Verbale Consiglio Pastorale Vicariale del 3 Febbraio 2016
Mercoledì 3 febbraio 2016 alle 20.30, presso la consueta sede dell’oratorio di Zogno, si è tenuta la terza seduta (il riferimento, evidentemente, è all’ anno liturgico) del Consiglio Pastorale Vicariale. Interamente centrata (come, del resto, le precedenti) sulla riflessione intorno alle possibilità concrete, in termini di misericordia, che le nostre comunità possono offrire. Con un’attenzione particolare, sia pur non esclusiva, alla questione dei migranti. Dopo la preghiera introduttiva, centrata, come di consueto, sulla riflessione intorno al Vangelo del Buon Samaritano, il vicario locale don Cesare ha presentato ai membri presenti i rappresentanti della Caritas inter- parrocchiale di Zogno (e, in partico- lare del Centro di Primo Ascolto) e della Caritas di Brembilla, chiamati a illustrare obiettivi, iniziative e strategie del nucleo caritativo più consistente in ambito pastorale. Non prima di un’introduzione suggestiva da parte di don Mario Amigoni (Caritas interparrocchiale di Zogno) in cui, a partire da un testo della Conferenza Episcopale Italiana (che risale al 1990 ma risulta essere più che mai attuale), ciascuno è stato richiamato a riconoscere:
- come la sfera della misericordia
non possa essere riducibile al pur essenziale (e insostituibile) apporto della Caritas, ma distingua (o meglio: debba distinguere, quale stile) l’atteggiamento proprio di ogni cristiano autentico di fronte all’altro;
- come la carità, secondo le linee del Concilio, rappresenti la via privilegiata dell’evangelizzazione;
- come la carità rappresenti, anzitutto, un dono di Dio (poiché Dio, per primo, è Misericordia), oltre che il primo e fondamentale comandamento;
come l’ attenzione per l’ altro e la cura in cui, essenzialmente, si sintetizza lo stile della carità, si realizzi concretamente solo a partire dai bi- sogni dell’altro e non dal proprio bi- sogno di fare carità; e come tali bisogni, rispetto a qualche decennio fa e alle opere di carità messe in atto (vedi la raccolta degli indumenti), siano relativamente cambiati.
A seguire, come si diceva, l’ intervento dei rappresentanti. Con il fine precipuo di far comprendere ai membri del Consiglio le iniziative già in atto, il numero di persone coinvolte, i limiti e le difficoltà e, correlativamente, la bellezza del mettersi a servizio dell’altro. Insieme. Con un attenzione particolare alla visita vicariale del nostro Ve- scovo, centrata, appunto, sul tema della carità. E, proprio in relazione a questo evento, previsto per il prossimo novembre, a far prendere coscienza e sensibilizzare i membri del consiglio e, per loro tramite, le co- munità del vicariato. Ma, soprattutto, forme di carità concreta in cui dare vitalità al nostro essere cristiani, figli del Dio-amore e testimoni d’ amore sul modello del Maestro. Con la con- sapevolezza che questo è stato solo il primo passo di una serie di incontri che, avvicinandoci alla visita del Ve- scovo, si auspica possano riavvici- narci più fortemente al nucleo fondante della nostra fede. Il prossimo incontro, previsto per il 9 marzo, verterà intorno alle “Note sul questionario socio caritativo” della Diocesi intorno al territorio del nostro vicariato. La seduta si chiude alle 22.45, dopo alcuni aggiorna- menti del calendario vicariale venturo e di alcuni appuntamenti di interesse comune (quali l’iniziativa “Misericordiando” presso la casa di riposo di Zogno), con la preghiera.
Alessandro
- come la sfera della misericordia
non possa essere riducibile al pur essenziale (e insostituibile) apporto della Caritas, ma distingua (o meglio: debba distinguere, quale stile) l’atteggiamento proprio di ogni cristiano autentico di fronte all’altro;
- come la carità, secondo le linee del Concilio, rappresenti la via privilegiata dell’evangelizzazione;
- come la carità rappresenti, anzitutto, un dono di Dio (poiché Dio, per primo, è Misericordia), oltre che il primo e fondamentale comandamento;
come l’ attenzione per l’ altro e la cura in cui, essenzialmente, si sintetizza lo stile della carità, si realizzi concretamente solo a partire dai bi- sogni dell’altro e non dal proprio bi- sogno di fare carità; e come tali bisogni, rispetto a qualche decennio fa e alle opere di carità messe in atto (vedi la raccolta degli indumenti), siano relativamente cambiati.
