2018
Vuoi diventare santo?
Anche per questo inizio d’anno 2mila18, abbiamo avuto la fortuna di vivere la ormai consueta esperienza di “full-immersion” ad Assisi. Appuntamento sempre fortemente voluto da Don Samuele e fortemente atteso dai “fortunati” di terza media, quest’anno numerosissimi: 40! Tre giorni pieni, intensi, davvero ricchi di tutto! Un viaggio di 6 ore, con armi e bagagli, per assaporare in pieno un’esperienza di condivisione, amicizia, relazioni, arte, preghiera, spiritualità, gioco, rievocazione di storie di santità... Storie che perdurano tutt’oggi, nel Monastero di Monteluco di Spoleto, all’Eremo delle Carceri, nelle Basiliche di San Francesco e di Santa Chiara, a San Damiano... nelle persone che per scelta di vita stanno ripercorrendo, con l’ardore di San Francesco, una Regola di vita di Perfezione, rispondente al loro stato: di sacerdoti, suore, religiosi, laici, coniugati. Anche a noi tutti Gesù chiede la disponibilità alla conversione; e con la sua Grazia, nella libertà della fede, saremo capaci di disporci a fare del Vangelo l’unica nostra ricchezza. È quello che vorremmo e che ci auguriamo, per noi adulti e per i nostri ragazzi. In noi esiste una scintilla di Dio, una preziosa anima che ci è stata donata al momento del concepimento, una caparra di infinito da coltivare e far crescere proprio nelle scelte concrete della vita. Se mi è concesso, aprirei questo spazio per ringraziare i ragazzi adolescenti che hanno accompagnato quest’anno gli amici di terza media. Hanno saputo farlo con discrezione e garbo, assolutamente disponibili e presenti all’occorrenza, senza diventare loro i protagonisti; una testimonianza che mi ha molto colpita e che mi ha fatto rivalutare l’umiltà silenziosa di cui noi adulti siamo spesso carenti, nell’opera dell’educare. Pensando magari, che sia il tono forte, o la rigidezza, o il biasimo a far crescere i ragazzi. La fede non va detta sottovoce, non va nemmeno imposta: va “vissuta” ogni giorno, a testimonianza di quello che abbiamo nel cuore, ovvero l’amore per Dio e per l’uomo. Tutto l’uomo, grande o piccolo che sia, in crescita, in declino, nella malattia, nel pieno della salute e del benessere, nelle contraddizioni della ricerca, nell’incertezza del bisogno di apparire come in quello di stare nascosti, in disparte. Preghiera, carità, desiderio di conversione: queste le parole chiave sulle quali don Samuele ha insistito nelle riflessioni dopo le testimonianze, nelle omelie delle Sante Messe, nelle pause davanti ai santuari visitati, tutti in cerchio per poi mettere per iscritto le nostre intenzioni e propositi. Posso dire che ho assistito a tanti piccoli gesti di carità tra i ragazzi, che mi hanno lasciata stupita ma molto grata al Signore; cito per esempio, lo scambio di un cappotto lungo di piumino di una ragazza, con il giubbino, corto in vita, di un’altra. Quest’ultima aveva appena avuto una pomeriggio e una notte di febbre a causa dell’influenza, perciò necessitava di stare ben coperta per partecipare alla Messa sulla Tomba di san Francesco il mattino dell’ultimo giorno... San Francesco che dona il proprio mantello ad un povero che non ha null’altro, compare in uno dei 28 affreschi sul muro della Basilica Superiore, negli stupendi affreschi giotteschi raffiguranti episodi della vita del Santo, in quella Biblia Pauperum, Bibbia dei poveri, che per immagini poteva così arrivare a tutti, analfabeti e miseri compresi. Bisogna dire che lo slancio profetico di San Francesco, ribadito oggi così chiaramente da papa Francesco, non lo ha portato fuori dalla Chiesa, come è avvenuto per molti riformatori; lui e i suoi frati, iniziando un cammino di vita semplice dentro una fraternità, partendo dal Tugurio di Rivotorto, diverranno una grande schiera di testimoni del Vangelo. La “geografia” francescana, è fatta di luoghi in Assisi dove il Santo ha trascorso lunghi tempi in orazione e contemplazione, rivolto a Dio in umiltà, per ringraziarlo e lodarlo. Quando anche noi, a