2022
Puglia 2021: vita insieme per puntare in alto
Dal 18 al 25 luglio, noi ragazzi di Zogno 2006 e 2007, abbiamo fatto un’esperienza unica... Alle 22:00 circa del 18/07 siamo partiti in pullman per arrivare in un piccolo e tranquillo paesino in provincia di Foggia: Marina di Lesina. Ci aspettava un lungo viaggio che sembrava interminabile ma, dopo 8 infinite ore, siamo giunti a destinazione. Risiedevamo in una grande casa di tre piani e, appena arrivati, ci siamo tutti sistemati, divisi nelle rispettive camerate e fatto un tour della casa. Al piano terra c’era la cucina dove Lucio e Claudia ci stupivano ogni giorno con i loro squisiti menù a base di primo, secondo e spesso aggiungevano anche il dolce. A fianco della cucina c’era la sala dove mangiavamo e condividevamo momenti tutti insieme. Nel cortile invece, avevamo un grande campo da calcio, una piscina che sfortunatamente non abbiamo potuto utilizzare per via delle dimensioni, alcuni tavoli per i tornei di carte e altro spazio per giocare. Durante il pomeriggio del primo giorno ci siamo recati nella nostra spiaggetta privata e, nonostante il vento tirasse e il mare era tutto tranne che calmo, abbiamo fatto un bagno tra le onde che erano quasi il doppio di noi. La sera invece abbiamo giocato al cervellone divisi in squadre e la mia non ha vinto. Ovviamente, abbiamo giocato e ci siamo divertiti dopo aver faticato: infatti, prima, sempre divisi in gruppi, abbiamo svolto le faccende domestiche per tenere pulita ed in ordine la casa. Alle 11 di sera ormai colmi di sonno siamo andati a letto, stanchi del lungo viaggio. Alle 8 del mattino di martedì eravamo tutti svegli , nelle camerate si sentiva già un profumino.. Infatti la colazione era già pronta che ci stava aspettando. Dopo colazione abbiamo fatto delle attività di condivisione riguardanti le nostre attitudini e, nel pomeriggio, siamo andati ad un campo avventura che distanziava circa un’ oretta dalla nostra casa. La sera invece abbiamo visto un film della Disney ambientato alle cinque Terre di cui si è parlato parecchio quest’estate:
Luca
L’ho trovato molto interessante, divertente e con, soprattutto, una morale non scontata. Parlava infatti della diversità e di come ci possa intimorire ciò che non conosciamo quando, al contrario, dovremmo esserne curiosi. Alle sei del mattino di mercoledì stavamo già facendo colazione tutti assonnati con delle occhiaie enormi.. ci eravamo svegliati presto perché dovevamo visitare una delle città più belle di tutta Italia e no, non parlo di Zogno, ma bensì di Matera. Il pomeriggio a Matera abbiamo svolto il ‘grande gioco ‘ e siamo andati alla ricerca di alcuni edifici dove, ci aspettavamo delle prove da affrontare. Siamo tornati prima di cena in quanto quella sera avevamo la serata libera, potevamo infatti fare ciò che preferivamo. Siamo tutti andati al Luna Park che era appena dietro la casa e alle 11, orario del coprifuoco, siamo tornati pronti per dormire, per fare lunghe chiacchierate e riflessioni tra compagni di camera. Si sa infatti che i migliori discorsi si fanno alle 2 di notte quando siamo tutti assonnati. Il pomeriggio di giovedì siamo andati in spiaggia, ci siamo esercitati e sbizzarriti per il grande gioco che la sera ci avrebbe attesi: Ciao Darwin. Quel gioco consisteva nell’affrontare una serie di sfide da parte di due squadre rivali, 2006 contro 2007 che hanno lottato fino all’ultimo nel ballo, nel canto , nella moda , in varie prove fisiche , nell’intelligenza, nel coraggio , nei viaggi nel tempo e in molte altre sfide. Ovviamente abbiamo vinto noi 2006, avevate qualche dubbio? È già venerdì e la mattina ci aspettava una camminata nella famosa Foresta Umbra immersi nella natura. Mentre, il pomeriggio siamo ancora andati in spiaggia a fare un bagno. Il giorno dopo era già sabato, eravamo già arrivati all’ultimo giorno di questa fantastica avventura. Il senso del gruppo si era creato come non mai soprattutto la sera dove abbiamo fatto la cosiddetta ‘serata delle lettere’. Consisteva nel riepilogo della settimana, qua ognuno di noi doveva