2017
Andiamo…
Verso dove? Verso chi?...
È proprio un anno speciale quello che abbiamo incominciato e stiamo svolgendo. È l’anno in cui sarà resa stabile l’Unità Pastorale di Zogno, Ambria e Grumello. Per questo stiamo lavorando per formare l’Equipe pastorale...
Qualcuno potrebbe urlare la sua disapprovazione... “Ma c’è proprio bisogno di tutto questo impegno, di tutti questi incontri per essere credenti, per essere cristiani?”. Si faceva già tanta fatica a essere parrocchia! Adesso bisogna unire le parrocchie. A cosa serve?”.
Ci può essere anche gente che è convinta che, per essere credenti non ci sia proprio bisogno di unirsi... che basti il rapporto con il Signore... Io e Lui siamo d’accordo... il resto non conta, non serve a nulla...
Se riflettiamo su quello che ha fatto il Signore Gesù quando ha iniziato la sua vita pubblica e la sua predicazione, vediamo che non gli è bastato l’incontro personale, ma chiama gli apostoli, li fa vivere insieme e poi li invia a due a due...
L’annuncio vale nella misura in cui lo si testimonia insieme. Non solo dicendo il messaggio, ma vivendolo.
E come lo si può vivere il messaggio di Cristo se non volendosi bene, collaborando per arrivare a Lui e portare a Lui tanta gente, non perché li convinciamo con le parole, ma perché lo diciamo con le opere: quelle guidate e illuminate dall’amore.
Solo se siamo insieme siamo credibili.
Il nostro vescovo con i sacerdoti ha insistito calorosamente sulla fraternità sacerdotale, cioè sul vivere come fratelli tra i sacerdoti. È un grande impegno che ci conduce a stare insieme soprattutto per pregare e per scegliere cosa serve per il bene del popolo di Dio. Se non si vede questa fraternità anche noi sacerdoti dobbiamo convertirci.
E poi insieme ci si arricchisce l’un l’altro delle belle esperienze e delle conquiste vissute in secoli di storia contenti dell’arricchimento reciproco di valori e di gioia di vivere la fede.
È chiaro che per stare insieme bisogna che si rinunci a certe tradizioni e ad alcune chiusure per essere pronti sempre più a celebrare le lodi del Signore.
Proviamo a rifletterci!
Auguri
Angelo prete
Qualcuno potrebbe urlare la sua disapprovazione... “Ma c’è proprio bisogno di tutto questo impegno, di tutti questi incontri per essere credenti, per essere cristiani?”. Si faceva già tanta fatica a essere parrocchia! Adesso bisogna unire le parrocchie. A cosa serve?”.
Ci può essere anche gente che è convinta che, per essere credenti non ci sia proprio bisogno di unirsi... che basti il rapporto con il Signore... Io e Lui siamo d’accordo... il resto non conta, non serve a nulla...
Se riflettiamo su quello che ha fatto il Signore Gesù quando ha iniziato la sua vita pubblica e la sua predicazione, vediamo che non gli è bastato l’incontro personale, ma chiama gli apostoli, li fa vivere insieme e poi li invia a due a due...
L’annuncio vale nella misura in cui lo si testimonia insieme. Non solo dicendo il messaggio, ma vivendolo.
E come lo si può vivere il messaggio di Cristo se non volendosi bene, collaborando per arrivare a Lui e portare a Lui tanta gente, non perché li convinciamo con le parole, ma perché lo diciamo con le opere: quelle guidate e illuminate dall’amore.
Solo se siamo insieme siamo credibili.
Il nostro vescovo con i sacerdoti ha insistito calorosamente sulla fraternità sacerdotale, cioè sul vivere come fratelli tra i sacerdoti. È un grande impegno che ci conduce a stare insieme soprattutto per pregare e per scegliere cosa serve per il bene del popolo di Dio. Se non si vede questa fraternità anche noi sacerdoti dobbiamo convertirci.
E poi insieme ci si arricchisce l’un l’altro delle belle esperienze e delle conquiste vissute in secoli di storia contenti dell’arricchimento reciproco di valori e di gioia di vivere la fede.
È chiaro che per stare insieme bisogna che si rinunci a certe tradizioni e ad alcune chiusure per essere pronti sempre più a celebrare le lodi del Signore.
Proviamo a rifletterci!
Auguri
Angelo prete
La Visita del Vescovo Francesco
GIORNATA DI RIFLESSIONE SULLA CARITÁ
Mercoledì 9 novembre scorso, il vescovo Francesco, ha fatto tappa nel nostro Vicariato Brembilla-Zogno. Diversi gli appuntamenti tenuti in prima persona; la mattina con i sacerdoti del Vicariato, nel primo pomeriggio colloqui personali con loro stessi e verso sera visita ai sacerdoti anziani, don Lino a Laxolo e don Giulio e la visita alle suore di Clausura. Oltre a questi appuntamenti, la serata è divisa in due sedute. Nella prima parte Mons. Beschi incontra gli operatori pastorali: gruppo caritas e centro di primo ascolto, gruppo catechisti, pastorale famigliare, pastorale giovanile, gruppo animatori fidanzati, gruppo missionario, ecc… sindaci, assessori servizi sociali e assistenti sociali del Vicariato; poi, le nostre comunità: le famiglie, i giovani e coloro che desiderano riflettere sul tema della CARITÀ. Il Vicariato ha presentato la relazione sul tema caritativo che pubblichiamo qui di seguito.
Introduzione
Il nostro Vicariato, rappresentato da 3 Comuni (Zogno, Val Brembilla e Ubiale) e da 12 Parrocchie, in questi ultimi anni vive una forte diminuzione demografica, la popolazione è di circa 14.500 abitanti, portatori di grande umanità e di profondi valori, dettati da una forte tradizione legata evidentemente alla “nostra terra”; ma anche di punti di criticità determinati dalla crisi economica, dalla chiusura di alcuni stabilimenti storici e dalla “migrazione” di un buon numero di giovani laureati che cercano lavoro all’estero.
Eccezione la Val Brembilla dove le aziende si sono rinnovate restando così competitive a livello internazionale e soffrendo meno la perdita di posti di lavoro.
Il nostro assetto geografico e demografico è vario è discretamente ampio È inevitabile riflettere sulla trasformazione demografica:
A) Le relazioni d’amore
La conoscenza effettiva di coloro che sono separati, conviventi, divorziati-risposati nella propria parrocchia purtroppo non l’abbiamo. Facciamo fatica a quantificare il fenomeno al di là delle situazioni che si incontrano nei percorsi dell’iniziazione cristiana dei figli, nelle richieste del battesimo, nella scuola dell’infanzia se questa è parrocchiale. Ma è abbastanza chiaro a tutti che il fenomeno è in crescita e così le convivenze. Troppo spesso alcuni disagi all’interno delle famiglie vengono conosciuti solo in situazioni di emergenze serie e a volte insostenibili. La richiesta di aiuto alla parrocchia o al comune avviene molte volte in extremis.
Dobbiamo anche dire che con questo tipo di relazioni d’amore le nostre comunità fanno fatica a dialogare; è difficile intervenire sensibilizzando le altre famiglie ad un principio di solidarietà e accoglienza. Appare difficile anche per noi, operatori pastorali, riuscire ad argomentare “la regola” a cui ci si deve attenere, di non poter accedere ai sacramenti, rendendo così incomprensibile tutta la buona volontà nel manifestare una Chiesa che non esclude nessuno dei suoi figli e figlie. Alcune fragilità familiari sono confidate direttamente ai presbiteri, che cercano inizialmente di dimostrare accoglienza, affetto, cura e la volontà di creare ponti di solidarietà con altre famiglie o orientare verso istituzioni diocesane (consultori).
Riconosciamo l’attenzione alle iniziative e agli itinerari per la preparazione dei giovani e dei fidanzati al matrimonio, per il sostegno e l'accompagnamento delle coppie e delle famiglie .
Nello stesso tempo, proponiamo un costante accompagnamento per incontri di formazioni con le coppie di fidanzati, con due proposte Vicariali in preparazione al matrimonio, nonché per i battesimi, per le giovani coppie e i gruppi familiari. Alle coppie separate-divorziate-risposate consigliamo e valorizziamo gli incontri proposti dalla diocesi dal gruppo “la Casa” di zona.
B) Festa e Lavoro
La Festa, come momento di aggregazione e di unione della famiglia, come incontro interpersonale per le relazioni parentali e amicali; come opportunità coinvolgente, per la famiglia più grande che è la Comunità. In tutte le nostre Parrocchie ci sono momenti significativi di Festa, in particolare le tradizionali feste patronali, quelle del calendario liturgico e delle iniziative delle singole Parrocchie del Vicariato. Come Comunità cristiana ci interroghiamo sul significato della Festa come “giorno del Signore”, nel quale la partecipazione alla S. Messa deve rappresentare un “segno” forte per noi cristiani.