A seguire, come si diceva, l’ intervento dei rappresentanti. Con il fine precipuo di far comprendere ai membri del Consiglio le iniziative già in atto, il numero di persone coinvolte, i limiti e le difficoltà e, correlativamente, la bellezza del mettersi a servizio dell’altro. Insieme. Con un attenzione particolare alla visita vicariale del nostro Ve- scovo, centrata, appunto, sul tema della carità. E, proprio in relazione a questo evento, previsto per il prossimo novembre, a far prendere coscienza e sensibilizzare i membri del consiglio e, per loro tramite, le co- munità del vicariato. Ma, soprattutto, forme di carità concreta in cui dare vitalità al nostro essere cristiani, figli del Dio-amore e testimoni d’ amore sul modello del Maestro. Con la con- sapevolezza che questo è stato solo il primo passo di una serie di incontri che, avvicinandoci alla visita del Ve- scovo, si auspica possano riavvici- narci più fortemente al nucleo fondante della nostra fede. Il prossimo incontro, previsto per il 9 marzo, verterà intorno alle “Note sul questionario socio caritativo” della Diocesi intorno al territorio del nostro vicariato. La seduta si chiude alle 22.45, dopo alcuni aggiorna- menti del calendario vicariale venturo e di alcuni appuntamenti di interesse comune (quali l’iniziativa “Misericordiando” presso la casa di riposo di Zogno), con la preghiera.
Alessandro
Verbale Consiglio Pastorale Vicariale del 9 Marzo 2016
Mercoledì 9 marzo 2016 alle 20.30, presso la consueta sede dell’oratorio di Zogno, si è tenuta la quarta seduta (il riferimento, evidentemente, è all’anno liturgico) del Consiglio Pastorale Vicariale. Interamente centrata (come, del resto, la precedenti) sulla riflessione intorno alle possibilità concrete, in termini di misericordia, che le nostre comunità possono offrire. Con un’attenzione particolare, sia pur non esclusiva, alla questione dei migranti.
Dopo la preghiera introduttiva, in cui Don Cesare ha sottolineato – sullo sfondo del giubileo dei preti – come i sacerdoti siano chiamati a essere la fotocopia di Gesù ed in cui, sulla base del Vangelo del Giorno, si è stati chiamati a riconoscere, sia pur fra mille difficoltà (umane, troppo umane…) l’opera di Dio nel quotidiano (“Il Padre opera sempre e anche io opero”, Gv 10, 17), si è passati alla lettura ed analisi dello strumento diocesano “Note sul questionario socio-caritativo”, relativo al nostro Vicariato (lavoro che ci terrà occupati anche nella prossima seduta, prevista per il 13 aprile), in preparazione dell’incontro con il vescovo e del compito 8di cui siamo investiti) di elaborare un documento da sottoporre alle sue riflessioni, nella speranza che le stesse siano poi foriere di proposte concrete da parte sua.
Il documento, interessantissimo, poiché rispecchia la situazione del settore socio-caritativo del nostro territorio, risulta essere però incompleto, a causa del fatto che le parrocchie di Zogno, ad eccezione di Poscante, invece di elaborare un documento ciascuna, hanno preferito redigerne uno che facesse capo alla Caritas inter-parrocchiale, senza però seguire le domande guida del questionario stesso. Per questa ragione, la lettura ed analisi dei presenti è stata finalizzata ad arricchire e generalizzare le già di per se stesse interessantissime osservazioni riportate.
