1971
LA CATECHESI DEI RAGAZZI
Mi si chiede da parte di genitori e di ragazzi quando incomincia la dottrina all’Oratorio. Ancora non lo so, perchè quest’anno vorremmo iniziare alcuni nuovi tentativi, che dovrebbero aiutare di più i nostri ragazzi a capire e a vivere il Cristianesimo. Abbiamo ridotto troppo il Cristianesimo a dottrina, a scuola, a qualcosa da sapere, a qualcosa da studiare quando si è bambini. Il Cristianesimo invece è vita, è un’esperienza di vita e quindi fare catechesi vuol dire mettere il ragazzo in condizione di vivere il messaggio che noi gli presentiamo, mettersi al suo fianco per introdurlo nella vita cristiana secondo le esigenze della sua età. Dato che le persone più vicine ai ragazzi sono i loro genitori ne viene che i primi catechisti sono i genitori. I nostri Vescovi italiani così si esprimono nel documento-base sulla catechesi: «Oltre che per il Battesimo e la Cresima, sono catechisti, in forza del sacramento del Matrimonio, i genitori, i quali, in quella che si potrebbe chiamare la Chiesa domestica, devono essere per i loro figli i primi maestri della fede» (n. 195). Il nostro intento di quest’anno è quindi quello di lavorare in stretta collaborazione con le famiglie. Non faremo più dottrina in classi numerose, ma creeremo piccoli gruppi, che con il loro catechista si terranno in stretto rapporto con le famiglie. Questi gruppi potranno trovarsi all’Oratorio o anche nelle famiglie. Naturalmente per fare questo lavoro occorrono molte persone impegnate, perciò se, oltre ai già impegnati, ce ne sono altri, giovani o genitori, che vogliono offrire la loro collaborazione, saremo ben lieti di accettarli.
don Giancarlo Bresciani
don Giancarlo Bresciani
GENITORI E CATECHESI DEI RAGAZZI
Alcuni genitori, specialmente dei ragazzi di 3.a, 4.a e 5.a elementare sono un po’ perplessi sul nostro modo di fare catechesi ai loro figli, perché non insegniamo più le formulette che ci facevano studiare ai nostri tempi. Non vogliamo imbottire i ragazzi di parole che non capiscono: vogliamo aiutare il ragazzo a vivere da cristiano. Perciò facciamo un po' il processo inverso di un tempo: oggi partiamo dalla vita del ragazzo per aiutarlo a capire che Dio è presente proprio in questa sua vita di ogni giorno, che Dio lo salva attraverso questa sua vita. Del resto questa non è una bizzarria nostra, ma è l'indicazione che hanno dato i nostri Vescovi italiani nel Documento-base sulla catechesi: « Chiunque voglia fare all’uomo d’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti nell’esporre il messaggio. E’ questa, del resto, esigenza intrinseca per ogni discorso cristiano su Dio. Il Dio della Rivelazione, infatti, è il "Dio con noi ”, il Dio che chiama, che salva e dà senso alla nostra vita; e la sua parola è destinata a irrompere nella storia, per rivelare a ogni uomo la sua vera vocazione e dargli modo di realizzarla » (n. 77). Con questo modo di far catechesi ci stiamo accorgendo di un fatto fondamentale: senza i genitori, senza la famiglia il nostro insegnamento conclude a poco. Ed è normale che sia così, perché è nella famiglia che il ragazzo vive il suo ambiente naturale di educazione. Ce lo ricordano anche i nostri Vescovi nel documento citato sopra al n. 152: «La famiglia è come la madre e la nutrice della educazione per tutti i suoi membri, in modo particolare per i figli, che, prevenuti dall’esempio e dalla preghiera comune dei genitori, troveranno più facilmente la strada della formazione veramente umana, della propria salvezza e di una vera santità. La catechesi familiare trova la sua originalità e la sua efficacia nei carattere occasionale e nella immediatezza dei suoi insegnamenti, espressi innanzi tutto nel comportamento stesso dei genitori e nella esperienza spirituale di ciascuno. In famiglia, ciascuno deve poter trarre un modello di vita permeato di fermenti cristiani, sperimentando dal vivo il senso di Dio, di se stesso, del prossimo ». I ragazzi di 3.a, 4.a e 5.a elementare ogni tanto portano a casa una scheda per i genitori su cui sta scritto ciò che stiamo insegnando s ragazzi. Pregherei tanto i genitori di leggere questa scheda per poter iniziare così un dialogo con i loro figli sul loro cammino di fede. Questo dialogo tra genitori e figli farà carré ai genitori disponibili che la fede dei loro figli fa maturare an-che la loro fede. Questo è stato affermato dai nostri Vescovi nel documento sulla famiglia: «Nella famiglia l’educazione avviene anche da parte dei figli verso i genitori. Crescendo insieme, nel dialogo con i figli, i tenitori sono stimolati a ripensare gli orientamenti di fondo della vita, a valutare gli ideali di cui i giovani si fanno portatori, a rinnovare la coerenza della propria esistenza». La catechesi non può più quindi essere qualcosa che riguarda solo "preti o le suore ma è un momento in cui la famiglia matura la sua fede. Naturalmente non si pretende che da un giorno all’altro si passi a questa mentalità, però dobbiamo svegliarci e quindi dobbiamo accettare o proporre iniziative che ci portino a questa mentalità, che «ci scombussola» un po’ nel nostro attuale modo di vita.
don Giancarlo Bresciani
don Giancarlo Bresciani