scrivere almeno una lettera per una persona presente in vacanza per ringraziarlo dei momenti passati insieme. Poi, riuniti in cerchio, abbiamo ascoltato le parole, il pensiero sulla settimana di Don Simo con in sottofondo delle canzoni scelte accuratamente da noi che ci ricordavano i giorni trascorsi incompagnia. Ed ecco che, ancora prima di leggere le lettere, le guance di tutti noi si sono solcate di lacrime. La vacanza era ormai finita, non avremmo più potuto con- dividere la camera, quei momenti con i nostri amici, non avremmo più potuto mangiare la fantastica pasta dei cuochi, non ci saremmo più svegliati con la musica a paletta messa dal Lele e dal Casti per farci alzare dal letto. Strano perché ci eravamo già abituati a tutto ciò. Ormai, eravamo già giunti all’ultimo giorno di questa avventura che, nel bene e nel male, ci ha fatto maturare tutti, ci ha resi più indipendenti, più uniti di quanto ci aspettassimo, ci ha permesso di conoscere nuove persone che, magari, non avremmo mai pensato fossero così simpatiche , ci ha permesso di condividere momenti unici con i nostri compagni e di creare dei ricordi stupendi che porteremo sempre nel cuore. Poi, dopo la lettura delle lettere siamo andati a fare un ultimo bagno notturno e a festeggiare il compleanno di Francesca e di Busi con sottofondo le canzoni estive che ci hanno fatto sentire la mancanza dell’esperienza ancora prima che fossimo a Zogno. Senza neanche battere le ciglia ci siamo ritrovati, la mattina del 25, sul pullman già pronto per partire e tornare a Zogno. Non avrei mai pensato di legare così tanto con certe persone , di riprendere i rapporti con tante altre, di vivere momenti così speciali e indimenticabili. Avrei voluto che questa vacanza non finisse mai.
Luca
L’ho trovato molto interessante, divertente e con, soprattutto, una morale non scontata. Parlava infatti della diversità e di come ci possa intimorire ciò che non conosciamo quando, al contrario, dovremmo esserne curiosi. Alle sei del mattino di mercoledì stavamo già facendo colazione tutti assonnati con delle occhiaie enormi.. ci eravamo svegliati presto perché dovevamo visitare una delle città più belle di tutta Italia e no, non parlo di Zogno, ma bensì di Matera. Il pomeriggio a Matera abbiamo svolto il ‘grande gioco ‘ e siamo andati alla ricerca di alcuni edifici dove, ci aspettavamo delle prove da affrontare. Siamo tornati prima di cena in quanto quella sera avevamo la serata libera, potevamo infatti fare ciò che preferivamo. Siamo tutti andati al Luna Park che era appena dietro la casa e alle 11, orario del coprifuoco, siamo tornati pronti per dormire, per fare lunghe chiacchierate e riflessioni tra compagni di camera. Si sa infatti che i migliori discorsi si fanno alle 2 di notte quando siamo tutti assonnati. Il pomeriggio di giovedì siamo andati in spiaggia, ci siamo esercitati e sbizzarriti per il grande gioco che la sera ci avrebbe attesi: Ciao Darwin. Quel gioco consisteva nell’affrontare una serie di sfide da parte di due squadre rivali, 2006 contro 2007 che hanno lottato fino all’ultimo nel ballo, nel canto , nella moda , in varie prove fisiche , nell’intelligenza, nel coraggio , nei viaggi nel tempo e in molte altre sfide. Ovviamente abbiamo vinto noi 2006, avevate qualche dubbio? È già venerdì e la mattina ci aspettava una camminata nella famosa Foresta Umbra immersi nella natura. Mentre, il pomeriggio siamo ancora andati in spiaggia a fare un bagno. Il giorno dopo era già sabato, eravamo già arrivati all’ultimo giorno di questa fantastica avventura. Il senso del gruppo si era creato come non mai soprattutto la sera dove abbiamo fatto la cosiddetta ‘serata delle lettere’. Consisteva nel riepilogo della settimana, qua ognuno di noi doveva scrivere almeno una lettera per una persona presente in vacanza per ringraziarlo dei momenti passati insieme. Poi, riuniti in cerchio, abbiamo ascoltato le parole, il pensiero sulla settimana di Don Simo con in sottofondo delle canzoni scelte accuratamente da noi che ci ricordavano i giorni trascorsi incompagnia. Ed ecco