri reciprocamente in Gesù Cristo che per noi è così smembrato da doversi sempre rimettere insieme. Forse non ci siamo ancora intesi cosa vuol dire fare Chiesa. Approfittiamo del tempo di Quaresima per intenderci.
DON GIULIO
Il Consiglio Pastorale, durante il tempo di Quaresima, propone a tutta la comunità come impegno: «La Conversione per la Comunione» che costituirà il tema dominante nelle nostre celebrazioni liturgiche della Messa e dell'Incontro di Preghiera pomeridiano domenicale.
- In tutti i Mercoledì all'Oratorio: alle ore 15 e ore 20,30 catechesi per adulti; alle ore 20,30 catechesi per giovani con particolare riferimento ai fidanzati.
- In tutti i Venerdì: alle ore 15 la Via Crucis in Parrocchia; alle ore 20 la Via Crucis al Carmine. Si ricorda il dovere del magro insostituibile con altre opere durante la Quaresima.
TOMBINI DON UMBERTO
PARROCO DI GRUMELLO DE' ZANCHI
È nato a Zanica il 20 novembre 1936.
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Ha frequentato il Seminario prima di Clusone e poi di Bergamo. stato ordinato Sacerdote a Bergamo l'11 giugno 1960. È stato Coadiutore di Adrara S. Rocco dal 1960 al 1963 e a Calolzio dal 1963 al 1970 anno in cui venne a Zogno dove è tuttora Coadiutore. Col 1982 è Parroco di Grumello de' Zanchi. Succede a Don Angelo Brignoli morto nel novembre scorso dopo una lunga malattia assistito premurosamente e coadiuvato fedelmente sempre da Don Umberto. A Zogno Don Umberto è diventato una istituzione per cui non ci può mancare sia per gli ammalati che assiste affettuosamente al Ricovero e in Parrocchia, sia per la catechesi che segue con passione e sia per i chierichetti che sa animare col suo naturale slancio. È generoso e disponibile con tutti carico di tanta sensibilità per ogni problema umano. È sempre scattante e pronto a correre nelle parrocchie vacanti del Vicariato ad animare la pastorale e a sostituire i parroci in caso di assenza o di malattia. È intelligente e colto; nutre una forte predilezione per la medicina per cui ha sempre sentito il desiderio di conseguirne la laurea. Se da un lato appare timido, dall'altro sa fronteggiare ogni situazione con disinvoltura e slancio senza mai arrendersi. La Comunità Parrocchiale di Grumello che gode già il suo prezioso servizio sacerdotale da circa due anni ha avuto modo di apprezzare le doti e di tributargli stima e affetto. La Comunità Parrocchiale di Zogno unitamente a tutti i Sacerdoti del Vicariato coglie ben volentieri la presente circostanza della sua nomina a Parroco per manifestargli tanta riconoscenza e stima con l'augurio di un fecondo apostolato carico di soddisfazioni spirituali nell'ambito della nuova missione affidatagli dai Superiori.
DON GIULIO |
NOVELLI DIACONI
Il 7 dicembre 1981 un folto gruppo di zognesi guidati dai nostri sacerdoti e dalle nostre suore del Divino Amore ha partecipato nella Chiesa Ipogea del Seminario diocesano alla sacra ordinazione di due nostri seminaristi, Antonio Gamba e Mario Zanchi, che con altri loro condiscepoli hanno ricevuto, dalle mani del nostro vescovo Mons. Giulio Oggioni, il Diaconato. I novelli diaconi vennero poi tra noi l'8 dicembre, nella solennità dell'Immacolata, ad animare la giornata pro Seminario. Nel prossimo giugno 1982 i neo diaconi verranno consacrati sacerdoti coi loro rispettivi compagni di scuola nella Cattedrale di Bergamo. Noi ci stiamo preparando con loro a quel grande avvenimento di fede che esprimerà nella maniera più forte la missionarietà della nostra comunità parrocchiale zognese. Ai nostri diaconi manifestiamo la più affettuosa stima carica di felicitazioni per il traguardo conseguito con tanto impegno e di augurio per la prossima ordinazione sacerdotale.