Siamo consapevoli che il “lavoro” sia uno dei bisogni primari dell’uomo, anche se a volte il suo concetto è un po’ esasperato: laddove il “valore del lavoro” prevarica altri valori fondamentali, quali la famiglia e la relazione di coppia, questo sacrifica e impoverisce le relazioni in senso generale. La crisi economica ha colpito anche il nostro Vicariato e alcune attività produttive sono state fortemente penalizzate, creando situazioni di precarietà in tante famiglie, soprattutto nelle famiglie straniere già presenti sul territorio.
Il nostro vicariato si è mosso in queste direzioni:
CENTRO DI PRIMO ASCOLTO E COINVOLGIMENTO DI ZOGNO
referente: Erika Rondi
La sua finalità è l’ascolto e il sostentamento nelle emergenze (lavoro, casa, cibo…). Aperto da aprile 2009. Un coordinatore e una quindicina di volontari.
Sede a Zogno, presso la Casa di Riposo. Incontri (anche con assistenti sociali) una volta al mese per valutare la situazione e l’andamento dei progetti avviati. Senza dimenticare il rapporto con la Caritas di Bergamo. Apertura a ogni persona che bussa alla porta, indistintamente, anche solo per ascoltare. Si vorrebbe (il condizionale è d’obbligo, poiché tanta è la fatica) essere l’espressione della presenza della comunità cristiana nei confronti della gente. Ognuno di noi ha le sue povertà ed è povero: per questo, incontrare persone con situazioni “ai limiti” (rispetto alle precarietà del quotidiano) ti mette in discussione. Sentire qualcosa dell’altro (affinché l’altro avverta una presenza), a fronte della difficoltà di risolvere la situazione, ma con la consapevolezza che camminando insieme, il sentiero della vita è meno pesante.
CASA DI SPINO
referente: Gino Carminati
Usufruibile quando viene segnalata, limitatamente alle famiglie, una situazione di difficoltà, come un imminente sfratto o, più in generale, la mancanza di una casa, è a disposizione questa abitazione.
I membri del Centro segnalano e ascoltano, raccolgono il bisogno e si fanno portavoce, anche se la decisione spetta al Consiglio Presbiterale. Storia: accordo di 5 anni, nessun affitto, pagamento spese (luce gas); poi due anni con extracomunitari (gestiti anche da Caritas Bergamo); ora continua 2500 euro all’anno pagati da Caritas. Ora vi risiede una signora con una bimba che ha problemi di salute. Tempo: 4 mesi (ormai scaduti). Ma fino a fine agosto sarà difficile trovare altra soluzione. Comunità montana ha stanziato 1200 euro per le spese di questi mesi.
Luogo di confluenza delle vettovaglie raccolte da ragazzi e parroci durante l’anno. Controllo date di scadenza.
Don Dario coordina la distribuzione di cibo e generi di prima necessità due giorni la settimana (mercoledì e sabato) per famiglie e persone bisognose. Quando mancano le vettovaglie necessarie, don Dario incaricato di gestire i soldi provenienti dalle parrocchie provvede alle spese necessarie. Ad operare e coordinare è invece don Mario, responsabile Caritas interparrocchiale. Le quote di sostentamento europee sono ormai venute meno mentre alcuni alimenti vengono forniti ancora dall’Europa (latte, biscotti per bambini). Anche San Pellegrino e San Giovanni, a volte, contribuiscono.
“Mossi dallo stesso spirito” del gruppo Caritas interparrocchiale, ci sono altre realtà presenti sul territorio:
Ubiale Gabriella Rota
Brembilla Bruna Pesenti Bolò
Laxolo Sara Milesi
Il gruppo missionario parrocchiale di Zogno nasce nel 1977 dopo una richiesta di aiuto da parte di suor Teresa Bella, suora vincenziana che ha lavorato nel nostro asilo per circa otto, per poi andare in missione in Burundi e in Rwanda. Negli anni le attività del gruppo si sono sempre adeguate agli effettivi bisogni che il cambiamento sociale comportava. Inizialmente il gruppo missionario ha prevalentemente sostenuto il servizio che i missionari zognesi prestavano in diverse parti del mondo, inviando indumenti e contributi economici. L’iniziativa del Banco Vendita, nata trentanove anni fa, continua ad essere per il gruppo una preziosa raccolta di fondi da destinare, agli amici missionari. Ora l’attività del gruppo è rivolta in modo particolare verso le situazioni di povertà presenti sul territorio. La missionarietà è espressa nel vivere la prossimità nell’accoglienza e nella presa in carico di tante famiglie di fratelli stranieri che ci hanno raggiunto, spinti dalle guerre, dalle ingiustizie e dal desiderio di dare ai propri figli una vita migliore. Il primo approccio con le famiglie avviene attraverso la loro necessità di indumenti, sono loro che vengono in oratorio, dove c’è il deposito. Da questo nasce poi, grazie all’ascolto dei bisogni, una prima opportunità di conoscenza. Nel limite delle nostre capacità ci si trova a dispensare una “buona parola”, un consiglio, un orientamento verso cui rivolgerli per i svariati bisogni che emergono. La Provvidenza si manifesta sempre, trovando la persona giusta che può dare una mano nel momento del bisogno. Il gruppo missionario collabora con la Caritas interparrocchiale, il Banco Alimentare, il Centro Missionario per la Quaresima, il Convegno Missionario e la pediatra dott.sa Musitelli. Attualmente le risorse umane del gruppo si sono ridotte, ma l’entusiasmo è sempre vivo. Percepiamo il vuoto di una costante formazione che compensiamo però con la partecipazione alle proposte che il vicariato offre nei tempi forti e alla vita comunitaria.
Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. (San Vincenzo de’ Paoli).
L’impegno del gruppo San Vincenzo è rivolto alle persone che si trovano in difficoltà, disagio, solitudine e ristrettezze economiche. I nostri volontari, in coordinamento con altri gruppi caritativi e con l’assistente sociale del comune, operano sul territorio portando sostegno con aiuti materiali e solidarietà umana. L’aiuto concreto consiste nella consegna a domicilio mensile, di un pacco alimentare o sostegno alle utenze per affrontare i bisogni più urgenti, sempre più frequenti in questi momenti di crisi che colpisce pesantemente i più deboli, nell’aiuto di pratiche amministrative, nell’attenzione ai bambini per lo spazio compiti e alle diverse fasce di realtà a secondo dei bisogni della persona.
Sezione di Zogno con sede in oratorio, da circa 10 anni. Coperta la media valle con 35-40 famiglie. Stabili 15-20 volontari. Organizzano e gestiscono la Colletta Nazionale del Banco Alimentare coinvolgendo volontari di varie associazioni, fuori dai supermercati. In supporto del banco alimentare (porta alimenti a associazioni caritative). Per arrivare direttamente alle famiglie (nelle case) è stata creata in ogni paese questa onlus. I pacchi alimentari, in collaborazione con l’assistente sociale, arrivano in famiglie mirate. Le famiglie devono essere nell’ottica dell’accoglienza di questo servizio. Non è facile riconoscere un bisogno e accettare un aiuto. Condividere il bisogno per condividere la vita (motto). Obiettivo: accompagnamento e condivisione del bisogno. Fatica: la relazione con un altro. Mai facile. Specie se si è accolti in un mondo che non è il proprio. E se chi abita questo mondo non è venuto a cercarti. Grande arricchimento: più quel che si guadagna rispetto a quel che si offre. Bisogno grande di educazione dell’uso del denaro (molte difficoltà derivano dall’incapacità di gestire ciò che si ha). La presenza di molti gruppi dice di una matrice comune, di un cammino di chiesa, anche senza coordinazione.
C.G.L via Mazzini;
Ass. Sociale Maria Grazia Gritti
R.S.A. viale Martiri della Libertà:
Fausto Carminati
L’amministratore di sostegno è una figura che mira a tutelare, in modo transitorio o permanente, le persone che, pur mantenendo la capacità di intendere e volere, per infermità o menomazioni fisiche o psichiche, anche parziali o temporanee, non hanno la piena autonomia nella vita quotidiana e si trovano nell'impossibilità di provvedere ai propri interessi finanziari e non (anziani, disabili fisici o psichici, alcolisti, tossicodipendenti, malati).
Scopo della legge è quello di andare incontro a tali persone aiutandole ad affrontare problemi concreti.
Per questo motivo l’istanza per la nomina dell’amministrazione di sostegno, che può essere proposta dallo stesso beneficiario, deve indicare l'atto o le tipologie di atti per il quale è richiesta l'assistenza.
L'amministratore viene nominato dal Giudice Tutelare e viene scelto, preferibilmente, nello stesso ambito familiare dell’assistito (coniuge non separato, una persona stabilmente convivente, il padre, la madre, il figlio, il fratello o la sorella, e comunque un parente entro il quarto grado). Se necessario può nominarsi amministratore una persona estranea ad es. in caso di conflitto tra i parenti e può essere: avvocato, notaio, commercialista, o volontario.