che, ancora prima di leggere le lettere, le guance di tutti noi si sono solcate di lacrime. La vacanza era ormai finita, non avremmo più potuto con- dividere la camera, quei momenti con i nostri amici, non avremmo più potuto mangiare la fantastica pasta dei cuochi, non ci saremmo più svegliati con la musica a paletta messa dal Lele e dal Casti per farci alzare dal letto. Strano perché ci eravamo già abituati a tutto ciò. Ormai, eravamo già giunti all’ultimo giorno di questa avventura che, nel bene e nel male, ci ha fatto maturare tutti, ci ha resi più indipendenti, più uniti di quanto ci aspettassimo, ci ha permesso di conoscere nuove persone che, magari, non avremmo mai pensato fossero così simpatiche , ci ha permesso di condividere momenti unici con i nostri compagni e di creare dei ricordi stupendi che porteremo sempre nel cuore. Poi, dopo la lettura delle lettere siamo andati a fare un ultimo bagno notturno e a festeggiare il compleanno di Francesca e di Busi con sottofondo le canzoni estive che ci hanno fatto sentire la mancanza dell’esperienza ancora prima che fossimo a Zogno. Senza neanche battere le ciglia ci siamo ritrovati, la mattina del 25, sul pullman già pronto per partire e tornare a Zogno. Non avrei mai pensato di legare così tanto con certe persone , di riprendere i rapporti con tante altre, di vivere momenti così speciali e indimenticabili. Avrei voluto che questa vacanza non finisse mai.
SICILIA 2021: PER USCIRE DAGLI SCHEMI E SCEGLIERE IL GIUSTO
Dopo un anno e mezzo di pandemia, poter tornare a vivere un’esperienza di comunità è stato come riscoprire quel senso di libertà e di serenità, che tutti, almeno in parte, avevamo perso. Fino all’ultimo istante, la preoccupazione di non poter partire era tanta e, altrettanta, è stata la felicità di noi ragazzi, nel momento in cui abbiamo avuto la certezza di partire. Credo sia stata un’esperienza all’insegna della capacità di meravigliarsi e della riscoperta. Della riscoperta perché siamo stati capaci di lasciare da parte i pregiudizi, che spesso avevamo del prossimo, e conoscere le peculiarità, che ci rendono unici. Della meraviglia in quanto abbiamo saputo superare le diversità, che ci separavano, e abbiamo saputo costruire ponti, perché, come Papà Francesco sostenne durante il GMG a Cracovia, è necessario costruire ponti e abbattere muri per vedere nel prossimo un fratello da accogliere e abbracciare e non un nemico da allontanare. La tematica, che ci ha accompagnati, durante tutto il corso dell’esperienza, è quella della lotta contro la mafia all’insegna della legalità. Partendo da diverse riflessioni, svolte in gruppi, abbiamo chiuso il percorso visitando il luogo in cui avvenne l’attentato a Giovanni Falcone, Monreale e Palermo, dove abbiamo assistito ad una testimonianza presso la casa di Don Pino Puglisi. L’ esperienza, però, è stata anche densa di momenti di svago, in cui ci siamo riconnessi con la natura, e di divertimento, quali il pomeriggio a San Vito lo Capo, la giornata immersa tra le meravigliose calette della Riserva dello Zingaro, la Scala dei Turchi e la Valle dei Templi ad Agrigento, che ci ha affascinati grazie alla sua storia. È stata un’avventura che porterò per sempre nel cuore e che mi ha riempito di gratitudine. Infine, voglio ringraziare don Simo per essere sempre al nostro fianco e di mettere in gioco tutto se stesso per renderci felici.
Elisa
Elisa
Vita comune 2008
nel labirinto delle emozioni
Lo scorso 26 luglio siamo partiti per l’uscita in Trenti- no-Alto Adige organizzata dal nostro mitico don per tutti noi ragazzi del 2008 per vivere questa esperienza di comunità e per farci trascorrere insieme più tempo, dato il periodo in cui siamo stati lontani e isolati a causa della pandemia; questa bellissima esperienza è servita molto anche per rafforzare sempre più i nostri legami di amicizia. Già alla partenza si poteva percepire una sensazione diversa rispetto a quella che si percepiva durante le altre giornate quotidiane e anche il viaggio in pullman pur essendo stato abbastanza lungo è stato molto divertente.
