2004
«Il nuovo anno ci trovi nuove creature»
L’avvento ci ha condotto a incontrare il Figlio, gioia del Padre e Salvezza dell’umanità, di un’umanità così distratta, così lontana in cui Gesù rischia di nascere ancora più sconosciuto e dimenticato che non duemila anni fa. Un Figlio ci è dato, ci è donato: un Figlio Dio ci dona perché tutti noi siamo suoi figli e ci comportiamo come figli, impariamo il suo stile di vita.
Non accontentiamoci più di cantare con la bocca, di proclamare con la lingua, di comunicare con il corpo, ma cerchiamo di vivere la sua presenza di salvezza.
Ma di quale salvezza ha bisogno l’uomo d’oggi?
Di pace, di gioia, di condivisione, di portare ognuno i pesi dell’altro, di aiuto reciproco e vicendevole.
Amici carissimi non può essere Natale se non cambia lo stile e il modo di stare uno accanto all’altro, non abbiamo dato spazio a Cristo se non ci siamo preoccupati di scoprire i bisogni reali dei fratelli più piccoli, se non siamo andati incontro agli anziani, agli ammalati, ai bambini. Tutti, incontrandomi, mi chiedono come è andata in Africa e io non so cosa rispondere e dico: “È andata!”. (Qui sotto riporto alcune impressioni di questo viaggio). Ho visto gente che ha bisogno tanto, tantissimo: il Centro di Rilima è una grande ricchezza da far funzionare al meglio, ma è una goccia nel mare della miseria di quel popolo.
E noi ci preoccupiamo di comprare i fuochi per l’ultimo dell’anno e abbiamo già cominciato a sprecare, a buttare via tempo in scempiaggini, a preoccuparci del vestito e di tutto quello che possediamo già a riempirci di regali e di cose inutili.
Ma cosa possiamo fare noi in quel mare di miseria? Siamo una goccia e poi non cambia niente...
Le scuse sono tantissime e così lasciamo le cose come stanno: ma il brutto è che non cambiamo dentro e la società che noi costruiamo continua a mantenere e ad approfondire le distanze tra la nostra opulenza e la miseria di altri.
Ecco, fratelli il Natale di cui abbiamo bisogno: un Natale che ci metta in crisi, che ci faccia rivedere le nostre scelte di fondo, che ci obblighi a metterci, qui, adesso, al servizio dei fratelli.
Il nuovo anno ci trovi nuove creature, più disposte a donare.
Grandi feste ci hanno accomunato e stiamo continuando in preparazione alla festa del nostro oratorio e del suo patrono S. Giovanni Bosco. Siamo molto presi, noi adulti, dal mondo giovanile, preoccupati dei valori che, secondo noi, sono andati persi. Non è che, forse, siamo proprio noi adulti che non riusciamo più a trasmetterli quei famosi valori perché non li abbiamo presi sul serio, sono rimasti in superficie anche dentro di noi e li abbiamo lasciati volatilizzare appena se ne è presentata l’occasione. Abbiamo bisogno di lasciarci educare dalla novità di Dio che ci si presenta spesso nelle domande dei bambini e nelle pretese degli adolescenti e dei giovani. Proviamo a essere giovani nello spirito, sempre pronti a metterci in questione e a dare il meglio di noi impegnandoci a lasciarci educare dalla presenza di chi abita vicino a noi.
Auguri
Impressioni di un viaggio africano
Da poco sono tornato dal mio viaggio in terra africana: sono andato a Rili- ma dove quest’estate sono stati ospiti anche don Paolo, Diego, Claudio, Chiara, Marta e Maria. Un’esperienza particolare, piena d’insidie e di significati profondi che mi hanno fatto toccare con mano ancora una volta (l’ultimo viaggio nel 97 in Zaire) che la miseria è enorme, inimmaginabile e che noi non riusciamo ad arginare il divario che si allarga continuamente tra i paesi dell’opulenza e quelli della miseria “nera”.
Le cose che emergono principalmente sono la mancanza di tutto il necessario per vivere: dal cibo, al vestiario, all’abitazione. Non piove da tre anni in quella zona e quindi da tre anni la popolazione vive grazie ai sussidi che, chi per loro, è sempre alla ricerca. Continuano a seminare semi, i quali non trovano l’acqua sufficiente per arrivare a maturazione; quando c’è qualcuno che si muove per distribuire viveri di primo genere, c’è una marea di gente che si accalca aspettando ore e ore per ricevere 4 o 5 chili di fagioli, di farina, di sorgo (tipo di grano) per poter mangiare meglio per qualche giorno.
Eppure la gioia non manca mai: basta una macchina fotografica per mettersi in posa e per sorridere, basta una Messa per radunare 3 o 4 mila persone per cantare, pregare e ascoltare per ore e ore.
La capitale è una gran baraccopoli con al centro qualche palazzo moderno e in collina si notano le case del presidente e del nunzio apostolico. I giovani sono alla ricerca di gente che comperi la loro merce, vendono di tutto un po’e dappertutto, impegnandosi anche a cambiare i soldi dei pochi turisti che passano con le jeep. Il Centro S. Maria ospita 21 bambini orfani, ricevuti in tenerissima età ed è inoltre un ospedale traumatologico per ragazzi e giovani, è ben organizzato: dà lavoro ad una trentina di operai del luogo ed è anche ben gestito grazie a Rino e ai volontari italiani, il loro impegno è encomiabile. È una goccia che dà sollievo, che apre prospettive nuove, che sostiene la vita. Per questo va aiutato!! Cosa possiamo fare?
Adozioni a distanza, preghiera ed esempio di vita per i nostri ragazzi e giovani perché non si lascino prendere dalle cose che comandano sempre di più nelle nostre famiglie, ma imparino ad andare incontro a chi soffre.
Angelo prete
E noi ci preoccupiamo di comprare i fuochi per l’ultimo dell’anno e abbiamo già cominciato a sprecare, a buttare via tempo in scempiaggini, a preoccuparci del vestito e di tutto quello che possediamo già a riempirci di regali e di cose inutili.
Ma cosa possiamo fare noi in quel mare di miseria? Siamo una goccia e poi non cambia niente...
Le scuse sono tantissime e così lasciamo le cose come stanno: ma il brutto è che non cambiamo dentro e la società che noi costruiamo continua a mantenere e ad approfondire le distanze tra la nostra opulenza e la miseria di altri.
Ecco, fratelli il Natale di cui abbiamo bisogno: un Natale che ci metta in crisi, che ci faccia rivedere le nostre scelte di fondo, che ci obblighi a metterci, qui, adesso, al servizio dei fratelli.
Il nuovo anno ci trovi nuove creature, più disposte a donare.
Grandi feste ci hanno accomunato e stiamo continuando in preparazione alla festa del nostro oratorio e del suo patrono S. Giovanni Bosco. Siamo molto presi, noi adulti, dal mondo giovanile, preoccupati dei valori che, secondo noi, sono andati persi. Non è che, forse, siamo proprio noi adulti che non riusciamo più a trasmetterli quei famosi valori perché non li abbiamo presi sul serio, sono rimasti in superficie anche dentro di noi e li abbiamo lasciati volatilizzare appena se ne è presentata l’occasione. Abbiamo bisogno di lasciarci educare dalla novità di Dio che ci si presenta spesso nelle domande dei bambini e nelle pretese degli adolescenti e dei giovani. Proviamo a essere giovani nello spirito, sempre pronti a metterci in questione e a dare il meglio di noi impegnandoci a lasciarci educare dalla presenza di chi abita vicino a noi.
Auguri
Impressioni di un viaggio africano
Da poco sono tornato dal mio viaggio in terra africana: sono andato a Rili- ma dove quest’estate sono stati ospiti anche don Paolo, Diego, Claudio, Chiara, Marta e Maria. Un’esperienza particolare, piena d’insidie e di significati profondi che mi hanno fatto toccare con mano ancora una volta (l’ultimo viaggio nel 97 in Zaire) che la miseria è enorme, inimmaginabile e che noi non riusciamo ad arginare il divario che si allarga continuamente tra i paesi dell’opulenza e quelli della miseria “nera”.
Le cose che emergono principalmente sono la mancanza di tutto il necessario per vivere: dal cibo, al vestiario, all’abitazione. Non piove da tre anni in quella zona e quindi da tre anni la popolazione vive grazie ai sussidi che, chi per loro, è sempre alla ricerca. Continuano a seminare semi, i quali non trovano l’acqua sufficiente per arrivare a maturazione; quando c’è qualcuno che si muove per distribuire viveri di primo genere, c’è una marea di gente che si accalca aspettando ore e ore per ricevere 4 o 5 chili di fagioli, di farina, di sorgo (tipo di grano) per poter mangiare meglio per qualche giorno.
Eppure la gioia non manca mai: basta una macchina fotografica per mettersi in posa e per sorridere, basta una Messa per radunare 3 o 4 mila persone per cantare, pregare e ascoltare per ore e ore.
La capitale è una gran baraccopoli con al centro qualche palazzo moderno e in collina si notano le case del presidente e del nunzio apostolico. I giovani sono alla ricerca di gente che comperi la loro merce, vendono di tutto un po’e dappertutto, impegnandosi anche a cambiare i soldi dei pochi turisti che passano con le jeep. Il Centro S. Maria ospita 21 bambini orfani, ricevuti in tenerissima età ed è inoltre un ospedale traumatologico per ragazzi e giovani, è ben organizzato: dà lavoro ad una trentina di operai del luogo ed è anche ben gestito grazie a Rino e ai volontari italiani, il loro impegno è encomiabile. È una goccia che dà sollievo, che apre prospettive nuove, che sostiene la vita. Per questo va aiutato!! Cosa possiamo fare?
