1970
Il molto rev.do GABANELLI DON GIULIO, il nostro nuovo Signor Prevosto, sarà definitivamente tra noi il giorno 8 dicembre, festa della Madonna Immacolata.
È nato a Fonteno il 28 Giugno 1923 da Severino Gabanelli e Maria Martinelli (morta nel dicembre 1968). È cugino della mamma del rev.do Don Serafino: fu lui che ne curò la vocazione e lo avviò al Seminario nel 1953.
La sua famiglia: sono attualmente otto fratelli di cui uno, Don Pietro, Parroco di Valsecca. Frequentò le Scuole elementari a Fonteno e poi passò a Mapello in casa del fratello Don Pietro. Qui frequentò la prima classe media. Entrò poi in Seminario, prima a Clusone e poi a Bergamo, dove completò i suoi studi.
Tenace e generoso si impose subito a tutti per la sua volontà decisa ed il suo carattere costante e adamantino. Ricevette la S. Ordinazione il 3 Giugno 1950. Venne quindi destinato come Coadiutore parrocchiale nella Parrocchia di Castione della Presolana. Qui lavorò sodo, vero apostolo della gioventù. Orientò l'amore dei suoi giovani verso la montagna, convinto che chi ama la montagna e ne vive il suo fascino, si tempra al sacrificio e rinuncia a tante pericolose comodità. Nacque così la sua passione per la geologia e per l'alpinismo. Divenne in breve tempo un alpinista soccorritore di alta montagna. Ideò e poi costruì la Cappella ai Caduti della Presolana. Lo stesso ripeterà poi a Calolziocorte dove realizzerà la bella Cappella per i Caduti del Resegone.
Nel 1961 veniva trasferito a Calolziocorte come Coadiutore e nel Luglio 1969, dopo la morte del Rev.mo Arciprete, veniva nominato Economo spirituale.
È un appassionato fotografo, un abile intenditore di antiquariato e di opere d'arte.
Basterà entrare in casa sua per rendersi conto di come sia fine il suo gusto e indovinata la scelta.
Ama il dialogo e la collaborazione: i suoi fedeli non saranno dei sudditi, come non lo sono mai stati i suoi giovani per i quali profuse il meglio di sè, ma dei veri fratelli da amare e da rispettare nelle componenti specifiche della personalità di ognuno.
La sua famiglia fu benedetta dal Signore col dono di due Sacerdoti. La sua mamma dovette essere un vero capolavoro di bontà: donna umile, semplice e amante della preghiera. Da lei soprattutto il nostro caro Don Giulio imparò l'amore alle cose essenziali. L'esperienza poi in cura d'anime e l'evolversi della pastorale in questi anni postconciliari, lo resero ancor più essenziale nelle sue scelte.
Niente, mai che abbia sapore di trionfalismo. Il Sacerdote e il Parroco in modo particolare, non è il dominus .... ma il fratello maggiore che viene tra noi per amarci e servirci... per insegnarci, con l'esempio prima che con la parola, l'amore al Signore.
Proprio per queste sue ostinate convinzioni, rese valide da una esperienza sacerdotale veramente riuscita, non vuole per sè nè festa d'ingresso nè cerimonie per la presa di possesso. Cose d'altri tempi... valide allora, nel tempo in cui sono nate, ma non più oggi in cui, anche nella Chiesa, s'è instaurato uno stile nuovo, di vita collegiale in cui tutti si sentono fratelli in una medesima famiglia: la Parrocchia.
I fedeli di Zogno sapranno capire ed apprezzare questa sua scelta e preferenza per le cose essenziali... e rispetteranno questa sua delicata sensibilità. Un ingresso umile e quasi silenzioso, ma non freddo e distaccato. Il Signore sa quanto avremmo desiderato una accoglienza festosa anche esternamente. Ma questo, in fondo, è voluto dal nostro nuovo Rev.mo Signor Prevosto per rendere evidente, dal suo nascere, un servizio pastorale sullo stile evangelico ... non trionfalista o troppo giuridico, legato cioè alle consuetudini d'un tempo, ma rinnovato secondo la mente del Concilio e più adatto alle mutate mentalità e condizioni di vita.
Nella Chiesa di Dio, dice la «Lumen gentium» n. 32, nella varietà dei ministeri vige fra tutti i fratelli una «vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione nell'edificare il corpo di Cristo». Era quindi evidente che le cose andassero nel senso voluto.
E questo dimostra quanto sia vero il giudizio datoci dal fratello Don Pietro: «Don Giulio è un sacerdote energico, impulsivo, irremovibile, decisivo... ma è oltremodo generoso e caritatevole».
Questa della carità è indubbiamente, la componente migliore della sua personalità. Ama, veramente, i poveri, i deboli, gli ammalati, i bisognosi di qualunque cura... e per essi dà tutto se stesso: tempo, denaro, fatica.
Non è forse questo, secondo il Vangelo, il segno evidente che il Regno di Dio è giunto tra noi? Noi lo accogliamo con gioia nel nome del Signore Gesù e siamo grati a Dio ed al nostro Ecc.mo Arcivescovo per questo meraviglioso dono che viene a colmare il vuoto lasciatogli nel cuore dopo la rinuncia del Rev.mo Mons. Giuseppe Speranza.