A livello demografico, il nostro Vicariato risulta essere “relativamente” più giovane rispetto all’ambito vallare, quello che consta la presenza più massiccia, in percentuale, di anziani. Dato che rende difficile, sempre più difficile la progettualità: non solo a livello pastorale, ma anche – aprendo una breve parentesi sul lavoro – per le aziende presenti sul territorio. E’ in questa situazione, però, che la nostra Chiesa (la Chiesa che noi stessi siamo) è chiamata a rivelare il volto di Dio Misericordioso. Il volto della Carità. Un volto da rivelare anche ai migranti, la cui presenza si distingue, soprattutto, ma non solo, in relazione alla richiesta (sempre maggiore) di badanti (che rappresentano più del 50% della popolazione immigrata qui). Un volto da rivelare anche tenendo conto del nostro contesto montano. Un volto che, ad ogni modo, è possibile rivelare. Di più e meglio. E che va ben oltre l’elemosina o le raccolte eccezionali di fondi. Poiché dice di una quotidianità. Donde, appunto, la volontà di reinvestire le energie nella casa di Spino. Che dice ospitalità. Continuità. Amore quotidiano. Nonostante un campanilismo ancora radicato, che rende più difficile ogni apertura, oltre che una fattiva collaborazione con le istituzioni.
La seduta si conclude intorno alle 22.45, previa preghiera conclusiva.
Alessandro
Dopo la preghiera introduttiva, in cui Don Cesare ha sottolineato – sullo sfondo del giubileo dei preti – come i sacerdoti siano chiamati a essere la fotocopia di Gesù ed in cui, sulla base del Vangelo del Giorno, si è stati chiamati a riconoscere, sia pur fra mille difficoltà (umane, troppo umane…) l’opera di Dio nel quotidiano (“Il Padre opera sempre e anche io opero”, Gv 10, 17), si è passati alla lettura ed analisi dello strumento diocesano “Note sul questionario socio-caritativo”, relativo al nostro Vicariato (lavoro che ci terrà occupati anche nella prossima seduta, prevista per il 13 aprile), in preparazione dell’incontro con il vescovo e del compito 8di cui siamo investiti) di elaborare un documento da sottoporre alle sue riflessioni, nella speranza che le stesse siano poi foriere di proposte concrete da parte sua.
Il documento, interessantissimo, poiché rispecchia la situazione del settore socio-caritativo del nostro territorio, risulta essere però incompleto, a causa del fatto che le parrocchie di Zogno, ad eccezione di Poscante, invece di elaborare un documento ciascuna, hanno preferito redigerne uno che facesse capo alla Caritas inter-parrocchiale, senza però seguire le domande guida del questionario stesso. Per questa ragione, la lettura ed analisi dei presenti è stata finalizzata ad arricchire e generalizzare le già di per se stesse interessantissime osservazioni riportate.
A livello demografico, il nostro Vicariato risulta essere “relativamente” più giovane rispetto all’ambito vallare, quello che consta la presenza più massiccia, in percentuale, di anziani. Dato che rende difficile, sempre più difficile la progettualità: non solo a livello pastorale, ma anche – aprendo una breve parentesi sul lavoro – per le aziende presenti sul territorio. E’ in questa situazione, però, che la nostra Chiesa (la Chiesa che noi stessi siamo) è chiamata a rivelare il volto di Dio Misericordioso. Il volto della Carità. Un volto da rivelare anche ai migranti, la cui presenza si distingue, soprattutto, ma non solo, in relazione alla richiesta (sempre maggiore) di badanti (che rappresentano più del 50% della popolazione immigrata qui). Un volto da rivelare anche tenendo conto del nostro contesto montano. Un volto che, ad ogni modo, è possibile rivelare. Di più e meglio. E che va ben oltre l’elemosina o le raccolte eccezionali di fondi. Poiché dice di una quotidianità. Donde, appunto, la volontà di reinvestire le energie nella casa di Spino. Che dice ospitalità. Continuità. Amore quotidiano. Nonostante un campanilismo ancora radicato, che rende più difficile ogni apertura, oltre che una fattiva collaborazione con le istituzioni.
La seduta si conclude intorno alle 22.45, previa preghiera conclusiva.
Alessandro
Verbale Consiglio Pastorale Vicariale del 13 Aprile 2016
Mercoledì 13 aprile 2016 alle 20.30, presso la consueta sede dell’oratorio di Zogno, si è tenuta la quinta seduta del Consiglio Pastorale Vicariale. Interamente centrata (come, del resto, la precedenti) sulla riflessione intorno alle possibilità concrete, in termini di misericordia, che le nostre comunità possono offrire. Con un’attenzione particolare, sia pur non esclusiva, alla questione dei migranti.
