2001
DON ANGELO VIGANI - NUOVO PARROCO DI ZOGNO
Don Angelo è nato a Trescore B. il 10-04-1946; è stato ordinato sacerdote il 27-06-1970. Coadiutore parrocchiale a Foresto Sparso dal 1970 al 1974; ad Arcene dal 1974 al 1980; Parroco di Somendenna dal 1980 al 1989. Amministratore parrocchiale di Miragolo S. Marco e S. Salvatore dal 1980 al 1986. Parroco di Alzano Sopra dal 1989 al 2001. Parroco di Zogno dal 2001. |
Il saluto di don Angelo che arriva
Carissimi zognesi,
le cose da esprimere sono così numerose che non so da dove cominciare. Non è facile comunicare con chi non si conosce. Ho già vissuto quasi dieci anni a Zogno, ma il mio compito pastorale mi ha portato a Somendenna e Miragolo e lì avevo la possibilità di osservarvi dall’alto. Vengo tra voi per stare con voi e insieme a voi cercare il senso della vita che Gesù Cristo ci ha svelato camminando in questo mondo. Il parroco è chiamato pastore perché deve essere colui che cammina davanti, colui che si interessa al vero bene di tutti, che cerca di indicare il sentiero giusto e soprattutto lo percorre lui per primo. Di questi pastori voi avete un’esperienza ben stampata nel cuore. Don Giulio è ancora qui in mezzo a noi e in 31 anni ha vissuto un lungo periodo di dedizione e di servizio. Don Lucio non ha avuto il tempo di cominciare che già viene richiamato ad altro incarico. Quello che ci deve interessare è l’essere Chiesa. E l’unica realtà che contraddistingue una Comunità Cristiana, è il continuo riferimento a Gesù Cristo come base e alimento, pietra fondamentale della costruzione spirituale che è la Chiesa. Noi saremo Comunità Cristiana se scopriremo come vivere da credenti, se cureremo l’approfondimento della Rivelazione (cioè del dono dell’ annuncio che Dio ci ha messo in mano -fides ex auditu -la fede viene dall’ascolto ), se questa Rivelazione continuamente risuonerà nei nostri cuori e troverà spazio nel quotidiano. Non si è Chiesa solo quando si va a Messa, ma quando la Messa è ogni istante della giornata perché la Parola illumina le parole, perché il Cristo conduce ai fratelli, ci aiuta a incontrare in modo nuovo, con la disponibilità dei servi (diaconi -S. Lorenzo era un diacono) ogni persona, credente e no. Nel nostro lavoro dobbiamo essere consapevoli di partecipare alla creazione di un mondo che Dio vuole realizzare anche attraverso di noi... Una grande responsabilità la Chiesa, amici carissimi, che va incontrata e fatta incontrare, riconosciuta come madre da figli che si sentono chiamati a realizzare il progetto che viene dal Padre che è comunicare la buona notizia di Cristo salvatore del mondo a chi incontriamo. Possiamo dire tutti che ci interessa la Chiesa e che vogliamo essere Chiesa insieme? Che ci vogliamo impegnare a renderla sempre più splendente, senza rughe, permettendo al Signore di perdonarci buttando fuori dal nostro cuore tutte le ragnatele che si sono depositate e che non permettono al volto di Cristo di risplendere attraverso il nostro volto? I vescovi italiani ci hanno dato il compito dei prossimi dieci anni: “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Che cambi il mondo ce ne siamo accorti da un po’ di tempo. Eppure facciamo finta di essere sempre uguali noi: non abbiamo il coraggio di ammettere che il mondo è cambiato perchè siamo cambiati noi. Abbiamo una convinzione a rischio, superficiale, “poco convinta”. E allora ci apriamo al nuovo perché è nuovo non perché porta a vivere meglio dimenticando la fede. Diciamo di credere, ma la nostra è una religiosità più fondata su alcune abitudini che non su Gesù Cristo, pietra angolare della nostra vita. Vi ho scritto solo alcuni pensieri in me ricorrenti in questi giorni di programmazione pastorale. Tra poco il nostro vescovo ci affiderà il Piano Pastorale del nuovo anno e ci impegnerà a riflettere sulla morale sociale, sul come vivere la fede in pratica nel nostro quotidiano. Avremo modo di conoscerci e insieme cercheremo di voler bene al Signore e di imparare a volerci bene vicendevolmente. Saluto da qui i sacerdoti che operano nella nostra comunità: in particolare saluto e ringrazio don Lucio che ha lavorato in questi due anni, don Paolo che sta portando avanti l’annuncio tra i giovani, don Ettore (mio predecessore a Miragolo) e don Gianfranco (mio predecessore a Somendenna) collaboratori preziosissimi, ed il “Patriarca” don Giulio che mi farà da Padrino per l’ingresso. Saluto anche il mio vecchio professore di seminario Mons. Gaspare che ha sempre Zogno nei suoi pensieri. Un saluto specialissimo agli anziani delle case di riposo di Zogno e di Laxolo, alle sorelle che operano nelle case di riposo, ai medici e agli infermieri, alle suore di clausura a cui chiedo un aiuto particolare nella preghiera. Dal notiziario rivolgo un saluto anche al sindaco e a tutta l’Amministrazione: siamo tutti a servizio della comunità e lavoriamo per il bene delle persone. Auguro buon lavoro a tutti i collaboratori della Parrocchia, dai catechisti agli operatori della carità, a chi opera per la liturgia, a chi si impegna a tener puliti gli ambienti: spero che ognuno trovi il suo ruolo nella grande famiglia della Parrocchia.
