1981
NOTIZIE DI CRONACA
Domenica 4 gennaio 1981, solennità dell'Epifania
Abbiamo festeggiato il Padre Salesiano Don Federico Baggio consacrato Sacerdote a Rosà di Vicenza il 7/12/ 1980 a 57 anni di età dopo circa 30 anni di vita missionaria a Tokyo in Giappone dove nel 1975 ha accolto per un intervento chirurgico il piccolo Marco Pesenti di Giacomo e di Ruggeri Vittoria prodigandosi con tanta generosità per cui si è legato alla famiglia del bambino e a noi tutti con una grande amicizia. Abbiamo vissuto con lui un momento di viva gioia che ha rinnovato il ricordo di Marco ma in maniera ricca di speranza e di fiducia. Presto tornerà nella sua missione di Tokyo a riprendere l'apostolato interrotto per la preparazione richiesta alla sua ordinazione sacerdotale qui in Italia. Noi lo manterremo presente con affetto e riconoscenza nella nostra preghiera con l'augurio che possa moltiplicare ancora per molti anni il bene che ha sempre fatto. Nel pomeriggio abbiamo celebrato un incontro di preghiera coi cresimandi e subito dopo abbiamo assistito a una elevazione musicale offertaci gratuitamente dalla corale di Sedrina-Stabello che si è fatta ammirare suscitando ripetuti applausi. Un vivo ringraziamento al coro e all'organista M° Don Santo Donadoni per la gentile artistica e gratuita prestazione.
Sabato 10 gennaio 1981, Festa della Sacra Famiglia a Carubbo
La solenne circostanza ha riunito come di solito negli anni passati in una sola famiglia gli abitanti della frazione e gli amici sempre fedeli a questo appuntamento riuscito devoto e simpatico anche per la animazione apportata dalle Suore del Divino amore e dal Gruppo di A. C.. Purtroppo l'unica assente fu la neve. Il freddo c'era!
Domenica 11 gennaio 1981, Festa del Battesimo di Gesù
Animatore della festa fu padre Carmine Cerrato, missionario del Divino Amore, salernitano, tornato recentemente dalla Colombia per una breve vacanza. Ha interessato assai i fedeli sul problema missionario facendo rilevare tra l'altro che i 18 milioni di bambini morti anche l'anno scorso di fame sono una grave responsabilità per noi che sciupiamo tonnellate di pane al giorno e montagne di indumenti, di medicinali e di ogni altro genere quotidianamente. Ha ringraziato gli zognesi della loro generosità rinomata e nello stesso tempo li ha esortati a valorizzare le risorse disponibili anche in seguito in favore di tanta gente che muore a causa dell'egoismo di tanta altra che sciupa vergognosamente.
Festa di S. Antonio, il 17/1/1981
Hanno celebrato per la circostanza don Giuseppe Ferrari e don Gian Carlo Bresciani. Ha parlato don Giuseppe col suo solito entusiasmo che dà gioia a tutti. C'è stata frequenza anche di ragazzi e di gente pervenuta dal paese per vivere insieme, nel fascino di quell'ambiente rurale rimasto tuttora genuino, la celebrazione tradizionale che ogni anno si rinnova con semplicità e soddisfazione dei fedeli. S. Antonio è un negoziante di neve, ma questa volta non ha concluso affari. Speriamo torni a riportare la sua merce bianca di cui abbiamo così bisogno anche per la campagna.
Festa di S. Sebastiano sul Monte, il 20/1/1981
Celebra e predica ancora don Giuseppe Ferrari che si diverte e diverte a parlare in bergamasco. È la prima volta che celebra da prete questa festa che ha celebrato tante altre volte da ragazzo coi suoi di S. Sebastiano. In questa circostanza infatti tutti si ritrovano per mandare in fumo coi fumi del vino le liti e i rancori accumulati durante l'anno magari per motivi futili come il fatto di lasciar sconfinare una mucca al pascolo. «Non ho mai capito» ha affermato «perchè i parroci di Zogno se la siano presa tanto contro questa nostra sagra che ci rendeva così felici e ci riuniva tutti da fratelli e da amici a mangiare, a cantare e a ballare insieme nelle stalle senza fare proprio niente di male!» Tra i quadri di un lungo filmato è scaturito quello dei gamberi che una volta abbondavano sul Monte ed erano capaci anche di parlare. Alla gente di Zogno accorsa a chiedere perchè camminassero sempre indietro dettero la risposta: «Hanno sempre camminato così anche i nostri padri!» Don Giuseppe ha concluso: «Non si possa mai dire di voi ciò che i gamberi dicevano di se stessi».