A Zogno esiste un gruppo di volontari vallare e si trovano in R.S.A. (casa di riposo) ogni primo sabato del mese, dove discutono dei vari casi di ciascuno.
C) Le Fragilità
Le nostre parrocchie stanno affrontando questo problema che è certamente diffuso e presente in ogni singola realtà. Le azioni intraprese sono state conseguenti ad una lettura dei bisogni espressi o percepiti. Persone fragili, famiglie fragili, italiane e straniere. Fragilità di ordine economico, attorno ai bisogni primari dell’uomo: casa, lavoro, cibo, indumenti, pane, il nostro pane quotidiano…; ma anche attorno alla solitudine degli anziani, all’isolamento di alcune famiglie, all’incapacità di comunicare o di ascoltare, alla fragilità psicologica, alla sfiducia e assenza di prospettive per il futuro. Chi si è preso cura di queste persone? Con quali azioni? Le risposte sono state a più voci.
Il gruppo è nato nel gennaio 2009 con l’intento di aiutare l’integrazione delle donne straniere per mezzo dell’apprendimento della lingua italiana. Gli incontri si tengono due volte la settimana (giovedì e sabato dalle 14.00 alle 16.00, da ottobre a maggio) in un aula scolastica della scuola media di Zogno. Le donne, di diversa provenienza e diversissimo curriculum scolastico (dalle analfabete complete alle plurilaureate), hanno la possibilità di portare con sé i figli piccoli per accudire i quali ci si avvale dell’aiuto delle studentesse dell’Istituto Turoldo di Camanghè. Nel corso degli anni hanno partecipato più o meno centoventi persone con risultati quasi sempre soddisfacenti. L’ideale sarebbe poter avere il rapporto uno a uno, ma le insegnanti volontarie non sono molte (quest’anno purtroppo solo cinque o sei ). È sempre necessario partire dal livello delle utenti, la cui presenza è peraltro spesso discontinua, senza irrigidirsi su programmi precostituiti.
“Bellezza nelle diversità”: Gruppo femminile di donne cristiane, italiane e straniere (con possibili aperture ad altre realtà culturali e religiose perché interconfessionale). Obiettivi: partecipare, condividere, costruire, aprirsi. Uno sguardo di attenzione agli stranieri in valle, cogliendo la bellezza del valorizzare il loro modo di essere condividendo momenti di fraternità, a partire dalla messa dei migranti celebrata a Zogno nel 2016. Membri: 18 persone. Ci si incontra e si racconta di sé (famiglia, lavoro, attitudini e usi diversi, letture, passioni, cucina, …). Facilitatore di cambiamenti: luogo per progettare nuove vie da percorrere per una comunità multiculturale e multi religiosa integrata e pacifica. Aiuta a creare ponti e abbattere muri. Ogni 15 giorni (sabato sera o venerdì pomeriggio) presso l’oratorio di Zogno, con la possibilità di rendere itinerante la cosa. Momento culminante di condivisione: questa primavera la maternità. Idea di costituire una cassa comune per le emergenze. Creato gruppo in WhatsApp: facilita la creazione di una rete immediata. Nel quotidiano: un diario di bordo, a turno compilato da ciascun membro. Un viaggio di conoscenza reciproca: è questo il nostro obiettivo. Domanda: si può parlare di carità? Ciascuna è “cara” all’altra. Suggerimento: quindi si può parlare di carità.
Il gruppo è nato nel 2016, partendo da un piccolo gruppo già esistente di donne che si occupava della raccolta abiti per la Caritas due volte all’anno. Si è pensato ad un certo punto di prendere contatti con la Caritas Bergamo per comprendere le necessità effettive e di quale tipologia di abiti ci fosse più bisogno. Il gruppo ha quindi allargato la richiesta alla popolazione, chiedendo di conferire tutto quanto di fatto non veniva più utilizzato in famiglia per destinarlo in modo appropriato a tutte le realtà bisognose di qualche aiuto. Attualmente sono molte le realtà con cui si è entrati in relazione attraverso un contatto diretto e personale. Si raccoglie materiale di ogni tipo che viene destinato: alla Caritas, ad una casa di accoglienza per minori in Romania, ad una casa di accoglienza per donne con disagio psichico a Rosà, ad una parrocchia in Ucraina, al Patronato di Sorisole, al Centro di aiuto alla vita, al Laboratorio bavaglie del Centro don Palla, a diverse pesche di beneficenza. Con una parte di quanto raccolto viene allestita più volte all’anno una Bancarella solidale per la raccolta di fondi a favore di un progetto del reparto maternità dell’ospedale di Kingasani in Congo. Durante l’anno sono stati organizzati incontri di conoscenza e di informazione con alcune delle realtà per sentire dalla voce di chi vi opera la situazione reale e i progetti in corso. Alla base del gruppo c’è la sensibilizzazione verso la comunità ad un’ecologia solidale e di consumo, perché lo “svuotare gli armadi” non risponda ad un bisogno personale, ma vada incontro ai bisogni concreti e reali di altre realtà. Il gruppo è aperto a tutte le donne del paese e sono in molte a collaborare in diverso modo, nello smistamento e imballaggio, nella consegna, nella sistemazione di quanto rovinato, nell’allestimento della bancarella, nel conferimento del materiale. Le esigenze attuali del gruppo sono quelle di un riconoscimento a livello vicariale e di un accompagnamento, anche formativo, per dare senso all’attività pratica.
Dal 2007 la Comunità di Endenna ha deciso di collaborare con questo Centro, attraverso la raccolta di indumenti da 0 a 3 anni e accessori (passeggini, lettini, seggiolini, ecc…) consegnandoli direttamente e personalmente al centro di Aiuto alla Vita di Bergamo – via Conventino 8.
Questo centro offre aiuto a donne o coppie in difficoltà di fronte alla nascita di un bambino.
don Samuele Novali
Gruppo neo-costituito in Zogno come aiuto al gruppo vallare. Collegamento con assistenti sociali, psicologi ed educatori. e comune. L’obiettivo è l’inserimento di bambini in “famiglie nuove” a seguito di contesti familiari confusi e difficili. Varie sono le forme dell’affido tra cui l’affido diurno. Sviluppa un lavoro di rete con famiglie che danno la disponibilità per piccoli servizi.
Non è gruppo di carità ma i proventi raccolti dal giorno della sua apertura come libreria parrocchiale e spazio di scambio culturale, relazionale, amicale, di sostegno sono stati devoluti in opere di carità.
don Angelo Vigani
Da ormai un paio d’anni, partito prima come fase di sperimentazione, ora autorizzato dalla Regione Lombardia con la D.G.R. 3383/2015:
Le Cure Intermedie costituiscono una tipologia d’offerta sociosanitaria a totale carico del Fondo Sanitario Regionale. Rappresentano il servizio che è in grado di accogliere, assistere, orientare ed accompagnare l’utente fragile e portatore di bisogni complessi nella gestione del percorso di continuità assistenziale. Le Cure Intermedie prendono in carico l’utente direttamente dal domicilio, dall’ospedale o da tutti gli altri nodi della rete, nella fase di stabilizzazione a seguito di un episodio acuto o di riacutizzazione, per accompagnarlo con una risposta appropriata al suo bisogno, riportandolo al miglior stato di salute e benessere possibile e con l’obiettivo di reinserirlo nel proprio contesto di vita.
Chi può usufruire di queste cure sono soggetti fragili (con bisogni in area assistenziale, clinica, funzionale e sociale) che per il loro recupero e/o per il raggiungimento di un nuovo compenso, richiedono degli interventi specifici, che non possono essere erogati al domicilio o in ospedale, finalizzati al rientro a casa o alla dimissione verso luoghi di protezione sociosanitaria (altre unità d’offerta della rete).
L’accesso alle Cure Intermedie può essere richiesto dal medico ospedaliero, dal medico di medicina generale o dal medico di unità d’offerta sociosanitaria, compilando la richiesta di ricovero su ricettario regionale e la Scheda unica di invio e valutazione. La richiesta può essere presentata contestualmente a più unità d’offerta e inviata telematicamente o via fax.
I posti in CASA SANTA MARIA sono 10 e il 90% delle persone che hanno potuto usufruire di questo servizio sono del Vicariato Val Brembilla – Zogno.
Questa opportunità è stata voluta fortemente dal parroco Vigani don Angelo in collaborazione con la Direzione Sanitaria e Amministrativa della R.S.A, grazie ad un benefattore che con una notevole somma ha finanziato questa preziosa opera.
Il tema della fragilità è ampio e ci provoca molto come comunità: la presenza di molte fragilità è indice di una comunità fragile? Molte sono le urgenze e molte sono le povertà che investono tutto l’umano:
D) Tradizione
Donne e uomini capaci di Vangelo, di Eucarestia e di carità!
Senza dubbio possiamo riscontrarlo anche nelle nostre comunità: donne e uomini desiderosi di tutto questo?