Auguri a tutti e grazie
Angelo prete
le cose da esprimere sono così numerose che non so da dove cominciare. Non è facile comunicare con chi non si conosce. Ho già vissuto quasi dieci anni a Zogno, ma il mio compito pastorale mi ha portato a Somendenna e Miragolo e lì avevo la possibilità di osservarvi dall’alto. Vengo tra voi per stare con voi e insieme a voi cercare il senso della vita che Gesù Cristo ci ha svelato camminando in questo mondo. Il parroco è chiamato pastore perché deve essere colui che cammina davanti, colui che si interessa al vero bene di tutti, che cerca di indicare il sentiero giusto e soprattutto lo percorre lui per primo. Di questi pastori voi avete un’esperienza ben stampata nel cuore. Don Giulio è ancora qui in mezzo a noi e in 31 anni ha vissuto un lungo periodo di dedizione e di servizio. Don Lucio non ha avuto il tempo di cominciare che già viene richiamato ad altro incarico. Quello che ci deve interessare è l’essere Chiesa. E l’unica realtà che contraddistingue una Comunità Cristiana, è il continuo riferimento a Gesù Cristo come base e alimento, pietra fondamentale della costruzione spirituale che è la Chiesa. Noi saremo Comunità Cristiana se scopriremo come vivere da credenti, se cureremo l’approfondimento della Rivelazione (cioè del dono dell’ annuncio che Dio ci ha messo in mano -fides ex auditu -la fede viene dall’ascolto ), se questa Rivelazione continuamente risuonerà nei nostri cuori e troverà spazio nel quotidiano. Non si è Chiesa solo quando si va a Messa, ma quando la Messa è ogni istante della giornata perché la Parola illumina le parole, perché il Cristo conduce ai fratelli, ci aiuta a incontrare in modo nuovo, con la disponibilità dei servi (diaconi -S. Lorenzo era un diacono) ogni persona, credente e no. Nel nostro lavoro dobbiamo essere consapevoli di partecipare alla creazione di un mondo che Dio vuole realizzare anche attraverso di noi... Una grande responsabilità la Chiesa, amici carissimi, che va incontrata e fatta incontrare, riconosciuta come madre da figli che si sentono chiamati a realizzare il progetto che viene dal Padre che è comunicare la buona notizia di Cristo salvatore del mondo a chi incontriamo. Possiamo dire tutti che ci interessa la Chiesa e che vogliamo essere Chiesa insieme? Che ci vogliamo impegnare a renderla sempre più splendente, senza rughe, permettendo al Signore di perdonarci buttando fuori dal nostro cuore tutte le ragnatele che si sono depositate e che non permettono al volto di Cristo di risplendere attraverso il nostro volto? I vescovi italiani ci hanno dato il compito dei prossimi dieci anni: “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Che cambi il mondo ce ne siamo accorti da un po’ di tempo. Eppure facciamo finta di essere sempre uguali noi: non abbiamo il coraggio di ammettere che il mondo è cambiato perchè siamo cambiati noi. Abbiamo una convinzione a rischio, superficiale, “poco convinta”. E allora ci apriamo al nuovo perché è nuovo non perché porta a vivere meglio dimenticando la fede. Diciamo di credere, ma la nostra è una religiosità più fondata su alcune abitudini che non su Gesù Cristo, pietra angolare della nostra vita. Vi ho scritto solo alcuni pensieri in me ricorrenti in questi giorni di programmazione pastorale. Tra poco il nostro vescovo ci affiderà il Piano Pastorale del nuovo anno e ci impegnerà a riflettere sulla morale sociale, sul come vivere la fede