Dopo la preghiera introduttiva, si è passati alla lettura ed analisi della seconda parte dello strumento diocesano “Note sul questionario socio-caritativo”, relativo al nostro Vicariato, in preparazione dell’incontro con il vescovo e del compito (di cui siamo investiti) di elaborare un documento da sottoporre alle sue riflessioni, nella speranza che le stesse siano poi foriere di proposte concrete da parte sua.
La discussione si è centrata sui capitoli relativi a parrocchia, fragilità e stranieri. Con riferimenti:
La seduta è tolta alle ore 22.30 previa preghiera finale.
Alessandro
Dopo la preghiera introduttiva, si è passati alla lettura ed analisi della seconda parte dello strumento diocesano “Note sul questionario socio-caritativo”, relativo al nostro Vicariato, in preparazione dell’incontro con il vescovo e del compito (di cui siamo investiti) di elaborare un documento da sottoporre alle sue riflessioni, nella speranza che le stesse siano poi foriere di proposte concrete da parte sua.
La discussione si è centrata sui capitoli relativi a parrocchia, fragilità e stranieri. Con riferimenti:
- al lavoro (e alle funzioni) del CPAC e di come lo stesso venga percepito (a volte in modo adeguato, a volte in modo non completamente pertinente quelle che dovrebbero essere le sue funzioni) da chi ad esso fa ricorso per migliorare la propria situazione;
- a ciò che si fa (qualcosa, sia a Zogno che a Brembilla) in termini di alfabetizzazione degli stranieri, a ciò che si dovrebbe fare (e non si fa) per quanto concerne la loro evangelizzazione (sia in senso stretto che, più concretamente – e profondamente – in termini di carità);
- al coinvolgimento ridotto degli stranieri nella vita delle nostre comunità (basti pensare a quanto siano ridotti i numeri relativi ai sacramenti e alla loro limitata presenza alla catechesi), dovuto – anche – alla lontananza della chiesa (che siamo noi), al fatto che, in molte parrocchie le chiese (nel senso dell’edificio) siano chiuse, impedendo così la possibilità di trovare uno spazio per la preghiera e lo scavo interiore e, più in generale, alla pochezza di relazioni instaurate (non basta, evidentemente, quella con i sacerdoti, che, dato il carico di impegni, hanno paradossalmente sempre meno tempo di incontrare le persone, ma sarebbe auspicabile – ed essenziale – anche l’apporto relazionale dei laici).
La seduta è tolta alle ore 22.30 previa preghiera finale.
Alessandro
Consiglio Pastorale Vicariale del 18 Maggio 2016
Mercoledì 18 maggio 2016 alle ore 21.00, presso la consueta sede di Zogno, si è tenuta la sesta seduta del Consiglio Pastorale Vicariale presieduta da don Cesare Micheletti.
La meditazione iniziale ha avuto come riferimento il testo di At 2,1-13, ossia l’evento della Pentecoste. In proposito si è rivelato particolarmente interessante riflettere sul fatto che l’attuale fenomeno migratorio, ritenuto una caratteristica esclusiva della nostra epoca, riflette invece un contesto multiculturale che, già al tempo dell’aurora della Chiesa, si trovava a Gerusalemme: siamo Parti, Medi, Elamiti…; potremmo forse sostituire tali nazionalità con Rumeni, Egiziani, Tunisini!
La discussione si è quindi concentrata sull’obiettivo di elaborare una piccola relazione da sottoporre al sacerdote referente per il nostro vicariato (designato da Curia), il quale a sua volta potrà trarne delle conclusioni da presentare al vescovo. Sebbene il lavoro più consistente di tale stesura verrà effettuato nei mesi di settembre e ottobre, è emersa fin da subito la necessità di elaborare una quadro generale della situazione caritativa del nostro vicariato.