250° di fondazione della Clausura delle Francescane, il 2/2/1981.
È venuto il Vescovo di Bergamo, Mons. Giulio Oggioni, a presiedere la concelebrazione con una quarantina di sacerdoti amici e sostenitori dell'Opera. Durante l'omelia il Vescovo ha dimostrato, servendosi delle lettere di S.ta Chiara a una abbadessa di nome Agnese, che le suore di clausura sono vergini, spose, madri e sorelle di Cristo. Speriamo di esserlo anche noi cristiani! C'è stata la presenza di autorità civili e di alcune religiose. Noi pensiamo che il 2500 di fondazione duri tutto l'anno e speriamo di trovare nell'arco di esso qualche occasione propizia per valorizzare meglio la ricorrenza. Siamo estremamente convinti della necessità di riportare nell'ambito delle nostre comunità i grandi valori insostituibili della vita contemplativa.
Sacro Triduo dei Morti: il 3-4-5 marzo
Ha predicato Padre Giovanni da Peghera ottenendo ascolto e discreta frequenza. Abbiamo dato così il via al nostro impegno di conversione quaresimale che ci riporterà in chiesa parecchie volte ancora per ascoltare la parola di Dio, per vivere insieme la nostra preparazione alla Pasqua promuovendoci tutti alla catechesi e alla pratica di opere buone.
D.G.
Abbiamo festeggiato il Padre Salesiano Don Federico Baggio consacrato Sacerdote a Rosà di Vicenza il 7/12/ 1980 a 57 anni di età dopo circa 30 anni di vita missionaria a Tokyo in Giappone dove nel 1975 ha accolto per un intervento chirurgico il piccolo Marco Pesenti di Giacomo e di Ruggeri Vittoria prodigandosi con tanta generosità per cui si è legato alla famiglia del bambino e a noi tutti con una grande amicizia. Abbiamo vissuto con lui un momento di viva gioia che ha rinnovato il ricordo di Marco ma in maniera ricca di speranza e di fiducia. Presto tornerà nella sua missione di Tokyo a riprendere l'apostolato interrotto per la preparazione richiesta alla sua ordinazione sacerdotale qui in Italia. Noi lo manterremo presente con affetto e riconoscenza nella nostra preghiera con l'augurio che possa moltiplicare ancora per molti anni il bene che ha sempre fatto. Nel pomeriggio abbiamo celebrato un incontro di preghiera coi cresimandi e subito dopo abbiamo assistito a una elevazione musicale offertaci gratuitamente dalla corale di Sedrina-Stabello che si è fatta ammirare suscitando ripetuti applausi. Un vivo ringraziamento al coro e all'organista M° Don Santo Donadoni per la gentile artistica e gratuita prestazione.
Sabato 10 gennaio 1981, Festa della Sacra Famiglia a Carubbo
La solenne circostanza ha riunito come di solito negli anni passati in una sola famiglia gli abitanti della frazione e gli amici sempre fedeli a questo appuntamento riuscito devoto e simpatico anche per la animazione apportata dalle Suore del Divino amore e dal Gruppo di A. C.. Purtroppo l'unica assente fu la neve. Il freddo c'era!
Domenica 11 gennaio 1981, Festa del Battesimo di Gesù
Animatore della festa fu padre Carmine Cerrato, missionario del Divino Amore, salernitano, tornato recentemente dalla Colombia per una breve vacanza. Ha interessato assai i fedeli sul problema missionario facendo rilevare tra l'altro che i 18 milioni di bambini morti anche l'anno scorso di fame sono una grave responsabilità per noi che sciupiamo tonnellate di pane al giorno e montagne di indumenti, di medicinali e di ogni altro genere quotidianamente. Ha ringraziato gli zognesi della loro generosità rinomata e nello stesso tempo li ha esortati a valorizzare le risorse disponibili anche in seguito in favore di tanta gente che muore a causa dell'egoismo di tanta altra che sciupa vergognosamente.