Adozioni a distanza, preghiera ed esempio di vita per i nostri ragazzi e giovani perché non si lascino prendere dalle cose che comandano sempre di più nelle nostre famiglie, ma imparino ad andare incontro a chi soffre.
Angelo prete
Il tempo passa...
Ci sfugge, ma ci richiama e ci presenta il conto. Questo è il nostro tempo, il tempo della grazia, della Comunità che si raduna e si chiede dove andare dopo aver scoperto dove sta il suo Signore (in mezzo a noi - Emmanuele - il Dio con noi). Questa scoperta sempre antica e sempre nuova l’abbiamo dovuta liberare dalle tante scorie che il mondo continua a metterci di mezzo (il Natale non è più la Nascita di Gesù, ma Babbo Natale e i regali - l’Epifania non è più la Manifestazione di Dio ai Magi che ci rappresentano tutti, ma la Befana che porta i doni - e poi ci sono i presepi viventi, lodevoli iniziative a livello culturale, che aiutano a riscoprire i lavori ormai in disuso anche se non ci avvicina a capire meglio l’Incarnazione di Dio per gli uomini) e queste scorie ce le ritroviamo sempre davanti agli occhi, tanto che non riusciamo più a scoprirci come regali, a vedere la vita come una grande opportunità di gioia e di festa, di dono e di impegno per chi abbiamo vicino. E allora si continua a correre e a rincorrere tante cose senza sapere di preciso cosa vale la pena vivere e come.
...e intanto il tempo passa
Passa così veloce che se ci guardiamo indietro non sappiamo accorgerci di quello che abbiamo lascia- to alle spalle perché obbligati a correre verso quello che arriva. Solo un mese fa eravamo ancora balordi e frastornati dai botti che esageratamente si è usato e sentito. È stato per me un gran dispiacere veder mandare in fumo tanto denaro! Pensate quanta gente nel mondo non ha il necessario per vivere! Quanti bambini cercano un affido e non lo trovano! Quante cose si potevano fare, utili per tutti, rinunciando a mezz’ora di pazzia collettiva. Non ci siamo, carissimi cristiani... Provate un po’ a valutare veramente se ne valeva la pena, anche se ormai tutto è andato nel dimenticatoio! Chiedetevi se si poteva festeggiare l’anno nuovo anche senza i botti... provate... e poi ditemi che cosa cambiava con o senza...
...e intanto il tempo passa
Il mese di gennaio è stato il mese della festa dell’oratorio con S. Giovanni Bosco, (puntiamo molto sul nostro oratorio come luogo di incontro, di educazione alla vita, alla gioia, all’incontro, al bene), della messa a Carubbo per la santa famiglia, di S. Sebastiano e di S. Antonio: feste di quattro realtà diverse che coinvolgono variamente la comunità. Febbraio sarà il mese del tempo ordinario, del carnevale che ci aiuterà a far festa e ci condurrà all’ inizio della quaresima. Genitori stiamo vicini ai nostri ragazzi, sappiamo essere loro di esempio e non preoccupiamoci soltanto di ciò che posseggono, ma di dare loro soprattutto la nostra presenza d’amore.
...e intanto il tempo passa
E allora troviamo il tempo per scoprire l’essenziale. Il Vescovo ci invita a domandarci come facciamo ad aiutare le giovani generazioni ad incontrare Gesù! Come facciamo fratelli?
Facciamo tante cose:
1. Ogni famiglia ci mette la sua parte. I genitori comunicano ai figli la loro fede, a modo loro, secondo la loro esperienza. È sufficiente? Le nostre famiglie stanno facendo un po’ di esame di coscienza per scoprire le carenze in questo grande compito?
2. E la Chiesa? La parrocchia? L’oratorio? I preti? I catechisti? Gli educatori? Tutti fanno il loro do- vere per arrivare a far incontrare, per facilitare l’incontro con Gesù?
Andiamo per tentativi e ripetiamo quello che si è sempre fatto da tanto tempo, mettendoci nuove energie, nuovi sistemi, nuovi stimoli.
Auguri per questo tempo speciale: ci ritrovi tutti impegnati a trovare il meglio per la Comunità e per i fratelli che hanno bisogno della nostra presenza.
Angelo prete
...e intanto il tempo passa
Passa così veloce che se ci guardiamo indietro non sappiamo accorgerci di quello che abbiamo lascia- to alle spalle perché obbligati a correre verso quello che arriva. Solo un mese fa eravamo ancora balordi e frastornati dai botti che esageratamente si è usato e sentito. È stato per me un gran dispiacere veder mandare in fumo tanto denaro! Pensate quanta gente nel mondo non ha il necessario per vivere! Quanti bambini cercano un affido e non lo trovano! Quante cose si potevano fare, utili per tutti, rinunciando a mezz’ora di pazzia collettiva. Non ci siamo, carissimi cristiani... Provate un po’ a valutare veramente se ne valeva la pena, anche se ormai tutto è andato nel dimenticatoio! Chiedetevi se si poteva festeggiare l’anno nuovo anche senza i botti... provate... e poi ditemi che cosa cambiava con o senza...
...e intanto il tempo passa
Il mese di gennaio è stato il mese della festa dell’oratorio con S. Giovanni Bosco, (puntiamo molto sul nostro oratorio come luogo di incontro, di educazione alla vita, alla gioia, all’incontro, al bene), della messa a Carubbo per la santa famiglia, di S. Sebastiano e di S. Antonio: feste di quattro realtà diverse che coinvolgono variamente la comunità. Febbraio sarà il mese del tempo ordinario, del carnevale che ci aiuterà a far festa e ci condurrà all’ inizio della quaresima. Genitori stiamo vicini ai nostri ragazzi, sappiamo essere loro di esempio e non preoccupiamoci soltanto di ciò che posseggono, ma di dare loro soprattutto la nostra presenza d’amore.
...e intanto il tempo passa
E allora troviamo il tempo per scoprire l’essenziale. Il Vescovo ci invita a domandarci come facciamo ad aiutare le giovani generazioni ad incontrare Gesù! Come facciamo fratelli?
Facciamo tante cose:
1. Ogni famiglia ci mette la sua parte. I genitori comunicano ai figli la loro fede, a modo loro, secondo la loro esperienza. È sufficiente? Le nostre famiglie stanno facendo un po’ di esame di coscienza per scoprire le carenze in questo grande compito?
2. E la Chiesa? La parrocchia? L’oratorio? I preti? I catechisti? Gli educatori? Tutti fanno il loro do- vere per arrivare a far incontrare, per facilitare l’incontro con Gesù?
Andiamo per tentativi e ripetiamo quello che si è sempre fatto da tanto tempo, mettendoci nuove energie, nuovi sistemi, nuovi stimoli.
Auguri per questo tempo speciale: ci ritrovi tutti impegnati a trovare il meglio per la Comunità e per i fratelli che hanno bisogno della nostra presenza.
Angelo prete
QUARESIMA:
un cammino di grazia, penitenza, riflessione e preparazione
Potremmo essere tentati di dire: “Come mai tutti gli P anni ci affanniamo a far fuori il Signore?”. C’è proprio bisogno di rifare il cammino della croce, di guardare negli occhi Pilato, Caifa, le pie donne, la Maddalena, Pietro, Giuda, Maria, gli uo- mini del Sinedrio, il Cireneo, la Veronica? NE ABBIAMO GIÀ ANCHE AI NOSTRI GIORNI PER- SONAGGI SIMILI!!! Guardiamoci attorno e domandiamoci: “Quante volte ci siamo lavati le mani di fronte ai problemi dei nostri fratelli? Quante volte abbiamo obbligato qualcun altro a portare i pesi degli altri tirandoci in- dietro noi da questa responsabilità? Quante volte siamo stati capaci di guardare il volto di Gesù non inciso su un fazzoletto, ma nel volto di chi soffre, di un bambino abbandonato, di un anziano senza aiuto? Quante volte abbiamo giudicato e condannato una persona perché non fa quello che fanno tutti?” E allora?
C’è proprio bisogno di vivere la quaresima? Tutto l’ anno è quaresima e tutto l’ anno noi siamo chiamati a scegliere: o con il Signore, o dalla parte di noi stessi. Le strade sono sempre doppie.
Fratelli se la pensate così avete proprio bisogno di confrontare la vostra vita con la scelta di Dio in Gesù suo Figlio: se siamo su questa lunghezza d’onda, abbiamo proprio bisogno di metterci in cammino... DOBBIAMO FARE IN MODO DI ESSERE UNITI TUTTI, DI CAMMINARE INSIEME, DI INCONTRARCI E PERCORRERE LA STRADA DELLA CROCE INSIEME...
Carissimi, CHE QUESTO CAMMINO VERSO LA P ASQUA INCOMINCIA TO CON IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI (piccola spiegazione dell’importanza del gesto E ANCHE DEL DIGIUNO) SIA PER VOI UN CAMMINO di grazia, di penitenza, di riflessione, di preparazione.