È per questo che dal più profondo del cuore acclamiamo: «Alleluia! Benvenuto tra noi! Alleluia».
È nato a Fonteno il 28 Giugno 1923 da Severino Gabanelli e Maria Martinelli (morta nel dicembre 1968). È cugino della mamma del rev.do Don Serafino: fu lui che ne curò la vocazione e lo avviò al Seminario nel 1953.
La sua famiglia: sono attualmente otto fratelli di cui uno, Don Pietro, Parroco di Valsecca. Frequentò le Scuole elementari a Fonteno e poi passò a Mapello in casa del fratello Don Pietro. Qui frequentò la prima classe media. Entrò poi in Seminario, prima a Clusone e poi a Bergamo, dove completò i suoi studi.
Tenace e generoso si impose subito a tutti per la sua volontà decisa ed il suo carattere costante e adamantino. Ricevette la S. Ordinazione il 3 Giugno 1950. Venne quindi destinato come Coadiutore parrocchiale nella Parrocchia di Castione della Presolana. Qui lavorò sodo, vero apostolo della gioventù. Orientò l'amore dei suoi giovani verso la montagna, convinto che chi ama la montagna e ne vive il suo fascino, si tempra al sacrificio e rinuncia a tante pericolose comodità. Nacque così la sua passione per la geologia e per l'alpinismo. Divenne in breve tempo un alpinista soccorritore di alta montagna. Ideò e poi costruì la Cappella ai Caduti della Presolana. Lo stesso ripeterà poi a Calolziocorte dove realizzerà la bella Cappella per i Caduti del Resegone.
Nel 1961 veniva trasferito a Calolziocorte come Coadiutore e nel Luglio 1969, dopo la morte del Rev.mo Arciprete, veniva nominato Economo spirituale.
È un appassionato fotografo, un abile intenditore di antiquariato e di opere d'arte.
Basterà entrare in casa sua per rendersi conto di come sia fine il suo gusto e indovinata la scelta.
Ama il dialogo e la collaborazione: i suoi fedeli non saranno dei sudditi, come non lo sono mai stati i suoi giovani per i quali profuse il meglio di sè, ma dei veri fratelli da amare e da rispettare nelle componenti specifiche della personalità di ognuno.
La sua famiglia fu benedetta dal Signore col dono di due Sacerdoti. La sua mamma dovette essere un vero capolavoro di bontà: donna umile, semplice e amante della preghiera. Da lei soprattutto il nostro caro Don Giulio imparò l'amore alle cose essenziali. L'esperienza poi in cura d'anime e l'evolversi della pastorale in questi anni postconciliari, lo resero ancor più essenziale nelle sue scelte.
Niente, mai che abbia sapore di trionfalismo. Il Sacerdote e il Parroco in modo particolare, non è il dominus .... ma il fratello maggiore che viene tra noi per amarci e servirci... per insegnarci, con l'esempio prima che con la parola, l'amore al Signore.
Proprio per queste sue ostinate convinzioni, rese valide da una esperienza sacerdotale veramente riuscita, non vuole per sè nè festa d'ingresso nè cerimonie per la presa di possesso. Cose d'altri tempi... valide allora, nel tempo in cui sono nate, ma non più oggi in cui, anche nella Chiesa, s'è instaurato uno stile nuovo, di vita collegiale in cui tutti si sentono fratelli in una medesima famiglia: la Parrocchia.
I fedeli di Zogno sapranno capire ed apprezzare questa sua scelta e preferenza per le cose essenziali... e rispetteranno questa sua delicata sensibilità. Un ingresso umile e quasi silenzioso, ma non freddo e distaccato. Il Signore sa quanto avremmo desiderato una accoglienza festosa anche esternamente. Ma questo, in fondo, è voluto dal nostro nuovo Rev.mo Signor Prevosto per rendere evidente, dal suo nascere, un servizio pastorale sullo stile evangelico ... non trionfalista o troppo giuridico, legato cioè alle consuetudini d'un tempo, ma rinnovato secondo la mente del Concilio e più adatto alle mutate mentalità e condizioni di vita.
Nella Chiesa di Dio, dice la «Lumen gentium» n. 32, nella varietà dei ministeri vige fra tutti i fratelli una «vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione nell'edificare il corpo di Cristo». Era quindi evidente che le cose andassero nel senso voluto.
E questo dimostra quanto sia vero il giudizio datoci dal fratello Don Pietro: «Don Giulio è un sacerdote energico, impulsivo, irremovibile, decisivo... ma è oltremodo generoso e caritatevole».
Questa della carità è indubbiamente, la componente migliore della sua personalità. Ama, veramente, i poveri, i deboli, gli ammalati, i bisognosi di qualunque cura... e per essi dà tutto se stesso: tempo, denaro, fatica.
Non è forse questo, secondo il Vangelo, il segno evidente che il Regno di Dio è giunto tra noi? Noi lo accogliamo con gioia nel nome del Signore Gesù e siamo grati a Dio ed al nostro Ecc.mo Arcivescovo per questo meraviglioso dono che viene a colmare il vuoto lasciatogli nel cuore dopo la rinuncia del Rev.mo Mons. Giuseppe Speranza.