Festa di S. Antonio, il 17/1/1981
Hanno celebrato per la circostanza don Giuseppe Ferrari e don Gian Carlo Bresciani. Ha parlato don Giuseppe col suo solito entusiasmo che dà gioia a tutti. C'è stata frequenza anche di ragazzi e di gente pervenuta dal paese per vivere insieme, nel fascino di quell'ambiente rurale rimasto tuttora genuino, la celebrazione tradizionale che ogni anno si rinnova con semplicità e soddisfazione dei fedeli. S. Antonio è un negoziante di neve, ma questa volta non ha concluso affari. Speriamo torni a riportare la sua merce bianca di cui abbiamo così bisogno anche per la campagna.
Festa di S. Sebastiano sul Monte, il 20/1/1981
Celebra e predica ancora don Giuseppe Ferrari che si diverte e diverte a parlare in bergamasco. È la prima volta che celebra da prete questa festa che ha celebrato tante altre volte da ragazzo coi suoi di S. Sebastiano. In questa circostanza infatti tutti si ritrovano per mandare in fumo coi fumi del vino le liti e i rancori accumulati durante l'anno magari per motivi futili come il fatto di lasciar sconfinare una mucca al pascolo. «Non ho mai capito» ha affermato «perchè i parroci di Zogno se la siano presa tanto contro questa nostra sagra che ci rendeva così felici e ci riuniva tutti da fratelli e da amici a mangiare, a cantare e a ballare insieme nelle stalle senza fare proprio niente di male!» Tra i quadri di un lungo filmato è scaturito quello dei gamberi che una volta abbondavano sul Monte ed erano capaci anche di parlare. Alla gente di Zogno accorsa a chiedere perchè camminassero sempre indietro dettero la risposta: «Hanno sempre camminato così anche i nostri padri!» Don Giuseppe ha concluso: «Non si possa mai dire di voi ciò che i gamberi dicevano di se stessi».
250° di fondazione della Clausura delle Francescane, il 2/2/1981.
È venuto il Vescovo di Bergamo, Mons. Giulio Oggioni, a presiedere la concelebrazione con una quarantina di sacerdoti amici e sostenitori dell'Opera. Durante l'omelia il Vescovo ha dimostrato, servendosi delle lettere di S.ta Chiara a una abbadessa di nome Agnese, che le suore di clausura sono vergini, spose, madri e sorelle di Cristo. Speriamo di esserlo anche noi cristiani! C'è stata la presenza di autorità civili e di alcune religiose. Noi pensiamo che il 2500 di fondazione duri tutto l'anno e speriamo di trovare nell'arco di esso qualche occasione propizia per valorizzare meglio la ricorrenza. Siamo estremamente convinti della necessità di riportare nell'ambito delle nostre comunità i grandi valori insostituibili della vita contemplativa.
Sacro Triduo dei Morti: il 3-4-5 marzo
Ha predicato Padre Giovanni da Peghera ottenendo ascolto e discreta frequenza. Abbiamo dato così il via al nostro impegno di conversione quaresimale che ci riporterà in chiesa parecchie volte ancora per ascoltare la parola di Dio, per vivere insieme la nostra preparazione alla Pasqua promuovendoci tutti alla catechesi e alla pratica di opere buone.
D.G.