CAMMINO di grazia: È UN PERCORSO prezioso di silenzio, in cui il Signore ci riempie delle sue attenzioni, ci fa avvicinare dalla sua parola di Padre che invita alla conversione, che aiuta a scoprire le grandi cose che, se dimenticate, non ci permettono di essere piena- mente uomini e donne di oggi. Grazia perché è gratis, è dono, è regalo continuo, è disponibilità totale di un Padre buono verso tutti i suoi figli (soprattutto quelli, che si dimenticano spesso di Lui... CI RITROVIAMO ANCHE NOI IN QUEST A CA TEGORIA???). Dio si regala e sa che noi non lo accogliamo o abbiamo altro per la testa o ci perdiamo in tante cose o gli diciamo chiaro e tondo che non sappiamo che farcene di Lui..., eppure continua a regalarsi a noi. Zucconi noi, ma più zuccone Lui. È uno che vuole farci capire a tutto spiano che ci vuole veramente bene: tanto che ha dato il suo Figlio (in quel dato la chiesa ci aiuta a leggere il dono totale della croce, il farsi fuori di Dio per la nostra vita, per il nostro vero bene).
CAMMINO di riflessione: riflettiamo sul passato (la morte e la risurrezione di Cristo), sul presente per prepa- rarci meglio al futuro, per vivere poi da salvati, da liberati da tutte le nostre catene che ci opprimono e non ci permettono di esprimere la somiglianza con Dio.
Riflettiamo? Quante occasioni per pensare, approfondire, riflettere, capire e vivere intensamente quello che abbiamo compreso e quante volte sfuggiamo alla nostra responsabilità e non ci mettiamo in gioco! Troppo difficile fare i conti con un Dio che si dona, che ci regala sempre di più di quello che noi rispondiamo, che è sempre il primo a perdonare, a donare, a mettersi a servizio sempre di tutti coloro che vogliono accogliere la sua vita donata.
CAMMINO di preparazione: ci prepariamo alla gioia Pasquale, alla risurrezione, alla vita piena. Ma dobbiamo aver fame di questa vita, cercarla, desiderarla, volerla con tutte le nostre forze, non accontentandoci di quello che siamo, non volando continuamente basso, permettendo alla grazia del Signore di sollevarci da terra e farci volare. Preparazione alla vita nuova che Cristo ci guadagna con la sua morte e la sua risurrezione perché risorgiamo sempre, ogni giorno alle nostre deficienze, ai no continui che rifiliamo a Dio e ai fratelli.
Tanti ragazzi si preparano a ricevere, per la prima volta, i sacramenti della Riconciliazione, della Confermazione e dell’Eucaristia: parecchi genitori si sono sentiti vera- mente impegnati ad aiutarli in questo cammino di scoperta delle grandi cose che Dio vuole compiere in loro e attraverso di loro per tutta la Comunità Parrocchiale.
Gesù è venuto nel mondo, non per togliere il dolore e la tristezza, ma per dargli significato di salvezza, per dirci che è l’unica strada per avvicinarci a Lui, per essere come Lui figli risorti del Padre.
BUON CAMMINO. E Buona Quaresima
Angelo prete
C’è proprio bisogno di vivere la quaresima? Tutto l’ anno è quaresima e tutto l’ anno noi siamo chiamati a scegliere: o con il Signore, o dalla parte di noi stessi. Le strade sono sempre doppie.
Fratelli se la pensate così avete proprio bisogno di confrontare la vostra vita con la scelta di Dio in Gesù suo Figlio: se siamo su questa lunghezza d’onda, abbiamo proprio bisogno di metterci in cammino... DOBBIAMO FARE IN MODO DI ESSERE UNITI TUTTI, DI CAMMINARE INSIEME, DI INCONTRARCI E PERCORRERE LA STRADA DELLA CROCE INSIEME...
Carissimi, CHE QUESTO CAMMINO VERSO LA P ASQUA INCOMINCIA TO CON IL MERCOLEDÌ DELLE CENERI (piccola spiegazione dell’importanza del gesto E ANCHE DEL DIGIUNO) SIA PER VOI UN CAMMINO di grazia, di penitenza, di riflessione, di preparazione.
CAMMINO di grazia: È UN PERCORSO prezioso di silenzio, in cui il Signore ci riempie delle sue attenzioni, ci fa avvicinare dalla sua parola di Padre che invita alla conversione, che aiuta a scoprire le grandi cose che, se dimenticate, non ci permettono di essere piena- mente uomini e donne di oggi. Grazia perché è gratis, è dono, è regalo continuo, è disponibilità totale di un Padre buono verso tutti i suoi figli (soprattutto quelli, che si dimenticano spesso di Lui... CI RITROVIAMO ANCHE NOI IN QUEST A CA TEGORIA???). Dio si regala e sa che noi non lo accogliamo o abbiamo altro per la testa o ci perdiamo in tante cose o gli diciamo chiaro e tondo che non sappiamo che farcene di Lui..., eppure continua a regalarsi a noi. Zucconi noi, ma più zuccone Lui. È uno che vuole farci capire a tutto spiano che ci vuole veramente bene: tanto che ha dato il suo Figlio (in quel dato la chiesa ci aiuta a leggere il dono totale della croce, il farsi fuori di Dio per la nostra vita, per il nostro vero bene).
CAMMINO di riflessione: riflettiamo sul passato (la morte e la risurrezione di Cristo), sul presente per prepa- rarci meglio al futuro, per vivere poi da salvati, da liberati da tutte le nostre catene che ci opprimono e non ci permettono di esprimere la somiglianza con Dio.
Riflettiamo? Quante occasioni per pensare, approfondire, riflettere, capire e vivere intensamente quello che abbiamo compreso e quante volte sfuggiamo alla nostra responsabilità e non ci mettiamo in gioco! Troppo difficile fare i conti con un Dio che si dona, che ci regala sempre di più di quello che noi rispondiamo, che è sempre il primo a perdonare, a donare, a mettersi a servizio sempre di tutti coloro che vogliono accogliere la sua vita donata.
CAMMINO di preparazione: ci prepariamo alla gioia Pasquale, alla risurrezione, alla vita piena. Ma dobbiamo aver fame di questa vita, cercarla, desiderarla, volerla con tutte le nostre forze, non accontentandoci di quello che siamo, non volando continuamente basso, permettendo alla grazia del Signore di sollevarci da terra e farci volare. Preparazione alla vita nuova che Cristo ci guadagna con la sua morte e la sua risurrezione perché risorgiamo sempre, ogni giorno alle nostre deficienze, ai no continui che rifiliamo a Dio e ai fratelli.
Tanti ragazzi si preparano a ricevere, per la prima volta, i sacramenti della Riconciliazione, della Confermazione e dell’Eucaristia: parecchi genitori si sono sentiti vera- mente impegnati ad aiutarli in questo cammino di scoperta delle grandi cose che Dio vuole compiere in loro e attraverso di loro per tutta la Comunità Parrocchiale.
Gesù è venuto nel mondo, non per togliere il dolore e la tristezza, ma per dargli significato di salvezza, per dirci che è l’unica strada per avvicinarci a Lui, per essere come Lui figli risorti del Padre.
BUON CAMMINO. E Buona Quaresima
Angelo prete
Cristo è risorto! Alleluia!
Carissimi
La Quaresima è trascorsa nell’impegno di preparare il cuore, di meditare la Parola, di lasciarci mettere in crisi dall’amore grande e misericordioso del Padre.
Adesso è Pasqua: Cristo è risorto! Alleluia!
Quante volte ci siamo incontrati il giorno di Pasqua e siamo stati pronti a fare gli auguri a tutti indistintamente, dimenticando rancori antichi e nuovi: “Cristo è risorto, alleluia!”, abbiamo cantato in Chiesa ma non dobbiamo accontentarci di cantarlo nella liturgia, occorre che tutta la vita diventi liturgia di ringraziamento e di lode, scoprendo il grande amore che spinge continuamente il Signore a donarci la sua vita.
Siamo insieme a celebrare un Dio che si dona totalmente e vuole con tutto se stesso farci nuovi e nuovamente figli. Siamo qui a vivere la gioia della salvezza donataci continuamente in Cristo. La gioia dell’incontro con Lui e del comunicare a tutti che siamo salvati e redenti, fatti nuove creature, capaci di sperimentare la gioia del dono e del perdono. Noi crediamo in Dio che è vivo per l’uomo, per ogni uomo, per chi apre il suo cuore alla sua presenza: Lui non si impone, propone il suo amore, ci chiama per nome, ci conosce da sempre e ci spinge a prendere sul serio il suo stile di vita che è amore, perdono, accoglienza, sostegno reciproco, aiuto vicendevole.
Ma non c’è Pasqua se non c’è Venerdì Santo, se non c’è sangue sparso, non c’è salvezza condivisa e donata.
L’agnello di Dio crocifisso sparge il suo sangue e purifica il nostro vivere. Il crocifisso non è un cadavere, ma il segno più grande dell’amore di Dio per ogni uomo, è Dio che ci dona suo figlio e ci rende Figli. In un mondo che rifiuta il crocifisso parlare di risurrezione è fuori tempo, anacronistico, insignificante perché non aiuta a comprenderci e a vivere meglio tra noi e i fratelli. Noi cristiani il crocifisso lo togliamo di mezzo con facilità perché non ne abbiamo compreso la forza sconvolgente di annuncio di salvezza e di liberazione. Siamo così abituati a fare il segno di croce, a vedere i crocifissi che non facciamo più caso ai tanti “crocifissi” che esistono al mondo d’oggi, “crocifissi” anche per colpa nostra, per le nostre critiche e le nostre incomprensioni.