Il mandato che il Signore ci dà non è affatto semplice e talvolta ci sembra “stretto” da vestire. Spesso prevale la pretesa di vedere risultati immediati e il riscontrare di numeri consistenti.
Tutte le parrocchie del vicariato riconoscono una forte attenzione verso la catechesi dei fanciulli e dei ragazzi. Buona per Zogno e Val Brembilla la presenza degli adolescenti che raccolgono in parte anche gli adolescenti delle frazioni.
In generale risulta abbastanza vissuta anche la catechesi degli adulti. Si percepisce il vuoto nella catechesi per i giovani (20-35 anni). Da poco si è pensato di avviare un percorso intervallare destinato a questa fascia di età.
Nell’ambito della carità abbiamo constatato che l’esempio positivo degli adulti ha permesso ad alcuni giovani di “respirare aria buona” al punto di costituire dei piccoli gruppi che durante l’estate o in altri periodi dell’anno vanno in terra di missione, in Romania e in Perù, a sostegno di realtà già presenti. Nel vicariato ci sono giovani che hanno fatto esperienza di missione in modo personale.
Gli adolescenti, durante il Cre, vivono esperienze di carità presso la casa di riposo, presso il centro accoglienza alla Botta di Sedrina e presso la Caritas interparrocchiale per la raccolta viveri. Ad alcuni è chiesto il supporto nella catechesi dei ragazzi e allo Spazio Compiti.
Le comunità compiono gesti di carità verso chi è nel bisogno donando viveri e quant’altro nelle raccolte di vari generi (in alcuni momenti dell’anno). In questo modo vengono coinvolti anche coloro che non partecipano attivamente alla vita parrocchiale. Importante è anche l’operato che molte persone svolgono, come volontari presso le due case di riposo.
E) Cittadinanza
Nella nostra realtà si è riscontrata una buona collaborazione tra i comuni e le Parrocchie. Le parrocchie interagiscono spesso con i comuni mettendo anche a disposizione gli spazi necessari per organizzare incontri culturali o eventi legati alle varie tradizioni. Si propongono incontri con testimonianze dal mondo dei servizi: la scuola, il sociale, il culturale. Più raramente si pensano incontri per sensibilizzare la raccolta fondi per sostenere dei progetti.
Per una degna convivenza è necessario un dialogo con tutti i soggetti, del pubblico e del privato, che possano fare Rete. Le nostre comunità sostengono le attività di rete con le altre istituzioni presenti sul territorio (amministrazioni comunali, scuola, onlus, dirigenti e allenatori sportivi, consultori familiari) per i servizi alla persona e alle situazioni di fragilità ma è auspicabile un rapporto più continuativo; la volontà di incontrarsi non solo perché ci sono emergenze, ma con criterio e costanza per far fronte al macro tema del sociale. Saremo chiamati o siamo chiamati anche ad affrontare il tema dei profughi? “C’è la necessità di un risveglio della coscienza cristiana in questa direzione” come afferma Lei, Mons. Beschi nella lettera pastorale. Da dove partire? Come iniziare a rispondere in modo adeguato alla varietà di bisogni?
Il Vicariato Brembilla-Zogno
Introduzione
Il nostro Vicariato, rappresentato da 3 Comuni (Zogno, Val Brembilla e Ubiale) e da 12 Parrocchie, in questi ultimi anni vive una forte diminuzione demografica, la popolazione è di circa 14.500 abitanti, portatori di grande umanità e di profondi valori, dettati da una forte tradizione legata evidentemente alla “nostra terra”; ma anche di punti di criticità determinati dalla crisi economica, dalla chiusura di alcuni stabilimenti storici e dalla “migrazione” di un buon numero di giovani laureati che cercano lavoro all’estero.
Eccezione la Val Brembilla dove le aziende si sono rinnovate restando così competitive a livello internazionale e soffrendo meno la perdita di posti di lavoro.
Il nostro assetto geografico e demografico è vario è discretamente ampio È inevitabile riflettere sulla trasformazione demografica:
- Diminuzione della natalità
- Famiglie mononucleari
- Pochissime famiglie “numerose” (4/5 figli)
- Discreto numero di coppie separate
- Invecchiamento della popolazione
- Modesta presenza di stranieri
A) Le relazioni d’amore
La conoscenza effettiva di coloro che sono separati, conviventi, divorziati-risposati nella propria parrocchia purtroppo non l’abbiamo. Facciamo fatica a quantificare il fenomeno al di là delle situazioni che si incontrano nei percorsi dell’iniziazione cristiana dei figli, nelle richieste del battesimo, nella scuola dell’infanzia se questa è parrocchiale. Ma è abbastanza chiaro a tutti che il fenomeno è in crescita e così le convivenze. Troppo spesso alcuni disagi all’interno delle famiglie vengono conosciuti solo in situazioni di emergenze serie e a volte insostenibili. La richiesta di aiuto alla parrocchia o al comune avviene molte volte in extremis.
Dobbiamo anche dire che con questo tipo di relazioni d’amore le nostre comunità fanno fatica a dialogare; è difficile intervenire sensibilizzando le altre famiglie ad un principio di solidarietà e accoglienza. Appare difficile anche per noi, operatori pastorali, riuscire ad argomentare “la regola” a cui ci si deve attenere, di non poter accedere ai sacramenti, rendendo così incomprensibile tutta la buona volontà nel manifestare una Chiesa che non esclude nessuno dei suoi figli e figlie. Alcune fragilità familiari sono confidate direttamente ai presbiteri, che cercano inizialmente di dimostrare accoglienza, affetto, cura e la volontà di creare ponti di solidarietà con altre famiglie o orientare verso istituzioni diocesane (consultori).
Riconosciamo l’attenzione alle iniziative e agli itinerari per la preparazione dei giovani e dei fidanzati al matrimonio, per il sostegno e l'accompagnamento delle coppie e delle famiglie .
Nello stesso tempo, proponiamo un costante accompagnamento per incontri di formazioni con le coppie di fidanzati, con due proposte Vicariali in preparazione al matrimonio, nonché per i battesimi, per le giovani coppie e i gruppi familiari. Alle coppie separate-divorziate-risposate consigliamo e valorizziamo gli incontri proposti dalla diocesi dal gruppo “la Casa” di zona.
B) Festa e Lavoro
La Festa, come momento di aggregazione e di unione della famiglia, come incontro interpersonale per le relazioni parentali e amicali; come opportunità coinvolgente, per la famiglia più grande che è la Comunità. In tutte le nostre Parrocchie ci sono momenti significativi di Festa, in particolare le tradizionali feste patronali, quelle del calendario liturgico e delle iniziative delle singole Parrocchie del Vicariato. Come Comunità cristiana ci interroghiamo sul significato della Festa come “giorno del Signore”, nel quale la partecipazione alla S. Messa deve rappresentare un “segno” forte per noi cristiani.
Siamo consapevoli che il “lavoro” sia uno dei bisogni primari dell’uomo, anche se a volte il suo concetto è un po’ esasperato: laddove il “valore del lavoro” prevarica altri valori fondamentali, quali la famiglia e la relazione di coppia, questo sacrifica e impoverisce le relazioni in senso generale. La crisi economica ha colpito anche il nostro Vicariato e alcune attività produttive sono state fortemente penalizzate, creando situazioni di precarietà in tante famiglie, soprattutto nelle famiglie straniere già presenti sul territorio.
Il nostro vicariato si è mosso in queste direzioni:
CENTRO DI PRIMO ASCOLTO E COINVOLGIMENTO DI ZOGNO
referente: Erika Rondi
La sua finalità è l’ascolto e il sostentamento nelle emergenze (lavoro, casa, cibo…). Aperto da aprile 2009. Un coordinatore e una quindicina di volontari.
Sede a Zogno, presso la Casa di Riposo. Incontri (anche con assistenti sociali) una volta al mese per valutare la situazione e l’andamento dei progetti avviati. Senza dimenticare il rapporto con la Caritas di Bergamo. Apertura a ogni persona che bussa alla porta, indistintamente, anche solo per ascoltare. Si vorrebbe (il condizionale è d’obbligo, poiché tanta è la fatica) essere l’espressione della presenza della comunità cristiana nei confronti della gente. Ognuno di noi ha le sue povertà ed è povero: per questo, incontrare persone con situazioni “ai limiti” (rispetto alle precarietà del quotidiano) ti mette in discussione. Sentire qualcosa dell’altro (affinché l’altro avverta una presenza), a fronte della difficoltà di risolvere la situazione, ma con la consapevolezza che camminando insieme, il sentiero della vita è meno pesante.
CASA DI SPINO
referente: Gino Carminati
Usufruibile quando viene segnalata, limitatamente alle famiglie, una situazione di difficoltà, come un imminente sfratto o, più in generale, la mancanza di una casa, è a disposizione questa abitazione.