In proposito la questione principale riguardava la proposta di qualche idea concreta da presentare sul possibile utilizzo della casa di Spino. Al momento essa viene utilizzata come deposito ma, essendo abitabile con qualche lavoro di pulizia e sgombero, potrebbe diventare una casa d’emergenza per eventuali famiglie in stato di bisogno. Tale servizio non avrà le caratteristiche di un contratto d’affitto e la famiglia residente non potrà usufruirne per periodi eccessivamente lunghi. Naturalmente si rivelerà necessario creare un tessuto sociale finalizzato all’integrazione di coloro che verranno ospitati. I residenti verranno invitati a contribuire alle spese di mantenimento della casa (quota che in ogni caso verrà restituita nel momento della cessazione della residenza). Essendo tale servizio erogato dando la priorità a famiglie con bambini, molto probabilmente esso non riguarderà la realtà dell’immigrazione, in quanto quest’ultima non è caratterizzata dalla presenza di nuclei famigliari nel nostro vicariato.
L’intervento di Don Samuele ha esposto quindi i progetti avviati riguardanti la conoscenza e la sensibilizzazione nei confronti delle persone immigrate accolte presso la casa dei ritiri di Botta di Sedrina (al momento sono ospitate 80-100 persone); essi riguardano soprattutto le possibilità di visita e di incontro offerte ai ragazzi del Cre e dell’istituto superiore David Maria Turoldo. Sono state inoltre avanzate proposte per progetti di accoglienze comunitarie da attuarsi in occasioni quali la celebrazione della Messa e i momenti di convivialità. Tali proposte di accoglienza dovranno concretizzarsi a rotazione nelle singole comunità. Dal dibattito è emerso comunque il fatto che per quanto le iniziative educative e di sensibilizzazione possano essere positive, esse non sono sufficienti se non si è disposti a “sporcarsi le mani” andando concretamente incontro all’altro.
Alcuni membri del consiglio si riserveranno di stendere una relazione riguardante la realtà caritativa del nostro vicariato entro fine agosto, sentendo i referenti dei vari gruppi caritativi (Caritas, gruppi missionari dei rispettivi paesi…) sul territorio.
Don Cesare ha quindi provveduto a informare i membri del consiglio sulla proposta del vescovo riguardante la radicale revisione dei vicariati. Al momento la nostra diocesi è divisa in 28 vicariati, talvolta molto sproporzionati fra di loro specialmente per quanto riguarda il numero dei fedeli e dei sacerdoti. La metà di queste realtà non ha il consiglio pastorale vicariale, di conseguenza molte decisioni non sono condivise con i laici. Sembra anche che manchi un contatto effettivo con la realtà del territorio. Il vescovo, sebbene non i maniera definitiva, ha avanzato la seguente proposta (da concretizzarsi comunque molto a breve): passare da 28 a 11 vicariati, i quali corrisponderanno ai rispettivi ambiti territoriali; il nuovo nome sarà infatti “Vicariato territoriale”.
Per quanto riguarda la nostra realtà, il futuro vicariato dovrebbe comprendere tutto il territorio della Val Brembana. Il compito pastorale avrà una maggiore attenzione agli ambiti di vita (scuola, lavoro, caritas…), alla diffusione e responsabilizzazione delle realtà laicali e a un maggiore equilibrio fra la vita pastorale e le “fraternità sacerdotali”. Queste ultime costituiranno dei luoghi di relazione nell’ascolto e nella condivisione fra i presbiteri, fornendo loro occasioni per una maggiore collaborazione. I sacerdoti saranno chiamati a curare maggiormente i momenti di preghiera e spiritualità: si ritroveranno periodicamente per ritiri spirituali, vivranno periodicamente insieme delle celebrazioni eucaristiche (magari con sospensione delle messe nelle parrocchie), provvederanno all’organizzazione della reperibilità per eventuali bisogni pratici e per un reciproco sostegno e vivranno momenti di convivialità fraterna. In questo senso molte iniziative sono state avviate dai preti della valle, sebbene non vissute da tutti con la stessa intensità.
Tale iniziativa rappresenterebbe un messaggio positivo tutta la comunità, costituendo inoltre un ulteriore stimolo per la realtà laicale. Naturalmente ciò non andrà ad influire sul percorso intrapreso per la creazione della nostra unità pastorale.
La riunione si è conclusa alle ore 22.30, dopo la presentazione delle future iniziative (in modo particolare la messa vicariale di chiusura dell’anno pastorale presso santuario della Foppa a Gerosa, il 1 giugno).