IL PAPA GIOVANNI PAOLO II° A BERGAMO
Il 26 aprile scorso, con la venuta del Papa a Bergamo, è stata per noi bergamaschi la festa del Buon Pastore. Così abbiamo visto Papa Giovanni Paolo Il? pellegrino nella terra di Papa Giovanni XXIII° di cui stiamo celebrando il centenario della nascita. Nel Papa attuale abbiamo sentito il ritorno di Papa Giovanni, il papa buono ma fedele alla dottrina di Gesù Cristo, il papa tradizionalista ma che volle il Concilio Vaticano II°, il papa che ha parlato con tutto il mondo per convertirlo a Cristo senza cedimenti di fronte alla verità e alla giustizia, il Papa che ha saputo cavare dal tesoro della sua fede cose antiche e cose nuove. Giovanni Paolo II° è apparso in mezzo a noi come uno splendido messaggio di Papa Giovanni alla sua terra natale carico d'intramontabile affetto e di ammirazione per la famiglia bergamasca così ricca di fede e di sane tradizioni ma purtroppo oggi incrinata da dottrine atee e materialistiche a scapito dei valori umani e cristiani. Il Papa ha fatto vibrare la presenza del Buon Pastore nella sua parola pacata e suadente, nel suo atteggiamento proteso verso la gente accorsa come se avesse voluto abbracciare ciascuno di noi per dirci che ci ama perchè siamo le sue pecorelle. Ecco perchè si è permesso di urlare a perdifiato proprio come fa il pastore con le pecore di cui va alla ricerca. Lui fa proprio il Pastore e non teme l'assalto dei lupi rapaci che affronta deciso senza compromessi e senza rispetto umano provocando la reazione dei laicisti che vorrebbero la morte del pastore per disperderne le pecore. Grazie di cuore a Papa Wojtyla che ha fatto tornare nella sua persona degnissima Papa Giovanni in mezzo a noi per dimostrarci che il Pastore c'è ancora e vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile. Il 13 maggio scorso a pochi giorni della sua visita a Bergamo purtroppo il Papa ha subito in Piazza S. Pietro, dov'era sceso per l'udienza solita del mercoledì, un grave attentato alla sua persona. Gli esprimiamo tutto il nostro dispiacere con l'augurio che possa tornare presto guarito nella stessa Piazza S. Pietro ad abbracciare in mezzo a tutti il fratello pentito da cui è stato gravemente ferito.
DON GIULIO
DON GIULIO
ESAME DI COSCIENZA AD ALTA VOCE A COMMENTO
E A CHIUSURA DELL'ANNO PASTORALE 1980-1981
Al di là dell'impegno di catechesi che viene posto in risalto a parte, la vita pastorale della parrocchia in quest'anno ha raggiunto traguardi da cui sembrava potesse trarre una certa consistenza pratica come ad esempio il lavoro dei gruppi ecclesiali e il loro coordinamento nell'ambito del consiglio pastorale parrocchiale che, senza eccellere con fatti salienti, ha cercato tuttavia di fraternizzare e di rimarcare con puntualità le tappe del cammino liturgico-missionario-caritativo. Ma purtroppo, mentre ci si aspettava un risultato positivo, «Dulcis in fundo», si ha avuto all'opposto un epilogo fallimentare, «In cauda venenum». Il consiglio pastorale parrocchiale infatti, nella sua riunione conclusiva, ha rivelato ancora una volta di più l'incapacità di ascolto che c'è fra noi proprio perchè ciascuno cammina ancora individualisticamente con la propria testa, l'unica giusta di fronte a tutte le altre sbagliate. Non si fa pertanto comunione coi fratelli perchè ci si rifiuta di convertirsi rimanendo arroccati ciascuno sulle proprie posizioni personalistiche e settarie colpiti dall'eterna eresia del dogmatismo, a volte persino fanatico, di chi per le proprie belle idee, o fissaggini, sacrifica volentieri le persone. Lo scopo della pastorale, sotto qualsiasi aspetto la si voglia considerare, è la nostra conversione, quella che non possono fare gli altri per noi, per metterei in grado di poter essere in comunione con tutti. È in fin dei conti l'unica maniera possibile per promuovere il regno di Dio fra noi, o, diciamo più semplicemente, di fare la chiesa: convertirsi per convertire. Cosa si potrà fare a settembre all'inizio dell'anno pastorale nuovo? Dovremo tornare da capo! Dovremo ritrovarci per leggere in chiave di fede la nostra piccola storia coi suoi piccoli successi e coi suoi grandi insuccessi cercando di individuarne umilmente le cause. Torneremo comunque a Dio soltanto se avremo il coraggio di tornare ai fratelli che abbiamo rifiutato. Se « ... la via quotidiana della chesa è l'uomo ... » come afferma Giovanni Paolo II°, il cristiano che voglia essere fedele al proprio impegno pastorale non potrà sceglierne un'altra. Si tratterà logicamente di rimarcare questo cammino in Gesù Cristo quale unico modello per l'uomo nuovo che siamo chiamati a costruire insieme. Dovremo infliggere ancora un colpo per abbattere la nostra indipendenza da Dio e dai fratelli, per vincere la tirannide della nostra autosufficienza che ci isola tuttora da Dio e continua a isolarci dagli uomini.