I membri del Centro segnalano e ascoltano, raccolgono il bisogno e si fanno portavoce, anche se la decisione spetta al Consiglio Presbiterale. Storia: accordo di 5 anni, nessun affitto, pagamento spese (luce gas); poi due anni con extracomunitari (gestiti anche da Caritas Bergamo); ora continua 2500 euro all’anno pagati da Caritas. Ora vi risiede una signora con una bimba che ha problemi di salute. Tempo: 4 mesi (ormai scaduti). Ma fino a fine agosto sarà difficile trovare altra soluzione. Comunità montana ha stanziato 1200 euro per le spese di questi mesi.
- (Stabello)
Luogo di confluenza delle vettovaglie raccolte da ragazzi e parroci durante l’anno. Controllo date di scadenza.
Don Dario coordina la distribuzione di cibo e generi di prima necessità due giorni la settimana (mercoledì e sabato) per famiglie e persone bisognose. Quando mancano le vettovaglie necessarie, don Dario incaricato di gestire i soldi provenienti dalle parrocchie provvede alle spese necessarie. Ad operare e coordinare è invece don Mario, responsabile Caritas interparrocchiale. Le quote di sostentamento europee sono ormai venute meno mentre alcuni alimenti vengono forniti ancora dall’Europa (latte, biscotti per bambini). Anche San Pellegrino e San Giovanni, a volte, contribuiscono.
“Mossi dallo stesso spirito” del gruppo Caritas interparrocchiale, ci sono altre realtà presenti sul territorio:
- Gruppo Missionario
Ubiale Gabriella Rota
Brembilla Bruna Pesenti Bolò
Laxolo Sara Milesi
Il gruppo missionario parrocchiale di Zogno nasce nel 1977 dopo una richiesta di aiuto da parte di suor Teresa Bella, suora vincenziana che ha lavorato nel nostro asilo per circa otto, per poi andare in missione in Burundi e in Rwanda. Negli anni le attività del gruppo si sono sempre adeguate agli effettivi bisogni che il cambiamento sociale comportava. Inizialmente il gruppo missionario ha prevalentemente sostenuto il servizio che i missionari zognesi prestavano in diverse parti del mondo, inviando indumenti e contributi economici. L’iniziativa del Banco Vendita, nata trentanove anni fa, continua ad essere per il gruppo una preziosa raccolta di fondi da destinare, agli amici missionari. Ora l’attività del gruppo è rivolta in modo particolare verso le situazioni di povertà presenti sul territorio. La missionarietà è espressa nel vivere la prossimità nell’accoglienza e nella presa in carico di tante famiglie di fratelli stranieri che ci hanno raggiunto, spinti dalle guerre, dalle ingiustizie e dal desiderio di dare ai propri figli una vita migliore. Il primo approccio con le famiglie avviene attraverso la loro necessità di indumenti, sono loro che vengono in oratorio, dove c’è il deposito. Da questo nasce poi, grazie all’ascolto dei bisogni, una prima opportunità di conoscenza. Nel limite delle nostre capacità ci si trova a dispensare una “buona parola”, un consiglio, un orientamento verso cui rivolgerli per i svariati bisogni che emergono. La Provvidenza si manifesta sempre, trovando la persona giusta che può dare una mano nel momento del bisogno. Il gruppo missionario collabora con la Caritas interparrocchiale, il Banco Alimentare, il Centro Missionario per la Quaresima, il Convegno Missionario e la pediatra dott.sa Musitelli. Attualmente le risorse umane del gruppo si sono ridotte, ma l’entusiasmo è sempre vivo. Percepiamo il vuoto di una costante formazione che compensiamo però con la partecipazione alle proposte che il vicariato offre nei tempi forti e alla vita comunitaria.
- San Vincenzo
Signore aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato. (San Vincenzo de’ Paoli).
L’impegno del gruppo San Vincenzo è rivolto alle persone che si trovano in difficoltà, disagio, solitudine e ristrettezze economiche. I nostri volontari, in coordinamento con altri gruppi caritativi e con l’assistente sociale del comune, operano sul territorio portando sostegno con aiuti materiali e solidarietà umana. L’aiuto concreto consiste nella consegna a domicilio mensile, di un pacco alimentare o sostegno alle utenze per affrontare i bisogni più urgenti, sempre più frequenti in questi momenti di crisi che colpisce pesantemente i più deboli, nell’aiuto di pratiche amministrative, nell’attenzione ai bambini per lo spazio compiti e alle diverse fasce di realtà a secondo dei bisogni della persona.
- Banco di solidarietà di Bergamo
Sezione di Zogno con sede in oratorio, da circa 10 anni. Coperta la media valle con 35-40 famiglie. Stabili 15-20 volontari. Organizzano e gestiscono la Colletta Nazionale del Banco Alimentare coinvolgendo volontari di varie associazioni, fuori dai supermercati. In supporto del banco alimentare (porta alimenti a associazioni caritative). Per arrivare direttamente alle famiglie (nelle case) è stata creata in ogni paese questa onlus. I pacchi alimentari, in collaborazione con l’assistente sociale, arrivano in famiglie mirate. Le famiglie devono essere nell’ottica dell’accoglienza di questo servizio. Non è facile riconoscere un bisogno e accettare un aiuto. Condividere il bisogno per condividere la vita (motto). Obiettivo: accompagnamento e condivisione del bisogno. Fatica: la relazione con un altro. Mai facile. Specie se si è accolti in un mondo che non è il proprio. E se chi abita questo mondo non è venuto a cercarti. Grande arricchimento: più quel che si guadagna rispetto a quel che si offre. Bisogno grande di educazione dell’uso del denaro (molte difficoltà derivano dall’incapacità di gestire ciò che si ha). La presenza di molti gruppi dice di una matrice comune, di un cammino di chiesa, anche senza coordinazione.
- Banco farmaceutico (due volte l’anno)
- Amministratore di Sostegno A.D.S. (VEDI ALLEGATO 7)
C.G.L via Mazzini;
Ass. Sociale Maria Grazia Gritti
R.S.A. viale Martiri della Libertà:
Fausto Carminati
L’amministratore di sostegno è una figura che mira a tutelare, in modo transitorio o permanente, le persone che, pur mantenendo la capacità di intendere e volere, per infermità o menomazioni fisiche o psichiche, anche parziali o temporanee, non hanno la piena autonomia nella vita quotidiana e si trovano nell'impossibilità di provvedere ai propri interessi finanziari e non (anziani, disabili fisici o psichici, alcolisti, tossicodipendenti, malati).
Scopo della legge è quello di andare incontro a tali persone aiutandole ad affrontare problemi concreti.
Per questo motivo l’istanza per la nomina dell’amministrazione di sostegno, che può essere proposta dallo stesso beneficiario, deve indicare l'atto o le tipologie di atti per il quale è richiesta l'assistenza.
L'amministratore viene nominato dal Giudice Tutelare e viene scelto, preferibilmente, nello stesso ambito familiare dell’assistito (coniuge non separato, una persona stabilmente convivente, il padre, la madre, il figlio, il fratello o la sorella, e comunque un parente entro il quarto grado). Se necessario può nominarsi amministratore una persona estranea ad es. in caso di conflitto tra i parenti e può essere: avvocato, notaio, commercialista, o volontario.
A Zogno esiste un gruppo di volontari vallare e si trovano in R.S.A. (casa di riposo) ogni primo sabato del mese, dove discutono dei vari casi di ciascuno.
C) Le Fragilità
Le nostre parrocchie stanno affrontando questo problema che è certamente diffuso e presente in ogni singola realtà. Le azioni intraprese sono state conseguenti ad una lettura dei bisogni espressi o percepiti. Persone fragili, famiglie fragili, italiane e straniere. Fragilità di ordine economico, attorno ai bisogni primari dell’uomo: casa, lavoro, cibo, indumenti, pane, il nostro pane quotidiano…; ma anche attorno alla solitudine degli anziani, all’isolamento di alcune famiglie, all’incapacità di comunicare o di ascoltare, alla fragilità psicologica, alla sfiducia e assenza di prospettive per il futuro. Chi si è preso cura di queste persone? Con quali azioni? Le risposte sono state a più voci.
- Ministri dell’Eucarestia (presenti però non in tutte le parrocchie del Vicariato);
- Due case di riposo parrocchiali.
- Donne che aiutano donne
Il gruppo è nato nel gennaio 2009 con l’intento di aiutare l’integrazione delle donne straniere per mezzo dell’apprendimento della lingua italiana. Gli incontri si tengono due volte la settimana (giovedì e sabato dalle 14.00 alle 16.00, da ottobre a maggio) in un aula scolastica della scuola media di Zogno. Le donne, di diversa provenienza e diversissimo curriculum scolastico (dalle analfabete complete alle plurilaureate), hanno la possibilità di portare con sé i figli piccoli per accudire i quali ci si avvale dell’aiuto delle studentesse dell’Istituto Turoldo di Camanghè. Nel corso degli anni hanno partecipato più o meno centoventi persone con risultati quasi sempre soddisfacenti. L’ideale sarebbe poter avere il rapporto uno a uno, ma le insegnanti volontarie non sono molte (quest’anno purtroppo solo cinque o sei ). È sempre necessario partire dal livello delle utenti, la cui presenza è peraltro spesso discontinua, senza irrigidirsi su programmi precostituiti.