Rota Pierluigi
La meditazione iniziale ha avuto come riferimento il testo di At 2,1-13, ossia l’evento della Pentecoste. In proposito si è rivelato particolarmente interessante riflettere sul fatto che l’attuale fenomeno migratorio, ritenuto una caratteristica esclusiva della nostra epoca, riflette invece un contesto multiculturale che, già al tempo dell’aurora della Chiesa, si trovava a Gerusalemme: siamo Parti, Medi, Elamiti…; potremmo forse sostituire tali nazionalità con Rumeni, Egiziani, Tunisini!
La discussione si è quindi concentrata sull’obiettivo di elaborare una piccola relazione da sottoporre al sacerdote referente per il nostro vicariato (designato da Curia), il quale a sua volta potrà trarne delle conclusioni da presentare al vescovo. Sebbene il lavoro più consistente di tale stesura verrà effettuato nei mesi di settembre e ottobre, è emersa fin da subito la necessità di elaborare una quadro generale della situazione caritativa del nostro vicariato.
In proposito la questione principale riguardava la proposta di qualche idea concreta da presentare sul possibile utilizzo della casa di Spino. Al momento essa viene utilizzata come deposito ma, essendo abitabile con qualche lavoro di pulizia e sgombero, potrebbe diventare una casa d’emergenza per eventuali famiglie in stato di bisogno. Tale servizio non avrà le caratteristiche di un contratto d’affitto e la famiglia residente non potrà usufruirne per periodi eccessivamente lunghi. Naturalmente si rivelerà necessario creare un tessuto sociale finalizzato all’integrazione di coloro che verranno ospitati. I residenti verranno invitati a contribuire alle spese di mantenimento della casa (quota che in ogni caso verrà restituita nel momento della cessazione della residenza). Essendo tale servizio erogato dando la priorità a famiglie con bambini, molto probabilmente esso non riguarderà la realtà dell’immigrazione, in quanto quest’ultima non è caratterizzata dalla presenza di nuclei famigliari nel nostro vicariato.
L’intervento di Don Samuele ha esposto quindi i progetti avviati riguardanti la conoscenza e la sensibilizzazione nei confronti delle persone immigrate accolte presso la casa dei ritiri di Botta di Sedrina (al momento sono ospitate 80-100 persone); essi riguardano soprattutto le possibilità di visita e di incontro offerte ai ragazzi del Cre e dell’istituto superiore David Maria Turoldo. Sono state inoltre avanzate proposte per progetti di accoglienze comunitarie da attuarsi in occasioni quali la celebrazione della Messa e i momenti di convivialità. Tali proposte di accoglienza dovranno concretizzarsi a rotazione nelle singole comunità. Dal dibattito è emerso comunque il fatto che per quanto le iniziative educative e di sensibilizzazione possano essere positive, esse non sono sufficienti se non si è disposti a “sporcarsi le mani” andando concretamente incontro all’altro.
Alcuni membri del consiglio si riserveranno di stendere una relazione riguardante la realtà caritativa del nostro vicariato entro fine agosto, sentendo i referenti dei vari gruppi caritativi (Caritas, gruppi missionari dei rispettivi paesi…) sul territorio.
Don Cesare ha quindi provveduto a informare i membri del consiglio sulla proposta del vescovo riguardante la radicale revisione dei vicariati. Al momento la nostra diocesi è divisa in 28 vicariati, talvolta molto sproporzionati fra di loro specialmente per quanto riguarda il numero dei fedeli e dei sacerdoti. La metà di queste realtà non ha il consiglio pastorale vicariale, di conseguenza molte decisioni non sono condivise con i laici. Sembra anche che manchi un contatto effettivo con la realtà del territorio. Il vescovo, sebbene non i maniera definitiva, ha avanzato la seguente proposta (da concretizzarsi comunque molto a breve): passare da 28 a 11 vicariati, i quali corrisponderanno ai rispettivi ambiti territoriali; il nuovo nome sarà infatti “Vicariato territoriale”.