DON GIULIO
DON GIULIO
IN OCCASIONE DELLA FESTA PATRONALE DI S. LORENZO M., IL 10 AGOSTO
Abbiamo festeggiato in quest'anno anche il 25° di Sacerdozio di Don Giuseppe Ferrari e il 40° di Sacerdozio di Mons. Gaspare Cortinovis. Ha presieduto la solenne concelebrazione delle ore 9,30 e la tradizionale processione pomeridiana Mons. Gaspare che ha pronunciato anche i discorsi di circostanza improntati sui motivi che hanno raccolto tutta la popolazione in festa: il Sacerdozio Cattolico e il Santo Martire Lorenzo Patrono della nostra Parrocchia. La festa patronale è ancora sentita come sagra di paese, ma spiritualmente corre il rischio di essere una delle solennità più trasandate dell'anno. Ecco l'epigrafe dettata da Mons. Gaspare per il 25° di Don Giuseppe.
a.d.IV Idus Augustas MCMLXXXI Sollemnitate Divi Laurentii Martyris Quem societatis Paroeciae ac Civitatis Patronum Maiores creavére lucescente JOSEPHUM FERRARI primaeva Sacerdotii Sui gaudia quinque post lustra renovantem Zonienses una cum Julio Gabanelli Praeposito pergrato atque ex insignì pago Sacerdotibus prognatis summa laetitia circumstantes Supernum Pastorem Qui divinis muneribus compleat deprecantur. DON G. CORTINOVIS 10 AGOSTO 1981 Ricorrendo la Solennità di S. Lorenzo Martire che gli Antenati hanno scelto come Patrono della Comunità Parrocchiale e Comunale, il popolo di Zogno assieme al suo benamato Prevosto Don Giulio Gabanelli e ai Sacerdoti nativi di questa illustre cittadina, stringendosi con la più grande gioia intorno a Don Giuseppe Ferrari che dopo 25 anni rinnova i primi gaudii sacerdotali, prega il Supremo Pastore che lo ricolmi di ogni celeste benedizione. |
DON GIUSEPPE È STATO POI FESTEGGIATO IN MODO PARTICOLARE
Anche dai suoi coetanei, il 30 agosto. Essi hanno fatto corona attorno a lui nella celebrazione della santa Messa delle ore 9,30 e 11. In tale circostanza gli hanno fatto dono di un calice artistico a ricordo del suo 25° di sacerdozio. Don Giuseppe, dopo un anno di angosciosa attesa, riparte per la Bolivia dove ha lasciato il cuore. Il Vescovo gli concede qualche mese di vacanza, il tempo necessario per salutare i suoi boliviani, riprendere i bagagli e tornarsene definitivamente portandosi dietro questa volta anche il cuore. Noi tuttavia pensiamo che se don Giuseppe riparte non si farà certo rivedere per qualche anno ancora. Speriamo non ci venga rispedito a casa a mezzo pompe funebri (sia pure come martire di Cristo)!
D.G.
D.G.
PIANO PASTORALE «COMUNIONE E COMUNIT À» 1981-1982 E SEGUENTI
Il nostro Vescovo Mons. Giulio Oggioni ci ha fornito tempestivamente una traccia del piano pastorale per il 1981-1982 «Comunione e Comunità nella Famiglia Chiesa Domestica» che va a inserirsi nel piano pastorale italiano proposto dalla CEI, destinato a durare circa dieci anni. Il Vescovo ci invita a evangelizzare la famiglia giovane come impegno pastorale nel prossimo anno quale continuazione del piano dello scorso anno «Evangelizzazione e famiglia». La proposta del Vescovo si divide in tre parti. Nella prima parte tratta l'argomento «Comunione e Comunità nella Famiglia, Chiesa Domestica» sotto l'aspetto dottrinale facendo tuttavia solo alcune annotazioni perchè rinvia al documento della CEI per l'anno 81-82 e al piano pastorale 78-79 «Comunità e catechesi». Precisa che prima di parlare di comunità bisogna parlare di comunione.