DON GIULIO |
PASQUA 1982
PROBLEMI DELL'ANZIANO
Risposta alla lettera di una madre anziana che accusa di essere isolata ed emarginata. Trasmessa da «Lady-radio» S. Giovanni Bianco a mezzo Dott. Traini
La lettera di questa madre ... ha ripresentato ancora una volta il grave problema dell'isolamento e dell'emarginazione di cui sono vittime soprattutto gli ammalati e gli anziani. Anche le mamme purtroppo non vengono risparmiate, sono anzi le prime a esserne colpite. In questa lettera riacquistano voce anche tutte le madri che non parlano, come le mie che ospito all'Opera Pia Caritas, che non' vogliono parlare per non tradire una sofferenza segreta che potrebbe apparire di rimprovero per le persone che amano. Ho pensato la risposta che avrei potuto dare a questa lettera io come sacerdote e come responsabile di tante madri che ho accettato che i figli isolassero al ricovero. Ho capito che la risposta non deve essere una denuncia, perchè le mamme non vogliono, ma deve essere sincera e deve aiutare efficacemente a risolvere il problema di questa emarginazione così triste perchè colpisce soprattutto le persone che hanno sacrificato tutta la vita all'accoglienza. Non posso suggerire rimedi che non sono nelle mie mani perchè dipendono dalla volontà degli altri e in particolare di una comunità che non crede sinceramente all'uomo e si lascia sopraffare dall'egoismo e da altre mire per cui non sa mantenere al vertice nella scala dei valori l'uomo e non è più capace pertanto di decidere scelte che siano di pieno rispetto e di fedeltà all'uomo stesso. Penso che bisogna avere il coraggio, a questo punto, di fare un discorso di fede e di proporlo all'uomo d'oggi, non soltanto alle madri, perchè vi abbia a trovare la soluzione radicale dei suoi problemi che coinvolgono la vita presente, sì, ma anche la vita futura! Le mamme sono senz'altro le più disponibili a questo discorso. Dobbiamo affacciarci, per così dire, sul mondo dal balcone di Cristo a cominciare a vedere tutti i problemi dal punto di vista di Dio che si è inserito in mezzo al marasma di tutte le nostre confusioni col suo amoroso piano di salvezza, l'unico veramente efficace. È Dio l'unico che ci può togliere realmente dal o isolamento sia nella vita presente che nella futura. Quando la malattia, l'età, la morte creano attorno a noi l'isolamento assoluto ci ritroviamo a tu per tu alla presenza di Colui che ci ha creati senza possibilità d'interferenze. S. Agostino afferma: «Il mio cuore è insoddisfatto finchè non riposa in te, o Signore!» Dio ci ama sempre e ci ha fatti per sè e se ci toglie le gioie della vita presente è per donarci tutto se stesso nostra felicità eterna, Si serve pertanto anche delle incomprensioni degli uomini, si veda il discorso delle «beatitudini», per appagare Lui pienamente le sue creature senza esonerarci di essere tra di noi segno e testimonianza reciproca del suo amore di Padre. Penso di non poter offrire a questa mamma e a tutte le mamme un contributo migliore di questa proposta di fede con la speranza che si trasformi in una grande testimonianza di affetto da parte di tutti i figli per le loro mamme affinchè vengano così risparmiate dal doloroso isolamento che sinceramente deprechiamo. Voglio chiudere il mio semplice contributo con una immagine. Anche noi cristiani abbiamo subito la moda di strappare le braccia al Crocifisso prima di esporlo nei nostri salotti come scultura, o antica o artistica, inserita nell'arredamento. Sembra proprio che ciò esprima la nostra situazione umana presente in cui non ci sono più braccia per l'accoglienza e non vogliamo che neppure il Cristo le abbia anche perchè non venga dalla sua presenza stigmatizzato il nostro comportamento! Ricuperiamo le braccia che abbiamo perduto se non per altro almeno per evitare di porre la causa col nostro rifiuto di rimanere alla fin fine rifiutati.