Il mese di maggio sarà il periodo della celebrazione dei sacramenti: festa solenne per i ragazzi, catechisti e famiglie intere che hanno vissuto questo anno di preparazione. Non mi stancherò mai di dire che se non c’è stata preparazione si rischierà di viverli per abitudine, come tante messe e non daranno i frutti sperati. Cerchiamo, fratelli, di dare il giusto significato alla nostra messa domenicale, all’impegno di catechesi, alla preghiera comunitaria, familiare e personale, all’impegno di revisione della vita confrontandola continuamente con la Parola di Dio che ci aiuti a vivere intensamente il nostro incontro
con Dio e con i fratelli, sempre. Buona Pasqua!
Angelo prete
La Quaresima è trascorsa nell’impegno di preparare il cuore, di meditare la Parola, di lasciarci mettere in crisi dall’amore grande e misericordioso del Padre.
Adesso è Pasqua: Cristo è risorto! Alleluia!
Quante volte ci siamo incontrati il giorno di Pasqua e siamo stati pronti a fare gli auguri a tutti indistintamente, dimenticando rancori antichi e nuovi: “Cristo è risorto, alleluia!”, abbiamo cantato in Chiesa ma non dobbiamo accontentarci di cantarlo nella liturgia, occorre che tutta la vita diventi liturgia di ringraziamento e di lode, scoprendo il grande amore che spinge continuamente il Signore a donarci la sua vita.
Siamo insieme a celebrare un Dio che si dona totalmente e vuole con tutto se stesso farci nuovi e nuovamente figli. Siamo qui a vivere la gioia della salvezza donataci continuamente in Cristo. La gioia dell’incontro con Lui e del comunicare a tutti che siamo salvati e redenti, fatti nuove creature, capaci di sperimentare la gioia del dono e del perdono. Noi crediamo in Dio che è vivo per l’uomo, per ogni uomo, per chi apre il suo cuore alla sua presenza: Lui non si impone, propone il suo amore, ci chiama per nome, ci conosce da sempre e ci spinge a prendere sul serio il suo stile di vita che è amore, perdono, accoglienza, sostegno reciproco, aiuto vicendevole.
Ma non c’è Pasqua se non c’è Venerdì Santo, se non c’è sangue sparso, non c’è salvezza condivisa e donata.
L’agnello di Dio crocifisso sparge il suo sangue e purifica il nostro vivere. Il crocifisso non è un cadavere, ma il segno più grande dell’amore di Dio per ogni uomo, è Dio che ci dona suo figlio e ci rende Figli. In un mondo che rifiuta il crocifisso parlare di risurrezione è fuori tempo, anacronistico, insignificante perché non aiuta a comprenderci e a vivere meglio tra noi e i fratelli. Noi cristiani il crocifisso lo togliamo di mezzo con facilità perché non ne abbiamo compreso la forza sconvolgente di annuncio di salvezza e di liberazione. Siamo così abituati a fare il segno di croce, a vedere i crocifissi che non facciamo più caso ai tanti “crocifissi” che esistono al mondo d’oggi, “crocifissi” anche per colpa nostra, per le nostre critiche e le nostre incomprensioni.
Il mese di maggio sarà il periodo della celebrazione dei sacramenti: festa solenne per i ragazzi, catechisti e famiglie intere che hanno vissuto questo anno di preparazione. Non mi stancherò mai di dire che se non c’è stata preparazione si rischierà di viverli per abitudine, come tante messe e non daranno i frutti sperati. Cerchiamo, fratelli, di dare il giusto significato alla nostra messa domenicale, all’impegno di catechesi, alla preghiera comunitaria, familiare e personale, all’impegno di revisione della vita confrontandola continuamente con la Parola di Dio che ci aiuti a vivere intensamente il nostro incontro
con Dio e con i fratelli, sempre. Buona Pasqua!
Angelo prete
Vivere da risorti
È l’impegno di questo tempo: dopo aver celebrato e cantato le lodi del Signore che vince la morte spendendo la vita, che ci dona la sua vita spargendo il suo sangue (quindi non senza fatica, dolore e sofferenza grande) ognuno di noi si ritrova con la propria responsabilità di recipiente riempito della grazia del Signore Risorto. È una responsabilità non indifferente, grande, ma vivibile nella misura in cui quella Grazia grande trova collaborazione nella nostra quotidianità. È il vivere da salvati: non ci salviamo da soli e Dio non ci salva senza il nostro assenso. Occorre la grazia del Signore: “Senza di me non potete far nulla” ci dice; ma senza il nostro contributo, il nostro sì, Dio non ci salva. L’immensità della sua grazia non viene utilizzata se noi non collaboriamo.
E l’aiuto grande, l’esempio irripetibile e pieno di significato lo riceviamo da Maria, la madre.
In questo mese di Maggio è lei al centro e con lei tutte le mamme (non solo perché celebreremo la festa della mamma con tutto il giro di soldi e di regali che non ci riguarda; infatti il regalo più bello per una mamma è che la famiglia sia gioiosamente unita, che tutti vi facciano gioiosamente parte e diano il loro contributo, la costruiscano al meglio delle loro forze e qualità).
È festa per tutte coloro che hanno prestato se stesse per dare la vita e per dire la vita a questo mondo sempre meno interessato alla vita e alle persone.
Maria si fa strumento di salvezza con il suo sì: tutta la sua vita diventa sì al Padre in sostituzione del no dei nostri progenitori che ci è stato trasmesso con il peccato dell’origine: come Cristo nuovo Adamo ci salva e si sostituisce a noi e muore in croce per noi, così Maria, nuova Eva, si mette accanto al Figlio e diventa corredentrice, portatrice della sua grazia, aiuto nella nostra ricerca e nel nostro impegno quotidiano.
Viviamo i sacramenti frutto della Pasqua: ci accorgiamo quindi di essere vivi perché qualcuno è morto e continua a morire per noi. E allora prendiamoli sul serio i sacramenti donati nella Iniziazione Cristiana: noi adulti sentiamoci responsabilizzati appieno in questo cammino e non accontentiamoci di riceverli: viviamoli, impegniamoci a sentirli parte viva della nostra giornata.
Con la Pasqua raccogliamo i frutti della morte e risurrezione di Cristo e questi frutti costruiscono la Chiesa e sono i sacramenti dona- ti ai nostri ragazzi e preadolescenti: si arriva dopo un cammino comunitario di collabora- zione tra sacerdoti, catechisti, genitori e ragaz- zi con la grazia del Signore perché ognuno riconosca di essere chiamato a realizzare il pro- getto che ha accettato dal Signore che li porterà a realizzarsi al meglio come figli di Dio, parte viva della comunità e portatori della gioia del Signore risorto.
Carissimi genitori vivete l’incontro con il Signore in famiglia, trovate il tempo di comunicare Dio ai vostri figli, di dire che Dio ci è Padre, amico, fratello, compagno di viaggio, salvatore, guida e sostegno, alimento e senso del servizio. Troppi genitori non si accorgono che è la famiglia la culla della fede, il luogo privilegiato dell’ incontro con il Signore: sono i genitori i primi catechisti, i più importanti catechisti dei loro figli. Se in famiglia non si prega, non si incontra il Signore se non sporadica- mente, quasi come un obbligo, con il desiderio di far presto perché c’è altro da fare e di più importante i nostri ragazzi capiranno che la Messa non è importante, che i sacramenti li vivono in questo momento per dimenticarsene al più presto perché quello che conta è altro. Viviamo in famiglia la fede: troviamo il tempo dell’incontro, dell’approfondimento, della preghiera personale e comunitaria e liturgica.
Auguri
Angelo prete
Che i frutti costruiscano al meglio la comunità parrocchiale di S. Lorenzo in Zogno.
In questo mese di Maggio è lei al centro e con lei tutte le mamme (non solo perché celebreremo la festa della mamma con tutto il giro di soldi e di regali che non ci riguarda; infatti il regalo più bello per una mamma è che la famiglia sia gioiosamente unita, che tutti vi facciano gioiosamente parte e diano il loro contributo, la costruiscano al meglio delle loro forze e qualità).
È festa per tutte coloro che hanno prestato se stesse per dare la vita e per dire la vita a questo mondo sempre meno interessato alla vita e alle persone.
Maria si fa strumento di salvezza con il suo sì: tutta la sua vita diventa sì al Padre in sostituzione del no dei nostri progenitori che ci è stato trasmesso con il peccato dell’origine: come Cristo nuovo Adamo ci salva e si sostituisce a noi e muore in croce per noi, così Maria, nuova Eva, si mette accanto al Figlio e diventa corredentrice, portatrice della sua grazia, aiuto nella nostra ricerca e nel nostro impegno quotidiano.
Viviamo i sacramenti frutto della Pasqua: ci accorgiamo quindi di essere vivi perché qualcuno è morto e continua a morire per noi. E allora prendiamoli sul serio i sacramenti donati nella Iniziazione Cristiana: noi adulti sentiamoci responsabilizzati appieno in questo cammino e non accontentiamoci di riceverli: viviamoli, impegniamoci a sentirli parte viva della nostra giornata.
Con la Pasqua raccogliamo i frutti della morte e risurrezione di Cristo e questi frutti costruiscono la Chiesa e sono i sacramenti dona- ti ai nostri ragazzi e preadolescenti: si arriva dopo un cammino comunitario di collabora- zione tra sacerdoti, catechisti, genitori e ragaz- zi con la grazia del Signore perché ognuno riconosca di essere chiamato a realizzare il pro- getto che ha accettato dal Signore che li porterà a realizzarsi al meglio come figli di Dio, parte viva della comunità e portatori della gioia del Signore risorto.