- Laboratorio multiculturale cristiano
“Bellezza nelle diversità”: Gruppo femminile di donne cristiane, italiane e straniere (con possibili aperture ad altre realtà culturali e religiose perché interconfessionale). Obiettivi: partecipare, condividere, costruire, aprirsi. Uno sguardo di attenzione agli stranieri in valle, cogliendo la bellezza del valorizzare il loro modo di essere condividendo momenti di fraternità, a partire dalla messa dei migranti celebrata a Zogno nel 2016. Membri: 18 persone. Ci si incontra e si racconta di sé (famiglia, lavoro, attitudini e usi diversi, letture, passioni, cucina, …). Facilitatore di cambiamenti: luogo per progettare nuove vie da percorrere per una comunità multiculturale e multi religiosa integrata e pacifica. Aiuta a creare ponti e abbattere muri. Ogni 15 giorni (sabato sera o venerdì pomeriggio) presso l’oratorio di Zogno, con la possibilità di rendere itinerante la cosa. Momento culminante di condivisione: questa primavera la maternità. Idea di costituire una cassa comune per le emergenze. Creato gruppo in WhatsApp: facilita la creazione di una rete immediata. Nel quotidiano: un diario di bordo, a turno compilato da ciascun membro. Un viaggio di conoscenza reciproca: è questo il nostro obiettivo. Domanda: si può parlare di carità? Ciascuna è “cara” all’altra. Suggerimento: quindi si può parlare di carità.
- Solidarietà al femminile
Il gruppo è nato nel 2016, partendo da un piccolo gruppo già esistente di donne che si occupava della raccolta abiti per la Caritas due volte all’anno. Si è pensato ad un certo punto di prendere contatti con la Caritas Bergamo per comprendere le necessità effettive e di quale tipologia di abiti ci fosse più bisogno. Il gruppo ha quindi allargato la richiesta alla popolazione, chiedendo di conferire tutto quanto di fatto non veniva più utilizzato in famiglia per destinarlo in modo appropriato a tutte le realtà bisognose di qualche aiuto. Attualmente sono molte le realtà con cui si è entrati in relazione attraverso un contatto diretto e personale. Si raccoglie materiale di ogni tipo che viene destinato: alla Caritas, ad una casa di accoglienza per minori in Romania, ad una casa di accoglienza per donne con disagio psichico a Rosà, ad una parrocchia in Ucraina, al Patronato di Sorisole, al Centro di aiuto alla vita, al Laboratorio bavaglie del Centro don Palla, a diverse pesche di beneficenza. Con una parte di quanto raccolto viene allestita più volte all’anno una Bancarella solidale per la raccolta di fondi a favore di un progetto del reparto maternità dell’ospedale di Kingasani in Congo. Durante l’anno sono stati organizzati incontri di conoscenza e di informazione con alcune delle realtà per sentire dalla voce di chi vi opera la situazione reale e i progetti in corso. Alla base del gruppo c’è la sensibilizzazione verso la comunità ad un’ecologia solidale e di consumo, perché lo “svuotare gli armadi” non risponda ad un bisogno personale, ma vada incontro ai bisogni concreti e reali di altre realtà. Il gruppo è aperto a tutte le donne del paese e sono in molte a collaborare in diverso modo, nello smistamento e imballaggio, nella consegna, nella sistemazione di quanto rovinato, nell’allestimento della bancarella, nel conferimento del materiale. Le esigenze attuali del gruppo sono quelle di un riconoscimento a livello vicariale e di un accompagnamento, anche formativo, per dare senso all’attività pratica.
- Centro aiuto alla vita
Dal 2007 la Comunità di Endenna ha deciso di collaborare con questo Centro, attraverso la raccolta di indumenti da 0 a 3 anni e accessori (passeggini, lettini, seggiolini, ecc…) consegnandoli direttamente e personalmente al centro di Aiuto alla Vita di Bergamo – via Conventino 8.
Questo centro offre aiuto a donne o coppie in difficoltà di fronte alla nascita di un bambino.
- Gruppo affidi
don Samuele Novali
Gruppo neo-costituito in Zogno come aiuto al gruppo vallare. Collegamento con assistenti sociali, psicologi ed educatori. e comune. L’obiettivo è l’inserimento di bambini in “famiglie nuove” a seguito di contesti familiari confusi e difficili. Varie sono le forme dell’affido tra cui l’affido diurno. Sviluppa un lavoro di rete con famiglie che danno la disponibilità per piccoli servizi.
- Gruppo Spazio-Volontalibro
Non è gruppo di carità ma i proventi raccolti dal giorno della sua apertura come libreria parrocchiale e spazio di scambio culturale, relazionale, amicale, di sostegno sono stati devoluti in opere di carità.
- RSA Casa Santa Maria -cure intermedie- (VEDI ALLEGATO 14)
don Angelo Vigani
Da ormai un paio d’anni, partito prima come fase di sperimentazione, ora autorizzato dalla Regione Lombardia con la D.G.R. 3383/2015:
Le Cure Intermedie costituiscono una tipologia d’offerta sociosanitaria a totale carico del Fondo Sanitario Regionale. Rappresentano il servizio che è in grado di accogliere, assistere, orientare ed accompagnare l’utente fragile e portatore di bisogni complessi nella gestione del percorso di continuità assistenziale. Le Cure Intermedie prendono in carico l’utente direttamente dal domicilio, dall’ospedale o da tutti gli altri nodi della rete, nella fase di stabilizzazione a seguito di un episodio acuto o di riacutizzazione, per accompagnarlo con una risposta appropriata al suo bisogno, riportandolo al miglior stato di salute e benessere possibile e con l’obiettivo di reinserirlo nel proprio contesto di vita.
Chi può usufruire di queste cure sono soggetti fragili (con bisogni in area assistenziale, clinica, funzionale e sociale) che per il loro recupero e/o per il raggiungimento di un nuovo compenso, richiedono degli interventi specifici, che non possono essere erogati al domicilio o in ospedale, finalizzati al rientro a casa o alla dimissione verso luoghi di protezione sociosanitaria (altre unità d’offerta della rete).
L’accesso alle Cure Intermedie può essere richiesto dal medico ospedaliero, dal medico di medicina generale o dal medico di unità d’offerta sociosanitaria, compilando la richiesta di ricovero su ricettario regionale e la Scheda unica di invio e valutazione. La richiesta può essere presentata contestualmente a più unità d’offerta e inviata telematicamente o via fax.
I posti in CASA SANTA MARIA sono 10 e il 90% delle persone che hanno potuto usufruire di questo servizio sono del Vicariato Val Brembilla – Zogno.
Questa opportunità è stata voluta fortemente dal parroco Vigani don Angelo in collaborazione con la Direzione Sanitaria e Amministrativa della R.S.A, grazie ad un benefattore che con una notevole somma ha finanziato questa preziosa opera.
Il tema della fragilità è ampio e ci provoca molto come comunità: la presenza di molte fragilità è indice di una comunità fragile? Molte sono le urgenze e molte sono le povertà che investono tutto l’umano:
- La povertà nelle relazioni (che si riscontra soprattutto nei giovani);
- Le povertà causate dalle dipendenze dalle nuove droghe, dal gioco, dall'alcool;
- L’isolamento creato dall’uso non controllato del web;
- La fragilità psicologica;
- L’elevato numero di suicidi (mi sembra un punto dolente importante per la realtà zognese).
D) Tradizione
Donne e uomini capaci di Vangelo, di Eucarestia e di carità!
Senza dubbio possiamo riscontrarlo anche nelle nostre comunità: donne e uomini desiderosi di tutto questo?
Il mandato che il Signore ci dà non è affatto semplice e talvolta ci sembra “stretto” da vestire. Spesso prevale la pretesa di vedere risultati immediati e il riscontrare di numeri consistenti.
Tutte le parrocchie del vicariato riconoscono una forte attenzione verso la catechesi dei fanciulli e dei ragazzi. Buona per Zogno e Val Brembilla la presenza degli adolescenti che raccolgono in parte anche gli adolescenti delle frazioni.
In generale risulta abbastanza vissuta anche la catechesi degli adulti. Si percepisce il vuoto nella catechesi per i giovani (20-35 anni). Da poco si è pensato di avviare un percorso intervallare destinato a questa fascia di età.
Nell’ambito della carità abbiamo constatato che l’esempio positivo degli adulti ha permesso ad alcuni giovani di “respirare aria buona” al punto di costituire dei piccoli gruppi che durante l’estate o in altri periodi dell’anno vanno in terra di missione, in Romania e in Perù, a sostegno di realtà già presenti. Nel vicariato ci sono giovani che hanno fatto esperienza di missione in modo personale.