in pratica nel nostro quotidiano. Avremo modo di conoscerci e insieme cercheremo di voler bene al Signore e di imparare a volerci bene vicendevolmente. Saluto da qui i sacerdoti che operano nella nostra comunità: in particolare saluto e ringrazio don Lucio che ha lavorato in questi due anni, don Paolo che sta portando avanti l’annuncio tra i giovani, don Ettore (mio predecessore a Miragolo) e don Gianfranco (mio predecessore a Somendenna) collaboratori preziosissimi, ed il “Patriarca” don Giulio che mi farà da Padrino per l’ingresso. Saluto anche il mio vecchio professore di seminario Mons. Gaspare che ha sempre Zogno nei suoi pensieri. Un saluto specialissimo agli anziani delle case di riposo di Zogno e di Laxolo, alle sorelle che operano nelle case di riposo, ai medici e agli infermieri, alle suore di clausura a cui chiedo un aiuto particolare nella preghiera. Dal notiziario rivolgo un saluto anche al sindaco e a tutta l’Amministrazione: siamo tutti a servizio della comunità e lavoriamo per il bene delle persone. Auguro buon lavoro a tutti i collaboratori della Parrocchia, dai catechisti agli operatori della carità, a chi opera per la liturgia, a chi si impegna a tener puliti gli ambienti: spero che ognuno trovi il suo ruolo nella grande famiglia della Parrocchia.
Auguri a tutti e grazie
Angelo prete
IL PIANO PASTORALE
Tema: «La Chiesa in rapporto con il mondo d'oggi»
Clicca qui per modificare.Ogni anno ci troviamo a far conoscenza a un piano pastorale proposto dal Vescovo per tutta la Diocesi, e quindi, anche per noi. Facciamo fatica a cambiare prospettive, itinerari, motivo di approfondimenti: ci sembra di dover correre sempre dietro alla novità con il rischio di non approfondire niente. E un rischio che non dobbiamo correre, altrimenti ci ritroveremo presto vuoti e senza voglia di intraprendere qualsiasi strada. Tema: La Chiesa in rapporto con il mondo di oggi. Si parte mettendo al centro il fondamento della Chiesa, cioè Cristo in dialogo con Pilato. "Dunque tu sei re?”, chiede Pilato. L'uomo ha sempre avuto a che fare con il potere e va da sempre alla ricerca di padroni, anche se pensa di essersene liberato da tempo. Le schiavitù moderne (che poi di moderno hanno solo il fatto di succedere adesso, ma ripetono tante schiavitù che l’umanità ha provato lungo i secoli) ci interpellano e ci chiedono di dare risposte chiare e senza mezzi termini. Diogene andava alla ricerca dell’uomo e noi lo troviamo, forse, se ci fidiamo di chi ha fatto l’uomo e si è fatto uomo, di chi continua a stare dalla parte dell’uomo. Cristo-re ci conduce a essere signori, ad essere come Dio, ad essere figli di Dio. Trascorso il periodo dei santi e dei morti, invitati a meditare sui grandi misteri dell’esistere, ora ci incamminiamo speditamente verso l’Avvento e il Natale, verso la festa del Figlio e dei figli, che e anche la festa del Padre-Madre-Dio nostro. Inizio la catechesi degli adulti e giovani nel periodo dell’Avvento: sarà sulla parola di Dio della domenica successiva e ci faremo aiutare dallo stile della lectio divina con approfondimenti e riflessioni. Ho cercato di farmi aiutare a scegliere la sera giusta per non accavallare questa iniziativa che dovrebbe aiutare tutti noi a prepararci a celebrare con più attenzione perché più peparati il giorno del Signore, e la sera quasi giusta sembra il mercoledì (tranne quello della scuola di preghiera che seguiremo a Romacolo).