È per questo che dal più profondo del cuore acclamiamo: «Alleluia! Benvenuto tra noi! Alleluia».
ANNO NUOVO 1970
GENNAIO
Con il primo gennaio entra in vigore il «Nuovo Calendario Liturgico». Il fine unico di questa riforma è: «Mettere in risalto la parte centrale del mistero della salvezza operata da Cristo e rendere evidente la santità continuamente fiorita nella Chiesa, nelle diverse categorie del popolo di Dio, attraverso tutte le età e tutti i continenti».
Ancora a proposito del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Se, ne parla finalmente, anche a sproposito, da molti.
Se ne sente la necessità da tutti. Non si vuole tuttavia affrettarne la formazione. La fretta è sempre cattiva consigliera. Potrebbe nascere male e potrebbe peggiorare la situazione anziché risolverla.
È indispensabile comunque non perdere tempo. Prepariamoci con lo studio e la preghiera ed agiamo come se già esistesse e funzionasse in pratica. Tranne i peccati e gli interessi privati, tutto quanto riguarda la parrocchia, beni materiali e beni spirituali, deve essere divulgato alla comunità che costituisce la parrocchia stessa.
Ecco perciò il notiziario con l'elenco ,delle entrate e delle uscite generali e particolari, Ecco il registro cassa chiesa a disposizione di chi vuol consultare e controllare presso l'archivio parrocchiale. Ecco ogni decisione che riguarda la vita della parrocchia subordinata al parere di chi si fa sentire.
Ci si augura che tutti si facciano sentire direttamente o indirettamente. Spesso capita la necessità di dover agire e decidere lì per lì. Chi decide si assume la responsabilità della decisione del momento che non si può rimandare ma in attesa di essere, illuminato con una critica franca e sincera al fine di poter apportare alle decisioni prese eventuali emendamenti o modifiche. Ciò di cui non si può tener conto, anche per un senso di dignità o di serietà, è la critica subdola o fatua dei maleintenzionati o degli incoscienti che non serve a maturare sagge decisioni ma causa confusione e provoca sfiducia. Eccoci a disposizione di tutti per ricevere con riconoscenza e ammirazione direttive e soprattutto cooperazione.
Incominciamo a incontrarci e a sentirci su qualcosa di sicuro e di pratico. Ogni mercoledì sera la «S. Vincenzo Mobile» è di turno nelle famiglie che gentilmente la vogliono ospitare per studiare e vivere insieme il grande tema della carità. In essa si affrontano tutti i problemi che riguardano l'Opera Pia Charitas e ogni altro problema che riemerge dagli incontri di carattere caritativo e assistenziale.
Non si entra tuttavia nel merito degli interessi privati delle famiglie degli individui perché non si vuole col pretesto della carità calpestare la giustizia o per una semplice e volgare elemosina intaccare e distruggere la fama e l'onore degli altri. Soprattutto si cerca di giurare e formare in se stessi una visione integrale della carità alla luce della giustizia sociale in cui ogni individuo deve essere ammesso e considerato in base ai suoi reali bisogni non per la misericordia degli altri ma per i suoi sacrosanti diritti umani.
parteciparvi, rispettandone naturalmente gli scopi, con voto non soltanto consultivo ma deliberativo. Se ne darà avviso dal pulpito e con manifesto circa il giorno, il luogo e l'ora del ritrovo. La stessa visita parrocchiale alle famiglie mira a condurre un dialogo con tutta la comunità e a realizzare, in essa, intesa reciproca e unità per poteri a poi esprimere comunitariamente soprattutto nell'Azione liturgica della Santa Messa. Nella S. Messa troviamo incentrato il grande incontro del popolo di Dio. Vi si giunge chiamati dalla vocazione alla salvezza e si, riparte con la missione di parteciparla a tutti gli uomini. Viviamo, quindi la Messa come grande sintesi della storia umana e della nostra vita quotidiana a cui si giunge peccatori e si riparte giustificati, si giunge mortali e si riparte immortalati dalla parola di Dio e divinizzati dalla grazia del cibo celeste eucaristico.
L'andare alla Messa non sia un estraniarsi dalla comunità o un trasferirla semplicemente, sia bensì, un ritrovarla nella pienezza dell'amore di Dio Salvatore! Se buttiamo un nero nel Mar Rosso, come esce? Bagnato e magari anche annegato! Se buttiamo un cristiano in una vasca d'acqua santa, come esce? Ancora bagnato o, Dio non voglia, anche annegato! Ma se noi tutti, neri, e bianchi, con la santa Messa ci immergiamo in questa comunità di amore ne riusciamo fratelli e salvati!
* * *
In occasione della visita parrocchiale alle famiglie è stata celebrata la santa Messa per la comunità parrocchiale intera.
A S. Sebastiano, il 7-4 e il 6-5; a S. Eurosia, il 9-4; a S. Cipriano, il 14-4; a S. Bernardino, il 16-4; a Carubbo, il 21-4; in Via Pietro Ruggeri, il 23-4; alle Tre Fontane, il 4-5 (e altre volte); a Piazza Martina, il 5-5 e il 18-5 alle ore 19 si celebrerà nel Santuario di M. Bambina in Foppa.