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La cosa più emozionante è stato il momento in cui siamo arrivati alla casa che ci avrebbe ospitati per quella che non era considerata una vacanza ma un’esperienza da vivere con divertimento ma anche con serietà perché sarebbe ser- vita a riflettere su molte cose, sulle nostre emozioni o sul mettersi in gioco che erano il tema principale su cui vivere la nostra esperienza. Arrivati all’alloggio, il don ci ha diviso in gruppi, ognuno di questi doveva svolgere un compito a seconda della giornata; poi ci siamo sistemati nelle varie stanze e siamo scesi a cena. La sera stessa abbiamo fatto dei giochi organizzati dagli animatori. Le giornate seguenti erano colme di gite, escursioni, luoghi spettacolari da visitare o attività da svolgere come ad esempio una mattina siamo andati a fare rafting, il secondo giorno siamo andati alle piscine, il giorno seguente abbiamo fatto una visita alle 3 cascate di Riva. In assoluto l’escursione che ha colpito di più me e i miei compagni è stata quella che abbiamo fatto sulle Dolomiti, nella quale abbiamo visitato anche le 3 cime di Lavaredo. Oltre a queste bellissime esperienze abbiamo anche passato molto tempo in compagnia ad esempio il giorno prima di rientrare abbiamo fatto i tornei nel cortile della casa dove alloggiavamo oppure per trascorrere le serate si faceva sempre un’attività diversa: una serata film e gioco horror, un’altra se- rata “Ciao Darwin” in cui ci siamo immedesimati nei concorrenti e abbiamo giocato anche “mettendoci in gioco”. Sono state tutte attività meravigliose in cui ci siamo divertiti davvero tanto e che per fortuna siamo riusciti a fare nonostante l’emergenza covid; sono state accompagnate tutte da molte emozioni diverse: felicità, gioia, tristezza, rabbia... Arrivati alla fine di questa settimana tra lacrime e sorrisi non mi resta che ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di vivere al meglio questa fantastica esperienza: a partire da Claudia (la nostra cuoca), tutti gli accompagnatori adulti e i nostri animatori, tutti i miei amici e compagni che mi sono stati vicini per tutta l’esperienza fino ad arrivare al nostro grande Don Simo che è stato l’ideatore, il pensatore, l’organizzatore e soprattutto una grande guida per questa nostra bellissima avventura vissuta quest’estate. Nella speranza che sia la prima di una lunga serie di esperienze da vivere con il don e con i miei amici, la porterò sempre nel cuore.
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AVVENTADO
Nel tempo d’Avvento anche noi adolescenti abbiamo vissuto alcune opportunità e momenti di riflessione, condivisione e spiritualità. Il 29 novembre nel cinema della parrocchia abbiamo incontrato papà Gianpietro dell’Associazione “Pesciolino Rosso” che ha regalato la sua testimonianza sulla vicenda legata alla tragica morte del figlio Ema. Il 13 dicembre ci siamo recati a Carona dove abbiamo vissuto un momento di preghiera nella sala parrocchiale e una camminata sul lungolago sotto le stelle. Abbiamo raccolto alcune riflessioni sulla serata e alcune immagini della camminata.
Il 29 novembre Gianpietro, papà di Ema, è venuto a testimoniare la sua storia e quella di suo figlio. La sua testimonianza ha fatto riflettere molto sull’argomento della droga sui giovani di oggi. Ha raccontato la storia di come suo figlio sia caduto in tentazione senza mai uscirne. La cosa che mi ha colpito di più è stato il modo in cui il padre di Ema anzi che abbattersi e lasciarsi andare per raggiungere il figlio, si è unito di più alla sua famiglia e si sono fatti forza vivendo per Ema. Gianpietro, ora, gira per le scuole, oratori e associazioni per far conoscere alle persone la sua storia e poter dare un insegnamento di vita a giovani e adulti. La sua testimonianza ha fatto capire che quando una tentazione diventa dipendenza bisogna chiedere aiuto e non cercare di scappare dai problemi ma affrontarli. Nonostante sia una storia tragica e particolare ha fatto ragionare molti giovani sulla società che ci circonda.