La comunione soprannaturale, che si fonda nel sacramento del battesimo come I° sacramento e dell'eucaristia come sacramento perfetto, unisce l'uomo a Dio e in Dio unisce, gli uomini tra di loro. Diventa totale quando accanto alla fede e ai sacramenti c'è la grazia.
La comunione poi richiede di esprimersi in una comunità di fede che è la Chiesa particolare (diocesi) costituita da parrocchie che aggruppano famiglie cristiane.
Rispetto alla famiglia la comunione si fonda sulla fede-amore dei coniugi uniti col sacramento del matrimonio, segno spensale di Cristo con la Chiesa. Si accenna alla garanzia giuridica della comunità-famiglia fondata nel diritto civile-canonico. Si afferma poi a conclusione di questa prima parte che è indispensabile dare alla famiglia la garanzia di una casa spaziosa internamente ed esternamente che non condizioni lo sviluppo e l'attività familiare.
Nella seconda parte il Vescovo parla della situazione della famiglia oggi che presenta aspetti negativi e positivi rispetto alla famiglia del passato. La famiglia è in profonda crisi di trasformazione sul piano socioculturale e sul piano propriamente cristiano. Scaturisce una nuova immagine di donna; c'è il rifiuto del vincolo coniugale con ammissione di libere convivenze; cresce la conflittualità tra la coppia e tra i genitori e i figli; ridotto il numero dei figli. La secolarizzazione sconfina spesso con la laicizzazione che provoca nella famiglia l'abbandono e la negazione dei valori cristiani. Tra gli aspetti positivi si segnala una maggiore coscientizzazione e convinzione nei componenti della famiglia che si pongono tra loro in dialogo.
Nella terza parte il Vescovo ci offre delle indicazioni pastorali di comunione e di comunità nella famiglia giovane. Le linee fondamentali sono già state indicate dal piano pastorale 80-81.
Per tutte le coppie giovani occorre organizzare una catechesi organica come itinerario di fede sotto la guida del parroco, dei sacerdoti in loco, delle religiose e dei laici competenti e capaci.
In occasione dei sacramenti di iniziazione occorre coinvolgere i genitori dei bambini interessati con incontri e celebrazioni apposite. Per alcune categorie di genitori si suggeriscono celebrazioni anniversarie, e, per coppie più sensibili, anche incontri di formazione residenziali. Si insiste per l'apertura delle famiglie all'affido o adozione.
Si conclude la traccia con dei suggerimenti generali.
a) Le iniziative indicate devono essere accessibili alle giovani coppie di tutta la diocesi.
b) Tali iniziative devono essere animate dal parroco con la collaborazione dei sacerdoti, delle religiose e dei laici, come già detto.
c) Per promuovere la pastorale delle famiglie giovani occorrono attrezzature almeno minime. Al centro diocesi abbiamo l'ufficio famiglia e il consultorio; nel vicariato un sacerdote animatore accanto al vicario coadiuvati da coppie e laici impegnati. Si pensa anche a consultori nell'ambito dei vicariati.
L'intera parrocchia deve essere informata di tutte queste attività, magari in occasione di celebrazioni come nella festa della Sacra Famiglia.
D.G.
La comunione soprannaturale, che si fonda nel sacramento del battesimo come I° sacramento e dell'eucaristia come sacramento perfetto, unisce l'uomo a Dio e in Dio unisce, gli uomini tra di loro. Diventa totale quando accanto alla fede e ai sacramenti c'è la grazia.
La comunione poi richiede di esprimersi in una comunità di fede che è la Chiesa particolare (diocesi) costituita da parrocchie che aggruppano famiglie cristiane.
Rispetto alla famiglia la comunione si fonda sulla fede-amore dei coniugi uniti col sacramento del matrimonio, segno spensale di Cristo con la Chiesa. Si accenna alla garanzia giuridica della comunità-famiglia fondata nel diritto civile-canonico. Si afferma poi a conclusione di questa prima parte che è indispensabile dare alla famiglia la garanzia di una casa spaziosa internamente ed esternamente che non condizioni lo sviluppo e l'attività familiare.