Gli adolescenti, durante il Cre, vivono esperienze di carità presso la casa di riposo, presso il centro accoglienza alla Botta di Sedrina e presso la Caritas interparrocchiale per la raccolta viveri. Ad alcuni è chiesto il supporto nella catechesi dei ragazzi e allo Spazio Compiti.
Le comunità compiono gesti di carità verso chi è nel bisogno donando viveri e quant’altro nelle raccolte di vari generi (in alcuni momenti dell’anno). In questo modo vengono coinvolti anche coloro che non partecipano attivamente alla vita parrocchiale. Importante è anche l’operato che molte persone svolgono, come volontari presso le due case di riposo.
E) Cittadinanza
Nella nostra realtà si è riscontrata una buona collaborazione tra i comuni e le Parrocchie. Le parrocchie interagiscono spesso con i comuni mettendo anche a disposizione gli spazi necessari per organizzare incontri culturali o eventi legati alle varie tradizioni. Si propongono incontri con testimonianze dal mondo dei servizi: la scuola, il sociale, il culturale. Più raramente si pensano incontri per sensibilizzare la raccolta fondi per sostenere dei progetti.
Per una degna convivenza è necessario un dialogo con tutti i soggetti, del pubblico e del privato, che possano fare Rete. Le nostre comunità sostengono le attività di rete con le altre istituzioni presenti sul territorio (amministrazioni comunali, scuola, onlus, dirigenti e allenatori sportivi, consultori familiari) per i servizi alla persona e alle situazioni di fragilità ma è auspicabile un rapporto più continuativo; la volontà di incontrarsi non solo perché ci sono emergenze, ma con criterio e costanza per far fronte al macro tema del sociale. Saremo chiamati o siamo chiamati anche ad affrontare il tema dei profughi? “C’è la necessità di un risveglio della coscienza cristiana in questa direzione” come afferma Lei, Mons. Beschi nella lettera pastorale. Da dove partire? Come iniziare a rispondere in modo adeguato alla varietà di bisogni?
Il Vicariato Brembilla-Zogno
Diaconia dei agazzi di prima superiore, nella promessa di impegno nel servizio nella carità - 23 ottobre 2016
E la Pasqua ci invita ad annunciare: Cristo è vivo
Una quaresima molto speciale quella che stiamo vivendo: infatti sentiamo parlare tanto di Unità Pastorale, di Equipe pastorale…
Ci viene ripetuto che dobbiamo ragionare oltre la parrocchia senza dimenticare la parrocchia, che vale la pena unire le forze e sentirsi pienamente responsabili dell’annuncio.
Dobbiamo ricordarci che è questo il motivo principale per cui ci si unisce: per essere all’altezza delle sfide di questo tempo sull’ANNUNCIO.
Che cosa vogliamo annunciare?
Ho sbagliato: Chi vogliamo annunciare?
Nessun altro che Cristo e Cristo crocefisso e risorto!
Se questo è il nostro impegno principale e, oserei dire, unico, allora dobbiamo trovare il modo migliore per essere all’altezza di questo compito.
“Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo a ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo!” E poi il Signore ha aggiunto: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!”.
Allora questo è il motivo per cui ci raduniamo spesso (tutte le domeniche), per questo ci nutriamo del Signore (per essere condotti all’annuncio ed esserne all’altezza), per questo ci ritroviamo a domandarci qual è lo stile giusto per avvicinare al Signore i nostri fratelli.
Facciamo tesoro allora di quello che il Signore ci regala ogni giorno, troviamo il tempo della preghiera perché impariamo davvero a collaborare con Lui e tra di noi per DIRE il VANGELO, cioè la BUONA NOTIZIA CHE CRISTO è VIVO ED è LA NOSTRA SALVEZZA.
Il tempo Pasquale che andiamo a cominciare è il tempo del vivere ciò che abbiamo celebrato, del donare i sacramenti dell’iniziazione cristiana, del renderci sempre più conto di essere comunità in cammino: INSIEME.
Auguri
Angelo prete
Ci viene ripetuto che dobbiamo ragionare oltre la parrocchia senza dimenticare la parrocchia, che vale la pena unire le forze e sentirsi pienamente responsabili dell’annuncio.
Dobbiamo ricordarci che è questo il motivo principale per cui ci si unisce: per essere all’altezza delle sfide di questo tempo sull’ANNUNCIO.
Che cosa vogliamo annunciare?
Ho sbagliato: Chi vogliamo annunciare?
Nessun altro che Cristo e Cristo crocefisso e risorto!
Se questo è il nostro impegno principale e, oserei dire, unico, allora dobbiamo trovare il modo migliore per essere all’altezza di questo compito.
“Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo a ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo!” E poi il Signore ha aggiunto: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!”.
Allora questo è il motivo per cui ci raduniamo spesso (tutte le domeniche), per questo ci nutriamo del Signore (per essere condotti all’annuncio ed esserne all’altezza), per questo ci ritroviamo a domandarci qual è lo stile giusto per avvicinare al Signore i nostri fratelli.
Facciamo tesoro allora di quello che il Signore ci regala ogni giorno, troviamo il tempo della preghiera perché impariamo davvero a collaborare con Lui e tra di noi per DIRE il VANGELO, cioè la BUONA NOTIZIA CHE CRISTO è VIVO ED è LA NOSTRA SALVEZZA.
Il tempo Pasquale che andiamo a cominciare è il tempo del vivere ciò che abbiamo celebrato, del donare i sacramenti dell’iniziazione cristiana, del renderci sempre più conto di essere comunità in cammino: INSIEME.
Auguri
Angelo prete
Il cantiere è aperto!
LA SCELTA DELL’UNITÀ PASTORALE DI ZOGNO
per le parrocchie Ambria-Spino (S. Antonio di P – S. Alessandro), Grumello de’ Zanchi (S. Maria Assunta), Zogno (San Lorenzo)
La Lettera Pastorale del nostro Vescovo Francesco del 2012/13 intitolata La fraternità cristiana diceva: «Le parrocchie devono uscire dalla loro autosufficienza; la via da percorrere per diventare vere Comunità Cristiane è la Fraternità Cristiana nell’ambito di una graduale formazione delle Unità Pastorali».
Con l’Instrumentum Laboris (Il documento diocesano che definisce le Unità Pastorali) il Vescovo, inoltre, ci consegna che: “Nella realtà attuale, le singole parrocchie sono chiamate a un percorso unitario e coordinato, ad attuare una reciproca integrazione pastorale per garantire una migliore formazione e crescita cristiana, che scaturisca da un lavoro collegiale”.
DALL’INSTRUMENTUM LABORIS PER L’ISTITUZIONE DELLE UNITÀ PASTORALI DELLA NOSTRA DIOCESI.
con la scelta delle Unità Pastorali (UP) si riscrive il volto della parrocchia, innestando una modalità nuova nello stile delle relazioni e nell’attività pastorale, invista della costruzione di comunità più consapevoli della vocazione dei singoli, dell’ampia ministerialità che le arricchisce, mantenendo centrale l’essenziale servizio dei presbiteri che lepresiedono e la raccolgono in unità.
Questa prospettiva consente di superare la facile identificazione della parrocchia con il ruolo e la persona del parroco… Si tende a privilegiare la priorità della “comunità”, che meglio esprime e promuove il senso di comunione e laconseguente corresponsabilità dei laici. La scelta è dettata anche da oggettive necessità.
Non è una semplice scelta di carattere organizzativo, ma una sollecitazione per le nostre comunità, e per ogni cristiano, a smuoversi da situazioni di immobilismo e di ripetitività, per esprimere in modo coinvolgente e leggibile la fede in Gesù Cristo, salvatore del mondo e la missione da Lui affidata alla Chiesa.
Le UP rappresentano l’occasione per un cambio di mentalità che riguarda tutte le parrocchie.
I cambiamenti di mentalità e di disegno pastorale chiedono: il ripensamento e il rinnovamento delle parrocchie, la qualificazione della figura del sacerdote chiamato ad essere uomo di relazione e al servizio della fede della comunità, che egli presiede nella comunione. Per questo è importante
far emergere sempre meglio le caratteristiche del suo compito, che consiste nel discernimento dei carismi e nella promozione dei vari ministeri:
la valorizzazione della vita consacrata
la valorizzazione della ministerialità laicale.
La UP deve mettere al centro il mistero cristiano, dono e responsabilità per ogni battezzato.
Nelle esperienze in atto, tra i molti aspetti positivi, sono emerse anche alcune difficoltà:
• la scarsa attitudine alla progettazione pastorale (a volte non si va oltre il predisporre il calendario e si fa fatica a operare un serio confronto pastorale).