Se ne sente la necessità da tutti. Non si vuole tuttavia affrettarne la formazione. La fretta è sempre cattiva consigliera. Potrebbe nascere male e potrebbe peggiorare la situazione anziché risolverla.
È indispensabile comunque non perdere tempo. Prepariamoci con lo studio e la preghiera ed agiamo come se già esistesse e funzionasse in pratica. Tranne i peccati e gli interessi privati, tutto quanto riguarda la parrocchia, beni materiali e beni spirituali, deve essere divulgato alla comunità che costituisce la parrocchia stessa.
Ecco perciò il notiziario con l'elenco ,delle entrate e delle uscite generali e particolari, Ecco il registro cassa chiesa a disposizione di chi vuol consultare e controllare presso l'archivio parrocchiale. Ecco ogni decisione che riguarda la vita della parrocchia subordinata al parere di chi si fa sentire.
Ci si augura che tutti si facciano sentire direttamente o indirettamente. Spesso capita la necessità di dover agire e decidere lì per lì. Chi decide si assume la responsabilità della decisione del momento che non si può rimandare ma in attesa di essere, illuminato con una critica franca e sincera al fine di poter apportare alle decisioni prese eventuali emendamenti o modifiche. Ciò di cui non si può tener conto, anche per un senso di dignità o di serietà, è la critica subdola o fatua dei maleintenzionati o degli incoscienti che non serve a maturare sagge decisioni ma causa confusione e provoca sfiducia. Eccoci a disposizione di tutti per ricevere con riconoscenza e ammirazione direttive e soprattutto cooperazione.
Incominciamo a incontrarci e a sentirci su qualcosa di sicuro e di pratico. Ogni mercoledì sera la «S. Vincenzo Mobile» è di turno nelle famiglie che gentilmente la vogliono ospitare per studiare e vivere insieme il grande tema della carità. In essa si affrontano tutti i problemi che riguardano l'Opera Pia Charitas e ogni altro problema che riemerge dagli incontri di carattere caritativo e assistenziale.
Non si entra tuttavia nel merito degli interessi privati delle famiglie degli individui perché non si vuole col pretesto della carità calpestare la giustizia o per una semplice e volgare elemosina intaccare e distruggere la fama e l'onore degli altri. Soprattutto si cerca di giurare e formare in se stessi una visione integrale della carità alla luce della giustizia sociale in cui ogni individuo deve essere ammesso e considerato in base ai suoi reali bisogni non per la misericordia degli altri ma per i suoi sacrosanti diritti umani.
parteciparvi, rispettandone naturalmente gli scopi, con voto non soltanto consultivo ma deliberativo. Se ne darà avviso dal pulpito e con manifesto circa il giorno, il luogo e l'ora del ritrovo. La stessa visita parrocchiale alle famiglie mira a condurre un dialogo con tutta la comunità e a realizzare, in essa, intesa reciproca e unità per poteri a poi esprimere comunitariamente soprattutto nell'Azione liturgica della Santa Messa. Nella S. Messa troviamo incentrato il grande incontro del popolo di Dio. Vi si giunge chiamati dalla vocazione alla salvezza e si, riparte con la missione di parteciparla a tutti gli uomini. Viviamo, quindi la Messa come grande sintesi della storia umana e della nostra vita quotidiana a cui si giunge peccatori e si riparte giustificati, si giunge mortali e si riparte immortalati dalla parola di Dio e divinizzati dalla grazia del cibo celeste eucaristico.
L'andare alla Messa non sia un estraniarsi dalla comunità o un trasferirla semplicemente, sia bensì, un ritrovarla nella pienezza dell'amore di Dio Salvatore! Se buttiamo un nero nel Mar Rosso, come esce? Bagnato e magari anche annegato! Se buttiamo un cristiano in una vasca d'acqua santa, come esce? Ancora bagnato o, Dio non voglia, anche annegato! Ma se noi tutti, neri, e bianchi, con la santa Messa ci immergiamo in questa comunità di amore ne riusciamo fratelli e salvati!
* * *
In occasione della visita parrocchiale alle famiglie è stata celebrata la santa Messa per la comunità parrocchiale intera.
A S. Sebastiano, il 7-4 e il 6-5; a S. Eurosia, il 9-4; a S. Cipriano, il 14-4; a S. Bernardino, il 16-4; a Carubbo, il 21-4; in Via Pietro Ruggeri, il 23-4; alle Tre Fontane, il 4-5 (e altre volte); a Piazza Martina, il 5-5 e il 18-5 alle ore 19 si celebrerà nel Santuario di M. Bambina in Foppa.
PICCOLA CRONACA PARROCCHIALE
• Continua la visita parrocchiale alle famiglie, il 13-5 si è svolta dai Ponti di Sedrina ai Cassarielli.