Nella seconda parte il Vescovo parla della situazione della famiglia oggi che presenta aspetti negativi e positivi rispetto alla famiglia del passato. La famiglia è in profonda crisi di trasformazione sul piano socioculturale e sul piano propriamente cristiano. Scaturisce una nuova immagine di donna; c'è il rifiuto del vincolo coniugale con ammissione di libere convivenze; cresce la conflittualità tra la coppia e tra i genitori e i figli; ridotto il numero dei figli. La secolarizzazione sconfina spesso con la laicizzazione che provoca nella famiglia l'abbandono e la negazione dei valori cristiani. Tra gli aspetti positivi si segnala una maggiore coscientizzazione e convinzione nei componenti della famiglia che si pongono tra loro in dialogo.
Nella terza parte il Vescovo ci offre delle indicazioni pastorali di comunione e di comunità nella famiglia giovane. Le linee fondamentali sono già state indicate dal piano pastorale 80-81.
Per tutte le coppie giovani occorre organizzare una catechesi organica come itinerario di fede sotto la guida del parroco, dei sacerdoti in loco, delle religiose e dei laici competenti e capaci.
In occasione dei sacramenti di iniziazione occorre coinvolgere i genitori dei bambini interessati con incontri e celebrazioni apposite. Per alcune categorie di genitori si suggeriscono celebrazioni anniversarie, e, per coppie più sensibili, anche incontri di formazione residenziali. Si insiste per l'apertura delle famiglie all'affido o adozione.
Si conclude la traccia con dei suggerimenti generali.
a) Le iniziative indicate devono essere accessibili alle giovani coppie di tutta la diocesi.
b) Tali iniziative devono essere animate dal parroco con la collaborazione dei sacerdoti, delle religiose e dei laici, come già detto.
c) Per promuovere la pastorale delle famiglie giovani occorrono attrezzature almeno minime. Al centro diocesi abbiamo l'ufficio famiglia e il consultorio; nel vicariato un sacerdote animatore accanto al vicario coadiuvati da coppie e laici impegnati. Si pensa anche a consultori nell'ambito dei vicariati.
L'intera parrocchia deve essere informata di tutte queste attività, magari in occasione di celebrazioni come nella festa della Sacra Famiglia.
D.G.
BUON NATALE!
Col suo incantesimo mondano il Natale non ci faccia dimenticare l'uomo che soffre e che muore - anche senza poter nascere - in cui Cristo Gesù torna sempre a incarnarsi per esserne il Salvatore. Per volontà divina infatti è sempre Natale per ogni uomo, sia che nasca e sia che muoia perchè raggiunto da Dio fin dal primo istante della sua esistenza e non è abbandonato da Dio neppure nella sua morte. Per volontà umana purtroppo spesso la luce del Natale è soffocata perchè l'uomo di fronte alla vita sceglie incredibilmente la morte! Sono diverse le maniere con cui l'uomo sceglie la morte per sè e per i fratelli. Noi pensiamo subito alla guerra, alla fame, al terrorismo, a tutte le violenze materiali e morali, alla droga, alla prostituzione, all'aborto, ecc. Ma la causa di tutti questi effetti è il peccato! Rimane sempre questa la prima e l'ultima causa della rovina di tutta l'umanità! Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto a togliere proprio questa causa di ogni nostro male, il peccato! Per poter fare Natale non basta pertanto la volontà di Dio ma si esige anche la volontà dell'uomo. Bisogna cioè che ciascuno di noi si impegni con l'aiuto della grazia di Cristo a togliere il proprio peccato che continua a essere causa di morte anche per tutti i nostri fratelli. Ogni peccato infatti è l'atto con cui l'uomo rifiuta la volontà di Dio e ne rinnega la salvezza. Gesù Cristo è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, Egli può fare Natale con noi solo se accogliamo il suo messaggio di amore e accettiamo di fare con Lui la volontà del Padre convertendoci dal nostro peccato e tornando all'osservanza dei suoi comandamenti. Buon Natale a tutti di vero cuore!
DON GIULIO G.
DON GIULIO G.