Matilde
Il giorno 29 novembre 2021 noi ragazzi del gruppo ADOlescenti e PREadolescenti abbiamo potuto assistere ad una testimonianza di un padre che ha raccontato la tragica storia del figlio Emanuele, morto all’età di sedici anni. Era un incontro finalizzato al rendersi consapevoli di ciò che fa o non fa per noi che ho trovato molto toccante e attuale. Il Signor Gianpietro, papà di Emanuele ha cominciato sin da subito a raccontare. Emanuele era sempre stato un bambino e poi un ragazzo pieno di energia, con tanta voglia di vivere e di scoprire cosa avesse in serbo la vita per lui, Gianpietro l’ha visto crescere e maturare e piano piano sgretolarsi. Aveva un gruppo di amici più o meno tutti della sua età, insieme uscivano, si divertivano e facevano, come tutti i ragazzi oggi, tornei alla PlayStation. Solo che senza preavviso Emanuele aveva cominciato ad uscire con ragazzi più grandi, tutti già maggiorenni che facevano utilizzo di sostanze stupefacenti come cannabis, alcool a livelli estremi e via dicendo. Questi ragazzi l’hanno presto sotto la loro “ala protettrice” portandolo però a comportarsi come loro, così anche lui ha cominciato a bere più del dovuto, fumare, drogarsi. Il signor Gianpietro ha raccontato poi la sera della sua morte, una morte che si sarebbe potuto benissimo risparmiare. Quel giorno gli amici di Emanuele, quelli della sua età, gli avevano chiesto di vedersi tutti a casa di qualcuno per fare un bel torneo alla PlayStation che durasse fino alla sera, siccome era molto che non si vedevano tutti quanti insieme. Inizialmente Emanuele aveva accettato ed era anche contento, così come suo papà che dopo un po’ di mesi finalmente sembrava avesse ricominciato ad uscire con i vecchi amici che anche in famiglia erano volti noti. All’ultimo momento, però, lo chiamano gli altri amici dicendogli che quella sera ci starebbe stata una festa strabiliante a casa di uno di loro ed Emanuele decide di andare con loro. Alla “strabiliante” festa Emanuele non sapeva però che ci sarebbero state droghe molto poi pesanti di quelle che vedeva solitamente in giro o di quelle di cui faceva anche uso insieme alla compagnia. Quelle droghe provocavano forti allucinazioni. Lui inizialmente non era sicuro di prenderle ma poi, convinto e spronato dagli amici, si era convinto e aveva buttato giù una di queste pastiglie. Tutto ad un tratto aveva cominciato a non essere più in sé, aveva iniziato a dire che lui doveva morire e così uno dei suoi amici lo voleva portare a casa. Arrivati a casa i due si sono rifugiati dalla pioggia nella piccola casetta di legno nel giardino della casa di Emanuele, dove c’erano anche i pesi per allenarsi. Come se fosse stato posseduto dal demonio Emanuele si era tirato questi grossi pesi sulla testa ripetendo di continuo la frase sopra citata. L’amico allora aveva deciso di portarlo a fare due passi, per schiarirsi le idee, arrivando in riva al fiume che però in quei giorni era in piena perché aveva piovuto parecchio. Emanuele muore così, gettandosi nel fiume e urlando “Io devo morire”. Avrebbe avuto venticinque anni. Oggi l’associazione si chiama “Pesciolino Ema” perché quando era piccolo il nostro Emanuele aveva un pesciolino rosso che stava per morire, allora lui e il papà avevano deciso di portarlo al fiume per far sì che si riprendesse un pochino. Riescono nell’intento se non fosse stato che poi il pesciolino muore lo stesso tra le acque di questo fiume, lo stesso di Ema. È stato in assoluto uno degli incontri e delle storie più commoventi che abbia mai sentito, soprattutto per il fatto che è stata una morte facilmente evitabile. Quello che il papà ci ha raccontato dopo la testimonianza è stato ancora più toccante. Ci ha detto che se mai lui fosse sopravvissuto la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata dargli un abbraccio forte e stretto, l’avrebbe sicuramente perdonato facendogli capire che non è solo, che le cose si possono risolvere e che è il suo papà di sarebbe sempre stato per lui. Purtroppo quest’occasione non c’è stata ma ora il Signor Gianpietro con sua moglie e le sue due figlie vivono ancora insieme nella gioia, si amano più che mai e il ricordo di Ema è sempre con loro.
Angelica
È stato un bel incontro, mi ha fatto riflettere e mi ha aiutato a capire cosa importa veramente nella vita. Non per forza abbiamo bisogno della macchina bella, della casa enorme, dei vestiti firmati. La felicità non sta in queste cose, o meglio... è una felicità si, ma temporanea, perché la felicità vera sta nelle cose che diamo per scontato...che una volta venute a mancare creano le situazioni di malessere peggiori.