• Il 17-5, Domenica di Pentecoste: S, te Cresime amministrate da Mons. Stefano Baronchelli, Vicario Generale della Diocesi di Bergamo,
Alle ore 15 corteo sbrigativo dall'Asilo Cavagnis alla Parrocchiale - per l'imminenza di un forte temporale - dei cento cresimandi circa accompagnati dai propri padrini e ricreati dal corpo bandistico zognese, Celebra la S. Messa Mons. Vicario stesso durante la quale amministra le sante Cresime, rivolgendo prima alla popolazione che gremiva h chiesa calde e adeguate parole, e distribuisce a tutti i partecipanti la santa Comunione sotto la specie del pane e del vino.
• Il 20-5: alle ore 9 Messa con predica a S, Bernardino: santo giovane giulivo e penitente, predicatore e flagellante, contestatore dell'umanesimo flaccido e feroce difensore della verità.
• Il 20-5: Giunta parrocchiale presso l'Asilo Cavagnis aperta a tutti. Sono presenti una cinquantina di persone che partecipano alla discussione sull'Ordine del giorno seguente:
1. Lettura del verbale precedente con osservazioni.
2. La Messa dei giovani è per tutti e soprattutto per l'elemento gioventù: si riconosce che è già un successo ma non ancora l'ideale e si rileva la necessità di sostenerla di più.
3. Consiglio pastorale parrocchiale: si osserva che la Parrocchia è il segno visibile della realtà «Chiesa» e il Consiglio pastorale lo esprime comunitariamente. Si considerano i principi fondamentali che lo devono animare.
4. A proposito del notiziario parrocchiale manca il contributo di tutti e non esprime purtroppo la comunità tutta. Si caldeggia un maggior interessamento.
5. Colonia estiva dell'Oratorio M.: più che colonia è «pomeriggio ricreativo». Va sostenuto.
• Il 24-5: giovani di Calolzio offrono spettacolo tipo rivista agli ospiti della Pia Opera Caritas che hanno gradito assai quel saggio ricreativo.
• Il 31-5: chiusura del mese di maggio, Nel Santuario di Maria S.ma Regina si è celebrata messa straordinaria coi giovani alle ore 11.
• Il 14-6: alle ore 9,30 S. ta Messa in Caserma Carabinieri per commemorare il 1860 anniversario della fondazione dell'Arma con la partecipazione dei rappresentanti di tutta la Valle e dintorni .
• Il 21-6: i giovani «Mani Amiche» di Zogno trascorrono una giornata intensa di attività caritativa presso l'Opera Pia Caritas con grande sollievo dei cari vecchietti.
• Il 25-6: Giunta parrocchiale presso la sede dell'A.C. Uomini aperta a tutti, N. 54 presenti, Si discute sul presente «ordine del giorno»:
1. Lettura del verbale precedente e osservazioni.
2. Ancora a proposito del Consiglio pastorale parr. ci si impegna a tradurlo in realtà entro l'inizio del nuovo anno sociale. Il congresso eucaristico ci offre un'ottima occasione spirituale per una solida premessa che mira a incentrare tutta la vita del Consiglio sul grande «dono di Dio» agli uomini.
3. Don Sandro riferisce quanto nella tre giorni di studio chiusa per il clero è stato detto e che può interessare la comunità parrocchiale sull'aggiornamento della vita cristiana.
4. A riguardo della Pia Opera Caritas: si richiede pubblicazione sul notiziario del resoconto finanziario 1969 e s'è detto che deve essere una comunità aperta:
a - internamente affinchè tutti si sentano in famiglia;
b - esternamente affinchè ciascuno si senta in paese e nelle singole famiglie una accoglienza capace di sostituire quella famiglia che purtroppo sono stati costretti a lasciare.
5. Per l'imminente giornata missionaria si è precisato quanto segue: è passato il tempo della Chiesa dell'accattonaggio così come è passato il tempo della Chiesa del trionfalismo. Niente quindi distribuzione di buste e giro di casa in casa come i mendicanti per ricavarne soldi conditi magari di brontolamenti c. Dio non voglia, da bestemmie. Sarebbe un risultato troppo magro per una comunità che deve sentirsi chiesa e chiesa missionaria. Chi vuoi dare, dia! Chi dà sappia che deve dare col cuore e con fede! Si faccia tuttavia un gesto più generoso da tutti donando in chiesa in occasione dell'unica offerta liturgica rimasta, secondo il nuovo indirizzo dato alla Parrocchia, durante la celebrazione della S. Messa.
6. Per iniziativa della S, Vincenzo: si sta compilando un elenco di persone generose che si presteranno a turno per assistenza notturna e diurna agli ammalati bisognosi sia a domicilio e sia presso l'Opera Pia Caritas dal momento che si è deciso di dare vita a una infermeria sia pure a scartamento ridotto al presente al fine di poter ospitare anche quegli infermi del paese colpiti da forme croniche o passeggere che non trovano tuttavia la possibilità di essere assistiti in ricoveri specifici.
• Il 27-6 è stato ordinato sottodiacono il nostro chierico diocesano Santino Pesenti nella cattedrale di Bergamo.