Carissimi genitori vivete l’incontro con il Signore in famiglia, trovate il tempo di comunicare Dio ai vostri figli, di dire che Dio ci è Padre, amico, fratello, compagno di viaggio, salvatore, guida e sostegno, alimento e senso del servizio. Troppi genitori non si accorgono che è la famiglia la culla della fede, il luogo privilegiato dell’ incontro con il Signore: sono i genitori i primi catechisti, i più importanti catechisti dei loro figli. Se in famiglia non si prega, non si incontra il Signore se non sporadica- mente, quasi come un obbligo, con il desiderio di far presto perché c’è altro da fare e di più importante i nostri ragazzi capiranno che la Messa non è importante, che i sacramenti li vivono in questo momento per dimenticarsene al più presto perché quello che conta è altro. Viviamo in famiglia la fede: troviamo il tempo dell’incontro, dell’approfondimento, della preghiera personale e comunitaria e liturgica.
Auguri
Angelo prete
Che i frutti costruiscano al meglio la comunità parrocchiale di S. Lorenzo in Zogno.
Il tempo dei frutti
I risorti ci sono occorre realizzare il progetto che il Signore ci affida.
Occorre che la vita, scorrendo, non ci trovi impreparati.
Occorre che la gioia del comunicare la fede sia la caratteristica del nostro stare insieme.
Non basta quindi pregare, non basta andare a Messa, non basta fare qualche buona azione...
Occorre che l’incontro con Cristo traspaia dal volto, dal cuore, dal vivere quotidiano.
Bisogna collegare liturgia e vita.
Che bello aiutare i bambini ad incontrare il Signore che è misericordioso e per noi adulti capire che c’è più gioia nel perdonare e nell’essere perdonati che nel far valere la propria autorità imponendo e guidando col pugno di ferro...
Ecco il primo frutto: Dio è buono e misericordioso e vuole il nostro bene: è venuto nel mondo per la nostra salvezza e per renderci davvero liberi.
È stata una gioia la Messa di prima comunione per tanti bambini e tutte le loro famiglie. Ho visto genitori impegnati, desiderosi di vivere e di aiutare a vivere nel modo migliore questo sacramento. Hanno capito che per fare questo non basta un po’ di impegno, qualche momento, ma occorre uscire dal proprio isolamento, trovare il tempo per la catechesi, per reimparare le cose che si sono fossilizzate in noi grandi e che non ci aiutano più a vivere, a gioire, ad amare.
Vedo i ragazzi (che dico, gli adolescenti) che si preparano alla professione di fede circolare in oratorio in questi giorni e noto la fatica delle catechiste (a proposito amici miei come mai ci sono così pochi catechisti maschi nel nostro oratorio? Vuol dire che i maschi non hanno il coraggio di mettersi in gioco, non trovano il tempo per prendere sul serio l’annuncio e per diventare loro stessi annunciatori. Le ragazze invece sì).
Vedo la fatica del comunicare la fede alle giovani generazioni. È una fatica che viene dalla sfiducia e dalla continua ricerca del nuovo che è dentro il cuore dei nostri adolescenti. E di nuovo in questo tempo ce n’è così tanto che rischiamo di confonderlo con il vero e il bello e non ne usciamo più...
Cari genitori proponete esempi di vita di fede: i vostri ragazzi hanno bisogno di voi e non di regali, non di cose. E se la sera siete troppo stanchi per stare con loro, cercate di essere meno stanchi (voglio dire, date meno importanza alle cose), non rinunciate a stare con loro.
Quanto tempo sprechiamo...
Si corre dietro ai soldi, al benessere, alle cose da comprare, con cui riempire i vuoti del cuore e poi ci si dimentica dell’essenziale, delle realtà che nutrono lo spirito.
Bisogna ritrovare la gioia dell’incontro con Dio e con le persone rispettandole e rispettandosi, non riempiendosi di idee preconfezionate, ma incontrando per il vero bene dell’uomo, di ogni uomo, senza distinzione. Cristo muore e risorge per tutti e dice a tutti che sono figli di Dio, nuove creature, capaci di grandi cose e di grandi progetti, di tanto bene.
Ci si inalbera per le torture dei militari in Iraq. Ma chi pensa al bene non compiuto da noi, ai tanti lazzaroni (non di cognome) che buttano il tempo a stare a guardare quelli che fanno qualcosa e si impegnano, pronti solo a criticare, a vedere il male e non si accorgono che il loro tempo non ha senso, non produce bene, ma male, calunnie, divisioni, odi. Invece di stare a guardare gli altri andate a trovare gli anziani, date il vostro tempo per qualcuno e lo ritroverete moltiplicato di valore.
Proviamo a metterci in gioco per il bene comune e impareremo a mettere da parte gli interessi dei singoli per lavorare dentro e per la comunità. Grazie
Angelo prete
Occorre che la vita, scorrendo, non ci trovi impreparati.
Occorre che la gioia del comunicare la fede sia la caratteristica del nostro stare insieme.
Non basta quindi pregare, non basta andare a Messa, non basta fare qualche buona azione...
Occorre che l’incontro con Cristo traspaia dal volto, dal cuore, dal vivere quotidiano.
Bisogna collegare liturgia e vita.
Che bello aiutare i bambini ad incontrare il Signore che è misericordioso e per noi adulti capire che c’è più gioia nel perdonare e nell’essere perdonati che nel far valere la propria autorità imponendo e guidando col pugno di ferro...
Ecco il primo frutto: Dio è buono e misericordioso e vuole il nostro bene: è venuto nel mondo per la nostra salvezza e per renderci davvero liberi.
È stata una gioia la Messa di prima comunione per tanti bambini e tutte le loro famiglie. Ho visto genitori impegnati, desiderosi di vivere e di aiutare a vivere nel modo migliore questo sacramento. Hanno capito che per fare questo non basta un po’ di impegno, qualche momento, ma occorre uscire dal proprio isolamento, trovare il tempo per la catechesi, per reimparare le cose che si sono fossilizzate in noi grandi e che non ci aiutano più a vivere, a gioire, ad amare.
Vedo i ragazzi (che dico, gli adolescenti) che si preparano alla professione di fede circolare in oratorio in questi giorni e noto la fatica delle catechiste (a proposito amici miei come mai ci sono così pochi catechisti maschi nel nostro oratorio? Vuol dire che i maschi non hanno il coraggio di mettersi in gioco, non trovano il tempo per prendere sul serio l’annuncio e per diventare loro stessi annunciatori. Le ragazze invece sì).
Vedo la fatica del comunicare la fede alle giovani generazioni. È una fatica che viene dalla sfiducia e dalla continua ricerca del nuovo che è dentro il cuore dei nostri adolescenti. E di nuovo in questo tempo ce n’è così tanto che rischiamo di confonderlo con il vero e il bello e non ne usciamo più...
Cari genitori proponete esempi di vita di fede: i vostri ragazzi hanno bisogno di voi e non di regali, non di cose. E se la sera siete troppo stanchi per stare con loro, cercate di essere meno stanchi (voglio dire, date meno importanza alle cose), non rinunciate a stare con loro.
Quanto tempo sprechiamo...
Si corre dietro ai soldi, al benessere, alle cose da comprare, con cui riempire i vuoti del cuore e poi ci si dimentica dell’essenziale, delle realtà che nutrono lo spirito.
Bisogna ritrovare la gioia dell’incontro con Dio e con le persone rispettandole e rispettandosi, non riempiendosi di idee preconfezionate, ma incontrando per il vero bene dell’uomo, di ogni uomo, senza distinzione. Cristo muore e risorge per tutti e dice a tutti che sono figli di Dio, nuove creature, capaci di grandi cose e di grandi progetti, di tanto bene.
Ci si inalbera per le torture dei militari in Iraq. Ma chi pensa al bene non compiuto da noi, ai tanti lazzaroni (non di cognome) che buttano il tempo a stare a guardare quelli che fanno qualcosa e si impegnano, pronti solo a criticare, a vedere il male e non si accorgono che il loro tempo non ha senso, non produce bene, ma male, calunnie, divisioni, odi. Invece di stare a guardare gli altri andate a trovare gli anziani, date il vostro tempo per qualcuno e lo ritroverete moltiplicato di valore.
Proviamo a metterci in gioco per il bene comune e impareremo a mettere da parte gli interessi dei singoli per lavorare dentro e per la comunità. Grazie
Angelo prete
Luglio:
tempo di libertà, di sole, di mare, di gioco, di divertimento, di gioia
È il tempo del Centro ricreativo estivo, il mega impegno dell’estate in cui 400 ragazzi sono coinvolti in preghiere, lavori e giochi per comunicarsi vicendevolmente la festa di essere al mondo e di starci gioiosamente. Certo i genitori vanno a lavorare e sono quasi obbligati ad affidare i loro figli a questa agenzia educativa che è l’Oratorio. Ma come genitori devono essere i primi educatori: devono cioè impegnarsi anche a rendersi conto di quello che viene comunicato ai propri figli. Il C.R.E. non è soltanto un grande calderone in cui ci si trova a passare il tempo e ci si impegna tutti ad aiutare i ragazzi a far trascorrere il tempo nel modo migliore. Il tempo passa comunque, anche se noi non ci impegniamo a farlo trascorrere al meglio. Ma se c’è l’impegno (e qui devo, in parentesi, ringraziare chi si impegna da don Paolo, ai giovani, alle mamme) occorre che ci sia il riscontro, che i genitori a casa raccolgano le opportunità create dal clima del C.R.E.