Per quanto riguarda la nostra realtà, il futuro vicariato dovrebbe comprendere tutto il territorio della Val Brembana. Il compito pastorale avrà una maggiore attenzione agli ambiti di vita (scuola, lavoro, caritas…), alla diffusione e responsabilizzazione delle realtà laicali e a un maggiore equilibrio fra la vita pastorale e le “fraternità sacerdotali”. Queste ultime costituiranno dei luoghi di relazione nell’ascolto e nella condivisione fra i presbiteri, fornendo loro occasioni per una maggiore collaborazione. I sacerdoti saranno chiamati a curare maggiormente i momenti di preghiera e spiritualità: si ritroveranno periodicamente per ritiri spirituali, vivranno periodicamente insieme delle celebrazioni eucaristiche (magari con sospensione delle messe nelle parrocchie), provvederanno all’organizzazione della reperibilità per eventuali bisogni pratici e per un reciproco sostegno e vivranno momenti di convivialità fraterna. In questo senso molte iniziative sono state avviate dai preti della valle, sebbene non vissute da tutti con la stessa intensità.
Tale iniziativa rappresenterebbe un messaggio positivo tutta la comunità, costituendo inoltre un ulteriore stimolo per la realtà laicale. Naturalmente ciò non andrà ad influire sul percorso intrapreso per la creazione della nostra unità pastorale.
La riunione si è conclusa alle ore 22.30, dopo la presentazione delle future iniziative (in modo particolare la messa vicariale di chiusura dell’anno pastorale presso santuario della Foppa a Gerosa, il 1 giugno).
Rota Pierluigi
Consiglio Pastorale Vicariale del 13 Ottobre 2016
Giovedì 13 ottobre 2016 alle ore 20.30, presso la consueta sede di Zogno, si è tenuta la prima seduta del Consiglio Pastorale Vicariale del nuovo anno pastorale 2016/17.
L’analisi del calendario pastorale si è concentrata sulla visita che il vescovo Francesco effettuerà nel nostro vicariato mercoledi 9 novembre. Essa sarà così strutturata: al mattino è previsto l’incontro con i sacerdoti sul duplice tema delle fraternità presbiterali (esse intendono fornire delle occasioni ai sacerdoti per trascorre del tempo insieme, confrontarsi, formarsi e arricchirsi spiritualmente) e della revisione dei vicariati (progetto di passare da 28 a 11 vicariati). Il pomeriggio sarà dedicato alla visita ai due preti anziani che risiedono nelle case di riposo. Per la sera sono previsti gli incontri con le realtà caritative e gli operatori pastorali del territorio e, successivamente, con le varie associazioni che si occupano di sostenere le realtà territoriali.
Dopo aver visionato gli appuntamenti vicariali più importanti, i membri del consiglio si sono dedicati alla lettura e revisione della relazione riguardante la situazione caritativa della nostra realtà vicariale. Tale scritto verrà sottoposto al vescovo Francesco in occasione della visita, assieme agli allegati che descrivono dettagliatamente i singoli gruppi caritativi. In proposito è emersa la necessità di integrare tali allegati con la descrizione dei gruppi missionari di Ubiale, i quali negli ultimi decenni hanno fornito un grande sostegno a molteplici realtà missionarie.
I membri del consiglio si sono mostrati concordi nel ritenere la relazione abbastanza sintetica ma nello stesso tempo sufficientemente dettagliata per far comprendere bene tali realtà.
Sono state infine analizzate anche le domande che verranno rivolte al vescovo.
Dal successivo dibattito è emersa in modo particolare l’importanza di sfruttare l’evento della visita per far conoscere tutte le realtà caritative citate nel documento e, soprattutto, portare nuove adesioni in esse, magari creando un depliant informativo da distribuire durante l’incontro con il vescovo. Don Samuele ha quindi provveduto a raccogliere i nominativi e i rispettivi contatti telefonici dei referenti delle realtà caritative, in modo da poter permettere ad eventuali interessati di inserirsi più facilmente in queste ultime. Per i gruppi caritativi dei quali non è stato possibile raccogliere tali informazioni, ci si è riservato di recuperarle al più presto.
Il dibattito si è quindi concentrato brevemente sulla riapertura della casa di Spino al Brembo, nella quale al momento risiede una signora, madre di una bimba che presenta grossi problemi di salute.