• Il 17-5, Domenica di Pentecoste: S, te Cresime amministrate da Mons. Stefano Baronchelli, Vicario Generale della Diocesi di Bergamo,
Alle ore 15 corteo sbrigativo dall'Asilo Cavagnis alla Parrocchiale - per l'imminenza di un forte temporale - dei cento cresimandi circa accompagnati dai propri padrini e ricreati dal corpo bandistico zognese, Celebra la S. Messa Mons. Vicario stesso durante la quale amministra le sante Cresime, rivolgendo prima alla popolazione che gremiva h chiesa calde e adeguate parole, e distribuisce a tutti i partecipanti la santa Comunione sotto la specie del pane e del vino.
• Il 20-5: alle ore 9 Messa con predica a S, Bernardino: santo giovane giulivo e penitente, predicatore e flagellante, contestatore dell'umanesimo flaccido e feroce difensore della verità.
• Il 20-5: Giunta parrocchiale presso l'Asilo Cavagnis aperta a tutti. Sono presenti una cinquantina di persone che partecipano alla discussione sull'Ordine del giorno seguente:
1. Lettura del verbale precedente con osservazioni.
2. La Messa dei giovani è per tutti e soprattutto per l'elemento gioventù: si riconosce che è già un successo ma non ancora l'ideale e si rileva la necessità di sostenerla di più.
3. Consiglio pastorale parrocchiale: si osserva che la Parrocchia è il segno visibile della realtà «Chiesa» e il Consiglio pastorale lo esprime comunitariamente. Si considerano i principi fondamentali che lo devono animare.
4. A proposito del notiziario parrocchiale manca il contributo di tutti e non esprime purtroppo la comunità tutta. Si caldeggia un maggior interessamento.
5. Colonia estiva dell'Oratorio M.: più che colonia è «pomeriggio ricreativo». Va sostenuto.
• Il 24-5: giovani di Calolzio offrono spettacolo tipo rivista agli ospiti della Pia Opera Caritas che hanno gradito assai quel saggio ricreativo.
• Il 31-5: chiusura del mese di maggio, Nel Santuario di Maria S.ma Regina si è celebrata messa straordinaria coi giovani alle ore 11.
• Il 14-6: alle ore 9,30 S. ta Messa in Caserma Carabinieri per commemorare il 1860 anniversario della fondazione dell'Arma con la partecipazione dei rappresentanti di tutta la Valle e dintorni .
• Il 21-6: i giovani «Mani Amiche» di Zogno trascorrono una giornata intensa di attività caritativa presso l'Opera Pia Caritas con grande sollievo dei cari vecchietti.
• Il 25-6: Giunta parrocchiale presso la sede dell'A.C. Uomini aperta a tutti, N. 54 presenti, Si discute sul presente «ordine del giorno»:
1. Lettura del verbale precedente e osservazioni.
2. Ancora a proposito del Consiglio pastorale parr. ci si impegna a tradurlo in realtà entro l'inizio del nuovo anno sociale. Il congresso eucaristico ci offre un'ottima occasione spirituale per una solida premessa che mira a incentrare tutta la vita del Consiglio sul grande «dono di Dio» agli uomini.
3. Don Sandro riferisce quanto nella tre giorni di studio chiusa per il clero è stato detto e che può interessare la comunità parrocchiale sull'aggiornamento della vita cristiana.
4. A riguardo della Pia Opera Caritas: si richiede pubblicazione sul notiziario del resoconto finanziario 1969 e s'è detto che deve essere una comunità aperta:
a - internamente affinchè tutti si sentano in famiglia;
b - esternamente affinchè ciascuno si senta in paese e nelle singole famiglie una accoglienza capace di sostituire quella famiglia che purtroppo sono stati costretti a lasciare.
5. Per l'imminente giornata missionaria si è precisato quanto segue: è passato il tempo della Chiesa dell'accattonaggio così come è passato il tempo della Chiesa del trionfalismo. Niente quindi distribuzione di buste e giro di casa in casa come i mendicanti per ricavarne soldi conditi magari di brontolamenti c. Dio non voglia, da bestemmie. Sarebbe un risultato troppo magro per una comunità che deve sentirsi chiesa e chiesa missionaria. Chi vuoi dare, dia! Chi dà sappia che deve dare col cuore e con fede! Si faccia tuttavia un gesto più generoso da tutti donando in chiesa in occasione dell'unica offerta liturgica rimasta, secondo il nuovo indirizzo dato alla Parrocchia, durante la celebrazione della S. Messa.
6. Per iniziativa della S, Vincenzo: si sta compilando un elenco di persone generose che si presteranno a turno per assistenza notturna e diurna agli ammalati bisognosi sia a domicilio e sia presso l'Opera Pia Caritas dal momento che si è deciso di dare vita a una infermeria sia pure a scartamento ridotto al presente al fine di poter ospitare anche quegli infermi del paese colpiti da forme croniche o passeggere che non trovano tuttavia la possibilità di essere assistiti in ricoveri specifici.
• Il 27-6 è stato ordinato sottodiacono il nostro chierico diocesano Santino Pesenti nella cattedrale di Bergamo.