Elia
Il 29 novembre Gianpietro, papà di Ema, è venuto a testimoniare la sua storia e quella di suo figlio. La sua testimonianza ha fatto riflettere molto sull’argomento della droga sui giovani di oggi. Ha raccontato la storia di come suo figlio sia caduto in tentazione senza mai uscirne. La cosa che mi ha colpito di più è stato il modo in cui il padre di Ema anzi che abbattersi e lasciarsi andare per raggiungere il figlio, si è unito di più alla sua famiglia e si sono fatti forza vivendo per Ema. Gianpietro, ora, gira per le scuole, oratori e associazioni per far conoscere alle persone la sua storia e poter dare un insegnamento di vita a giovani e adulti. La sua testimonianza ha fatto capire che quando una tentazione diventa dipendenza bisogna chiedere aiuto e non cercare di scappare dai problemi ma affrontarli. Nonostante sia una storia tragica e particolare ha fatto ragionare molti giovani sulla società che ci circonda.
Matilde
Il giorno 29 novembre 2021 noi ragazzi del gruppo ADOlescenti e PREadolescenti abbiamo potuto assistere ad una testimonianza di un padre che ha raccontato la tragica storia del figlio Emanuele, morto all’età di sedici anni. Era un incontro finalizzato al rendersi consapevoli di ciò che fa o non fa per noi che ho trovato molto toccante e attuale. Il Signor Gianpietro, papà di Emanuele ha cominciato sin da subito a raccontare. Emanuele era sempre stato un bambino e poi un ragazzo pieno di energia, con tanta voglia di vivere e di scoprire cosa avesse in serbo la vita per lui, Gianpietro l’ha visto crescere e maturare e piano piano sgretolarsi. Aveva un gruppo di amici più o meno tutti della sua età, insieme uscivano, si divertivano e facevano, come tutti i ragazzi oggi, tornei alla PlayStation. Solo che senza preavviso Emanuele aveva cominciato ad uscire con ragazzi più grandi, tutti già maggiorenni che facevano utilizzo di sostanze stupefacenti come cannabis, alcool a livelli estremi e via dicendo. Questi ragazzi l’hanno presto sotto la loro “ala protettrice” portandolo però a comportarsi come loro, così anche lui ha cominciato a bere più del dovuto, fumare, drogarsi. Il signor Gianpietro ha raccontato poi la sera della sua morte, una morte che si sarebbe potuto benissimo risparmiare. Quel giorno gli amici di Emanuele, quelli della sua età, gli avevano chiesto di vedersi tutti a casa di qualcuno per fare un bel torneo alla PlayStation che durasse fino alla sera, siccome era molto che non si vedevano tutti quanti insieme. Inizialmente Emanuele aveva accettato ed era anche contento, così come suo papà che dopo un po’ di mesi finalmente sembrava avesse ricominciato ad uscire con i vecchi amici che anche in famiglia erano volti noti. All’ultimo momento, però, lo chiamano gli altri amici dicendogli che quella sera ci starebbe stata una festa strabiliante a casa di uno di loro ed Emanuele decide di andare con loro. Alla “strabiliante” festa Emanuele non sapeva però che ci sarebbero state droghe molto poi pesanti di quelle che vedeva solitamente in giro o di quelle di cui faceva anche uso insieme alla compagnia. Quelle droghe provocavano forti allucinazioni. Lui inizialmente non era sicuro di prenderle ma poi, convinto e spronato dagli amici, si era convinto e aveva buttato giù una di queste pastiglie. Tutto ad un tratto aveva cominciato a non essere più in sé, aveva iniziato a dire che lui doveva morire e così uno dei suoi amici lo voleva portare a casa. Arrivati a casa i due si sono rifugiati dalla pioggia nella piccola casetta di legno nel giardino della casa di Emanuele, dove c’erano anche i pesi per allenarsi. Come se fosse stato posseduto dal demonio Emanuele si era tirato questi grossi pesi sulla testa ripetendo di continuo la frase sopra citata. L’amico allora aveva deciso di portarlo a fare due passi, per schiarirsi le idee, arrivando in riva al fiume che però in quei giorni era in piena perché aveva piovuto parecchio. Emanuele muore così, gettandosi nel fiume e urlando “Io devo morire”. Avrebbe avuto venticinque anni. Oggi l’associazione si chiama “Pesciolino Ema” perché quando era piccolo il nostro Emanuele aveva un pesciolino rosso che stava per morire, allora lui e il papà avevano deciso di portarlo al fiume per far sì che si riprendesse un pochino. Riescono nell’intento se non fosse stato che poi il pesciolino muore lo stesso tra le acque di questo fiume, lo stesso di Ema. È stato in assoluto uno degli incontri e delle storie più commoventi che abbia mai sentito, soprattutto per il fatto che è stata una morte facilmente evitabile. Quello che il papà ci ha raccontato dopo la testimonianza è stato ancora più toccante. Ci ha detto che se mai lui fosse sopravvissuto la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata dargli un abbraccio forte e stretto, l’avrebbe sicuramente perdonato facendogli capire che non è solo, che le cose si possono risolvere e che è il suo papà di sarebbe sempre stato per lui. Purtroppo quest’occasione non c’è stata ma ora il Signor Gianpietro con sua moglie e le sue due figlie vivono ancora insieme nella gioia, si amano più che mai e il ricordo di Ema è sempre con loro.