Zogno, a scuola, in famiglia, al lavoro, in oratorio, in parrocchia e in comunità, portiamo la parola di Gesù fra i nostri fratelli, dobbiamo essere sempre dei credenti “credibili”: per essere credibili, occorre che appaia con evidenza che la nostra fede non pretende di dare o avere una risposta a tutto. La sofferenza e il male di cui soffre tutta l’umanità, sono ferite di cui anche il cristiano fa esperienza, ma se impariamo da San Francesco a sottrarci, per quanto possibile, alla invadente chiassosità e superficialità del nostro mondo, (e i ragazzi han- no riconosciuto che necessitiamo di spazi di silenzio, raccoglimento e semplice adorazione della croce) possiamo ritrovare la vera dimensione della vita, nella preghiera e nel colloquio incessante con Dio, mettendo Lui e il nostro prossimo al primo posto. A seguire, alcune delle loro “promesse”. Leggiamole con tenerezza, pensando al loro presente, alle loro difficoltà ma anche ai loro sogni belli che abbiamo il dovere di proteggere e curare... “...mi preoccuperò di includere nel gioco e nel gruppo anche i compagni che di solito non considero” “ eviterò di fare preferenze nell’aiutare gli altri, perché tutti sono meritevoli di aiuto” “vorrei riuscire a mettere Dio al primo posto, non come faccio ora, quasi all’ultimo! E imparare ad aiutare gli amici nel bisogno, anziché fare qualcos’altro che non sarà mai importante quanto loro.” “Cercherò di stare più vicino a Dio perché anche Lui ha bisogno di noi!” “vorrei riuscire a gratificare di più gli sforzi dei miei genitori” “spero di riuscire a risolvere le cose che non vanno insieme alla mia famiglia. Riconosco che sono quella che sono anche grazie agli amici che mi vogliono bene” “mi impegno a dare una mano in casa quando i miei genitori tornano stanchi dal lavoro alla sera” “desidero non farmi condizionare troppo dagli altri nelle scelte. Starò attenta a non sprecare cibo e molte cose utili che altri non hanno. Dio ha sempre tempo per noi e noi dovremmo fare lo stesso!” “aiutami a non esagerare con i sentimenti, soprattutto quando sono negativi” “mi impegno a mostrarmi per quella che sono, evitando di avere amicizie che vanno e vengono per causa mia. La confessione, la preghiera, l’andare a messa ogni domenica, mi aiuteranno di certo” “mi piacerebbe essere un buon esempio e non una persona dalla quale stare alla larga...” “cercherò di avere più rispetto per i genitori e famigliari, perché tutti fanno sempre tanto per me e io non li ringrazio nemmeno” “voglio avere uno sguardo diverso nei confronti di chi chiede l’elemosina: sono persone con gravi problemi economici o di salute e non lazzaroni” “Caro Signore, confido in Te che mi puoi aiutare a migliorarmi e a moderare il linguaggio volgare” “farò sicuramente tesoro di questa esperienza ad Assisi, divenendo più obbediente ai miei genitori e più assidua nella preghiera quotidiana” “Caro Gesù, vorrei tanto lasciare un po’ da parte il cellulare ed essere più attiva nella vita reale” “Caro Gesù, vorrei imparare ad esserci per tutti, anche quando le cose non vanno secondo i piani o come noi vorremmo” “so di pensare molto a me stessa, aiutami ad essere più generosa e meno egoista”
Tutti poi hanno scritto di voler essere più obbedienti ai genitori, più presenti alla messa domenicale, più puntuali nelle preghiere del mattino e della sera, più attenti ai bisogni della comunità e delle persone che la compongono. Anche la scuola e il prossimo indirizzo scolastico sono la preoccupazione quasi unanime dei ragazzi, che si dicono pronti ad impegnarsi di più e meglio. Stiamo loro vicini, se possibile, anche in questo ambito. Il simbolo del nostro cammino verso la professione di fede è la VALIGIA: anche noi catechisti ed educatori, insieme a don Samuele, ci mettiamo a disposizione del Signore perché possa indicare una direzione e un senso profondo alle cose che facciamo e che siamo, un orizzonte in cui collocare la nostra vita, con un bagaglio ben fornito, ma solo... dell’Essenziale!