Il 10 agosto FESTA PATRONALE
Ricorre il 1712.mo anniversario del Martirio di S. Lorenzo, l'Arcidiacono dell'Amore. Fu arso vivo sulla graticola il 10 agosto 258 per ordine dell'Imperatore Valeriano a Roma. Il Papa Sisto II l'aveva portato dalla Spagna con S. Vincenzo, suoi parenti giovani e forti, e consacrato Diacono gli affida i tesori della Chiesa destinati all'assistenza dei poveri. L'imperatore condanna alla decapitazione Sisto e fa arrestare anche Lorenzo per impossessarsi dei beni della Chiesa. Le vicende più note del martirio di S. Lorenzo sono: il colloquio patetico con Sisto condotto in carcere; la distribuzione clandestina dei beni ai poveri; l'arresto durante la decapitazione di Papa Sisto a cui comunica l'avvenuta distribuzione clandestina dei beni; la libertà provvisoria di tre giorni perchè ricuperi tutti i beni e i tesori da presentare all'Imperatore; la presentazione dopo tre giorni di una caterva di poveri d'assistere, tesoro della Chiesa, al giudice; l'interrogatorio, la tortura e il supplizio sulla graticola con le sarcastiche parole indirizzate al giudice: «Ecco, sventurato, una parte è già arrostita, rivoltami se vuoi che cuocia anche dall'altra parte! Mangia! Assaggiami se mi trovi più squisito crudo o cotto!». Venne sepolto sulla Via Tiburtina nella cripta del predio della Vedova Ciriaca. S. Lorenzo M., nostro Patrono, costituisce da molti secoli l'ideale cristiano della nostra comunità parrocchiale. Prima del '500 fu il Tirolare della Chiesa di S. Maria al Monastero di Clausura che funzionava da Parrocchiale; e prima ancora, forse, anche della Chiesa di S. Bernardino ufficiata come parrocchiale verso il 1000. È un ideale che scaturisce dalla vita eroica del Santo, non soltanto come da fatto storico da celebrarsi, bensì come impegno personale e comunitario da vivere nella continuità della fede e della carità che caratterizzano la nostra piccola chiesa in cammino verso la perfezione e la vita eterna. S. Lorenzo è diventato gigante perchè attualizza in se stesso nella dinamica della vita cristiana di tutti e di tutti i tempi la santità e la grazia realizzando in tutti quelli che hanno costituito, costituiscono e costituiranno la nostra comunità il Regno di Cristo e la salvezza!
PICCOLA CRONACA
• 10 agosto: Festa patronale di San Lorenzo Martire.
C'è stato il Vescovo di Norcia Mons. Alberto Scola che ha concelebrato coi Sacerdoti di Zogno accorsi numerosi, circa venti, e ha pronunciato un panegirico, predica, sulla povertà che la Chiesa dovrebbe vivere mantenendo vivo l'esempio del Santo. La processione è riuscita particolarmente devota. Si è notata molta frequenza di emigranti dei quali è sempre assai gradito il ritorno in paese, Purtroppo si è sentita la mancanza del compianto Prevosto Mons. Giuseppe Speranza che abbiamo ricordato con affetto e nostalgia.
• 22 agosto: Tradizionale fiaccolata in onore del Cuore Immacolato di Maria al Ricovero «Opera Pia Caritas, Mons. Giuseppe Speranza».
In quest'anno parve un corteo funebre al tramonto. Ci sembrò di accompagnare il caro estinto alla estrema dimora. Si trovò tutto irreale: la luce crepuscolare che penetrava malinconica nel parco a disseminare di ombre la scena inconsueta di quela sera; i personaggi protagonisti della religiosa e pia manifestazione - simili ai reduci di una grande battaglia che sfilano per ricevere l'omaggio al loro eroismo -; le fiaccole tremolanti che sotto i piccoli colpi di vento e gli scossoni delle mani malferme apparivano come sbadigli infuocati o starnuti di folletti misteriosi; i canti intercalati con salmodie stridule - quasi lugubri richiami urlati tra personaggi del mondo di qua e altri del mondo di là -. Il corteo uscì alle ore 8 con la puntualità di chi si mette tempestivamente in cammino preoccupato di dover percorrere una strada ghiacciata e sdrucciolevole. Il tragitto fu breve ma apparve faticoso per il disagiato incedere dei tremanti pellegrini. Quando tutto lo scenario sembrò imminente ad afflosciarsi come un paracadute, inghiottito dall'oscurità, ci ritrovammo tutti raccolti, come scampati da un nubifragio, nella cappella illuminata e adornata per una grande festa di famiglia. Ci sentimmo amici e fratelli, si dilatarono i nostri occhi contenti e commossi, e, per qualche istante sfuggito via purtroppo come il baleno del fulmine, godemmo, lì, della presenza di quell'angelo che non poteva che ritrovarsi lì con noi per la festa della Madre che egli ha voluto quando era ancora fra noi come padre!
• In settembre si sono riprese le adunanze della S. Vincenzo. Non si pensi che la S. Vincenzo sia una congrega di taglia panni addosso alla gente.