Angelica
È stato un bel incontro, mi ha fatto riflettere e mi ha aiutato a capire cosa importa veramente nella vita. Non per forza abbiamo bisogno della macchina bella, della casa enorme, dei vestiti firmati. La felicità non sta in queste cose, o meglio... è una felicità si, ma temporanea, perché la felicità vera sta nelle cose che diamo per scontato...che una volta venute a mancare creano le situazioni di malessere peggiori.
Elia
VITA COMUNE ADO
Trentino 2021/2022
Il 27 dicembre 2021 siamo partiti alla volta di Soprabolzano, Trentino. Siamo giunti a destinazione nel primo pomeriggio e ci siamo ambientati nella struttura che ci avrebbe accolto per i seguenti 5 giorni. Nel pomeriggio dopo che ci siamo sistemati nelle camere, siamo andati a Merano a pattinare e per fare un giro ai mercatini di Natale. La sera abbiamo fatto qualche gioco per conoscerci meglio. Ed era già passato il primo giorno, senza che ce ne accorgessimo!Il giorno seguente, la mattina, abbiamo fatto un’attività di riflessione e nel pomeriggio siamo andati sulle alpi di Siusi per fare una passeggiata nella neve. Dopo cena abbiamo guardato il film di Checco Zalone »Quo vado? ». Il 29 siamo partiti di prima mattina e abbiamo visitato le due splendide città di Brunico e Bressanone e il lago di Braies. Dopo essere rientrati, durante la serata abbiamo guardato un film horror e successivamente abbiamo fatto un gioco basato sul film. Il giorno successivo una parte dei ragazzi si è svegliata presto per andare ad Ortisei a sciare, l‘altra parte si è goduta la mattinata nella casa con giochi da tavolo oppure con passeggiate nei dintorni. Di primo pomeriggio questi ultimi hanno raggiunto l‘altra parte del gruppo e al posto di sciare sono andati sullo slittino. Stanchi ma felici della giornata passata siamo tornati insieme a casa e la sera ci siamo divertiti con dei giochi. Il 31 ci siamo svegliati impazienti della serata che ci aspettava. Durante la mattina abbiamo svolto un’attività di riflessione nei vari gruppi e nel pomeriggio ci siamo diretti verso le piscine di Bressanone dove ci siamo rilassati. Al rientro ci aspettava un momento ricco di emozioni, in cui abbiamo riflettuto su questo ultimo anno e pensato alle persone che avremmo voluto portare con noi nel nostro 2022. Abbiamo scritto dunque delle lettere che poi abbiamo consegnato alle persone più importanti per noi. È stato un momento speciale che ci porteremo nel cuore! Successivamente, ci siamo preparati e abbiamo mangiato il cenone preparato dalle nostre super cuoche Claudia e Serafina. A mezzanotte abbiamo brindato all‘anno nuovo e i festeggiamenti sono proseguiti in una discoteca casalinga allestita nel salone in cui abbiamo ballato fino a tarda notte. Finita anche quest’ultima serata siamo andati a dormire consapevoli che fosse l‘ultima notte e stanchi ci siamo addormentati. La sveglia alle dieci del giorno dopo ha segnato l‘inizio del nostro ultimo giorno insieme. Dopo aver preparato le valigie e fatto le pulizie, siamo partiti per rientrare a Zogno. Eravamo tristi ma consapevoli di aver fatto un’esperienza indimenticabile. Un’altra esperienza che ci ha insegnato dunque come convivere con gli altri facendo nuove conoscenze, imparando a mettersi in gioco e riflettendo sul valore degli sguardi, troppo spesso sottovalutati! Ci siamo divertiti ma abbiamo avuto modo anche di riflettere e confrontarci con persone con cui magari abitualmente non parliamo nemmeno. I posti che abbiamo visitato e la casa che ci ha ospitato rimarranno sempre nel nostro cuore, come le persone che ci hanno accompagnato in questa fantastica avventura. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato, ma soprattutto, le cuoche, i nostri educatori, l’autista e Don Simo che ha organizzato tutto in maniera perfetta e che ci ha dato la possibilità di partecipare a questa esperienza.