Con stima
DON GIULIO GABANELLI
17/2/1982
Con stima
DON GIULIO GABANELLI
17/2/1982
La nostra parrocchia quest'anno
ha la fortuna di avere due suoi figli spirituali,
ANTONIO GAMBA e MARIO ZANCHI,
promossi all'Ordine del Presbiterato
Verranno consacrati dal nostro Vescovo il 19 / 6 /82 nel Duomo di Bergamo, Noi presenzieremo numerosi alla sacra ordinazione, che sarà alle ore 17. Dobbiamo dire grazie al Signore di questo inestimabile dono perchè è lui che chiama - Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi - e che ha voluto privilegiare la nostra comunità. Sentiamo il dovere di ringraziare anche le famiglie dei novelli Sacerdoti dei quali ricordiamo particolarmente la mamma di Antonio e il papà di Mario che, defunti, dal cielo faranno festa con noi per questo grande avvenimento. Un grazie dobbiamo pure spenderlo di cuore per il Seminario diocesano dove è stata coltivata la vocazione di questi nostri cari con successo. Finalmente un grazie carico di stima e di affetto ai nostri ordinandi perchè hanno saputo dire di «sì» al Signore corrispondendo alla sua divina chiamata con generosità e sacrificio. La parrocchia di Zogno vive, in questa circostanza, una tappa straordinariamente importante del suo cammino di fede anche se guarda già oltre questo traguardo ricco di speranza per l'avvenire di questi nostri novelli Sacerdoti e si sente ulteriormente impegnata a suscitare e a coltivare nuove vocazioni al Sacerdozio. In questo avvenimento abbiamo la prova che Dio non ci ha abbandonati a causa delle nostre tante infedeltà ma torna a riproporre la sua alleanza attraverso scelte di fede che ci aiutano a vivere con maggior impegno il sacerdozio di Cristo partecipato a tutti noi nel battesimo e a questi nostri fratelli nell'Ordine Sacro, Rendiamoci degni di avere sacerdoti santi collaborando coi sacerdoti che la divina Provvidenza mette a nostra disposizione perchè abbiamo insieme ad essere una comunità viva e aperta al grande problema missionario della evangelizzazione e della salvezza di tutto il mondo. Vogliamo in ultimo esprimere agli ordinandi il nostro grande entusiasmo stracarico di affetto e di ammirazione per loro con l'augurio di copiosi frutti di apostolato e con la preghiera di una generosa benedizione per tutti noi.
DON GIULIO
DON GIULIO
LA PRIMA MESSA
DEI NOSTRI SACERDOTI NOVELLI
(19 e 20 giugno u.s.)