Tutt'altro! Si tratta: di persone serie e generose che con la più scrupolosa discrezione si mettono a disposizione per i casi più bisognosi d'assistere. I veri poveri purtroppo non figurano quasi mai in nessun elenco perché preferiscono patire la propria povertà che godere di una inconsistente carità a scapito della propria dignità. Proprio per questa triste considerazione i componenti la S. Vincenzo, che resta sempre aperta a tutti, ritengono con la propria testimonianza di riparare sia pure in misura limitata al peccato, che, per mancanza di giustizia da parte un po' di tutti, si commette con tanta freddezza e altrettanta frequenza opprimendo i poveri. Si tratta di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio come il sangue dell'innocente Abele ucciso dal fratello Caino. Si coltivano nella S. Vincenzo il senso e lo spirito della giustizia sociale, come premessa indispensabile per un ulteriore discorso sulla carità.
• 17 settembre: Giunta parrocchiale aperta a tutti.
Si è organizzata in essa {a nostra partecipazione al Congresso Eucaristico Diocesano del 20-27 settembre con adorazione e concelebrazione serale in parrocchia durante tutta la settimana e con il ritrovo a Bergamo di giovedì 24 nella chiesa ipogea del Seminario per la giornata riservata alla nostra vicaria .
Per il Consiglio pastorale parrocchiale si è deciso di passare finalmente all'attuazione formando subito con nominativi proposti dalla popolazione stessa una commissione che prepari le elezioni.
C'è stato il Vescovo di Norcia Mons. Alberto Scola che ha concelebrato coi Sacerdoti di Zogno accorsi numerosi, circa venti, e ha pronunciato un panegirico, predica, sulla povertà che la Chiesa dovrebbe vivere mantenendo vivo l'esempio del Santo. La processione è riuscita particolarmente devota. Si è notata molta frequenza di emigranti dei quali è sempre assai gradito il ritorno in paese, Purtroppo si è sentita la mancanza del compianto Prevosto Mons. Giuseppe Speranza che abbiamo ricordato con affetto e nostalgia.
• 22 agosto: Tradizionale fiaccolata in onore del Cuore Immacolato di Maria al Ricovero «Opera Pia Caritas, Mons. Giuseppe Speranza».
In quest'anno parve un corteo funebre al tramonto. Ci sembrò di accompagnare il caro estinto alla estrema dimora. Si trovò tutto irreale: la luce crepuscolare che penetrava malinconica nel parco a disseminare di ombre la scena inconsueta di quela sera; i personaggi protagonisti della religiosa e pia manifestazione - simili ai reduci di una grande battaglia che sfilano per ricevere l'omaggio al loro eroismo -; le fiaccole tremolanti che sotto i piccoli colpi di vento e gli scossoni delle mani malferme apparivano come sbadigli infuocati o starnuti di folletti misteriosi; i canti intercalati con salmodie stridule - quasi lugubri richiami urlati tra personaggi del mondo di qua e altri del mondo di là -. Il corteo uscì alle ore 8 con la puntualità di chi si mette tempestivamente in cammino preoccupato di dover percorrere una strada ghiacciata e sdrucciolevole. Il tragitto fu breve ma apparve faticoso per il disagiato incedere dei tremanti pellegrini. Quando tutto lo scenario sembrò imminente ad afflosciarsi come un paracadute, inghiottito dall'oscurità, ci ritrovammo tutti raccolti, come scampati da un nubifragio, nella cappella illuminata e adornata per una grande festa di famiglia. Ci sentimmo amici e fratelli, si dilatarono i nostri occhi contenti e commossi, e, per qualche istante sfuggito via purtroppo come il baleno del fulmine, godemmo, lì, della presenza di quell'angelo che non poteva che ritrovarsi lì con noi per la festa della Madre che egli ha voluto quando era ancora fra noi come padre!
• In settembre si sono riprese le adunanze della S. Vincenzo. Non si pensi che la S. Vincenzo sia una congrega di taglia panni addosso alla gente.
Tutt'altro! Si tratta: di persone serie e generose che con la più scrupolosa discrezione si mettono a disposizione per i casi più bisognosi d'assistere. I veri poveri purtroppo non figurano quasi mai in nessun elenco perché preferiscono patire la propria povertà che godere di una inconsistente carità a scapito della propria dignità. Proprio per questa triste considerazione i componenti la S. Vincenzo, che resta sempre aperta a tutti, ritengono con la propria testimonianza di riparare sia pure in misura limitata al peccato, che, per mancanza di giustizia da parte un po' di tutti, si commette con tanta freddezza e altrettanta frequenza opprimendo i poveri. Si tratta di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio come il sangue dell'innocente Abele ucciso dal fratello Caino. Si coltivano nella S. Vincenzo il senso e lo spirito della giustizia sociale, come premessa indispensabile per un ulteriore discorso sulla carità.
• 17 settembre: Giunta parrocchiale aperta a tutti.
Si è organizzata in essa {a nostra partecipazione al Congresso Eucaristico Diocesano del 20-27 settembre con adorazione e concelebrazione serale in parrocchia durante tutta la settimana e con il ritrovo a Bergamo di giovedì 24 nella chiesa ipogea del Seminario per la giornata riservata alla nostra vicaria .
Per il Consiglio pastorale parrocchiale si è deciso di passare finalmente all'attuazione formando subito con nominativi proposti dalla popolazione stessa una commissione che prepari le elezioni.