Fulvia
Tutti poi hanno scritto di voler essere più obbedienti ai genitori, più presenti alla messa domenicale, più puntuali nelle preghiere del mattino e della sera, più attenti ai bisogni della comunità e delle persone che la compongono. Anche la scuola e il prossimo indirizzo scolastico sono la preoccupazione quasi unanime dei ragazzi, che si dicono pronti ad impegnarsi di più e meglio. Stiamo loro vicini, se possibile, anche in questo ambito. Il simbolo del nostro cammino verso la professione di fede è la VALIGIA: anche noi catechisti ed educatori, insieme a don Samuele, ci mettiamo a disposizione del Signore perché possa indicare una direzione e un senso profondo alle cose che facciamo e che siamo, un orizzonte in cui collocare la nostra vita, con un bagaglio ben fornito, ma solo... dell’Essenziale!
Fulvia
La cena dei volontari dell’Unità Pastorale di Zogno
Quasi un centinaio di persone che con generosità e sacrificio, hanno contribuito e animato le nostre sagre parrocchiali, si sono seduti ai tavoli dell’oratorio di Zogno, giovedì 7 dicembre, per condividere la cena e una serata insieme. Durante la cena don Samuele ha ringraziato per l’impegno e il servizio che tutti hanno regalato alla propria comunità e per la buona riuscita delle feste. Nel corso della serata non sono mancati momenti di “SOLIDARIETÀ”, come la disponibilità di acquistare prodotti alimentari, il quale ricavato andrà consegnato alle popolazioni del Perù e la vendita di biglietti della lotteria a sostegno della Premiata Banda Musicale di Zogno. Ancora grazie a arrivederci al prossimo anno.
Cristian “Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. (2Cor 9, 7). |
La via Crucis dei ragazzi di 2ª Media dell’Unità Pastorale
Quando abbiamo saputo che nella serata di venerdì 23 Marzo i ragazzi del 2005 dell’Unità Pastorale avrebbero animato la Via Crucis, per noi catechiste c’è stato un momento di panico: “Il tempo è poco, come facciamo a preparali? Ci saranno tutti?...”. Don Samuele ci ha dato alcune tracce. La nostra scelta è stata quella di una Via Crucis un po’ particolare. Invece di percorrere il cammino che porta alla Croce di Gesù, il percorso partiva proprio da sotto la Croce, dove i soldati, in attesa della morte di Gesù Crocifisso, si giocano ai dadi la sua tunica. Le tappe della Via Crucis sono state percorse con dei flashback (al contrario). Abbiamo ripercorso il cammino di Gesù abbandonato, condannato, flagellato, schiacciato, deriso, per tornare sotto la Croce dove, dopo la morte di Gesù, il soldato esprime la prima professione di fede. I ragazzi hanno saputo sorprenderci con il loro impegno e la loro partecipazione, anche grazie al sostegno dei nostri sacerdoti. Tutti hanno dato qualcosa di sé per aiutare i presenti a vivere al meglio questo momento di riflessione e di preghiera. Ai nostri ragazzi grazie e auguri per la prossima estate. Non dimenticate che c’è sempre bisogno di voi, della vostra capacità di mettere al servizio delle nostre comunità le vostre qualità e il vostro entusiasmo. E vi aspettiamo il prossimo anno per la vostra Professione di Fede.