Buon cammino
QUINDI CATECHESI ADULTI
da Mercoledì 28 novembre ore 15,00 e 20,30 in Oratorio
“È facile illudersi che la riforma della comunità ecclesiale e dei singoli possa realizzarsi automaticamente mediante la trasformazione delle pratiche pastorali. La riforma si realizza soltanto se questi mutamenti - necessari - sono determinati da una vera volontà d’immergersi maggiormente nel mistero di Gesù Cristo, e se generano l’autentica conversione del cuore della comunità e dei suoi membri.
... Perciò soltanto ricentrandoci su Colui che é il Vangelo, ripensandolo e rivivendolo - come comunità e singoli credenti - all’interno delle domande, speranze e sfide odierne, saremo in grado di permettergli di intercettare e illuminare la ricerca dei nostri fratelli”.
Approfondiamo ciò che scrive il Vescovo.
Nella premessa ci aiuta a collegarci con i piani pastorali degli anni precedenti in cui si è tentato di “trovare una coerenza interna e fedele al Vangelo e un’efficacia per gli uomini d’oggi.
L’itinerario a volte faticoso, si lascia guidare dalle linee indicate dal Concilio Vaticano II, mentre grandi capitoli della vita cristiana: la Parola, il Rito, la Testimonianza delia Carità”.
Nella prima parte siamo invitati a partire dalle attività delle nostre comunità; dobbiamo rileggere le pratiche pastorali. Il nostro intento pastorale è quello di verificare come nasce e come si sviluppa l’organizzazione sociale e culturale, poiché essa non accade spontaneamente o casualmente, ma dipende per lo più dalle scelte umane. Queste coinvolgono la testimonianza
della carità, della quale la politica e l’impegno sociale divengono luoghi essenziali.
Il programma pastorale chiede a ogni comunità di rileggere quanto fa nel campo della morale sociale e di rivedere i criteri di attenzione alla testimonianza della carità nella ricerca del bene comune e nell’evangelizzazione del sociale.
Proviamo a rivedere questi temi:
1 La tradizione cattolica è un patrimonio importante nella coscienza civile italiana.
Come è riconosciuto oggi?
2 Ogni parrocchia è un’istituzione, si rapporta a realtà sociali e gestisce istituzioni significative dal punto di vista sociale come scuole, oratori, case di riposo, centri di ascolto, centri sportivi...
3 Bisogna avere una corretta considerazione del rapporto con il territorio e con le istituzioni sociali...
4- C’è anche il settore della trasparenza e della legalità: come ci comportiamo riguardo al fisco, al rispetto dello statuto dei lavoratori, della competenza gestionale.
5 Come la comunità interpreta il bene comune.
6 Come si formano le persone per la gestione della Cosa pubblica?
7 Come la comunità partecipa alla gestione della Cosa pubblica?
8 II volontariato e la gestione dei servizi comunitari...
9 Come ci si muove nella scuola?
Buon cammino
QUINDI CATECHESI ADULTI
da Mercoledì 28 novembre ore 15,00 e 20,30 in Oratorio
“È facile illudersi che la riforma della comunità ecclesiale e dei singoli possa realizzarsi automaticamente mediante la trasformazione delle pratiche pastorali. La riforma si realizza soltanto se questi mutamenti - necessari - sono determinati da una vera volontà d’immergersi maggiormente nel mistero di Gesù Cristo, e se generano l’autentica conversione del cuore della comunità e dei suoi membri.
... Perciò soltanto ricentrandoci su Colui che é il Vangelo, ripensandolo e rivivendolo - come comunità e singoli credenti - all’interno delle domande, speranze e sfide odierne, saremo in grado di permettergli di intercettare e illuminare la ricerca dei nostri fratelli”.
Approfondiamo ciò che scrive il Vescovo.
Nella premessa ci aiuta a collegarci con i piani pastorali degli anni precedenti in cui si è tentato di “trovare una coerenza interna e fedele al Vangelo e un’efficacia per gli uomini d’oggi.
L’itinerario a volte faticoso, si lascia guidare dalle linee indicate dal Concilio Vaticano II, mentre grandi capitoli della vita cristiana: la Parola, il Rito, la Testimonianza delia Carità”.
Nella prima parte siamo invitati a partire dalle attività delle nostre comunità; dobbiamo rileggere le pratiche pastorali. Il nostro intento pastorale è quello di verificare come nasce e come si sviluppa l’organizzazione sociale e culturale, poiché essa non accade spontaneamente o casualmente, ma dipende per lo più dalle scelte umane. Queste coinvolgono la testimonianza
della carità, della quale la politica e l’impegno sociale divengono luoghi essenziali.