Il vicario Don Cesare ha informato i membri del consiglio della partenza dell’esperienza dell’unità pastorale della val Brembilla, mentre a Zogno è partito l’anno di preparazione, che porterà a sua volta all’inizio di tale esperienza a ottobre del 2017; essa includerà le parrocchie di Zogno, Ambria, Spino e Grumello de Zanchi, con il successivo graduale coinvolgimento di Endenna e Somendenna.
Il vescovo Francesco nei prossimi anni incontrerà le realtà vicariali per parlare delle già citate questioni dei vicariati territoriali e delle fraternità sacerdotali. Il 15 marzo sarà di nuovo nel nostro vicariato per parlare proprio di tali tematiche. Tale iniziativa ha comportato la necessità di rimandare l’inizio della visita pastorale.
La riunione si è chiusa alle 22.30 dopo la recita della compieta.
Il prossimo consiglio vicariale si terrà il 15 dicembre.
L’analisi del calendario pastorale si è concentrata sulla visita che il vescovo Francesco effettuerà nel nostro vicariato mercoledi 9 novembre. Essa sarà così strutturata: al mattino è previsto l’incontro con i sacerdoti sul duplice tema delle fraternità presbiterali (esse intendono fornire delle occasioni ai sacerdoti per trascorre del tempo insieme, confrontarsi, formarsi e arricchirsi spiritualmente) e della revisione dei vicariati (progetto di passare da 28 a 11 vicariati). Il pomeriggio sarà dedicato alla visita ai due preti anziani che risiedono nelle case di riposo. Per la sera sono previsti gli incontri con le realtà caritative e gli operatori pastorali del territorio e, successivamente, con le varie associazioni che si occupano di sostenere le realtà territoriali.
Dopo aver visionato gli appuntamenti vicariali più importanti, i membri del consiglio si sono dedicati alla lettura e revisione della relazione riguardante la situazione caritativa della nostra realtà vicariale. Tale scritto verrà sottoposto al vescovo Francesco in occasione della visita, assieme agli allegati che descrivono dettagliatamente i singoli gruppi caritativi. In proposito è emersa la necessità di integrare tali allegati con la descrizione dei gruppi missionari di Ubiale, i quali negli ultimi decenni hanno fornito un grande sostegno a molteplici realtà missionarie.
I membri del consiglio si sono mostrati concordi nel ritenere la relazione abbastanza sintetica ma nello stesso tempo sufficientemente dettagliata per far comprendere bene tali realtà.
Sono state infine analizzate anche le domande che verranno rivolte al vescovo.
Dal successivo dibattito è emersa in modo particolare l’importanza di sfruttare l’evento della visita per far conoscere tutte le realtà caritative citate nel documento e, soprattutto, portare nuove adesioni in esse, magari creando un depliant informativo da distribuire durante l’incontro con il vescovo. Don Samuele ha quindi provveduto a raccogliere i nominativi e i rispettivi contatti telefonici dei referenti delle realtà caritative, in modo da poter permettere ad eventuali interessati di inserirsi più facilmente in queste ultime. Per i gruppi caritativi dei quali non è stato possibile raccogliere tali informazioni, ci si è riservato di recuperarle al più presto.
Il dibattito si è quindi concentrato brevemente sulla riapertura della casa di Spino al Brembo, nella quale al momento risiede una signora, madre di una bimba che presenta grossi problemi di salute.
Il vicario Don Cesare ha informato i membri del consiglio della partenza dell’esperienza dell’unità pastorale della val Brembilla, mentre a Zogno è partito l’anno di preparazione, che porterà a sua volta all’inizio di tale esperienza a ottobre del 2017; essa includerà le parrocchie di Zogno, Ambria, Spino e Grumello de Zanchi, con il successivo graduale coinvolgimento di Endenna e Somendenna.
Il vescovo Francesco nei prossimi anni incontrerà le realtà vicariali per parlare delle già citate questioni dei vicariati territoriali e delle fraternità sacerdotali. Il 15 marzo sarà di nuovo nel nostro vicariato per parlare proprio di tali tematiche. Tale iniziativa ha comportato la necessità di rimandare l’inizio della visita pastorale.
La riunione si è chiusa alle 22.30 dopo la recita della compieta.
Il prossimo consiglio vicariale si terrà il 15 dicembre.