Tempo estivo e quindi, per i cristiani,
tempo dei frutti, del raccolto di quanto è stato seminato nei nostri cuori e nelle nostre menti durante l’anno catechistico e nelle liturgie domenicali.
Quante volte diciamo che non c’è e non ci deve essere distanza tra liturgia e vita?
E dove se non nel trovarsi insieme e nel vivere un’esperienza comunitaria ricca e coinvolgente come il C.R.E. possiamo esprimere i valori che abbiamo assunto, preso sul serio e celebrato durante l’anno?
Ci siamo sentiti dire che dobbiamo vivere da risorti: vale anche per questo, anzi: vale soprattutto in queste cose e se ci mettiamo tanta buona volontà, impegno e generosità, allora tutta la comunità viene coinvolta nell’annuncio.
Cari genitori, ogni tempo è utile per diventare grandi e questo, che sta trascorrendo, serve per riconoscere che quanto si è seminato è diventato arbusto e può crescere e diventare albero che dà frutto. Ma sta a noi tutti cogliere le occasioni per comunicare al meglio ciò che il Signore ci ha affidato: il suo amore e la sua vita.
In questo mese, per la nostra comunità, ci sono due importanti appuntamenti: una è la festa di Nostra Signora del Sacro Cuore in via Pietro Ruggeri (2 luglio), l’altra è la festa della Madonna del Carmine (16 luglio), mentre alla fine di questo mese inizierà la sagra di S. Lorenzo, dove saremo invitati a ritrovarci per far festa perché siamo comunità del diacono San Lorenzo. Mettiamo già da adesso in cantiere il cammino per condurci ad accompagnare il nostro patrono nelle scelte che lo conducono al dono della sua vita per Cristo.
Buone Vacanze
Angelo prete
Tempo estivo e quindi, per i cristiani,
tempo dei frutti, del raccolto di quanto è stato seminato nei nostri cuori e nelle nostre menti durante l’anno catechistico e nelle liturgie domenicali.
Quante volte diciamo che non c’è e non ci deve essere distanza tra liturgia e vita?
E dove se non nel trovarsi insieme e nel vivere un’esperienza comunitaria ricca e coinvolgente come il C.R.E. possiamo esprimere i valori che abbiamo assunto, preso sul serio e celebrato durante l’anno?
Ci siamo sentiti dire che dobbiamo vivere da risorti: vale anche per questo, anzi: vale soprattutto in queste cose e se ci mettiamo tanta buona volontà, impegno e generosità, allora tutta la comunità viene coinvolta nell’annuncio.
Cari genitori, ogni tempo è utile per diventare grandi e questo, che sta trascorrendo, serve per riconoscere che quanto si è seminato è diventato arbusto e può crescere e diventare albero che dà frutto. Ma sta a noi tutti cogliere le occasioni per comunicare al meglio ciò che il Signore ci ha affidato: il suo amore e la sua vita.
In questo mese, per la nostra comunità, ci sono due importanti appuntamenti: una è la festa di Nostra Signora del Sacro Cuore in via Pietro Ruggeri (2 luglio), l’altra è la festa della Madonna del Carmine (16 luglio), mentre alla fine di questo mese inizierà la sagra di S. Lorenzo, dove saremo invitati a ritrovarci per far festa perché siamo comunità del diacono San Lorenzo. Mettiamo già da adesso in cantiere il cammino per condurci ad accompagnare il nostro patrono nelle scelte che lo conducono al dono della sua vita per Cristo.
Buone Vacanze
Angelo prete
San Lorenzo
la festa più importante
Agosto è per gli zognesi il mese A della festa del Patrono S. Lorenzo martire, è il mese del radunarsi di tutta la comunità civile e religiosa intorno alla persona che ci accomuna tutti, che ci ricorda sempre le origini e ci dice chi siamo: gente che ha come modello un giovane, diacono e martire.
È la festa più importante e ci impegna a domandarci se siamo in linea con le scelte di fondo del nostro patrono, se stiamo costruendo una comunità di credenti oppure se ci siamo assopiti o addirittura tornati indietro. Per assomigliare al suo patrono come deve essere la gente di Zogno?
Deve esprimere le caratteristiche del suo patrono: la diaconia e il martirio, vale a dire essere a servizio della Parola, del Cristo in tutte le espressioni nei sacramenti e nelle persone. Deve quindi essere gente di servizio, aperta al dialogo, attenta ai bisogni, capa- ce di farsi “prossimo” di chi esprime o tiene nascosto i suoi bisogni. Carissimi amici di Zogno, siamo tutti quanti su questa strada? Ognuno di noi, la comunità ecclesiale e quella civile sta facendo scelte di avvicina- mento ai reali bisogni di fratelli e sorelle in difficoltà? È una domanda impegnativa perché spesso sento dire da chi conosce bene la gente di Zogno, che è molto legata alle sue cose, che è disposta a ricevere e quasi mai a dare... ma è proprio così? Siamo portati, noi di Zogno, a non dare mai niente gratis per la comunità, a non rischiare mai qualcosa di nostro per il bene comune? Non credo proprio o per lo meno spero che non sia così! San Lorenzo, ci ricorda che dobbiamo mettere al centro la nostra scelta cristiana e metterci in gioco sempre e totalmente.
Così viene a fuoco anche la seconda caratteristica che ci propone il nostro patrono: il martirio.
Martire vuol dire testimone: lo è colui che ha messo al primo posto Gesù Cristo e l’annuncio della salvezza che viene da Dio.
Qual è la nostra testimonianza fratelli? Dio è vivo e partecipe della storia dell’uomo, ma quelli che ci incontrano lo capiscono dal nostro comportamento? Diciamo chiaramente, tutti i giorni, che è Dio al centro? Sono domande che prese sul serio ci lasciano senza parole e ci fanno dire che... dobbiamo impegnarci di più. Solo se uniti, con la preghiera, con il donare, la nostra comunità dà e darà tanto! Allora forza, rimbocchiamoci le maniche e facciamoci aiutare da chi, come Lorenzo, si è fidato davvero del Signore e si è speso per i fratelli. Buona festa e auguri a tutti i “Lorenzi” e le “Lorenze” della nostra comunità.
Angelo prete
È la festa più importante e ci impegna a domandarci se siamo in linea con le scelte di fondo del nostro patrono, se stiamo costruendo una comunità di credenti oppure se ci siamo assopiti o addirittura tornati indietro. Per assomigliare al suo patrono come deve essere la gente di Zogno?
Deve esprimere le caratteristiche del suo patrono: la diaconia e il martirio, vale a dire essere a servizio della Parola, del Cristo in tutte le espressioni nei sacramenti e nelle persone. Deve quindi essere gente di servizio, aperta al dialogo, attenta ai bisogni, capa- ce di farsi “prossimo” di chi esprime o tiene nascosto i suoi bisogni. Carissimi amici di Zogno, siamo tutti quanti su questa strada? Ognuno di noi, la comunità ecclesiale e quella civile sta facendo scelte di avvicina- mento ai reali bisogni di fratelli e sorelle in difficoltà? È una domanda impegnativa perché spesso sento dire da chi conosce bene la gente di Zogno, che è molto legata alle sue cose, che è disposta a ricevere e quasi mai a dare... ma è proprio così? Siamo portati, noi di Zogno, a non dare mai niente gratis per la comunità, a non rischiare mai qualcosa di nostro per il bene comune? Non credo proprio o per lo meno spero che non sia così! San Lorenzo, ci ricorda che dobbiamo mettere al centro la nostra scelta cristiana e metterci in gioco sempre e totalmente.
Così viene a fuoco anche la seconda caratteristica che ci propone il nostro patrono: il martirio.
Martire vuol dire testimone: lo è colui che ha messo al primo posto Gesù Cristo e l’annuncio della salvezza che viene da Dio.
Qual è la nostra testimonianza fratelli? Dio è vivo e partecipe della storia dell’uomo, ma quelli che ci incontrano lo capiscono dal nostro comportamento? Diciamo chiaramente, tutti i giorni, che è Dio al centro? Sono domande che prese sul serio ci lasciano senza parole e ci fanno dire che... dobbiamo impegnarci di più. Solo se uniti, con la preghiera, con il donare, la nostra comunità dà e darà tanto! Allora forza, rimbocchiamoci le maniche e facciamoci aiutare da chi, come Lorenzo, si è fidato davvero del Signore e si è speso per i fratelli. Buona festa e auguri a tutti i “Lorenzi” e le “Lorenze” della nostra comunità.
Angelo prete
Inizia un nuovo
Anno Pastorale...
Dopo il periodo estivo tutto sta per cominciare,tante cose da fare, tanti impegni... ci ritroviamo a tentare di comprendere cosa significa fare comunità, anche se, non dovrebbe mai essere accantonata questa ricerca. Purtroppo abbiamo suddiviso la nostra vita in scuola e vacanze, lavoro e divertimento, tempo dell’ impegno e tempo della dispersione e anche il nostro vivere da cristiani ne risente. Ci si disperde per il mondo e con la scusa della globalizzazione, si dimenticano le origini e i valori del proprio paese. Quando si torna ci si trova addirittura spaesati e bisogna ritrovare la gioia dell’incontro, del guardarsi negli occhi, del vivere uno accanto all’altro con la voglia di comunicare il bene ricevuto.