Le catechiste |
Carissimo don Samuele,
sono don Francesco Bigatti, detto “Bigatz”.
Su chiamata dell’Oratorio, ho avuto la fortuna di poter vivere due giorni in Trentino con i “tuoi” ragazzi di Zogno e tra le varie attività che abbiamo vissuto insieme loro hanno deciso (chi voleva) di scriverti una lettera personale. Sono queste che trovi in questo faldone che ti è stato consegnato. Nessuno le ha lette: ogni ragazzo le ha consegnate in busta chiusa, perché ci sia il massimo rispetto dei loro pensieri. Ovunque tu sia sappi che i tuoi ragazzi ti vogliono bene: non credo che ci sia bisogno di me per ricordarti questa cosa. In questi giorni ho provato ad ascoltare un po’ la loro sofferenza, ma li ho trovati davvero in gamba. Si vede che hai fatto un buon lavoro che non sarà perduto. Ho provato a fare ciò che qualsiasi buon educatore deve fare in queste occasioni: ascoltare, accogliere e poi cercare di tracciare in ogni avvenimento che succede un’occasione per poter crescere, maturare, diventare uomini e donne più consapevoli. Io ti auguro che laddove tu sei questo tempo ti serva sempre più per stare meglio, qualsiasi scelta tu faccia. Lo so per esperienza quanto è prezioso un luogo e un tempo in cui ci si ritrova con se stessi per rivedere e risignificare la propria vita. Un tempo in cui ci si “toglie” da tutto, per poter ricentrare tutto su Gesù Cristo, che è l’Unico necessario nella nostra vita di uomini. E poi ci sarà tutto il tempo di ritrovare amicizie, legami, affetti… c’è sempre tempo. Io prego per te. Buon cammino. Quando e se vorrai sai dove trovarmi. Ciao!
Don Francesco Bigatti
Don Francesco Bigatti
Due semplici righe, a te don Samuele, scritte con il cuore
Sono passati da pochi giorni i dodici anni, dalla data di celebrazione della tua prima Santa Messa nella nostra Chiesa parrocchiale di Zogno. Un giorno feriale, quello di martedì 12 settembre 2006; in quelle settimane eri arrivato per vedere il tuo paese di destinazione e i luoghi dove avresti dimorato. Allora poco più che venticinquenne, un ragazzo, un giovanotto pieno di brio, con qualche timore e tremore per essere stato mandato in un paese difficile, con le sue tradizioni, la sua storia, la sua gente. Ricordo ancora la tua espressione nel dirmi, quel giorno in sacrestia: “carissimo Giorgio, spero di fare tante belle cose insieme a voi, voglio essere un prete e una persona buona, aiutiamoci tutti insieme”. Da quel martedì, poi, ci siamo rivisti in chiesa sabato 7 ottobre alla Santa Messa delle 18,00 nella quale ti abbiamo accolto con amore di Comunità, di famiglia. Da lì in poi, caro don Samuele, ti abbiamo visto prendere sempre più parte alla nostra comunità, costruire relazioni di amicizia con famiglie, con sacerdoti, soprattutto con bambini e ragazzi. Che bello era vederti in oratorio con il folto gruppo di ragazzi, che hai cresciuto umanamente e spiritualmente! A volte, quando ti si vedeva arrabbiato o pensoso per qualcosa che non ti andava giù, era perché volevi farci capire che non era il modo, o il momento, di fare determinate cose… ma sono certissimo, che molti di noi non dimenticheranno mai il tuo sorriso, il tuo entusiasmo, la tua voglia di fare, di donare, di spenderti per…. Come tu ben sai, dal mese di aprile siamo tuti ancora sgomenti, increduli, con il pensiero di te che non ci abbandona; anzi, a volte ci buttiamo a terra pensando al “perché” di tutto questo, così in un battibaleno! Mi rimarrà sempre impressa la celebrazione della Veglia Pasquale del 31 marzo scorso, nella quale, presiedendola