È stato un avvenimento storico di straordinaria importanza per la vita della nostra comunità parrocchiale che ha ritrovato in simile circostanza la propria identità cristiana. Don Antonio e don Mario si sono come trasfigurati con l'Ordine sacro. La gente se ne è accorta e li ha festeggiati con una carica di entusiasmo sorprendente esplodendo di gioia per questi suoi figli posti come segno di Dio che ci salva in mezzo a noi. C'è stata infatti una partecipazione compatta della popolazione sia alla Consacrazione in Duomo a Bergamo e al ricevimento solenne in paese al sabato e sia alla Prima Messa e alla Processione Eucaristica della domenica in parrocchia. È stata contemporaneamente una grande testimonianza di stima e di affetto per i Novelli Sacerdoti e una manifestazione di fede semplice ma viva per cui è sembrato che finalmente la gente avesse scoperto il prete e che i -preti avessero anch'essi riscoperto il popolo di Dio. Dio ha raggiunto la nostra parrocchia con un suo stupendo messaggio di salvezza che dobbiamo conservare vivo nella memoria e che dobbiamo rileggere spesso in chiave di fede soprattutto quando siamo chiamati a decidere le scelte pastorali in nome di una comunità così poco rappresentata dai nostri gruppi ecclesiali striminziti. La comunità di Zogno infatti col suo comportamento ha potuto cogliere la circostanza più felice per dirci finalmente ciò che comunemente non è messa in grado di poter esprimere e cioè:
- che crede ancora al sacerdozio in cui si sente la presenza di Dio che salva e in cui si sente presente come popolo di Dio che accetta la salvezza mediante la Parola, i Sacramenti e la Testimonianza; - che si devono trovare dei momenti in cui ogni distinzione di gruppo possa scomparire per lasciare riemergere l'unione solidale di tutta la gente che crede e che appena può rivendica a sè il ruolo autentico di comunità di fede; - che il popolo di Dio sa risvegliarsi da solo quando si tratta di vivere e di manifestare certi aspetti importanti della vita cristiana mentre si addormenta volentieri di fronte ad altri aspetti che noi proponiamo come importanti ma che la gente 'col suo buon senso cristiano non riesce a condividere; - che se la comunità non riesce a decidere in prima persona le scelte pastorali che si fanno in una parrocchia tuttavia sa condividere alla sua maniera semplice ma viva le scelte più vitali del cristianesimo come è, tra esse, senz'altro quella del sacerdozio in cui possa instaurare un suo reale rapporto con Dio. Rendiamo grazie a Dio che in questa straordinaria circostanza ha saputo aprire le nostre menti e i nostri cuori ai messaggi di salvezza del suo amore. DON GIULIO |
SI TORNA ALLA CATECHESI
C'è il rischio di partire col piede sbagliato se si sopravvalutano o si sottovalutano le difficoltà dell'impegno. Occorre sapersi mantenere in equilibrio valorizzando l'esperienza fatta e riconoscendo che anche per la nostra parrocchia il movimento catechistico ha già dato segno di una sua maturazione specifica. I nostri catechisti infatti hanno preso coscienza di essere chiesa come laici superando una visione verticistica ecclesiologica e con la loro fedeltà alla evangelizzazione pongono una premessa importante al superamento della fase critica della sacramentalizzazione. Credono alla vita di gruppo e danno importanza alla scuola di formazione permanente intanto che nel gruppo medesimo si sentono espressione concreta della comunità stessa da cui finalmente si abbreviano le distanze. I catechisti si sono ormai resi conto che si educa per quel che si è e non già per quel che si sa dire e si sa fare. Vanno pertanto alla ricerca di una maggiore consuetudine con la parola di Dio per meditarla e interiorizzarla quale sacramento che rende presente il Signore Risorto nelle persone e nella comunità. Il primo adulto chiamato a essere veicolo di fede matura destinata alla comunità è proprio il catechista in quanto deve essere in essa come il sale, la luce e il lievito di cui parla il Vangelo. Anche se l'indirizzo dell'attività catechistica è tuttora prevalentemente rivolto ai fanciulli non si trascura tuttavia ogni occasione per creare sempre maggiori spazi agli adulti. Ecco perchè in occasione della celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione dei ragazzi si chiede