Abbiamo vissuto il cre, la sagra, la festa del nostro Patrono, poi ognuno per la sua strada. Ora ci si ritrova da qualche settimana e si sta pian pianino, ma con gran volontà, ingranando la marcia giusta.
Ma... abbiamo portato in giro il senso della comunità? Abbiamo comunicato la gioia d’essere insieme?
Queste domande mi portano sempre a riflettere.
È bello trovarsi insieme in tanti a dire la nostra fede il giorno di San Lorenzo, ma dopo, giorno per giorno ce ne ricordiamo? Viviamo da credenti? Comunichiamo la nostra fede nel rapportarci con le persone e con il mondo intero? È qui che dobbiamo mettere in gioco il nostro senso cristiano, il vivere da persone che credono davvero a quello che celebrano.
Questa settimana il vescovo ha radunato i sacerdoti e i laici di tutta la nostra diocesi per presentare il lavoro da svolgere durante l’anno.
Ci invita a preparare il Sinodo Diocesano.
Che cos’è il Sinodo?
È un’assemblea particolare, formata da sacerdoti e laici, che insieme a tutte le comunità parrocchiali, riescono a leggere la Comunità Diocesana per aiutare a dare soluzioni ai problemi che emergono e che sono ritenuti i più importanti.
Dobbiamo quindi muoverci noi comunità parrocchiali e insistere nella ricerca di ciò che manca alla comunità in cui viviamo, per essere viva e propositiva al mondo di oggi soprattutto nell’educazione, nell’aiutare le giovani generazioni a incontrare Cristo, a vivere di Lui e a comunicare Lui ad ogni singola persona.
Dovremo quindi riprendere il tema dell’iniziazione cristiana. C’è da dire che abbiamo già cominciato con il corso in preparazione al Battesimo iniziato nel mese di settembre, ma, invito tutte le famiglie a rendersi disponibili a questa ricerca, a non demandare a nessuno il grande compito di educare alla fede e a mettersi in cammino nella comunità per vivere al meglio l’incontro con il Signore.
Comincia un anno di catechesi. Un augurio speciale a chi si mette a disposizione, per aiutare i nostri ragazzi a incontrare e riconoscere il Signore presente nella loro vita. Un consiglio che non mi stancherò mai di dare è, che, i primi catechisti per i nostri ragazzi siete voi, cari genitori, rendetevi sempre disponibile alla loro catechesi, fate questo cammino insieme, aiutateli a crescere nell’amore di Dio.
E genitori partecipate ai vostri incontri di catechesi: anche noi adulti abbiamo bisogno di metterci in cammino e di ritrovare la gioia dell’ascolto e dell’incontro con il Signore.
Il mercoledì ricomincerà anche la catechesi degli adulti: è un’occasione unica e continuata per tutto l’anno di accostarsi alla Parola di Dio della Domenica successiva, così che chi partecipa è aiutato a vi- vere al meglio la liturgia collegandola con la vita quotidiana.
Facciamo in modo di ascoltare sempre più spesso la parola di Dio e di imparare a viverla.
A tutta la Comunità un invito pressante a riprendere contatto con il Signore, a trovare il tempo per pregare tutti i giorni, a vivere da credenti sempre nelle famiglie, negli affari, sul lavoro, nel divertimento.
Auguri a tutti
Buon anno pastorale
Angelo prete
Abbiamo vissuto il cre, la sagra, la festa del nostro Patrono, poi ognuno per la sua strada. Ora ci si ritrova da qualche settimana e si sta pian pianino, ma con gran volontà, ingranando la marcia giusta.
Ma... abbiamo portato in giro il senso della comunità? Abbiamo comunicato la gioia d’essere insieme?
Queste domande mi portano sempre a riflettere.
È bello trovarsi insieme in tanti a dire la nostra fede il giorno di San Lorenzo, ma dopo, giorno per giorno ce ne ricordiamo? Viviamo da credenti? Comunichiamo la nostra fede nel rapportarci con le persone e con il mondo intero? È qui che dobbiamo mettere in gioco il nostro senso cristiano, il vivere da persone che credono davvero a quello che celebrano.
Questa settimana il vescovo ha radunato i sacerdoti e i laici di tutta la nostra diocesi per presentare il lavoro da svolgere durante l’anno.
Ci invita a preparare il Sinodo Diocesano.
Che cos’è il Sinodo?
È un’assemblea particolare, formata da sacerdoti e laici, che insieme a tutte le comunità parrocchiali, riescono a leggere la Comunità Diocesana per aiutare a dare soluzioni ai problemi che emergono e che sono ritenuti i più importanti.
Dobbiamo quindi muoverci noi comunità parrocchiali e insistere nella ricerca di ciò che manca alla comunità in cui viviamo, per essere viva e propositiva al mondo di oggi soprattutto nell’educazione, nell’aiutare le giovani generazioni a incontrare Cristo, a vivere di Lui e a comunicare Lui ad ogni singola persona.
Dovremo quindi riprendere il tema dell’iniziazione cristiana. C’è da dire che abbiamo già cominciato con il corso in preparazione al Battesimo iniziato nel mese di settembre, ma, invito tutte le famiglie a rendersi disponibili a questa ricerca, a non demandare a nessuno il grande compito di educare alla fede e a mettersi in cammino nella comunità per vivere al meglio l’incontro con il Signore.
Comincia un anno di catechesi. Un augurio speciale a chi si mette a disposizione, per aiutare i nostri ragazzi a incontrare e riconoscere il Signore presente nella loro vita. Un consiglio che non mi stancherò mai di dare è, che, i primi catechisti per i nostri ragazzi siete voi, cari genitori, rendetevi sempre disponibile alla loro catechesi, fate questo cammino insieme, aiutateli a crescere nell’amore di Dio.
E genitori partecipate ai vostri incontri di catechesi: anche noi adulti abbiamo bisogno di metterci in cammino e di ritrovare la gioia dell’ascolto e dell’incontro con il Signore.
Il mercoledì ricomincerà anche la catechesi degli adulti: è un’occasione unica e continuata per tutto l’anno di accostarsi alla Parola di Dio della Domenica successiva, così che chi partecipa è aiutato a vi- vere al meglio la liturgia collegandola con la vita quotidiana.
Facciamo in modo di ascoltare sempre più spesso la parola di Dio e di imparare a viverla.
A tutta la Comunità un invito pressante a riprendere contatto con il Signore, a trovare il tempo per pregare tutti i giorni, a vivere da credenti sempre nelle famiglie, negli affari, sul lavoro, nel divertimento.
Auguri a tutti
Buon anno pastorale
Angelo prete
Ma tu... che leggi... dove sei?
Un altro anno è cominciato e siamo in pieno sforzo organizzativo: la catechesi è ormai a pieno regime, gli adulti (soprattutto al pomeriggio) si accorgono che la Parola di Dio è importante e che lo studio va affrontato in modo serio e continuativo (solo che il numero di chi comprende è ancora segno della dispersione di questo nostro tempo: potrebbero essere tantissime le persone che una volta alla settimana si mettono a confronto con la Parola di Dio, la assaporano e si lasciano guidare, riempire e sorreggere nella
loro fede e nelle loro scelte quotidiane).
I bambini e i ragazzi hanno ormai definito il loro calendario degli incontri di catechesi, dei ritiri. I genitori sono invitati al lunedì a riprendere contatto anche loro con la catechesi. È uno sforzo grande che stiamo compiendo di comune accordo perché tutti ci accorgiamo che l’annuncio costruisce la Chiesa, ci rende comunità di credenti in cammino.
Signore come corre il tempo, come siamo presi da tante cose e non ci accorgiamo che ci sei, che ci vuoi bene, che tante persone sono in attesa di un cenno, di un segno della tua presenza attraverso il nostro amore, la nostra presenza, la nostra vita!
Signore è facile parlare di Chiesa quando parliamo di quella degli altri, ma quando pensiamo alla nostra Comunità non ci accorgiamo dei nostri difetti, ci sentiamo bravi perché ci sono tante persone che lavorano per gli altri e ci mettono passione, tempo, calore e impegno perché tutti si sentano accolti e presi sul serio. Pensiamo ai tanti catechisti che si mettono a servizio dei nostri ragazzi e poi a coloro che vanno dagli anziani per aiutarli a vivere con dignità la loro vecchiaia, a chi pensa a far divertire i ragazzi nel Cre e durante tutto l’anno, a chi serve al bar a chi pulisce l’oratorio e la Chiesa, a chi canta e si impegna a far vivere al meglio le nostre liturgie...
E tu che non leggi... non riuscirai neanche a sentire, ad accogliere questo invito... eppure dobbiamo scuoterci dalle nostre sicurezze e metterci in cammino sulle strade del mondo per incontrare chi non incontriamo mai.. chi non vediamo alle nostre assemblee, chi vogliamo aiutare ad incontrare il Cristo anche attraverso la nostra esistenza.
È il tema della preoccupazione che dobbiamo sentirci e comunicarci come credenti: “Come mai dopo duemila anni di storia cristiana ancora tante persone non mettono al centro della loro vita Gesù Cristo? Come mai, noi che diciamo di essere cristiani, non abbiamo ancora imparato a mettere al primo posto Dio e la fede in Lui? Come mai siamo così poco credibili che credenti?
Cosa dobbiamo fare noi che siamo sensibili a questo compito della Chiesa a realizzare il progetto di Dio, a costruire la Chiesa che dica chiaramente il suo riferimento al Signore che salva?