solennemente, ci hai fatto sentire tutto il tuo amore per le persone, per quelle serene e per quelle in difficoltà, per la nostra Unità Pastorale e per la Chiesa tutta. Mai avremmo pensato, che pochi giorni dopo il “mondo” ci sarebbe crollato addosso; e da lì, appunto, a porci tante domande, tanti interrogativi, a interpellarci personalmente per capire se avessimo esagerato o sbagliato qualche cosa, qualche gesto o parola. In mezzo a tante voci, a tanti volti sbalorditi, a tante perplessità, nelle giornate e serate del periodo estivo, non ci siamo mai scordati di te. Anche questa estate, abbiamo vissuto gli appuntamenti comunitari e le varie celebrazioni pregando sempre per te, invitando i bambini, i ragazzi e le famiglie a presentarti davanti al Signore; qualcuno sicuramente lo ha fatto anche personalmente davanti al Crocifisso. Grazie ai sacerdoti e alle tante persone volenterose, abbiamo portato a termine il lavoro e rispettato gli appuntamenti che le nostre comunità parrocchiali, tradizionalmente, portano in dono lungo l’estate; oggi, (21 agosto 2018) qualcuno ha già goduto delle proprie ferie, qualcuno le sta vivendo e qualcuno le tiene ancora in serbo, ma è tempo ormai di ripartire, di ricominciare. E lo faremo con un giovane sacerdote della Sancta Romana Ecclesia: Don Simone. Lo abbiamo già visto, qua e là per l’oratorio, e il nostro gruppo chierichetti ha avuto la fortuna di condividere con lui la consueta pizzata annuale, in anteprima, alla Sagra di San Lorenzo! Alcuni di loro hanno condiviso anche la celebrazione della Santa Messa prefestiva della vigilia; già lì, per quel poco che siamo stati in chiesa e a tavola insieme, lui ci ha dimostrato, con il suo sorriso, tanta voglia di starci accanto. Mi auguro e ci auguriamo, che possa diventare in mezzo a noi un grande albero fecondo di umanità, un sacerdote per noi e per il mondo intero.
Don Samuele, non ci resta che dirti GRAZIE, con il cuore in mano, per tutto quello che hai realizzato in mezzo a noi; e senza permetterci di giudicare se giusto o sbagliato quello che è avvenuto, rimarremo certi che è stato offerto con amore e per il Signore. E chi può dirlo? Dentro a tanta incertezza, pensando e non sapendo a dove tu possa essere e a come tu possa stare in questo momento, nell’attesa di dare il benvenuto ufficiale a Don Simone (che avrà un’eredità tosta nel prendere il tuo posto!) forse un giorno, qualcuno di noi avrà la sorpresa, la gioia, la fortuna, di incontrarti e regalarti un sorriso, un abbraccio, una lacrima di bene… Pensandoti in serenità, ti affidiamo a Maria Santissima, ricordando quando tu la recitavi con noi al termine di ogni Messa!
Ciao Don Samuele, e…. non dimentichiamoci!
Giorgio sacrista
Don Samuele, non ci resta che dirti GRAZIE, con il cuore in mano, per tutto quello che hai realizzato in mezzo a noi; e senza permetterci di giudicare se giusto o sbagliato quello che è avvenuto, rimarremo certi che è stato offerto con amore e per il Signore. E chi può dirlo? Dentro a tanta incertezza, pensando e non sapendo a dove tu possa essere e a come tu possa stare in questo momento, nell’attesa di dare il benvenuto ufficiale a Don Simone (che avrà un’eredità tosta nel prendere il tuo posto!) forse un giorno, qualcuno di noi avrà la sorpresa, la gioia, la fortuna, di incontrarti e regalarti un sorriso, un abbraccio, una lacrima di bene… Pensandoti in serenità, ti affidiamo a Maria Santissima, ricordando quando tu la recitavi con noi al termine di ogni Messa!
Ciao Don Samuele, e…. non dimentichiamoci!
Giorgio sacrista