Il programma pastorale chiede a ogni comunità di rileggere quanto fa nel campo della morale sociale e di rivedere i criteri di attenzione alla testimonianza della carità nella ricerca del bene comune e nell’evangelizzazione del sociale.
Proviamo a rivedere questi temi:
1 La tradizione cattolica è un patrimonio importante nella coscienza civile italiana.
Come è riconosciuto oggi?
2 Ogni parrocchia è un’istituzione, si rapporta a realtà sociali e gestisce istituzioni significative dal punto di vista sociale come scuole, oratori, case di riposo, centri di ascolto, centri sportivi...
3 Bisogna avere una corretta considerazione del rapporto con il territorio e con le istituzioni sociali...
4- C’è anche il settore della trasparenza e della legalità: come ci comportiamo riguardo al fisco, al rispetto dello statuto dei lavoratori, della competenza gestionale.
5 Come la comunità interpreta il bene comune.
6 Come si formano le persone per la gestione della Cosa pubblica?
7 Come la comunità partecipa alla gestione della Cosa pubblica?
8 II volontariato e la gestione dei servizi comunitari...
9 Come ci si muove nella scuola?
La crescita di una Comunità non si improvvisa
Si apre il cuore alla Parola
Dieci giorni che sono a Zogno e mi telefona un giornalista a chiedermi notizie sul paese, su quello di cui ha bisogno e sui desideri ecc... Non ci si rende conto neanche della realtà che già si è invitati a dare risposte, a cercare soluzioni, a comunicare chissà quali programmi... Lo so che è il tempo della fretta, ma la crescita di una Comunità non si improvvisa. Si semina, si lavora, ci si incontra, si apre il cuore alla PAROLA, si lascia parlare chi ci conosce, si va alla scuola del MAESTRO UNICO che è GESÙ CRISTO e poi si sa che è LUI che fa crescere. Quello che conta è seminare.
A scuola di preghiera
Sono andato alla scuola di preghiera. Mi sembra lodevole l’impegno di mettersi in cammino per tutto l’anno per scoprire l’Eucaristia. Se vi partecipassero i genitori dei bambini che si stanno preparando a ricevere i sacramenti dell’iniziazione, in modo particolare Riconciliazione ed Eucaristia! Un’ora e mezzo di approfondimento e di contemplazione. Qui si costruisce la Chiesa: basta crederci. Lo so che qualcuno potrebbe obbiettare: “Sono cose teoriche, quando si va poi in famiglia ci sono le difficoltà di comprensione, di aiuto reciproco...”. Lo so che ci sono queste difficoltà: ma se ci si fonda, se la nostra vita è radicata sulla roccia (Cristo), le difficoltà, sicuramente, le superiamo:
INVITO QUINDI I GENITORI DEI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE A TROVARE IL TEMPO DI PARTECIPARE A ROMACOLO ALLA SCUOLA DI PREGHIERA.
Capiranno essi stessi cosa significa vivere la messa e riusciranno a farsi portavoce dell’annuncio ai loro figli sulla Messa e sull’Eucaristia.
Angelo prete
A scuola di preghiera
Sono andato alla scuola di preghiera. Mi sembra lodevole l’impegno di mettersi in cammino per tutto l’anno per scoprire l’Eucaristia. Se vi partecipassero i genitori dei bambini che si stanno preparando a ricevere i sacramenti dell’iniziazione, in modo particolare Riconciliazione ed Eucaristia! Un’ora e mezzo di approfondimento e di contemplazione. Qui si costruisce la Chiesa: basta crederci. Lo so che qualcuno potrebbe obbiettare: “Sono cose teoriche, quando si va poi in famiglia ci sono le difficoltà di comprensione, di aiuto reciproco...”. Lo so che ci sono queste difficoltà: ma se ci si fonda, se la nostra vita è radicata sulla roccia (Cristo), le difficoltà, sicuramente, le superiamo:
INVITO QUINDI I GENITORI DEI BAMBINI DELLA PRIMA COMUNIONE A TROVARE IL TEMPO DI PARTECIPARE A ROMACOLO ALLA SCUOLA DI PREGHIERA.
Capiranno essi stessi cosa significa vivere la messa e riusciranno a farsi portavoce dell’annuncio ai loro figli sulla Messa e sull’Eucaristia.
Angelo prete