Questo è il Zogno notizie di Novembre, il mese dei defunti, il mese in cui la liturgia ci conduce a completare l’anno liturgico e a iniziare quello nuovo. Possiamo considerarlo come il mese del passaggio. Non stanchiamoci di chiederci cosa possiamo fare di meglio per vivere la nostra fede nell’oggi e impegniamoci a fare scelte secondo il cuore di Dio.
Auguri
Angelo prete
loro fede e nelle loro scelte quotidiane).
I bambini e i ragazzi hanno ormai definito il loro calendario degli incontri di catechesi, dei ritiri. I genitori sono invitati al lunedì a riprendere contatto anche loro con la catechesi. È uno sforzo grande che stiamo compiendo di comune accordo perché tutti ci accorgiamo che l’annuncio costruisce la Chiesa, ci rende comunità di credenti in cammino.
Signore come corre il tempo, come siamo presi da tante cose e non ci accorgiamo che ci sei, che ci vuoi bene, che tante persone sono in attesa di un cenno, di un segno della tua presenza attraverso il nostro amore, la nostra presenza, la nostra vita!
Signore è facile parlare di Chiesa quando parliamo di quella degli altri, ma quando pensiamo alla nostra Comunità non ci accorgiamo dei nostri difetti, ci sentiamo bravi perché ci sono tante persone che lavorano per gli altri e ci mettono passione, tempo, calore e impegno perché tutti si sentano accolti e presi sul serio. Pensiamo ai tanti catechisti che si mettono a servizio dei nostri ragazzi e poi a coloro che vanno dagli anziani per aiutarli a vivere con dignità la loro vecchiaia, a chi pensa a far divertire i ragazzi nel Cre e durante tutto l’anno, a chi serve al bar a chi pulisce l’oratorio e la Chiesa, a chi canta e si impegna a far vivere al meglio le nostre liturgie...
E tu che non leggi... non riuscirai neanche a sentire, ad accogliere questo invito... eppure dobbiamo scuoterci dalle nostre sicurezze e metterci in cammino sulle strade del mondo per incontrare chi non incontriamo mai.. chi non vediamo alle nostre assemblee, chi vogliamo aiutare ad incontrare il Cristo anche attraverso la nostra esistenza.
È il tema della preoccupazione che dobbiamo sentirci e comunicarci come credenti: “Come mai dopo duemila anni di storia cristiana ancora tante persone non mettono al centro della loro vita Gesù Cristo? Come mai, noi che diciamo di essere cristiani, non abbiamo ancora imparato a mettere al primo posto Dio e la fede in Lui? Come mai siamo così poco credibili che credenti?
Cosa dobbiamo fare noi che siamo sensibili a questo compito della Chiesa a realizzare il progetto di Dio, a costruire la Chiesa che dica chiaramente il suo riferimento al Signore che salva?
Questo è il Zogno notizie di Novembre, il mese dei defunti, il mese in cui la liturgia ci conduce a completare l’anno liturgico e a iniziare quello nuovo. Possiamo considerarlo come il mese del passaggio. Non stanchiamoci di chiederci cosa possiamo fare di meglio per vivere la nostra fede nell’oggi e impegniamoci a fare scelte secondo il cuore di Dio.
Auguri
Angelo prete
Trovarono il Bambino...
e noi ci muoviamo alla ricerca?
Di nuovo, dopo aver assaporato l’invito pressante a mettersi in gioco, a ricominciare la ricerca, ad accorgerci che la perla preziosa è lì a portata di mano e l’ abbiamo sepolta sotto tante cose da fare, tanti impegni non sempre rivolti alla vita, ora la Chiesa ci invita a ricominciare a contare i giorni e i tempi aspettando la venuta, preparandosi di nuovo all’incontro, predisponendoci a riconoscere un dono preziosissimo: il Figlio di Dio che viene in questo mondo, nasce, si fa carne, si fa come noi, assume i nostri limiti per comunicarci che è qui che il Padre vuole agire per darci la sua vita piena, la sua gioia senza limiti, per manifestarci il suo amore.
Come prepararsi bene? Che cosa deve fare
una persona che vuole vivere il Natale da credente?
La proposta che la nostra Diocesi fa a tutte le categorie è quella dell’impegno soprattutto invitando le famiglie alla preghiera. Bisogna preparare il cuore, bisogna dare spazio a qualcuno di molto importante che, se incontrato sul serio, cambia la vita. E allora occorre tanto silenzio e tanta preghiera comunitaria e familiare....
Per questo, come l’anno scorso, troverete in chiesa il libretto preparato dalla Diocesi, che sia un momento di vera famiglia, di incontro tra di voi e soprattutto siate d’esempio per i vostri figli... non stancatevi di pregare con loro, trovate sempre il tempo per pregare con loro, aiutateli a capire che la preghiera è uno dei tanti doni d’amore che Dio ha voluto regalarci.
Il libretto è intitolato:
IL SEME PREZIOSO DELLA PREGHIERA I temi delle quattro settimane sono:
1 - VEGLIATE DUNQUE
2 - FATE CONVERSIONE
3 - COLUI CHE DEVE VENIRE
4 - LO CHIAMERAI GESÙ mentre per il tempo di Natale è: TROVARONO IL BAMBINO.
Sono temi ben chiari e ben precisi che ci permettono di imparare a vivere intensamente non soltanto un tempo liturgico o di celebrare bene il Natale, ma di accogliere Colui che è nato per noi ed è venuto a dirci l’amore misericordioso del Padre per tutti gli uomini.
Allora forza! Riprendiamo la gioia dell’incontro con il Signore, ritroviamo l’impegno del pregare insieme e del vivere, poi, quotidianamente quello che la preghiera ci ha insegnato.
Accendiamo pure le luminarie, mettiamo le luci sugli alberi, ma ricordiamoci che la luce deve prima di tutto accendersi dentro di noi, che dobbiamo imparare a fare spazio a LUI che viene e che è partecipe nella nostra storia quotidiana e ci si manifesta attraverso il volto del bimbo, del marito, della moglie, della suocera, delle persone che vivono con noi alle quali dobbiamo essere sempre pronti a dire che loro sono il bene della nostra vita e le amiamo sempre più nel nome di Colui che è venuto per liberarci dal nostro egoismo-orgoglio e chiusura nei confronti degli altri.
Questo numero di Zogno Notizie vi arriverà quando l’Avvento sarà già iniziato: affrettatevi quindi a recarvi nella Chiesa parrocchiale a prendere il sussidio per la vostra famiglia e portatelo anche ai conoscenti che lo desiderano. È uno strumento e non deve essere l’unico, ma serviamoci di tutto quello che può aiutarci a risvegliare la nostra fede e il senso della nostra Comunità Cristiana.
Auguri a tutti: che Gesù possa nascere in ognuno di noi.
Buon Natale
Angelo prete
Come prepararsi bene? Che cosa deve fare
una persona che vuole vivere il Natale da credente?
La proposta che la nostra Diocesi fa a tutte le categorie è quella dell’impegno soprattutto invitando le famiglie alla preghiera. Bisogna preparare il cuore, bisogna dare spazio a qualcuno di molto importante che, se incontrato sul serio, cambia la vita. E allora occorre tanto silenzio e tanta preghiera comunitaria e familiare....
Per questo, come l’anno scorso, troverete in chiesa il libretto preparato dalla Diocesi, che sia un momento di vera famiglia, di incontro tra di voi e soprattutto siate d’esempio per i vostri figli... non stancatevi di pregare con loro, trovate sempre il tempo per pregare con loro, aiutateli a capire che la preghiera è uno dei tanti doni d’amore che Dio ha voluto regalarci.
Il libretto è intitolato:
IL SEME PREZIOSO DELLA PREGHIERA I temi delle quattro settimane sono:
1 - VEGLIATE DUNQUE
2 - FATE CONVERSIONE
3 - COLUI CHE DEVE VENIRE
4 - LO CHIAMERAI GESÙ mentre per il tempo di Natale è: TROVARONO IL BAMBINO.
Sono temi ben chiari e ben precisi che ci permettono di imparare a vivere intensamente non soltanto un tempo liturgico o di celebrare bene il Natale, ma di accogliere Colui che è nato per noi ed è venuto a dirci l’amore misericordioso del Padre per tutti gli uomini.
Allora forza! Riprendiamo la gioia dell’incontro con il Signore, ritroviamo l’impegno del pregare insieme e del vivere, poi, quotidianamente quello che la preghiera ci ha insegnato.
Accendiamo pure le luminarie, mettiamo le luci sugli alberi, ma ricordiamoci che la luce deve prima di tutto accendersi dentro di noi, che dobbiamo imparare a fare spazio a LUI che viene e che è partecipe nella nostra storia quotidiana e ci si manifesta attraverso il volto del bimbo, del marito, della moglie, della suocera, delle persone che vivono con noi alle quali dobbiamo essere sempre pronti a dire che loro sono il bene della nostra vita e le amiamo sempre più nel nome di Colui che è venuto per liberarci dal nostro egoismo-orgoglio e chiusura nei confronti degli altri.
Questo numero di Zogno Notizie vi arriverà quando l’Avvento sarà già iniziato: affrettatevi quindi a recarvi nella Chiesa parrocchiale a prendere il sussidio per la vostra famiglia e portatelo anche ai conoscenti che lo desiderano. È uno strumento e non deve essere l’unico, ma serviamoci di tutto quello che può aiutarci a risvegliare la nostra fede e il senso della nostra Comunità Cristiana.
Auguri a tutti: che Gesù possa nascere in ognuno di noi.
Buon Natale
Angelo prete