Alla prossima! |
ASSISI-ROMA
Esperienze forti e particolari. Un insieme di emozioni, l'incontro con cultura e personaggi davvero top.
Con i mitici 2008 siamo approdati alla volta di Assisi dove visitando i luoghi di S. Francesco e S. Chiara, andando in profondità nel conoscere la loro grandezza e guardando nella nostra vita, siamo riusciti a vivere un'esperienza straordinaria di amicizia e condivisione. Anche l'incontro e la testimonianza di vita di chi ha scelto di seguire Gesù attraverso lo stile di S. Francesco ha aiutato nel capire cosa è essenziale nella nostra vita "in costruzione". I nostri cresimati 2009, invece, hanno visitato la bellissima Roma. Tra chiese, monumenti, storia, vita vissuta ci siamo lasciati affascinare da chi ha cercato di seguire totalmente Gesù. Anche Papa Francesco, dopo aver ricordato l'importanza di ascoltare, conoscere e seguire Gesù, ci ha salutati e ha festeggiato la nostra presenza. Per crescere è necessario andare in profondità e fidarci di chi ha lo sguardo dell'amore, l'unico che arriva al cuore e va lontano. Un grande grazie a chi ci ha accompagnati in queste esperienze.
CANTIERE SEMPRE APERTO - ESTATE 2022
Il tempo è un dono immensamente grande, se poi lo unisci ai sogni e al dono di sé, diventa qualcosa di assolutamente potente. Perché le nostre comunità si attivano così nel tempo da giugno a settembre? Perché si investono così tante energie? Vale la pena? Cosa resta di CRE, Toscana, Sardegna, Trentino, Sagre? Noi corriamo sempre il rischio di valutare tutto in base al risultato immediato oppure di limitarci a pensare che le cose vanno bene quando "non ci sono problemi" o "nessuno si fa male". Ma....un CANTIERE non è questo!!!! Nel CANTIERE educativo si lavora a lunga gettata, con sguardo "lungimirante", in prospettiva, sapendo che i frutti li potremo vedere o li vedranno altri, tra tanto tempo... noi cerchiamo di "vivere in comunità", anche con chi ci va meno a genio, donando tempo per prendersi responsabilità, permettendo di sbagliare, non finendo mai di credere in ciascuno e soprattutto dando l'opportunità di emergere per qualcosa di buono...
Allora ogni esperienza porta a crescere, capire, vivere e poi....lascerà spazio ai frutti. È stato magnifico intercettare tutti questi volti, queste storie, queste vite. È magnifico vedere l'impegno e la forza di ciascuno, è stupefacente vedere rinascere o emergere qualcuno.
Ecco alcune foto del nostro CANTIERE, con la gioia di condividere con voi EMOZIONI, RESPONSABILITÀ, IMPEGNO che abbiamo profuso.
Insieme al grazie immenso per tutti coloro che ci sono stati, hanno messo cuore e anima. Fieri dei nostri ragazzi e ragazze, senza farci ingabbiare dal pericolo di vedere solo l'albero che cade, senza capire che sta crescendo la foresta di bene e di uomini e donne del futuro.
Buona condivisione....grato a Dio e a voi...
don Simo
Allora ogni esperienza porta a crescere, capire, vivere e poi....lascerà spazio ai frutti. È stato magnifico intercettare tutti questi volti, queste storie, queste vite. È magnifico vedere l'impegno e la forza di ciascuno, è stupefacente vedere rinascere o emergere qualcuno.
Ecco alcune foto del nostro CANTIERE, con la gioia di condividere con voi EMOZIONI, RESPONSABILITÀ, IMPEGNO che abbiamo profuso.
Insieme al grazie immenso per tutti coloro che ci sono stati, hanno messo cuore e anima. Fieri dei nostri ragazzi e ragazze, senza farci ingabbiare dal pericolo di vedere solo l'albero che cade, senza capire che sta crescendo la foresta di bene e di uomini e donne del futuro.
Buona condivisione....grato a Dio e a voi...
don Simo