alla comunità di parteciparvi in prima persona offrendole la possibilità di vivere insieme le diverse tappe. Dobbiamo convincerci che la catechesi di massa non basta a promuovere da solo un autentico itinerario di fede. L'impostazione della catechesi di gruppo adottata per i fanciulli è senz'altro indispensabile anche per gli adulti. Bisognerà cercare a tutti i costi la maniera d'introdurla. Ogni gruppo poi deve ovviamente rimanere aperto a tutta la comunità per evitare il rischio di trasformarsi in ghetto e deve saper trovare in essa momenti d'insieme e di coralità soprattutto quando si è riunita come popolo di Dio in preghiera e quando è impegnata a dare una testimonianza di solidarietà ai poveri, agli ammalati, agli emarginati e ai bisognosi. La catechesi abbraccia tutti gli aspetti della vita cristiana e si incarna nelle situazioni di fatto, senza tuttavia presumere di poter esaurire tutto il discorso di fede esclusivamente nel sociale, ma con un forte impegno di umanizzazione. Sta prendendo consistenza anche da noi la nuova figura degli animatori di gruppo quali operatori intermedi della catechesi. Questa presenza che è destinata a raccogliere l'impegno dei più disponibili e dotati non deve assolutamente offrire pretesti a discriminazioni se crediamo veramente che è tutta la comunità insieme che fa catechesi ciascuno coi propri carismi. Tutto ciò che si è qui affermato con quanto si potrebbe ulteriormente affermare nella logica dei principi evidenziati serva di riconoscimento e di gratitudine per quanto si è sinora fatto e d'indirizzo e di augurio per quanto rimane ancora da fare sia pure con fatica ma anche con tanta fiducia e con tanta gioia.
DON GIULIO
DON GIULIO
LA FESTAPATRONALE DI S. LORENZO
del 10 agosto p.p.
Ha registrato in quest'anno un rilevante ritorno della popolazione, anche giovane, nonostante il periodo di vacanze che porta tanta nostra gente lontana ai monti e al mare, alle celebrazioni comunitarie e in particolare alla processione tradizionale di S. Lorenzo attraverso le vie del paese. La parrocchiale infatti al pomeriggio ha Tigurgitato di folla che si è assiepata anche al centro della navata stipandosi molto di più che nella circostanza straordinaria della messa di mezzanotte a Natale. La gente si è incamminata spontaneamente, a gruppi di famiglie e di amici che si ritrovano volentieri insieme, percorrendo, nonostante il caldo, le vie del paese con devoto raccoglimento e disinvoltura propria di chi non ricerca esibizioni stupide, come nelle passerelle di moda, ma manifesta il gusto di camminare insieme, cadenzando magari il passo a suo n di banda sopraffatto a volte dallo scampanio d'allegrezza delle campane, felice di trovarsi a condividere la gioia che scaturisce dai valori della vita per cui si vive, non ultimo quello religioso che ci ricollega all'esempio del Santo Protettore portato in trionfo per esprimere l'ideale di fortezza e di grazia a cui noi tutti aspiriamo. La manifestazione che si ripete da molti secoli costituisce come un documentario che ripresenta sullo schermo della nostra vita di paese i fatti e le persone lontane nel tempo che tornano a rivivere con noi. È la catena della vita che ci lega al passato che è pure nostro e ci appartiene come il presente mentre tutti ci sentiamo spinti verso il futuro a una conquista che si rinnova da padre in figlio a cui ciascuno offre con fiducia e gioia il contributo del proprio impegno personale con l'atto di presenza. Un grazie particolare: a don Mario Zanchi che ha presieduto le celebrazioni e ha tenuto i discorsi di circostanza; al Maestro Micheli e alla Scuola di Canto che si è esibita a meraviglia; al Corpo Bandistico che ci ha dato prova di maestria; alla Confraternita del S.mo Sacramento che in quest'anno ha fatto già la sua seconda comparsa con vivo piacere di tutta la popolazione; ai portatori e agli offerenti per il trono di S. Lorenzo oltre che al Sig. Minelli che l'ha incantato, ai campanari che si sono prestati con appassionata bravura; a tutta la popolazione che ha partecipato con alla testa le autorità del paese. La festa di S. Lorenzo rimane una tappa importante dell'anno per la vita della nostra comunità che dimostra di volerla vivere sempre con maggior partecipazione ed entusiasmo.
DON GIULIO
DON GIULIO