IDENTITÀ DELLE UNITÀ PASTORALI
Finalità e natura dell’UP
“Le forme di Unità pastorale possono essere diverse ma hanno in comune questi tratti: si tratta di forme organizzate di collaborazione tra più parrocchie, stabilite in modo organico, permanente e riconosciuto dal Vescovo. Si caratterizzano per un programma pastorale condiviso e per un organismo pastorale unitario” (dalla Lettera pastorale del vescovo alla Diocesi, La fraternità cristiana, Bergamo, 2012, 23).
L’UP è un insieme di parrocchie che, senza perdere la propria identità, sono chiamate a camminare insieme, fraternamente, sulla base di alcuni criteri orientativi.
Criteri per la istituzione delle UP
I criteri elencati di seguito non devono essere necessariamente tutti presenti per l’istituzione delle UP.
Della nostra UP Équipe Pastorale faranno parte:
L’incarico dei membri dell’EP avrà la durata di 5 anni, con possibilità di una sola rielezione.
I principali compiti dell’EP riguardano:
Nell’EP (a partire dal 1° gennaio) farà parte un rappresentante dell’Équipe Educativa dell’Oratorio (EE) che opera nell’ambito della pastorale dell’iniziazione cristiana e di quella giovanile.
Rappresentano l’EE:
In parole semplici, senza togliere autorevolezza alle indicazioni dell’INSTRUMENTUM LABORIS per l’istituzione delle UP della nostra diocesi e consapevoli della responsabilità assunta all’EP spetta il compito non facile di:
Raccontare la storia delle varie parrocchie; Ragionare a partire da quanto già esiste in ogni parrocchia e dalle collaborazioni già presenti tra parrocchie; Individuare gli obiettivi graduali da raggiungere di passo in passo; Informare; Pensare attività concrete; Palesare le energie; Pensare a quali motivazioni ci guidano; Educare alla corresponsabilità dei laici; Fronteggiare le difficoltà e i primi ostacoli; Non scoraggiarsi; Cogliere la novità che le UP portano; Essere capaci di re-inventarsi, di re-inventare un cammino che possa essere il fondamento per le nuove generazioni; Essere uomini e donne capaci di vangelo, eucarestia e carità; Vivere concretamente la cattolicità della Chiesa.
TUTTO QUESTO SARÀ POSSIBILE SE SOSTENUTI DALLA PREGHIERA E DALLA CORRESPONSABILITÀ DI TUTTA LA COMUNITÀ.
Il cantiere ora è aperto, re-inventiamoci sulle basi che le tradizioni delle nostre parrocchie cantano: storie antiche e molto radicate.
Cantiere aperto non necessariamente alla conservazione ma anche alla rivalutazione e al risanamento dell’esistente integrandolo a proposte nuove ed inedite: con occhio lungimirante, cuore aperto e udito affinato all’ascolto dello Spirito Santo.
In tale prospettiva l’istituzione dell’Unità Pastorale non è da intendere come struttura di supporto o di integrazione dei “limiti” delle singole parrocchie, ma diventa esperienza di comunione, di corresponsabilità, di missione, un’opportunità per vivere meglio il Vangelo partendo dalla valorizzazione delle singole realtà dislocate sul territorio.
L’istituzione dell’ÉQUIPE PASTORALE è fissata per domenica 5 Novembre durante la S. Messa delle 18.00 presieduta dal nostro Vescovo Francesco.
Il mandato dell’ÉQUIPE EDUCATIVA è fissato per domenica 12 Novembre durante la S. Messa delle 18.00
Con l’Instrumentum Laboris (Il documento diocesano che definisce le Unità Pastorali) il Vescovo, inoltre, ci consegna che: “Nella realtà attuale, le singole parrocchie sono chiamate a un percorso unitario e coordinato, ad attuare una reciproca integrazione pastorale per garantire una migliore formazione e crescita cristiana, che scaturisca da un lavoro collegiale”.
DALL’INSTRUMENTUM LABORIS PER L’ISTITUZIONE DELLE UNITÀ PASTORALI DELLA NOSTRA DIOCESI.
con la scelta delle Unità Pastorali (UP) si riscrive il volto della parrocchia, innestando una modalità nuova nello stile delle relazioni e nell’attività pastorale, invista della costruzione di comunità più consapevoli della vocazione dei singoli, dell’ampia ministerialità che le arricchisce, mantenendo centrale l’essenziale servizio dei presbiteri che lepresiedono e la raccolgono in unità.
Questa prospettiva consente di superare la facile identificazione della parrocchia con il ruolo e la persona del parroco… Si tende a privilegiare la priorità della “comunità”, che meglio esprime e promuove il senso di comunione e laconseguente corresponsabilità dei laici. La scelta è dettata anche da oggettive necessità.
Non è una semplice scelta di carattere organizzativo, ma una sollecitazione per le nostre comunità, e per ogni cristiano, a smuoversi da situazioni di immobilismo e di ripetitività, per esprimere in modo coinvolgente e leggibile la fede in Gesù Cristo, salvatore del mondo e la missione da Lui affidata alla Chiesa.
Le UP rappresentano l’occasione per un cambio di mentalità che riguarda tutte le parrocchie.
I cambiamenti di mentalità e di disegno pastorale chiedono: il ripensamento e il rinnovamento delle parrocchie, la qualificazione della figura del sacerdote chiamato ad essere uomo di relazione e al servizio della fede della comunità, che egli presiede nella comunione. Per questo è importante
far emergere sempre meglio le caratteristiche del suo compito, che consiste nel discernimento dei carismi e nella promozione dei vari ministeri:
la valorizzazione della vita consacrata
la valorizzazione della ministerialità laicale.
La UP deve mettere al centro il mistero cristiano, dono e responsabilità per ogni battezzato.
Nelle esperienze in atto, tra i molti aspetti positivi, sono emerse anche alcune difficoltà:
• la scarsa attitudine alla progettazione pastorale (a volte non si va oltre il predisporre il calendario e si fa fatica a operare un serio confronto pastorale).
IDENTITÀ DELLE UNITÀ PASTORALI
Finalità e natura dell’UP
“Le forme di Unità pastorale possono essere diverse ma hanno in comune questi tratti: si tratta di forme organizzate di collaborazione tra più parrocchie, stabilite in modo organico, permanente e riconosciuto dal Vescovo. Si caratterizzano per un programma pastorale condiviso e per un organismo pastorale unitario” (dalla Lettera pastorale del vescovo alla Diocesi, La fraternità cristiana, Bergamo, 2012, 23).
L’UP è un insieme di parrocchie che, senza perdere la propria identità, sono chiamate a camminare insieme, fraternamente, sulla base di alcuni criteri orientativi.
Criteri per la istituzione delle UP
I criteri elencati di seguito non devono essere necessariamente tutti presenti per l’istituzione delle UP.
- Omogeneità territoriale fra parrocchie geograficamente vicine.
- Appartenenza di più parrocchie allo stesso Comune.
- Elementi di affinità cresciuti nel tempo.
- Sperimentate scelte di collaborazione in vari ambiti: pastorale giovanile, catechesi…
- Esistenza sul territorio di particolari realtà e istituzioni: scuole, case di riposo, complessi industriali.
- Figure di riferimento dell’UP: ruoli e responsabilità
Della nostra UP Équipe Pastorale faranno parte:
- Il moderatore(nominato dal Vescovo), il parroco Vigani d. Angelocon il compito diconvocare, presiedere, verificare e rappresentare gli organismi dell’UP.
- Due sacerdoti del presbiterio dell’UP: Novali d. Samuele; Rota d. Giacomo
- Una consacrata: Bohorquez Gomez sr. Alix
- Sette laici che rappresentano le nostre parrocchie: Foppolo Bonaventura (Caritas); Galbiati Anna (Zogno); Marconi Bruno (Caritas); Pesenti Annalisa (Zogno); Tiraboschi Elisabetta (Ambria); Traini Giuseppe (Spino); Zanchi Livio (Grumello)
L’incarico dei membri dell’EP avrà la durata di 5 anni, con possibilità di una sola rielezione.
I principali compiti dell’EP riguardano:
- l’elaborazione di un piano (pluriennale) e di progetti pastorali (annuali) condivisi all’interno dell’UP, alla luce delle priorità e dei cammini diocesani e dei vari luoghi della vita.
- il collegamento con i Consigli Pastorali Parrocchiali;
- l’elaborazione di un programma di formazione per gli ambiti della catechesi, della liturgia e della carità, tenendo conto dei percorsi vicariali;
- il mantenimento di buoni rapporti fra i vari CPAE dell’UP, indicando loro gli orientamenti pastorali ai quali riferirsi nella gestione economica e nell’utilizzo delle strutture;
- la valorizzazione e la promozione della vita consacrata;
- lavalorizzazione di Associazioni e Movimenti laicali se presenti sul territorio,
- la predisposizione, nel corso dell’anno pastorale, di momenti unitari ospitati dalle varie parrocchie dell’UP;
- il mantenimento di adeguate relazioni e collaborazioni con il vicariato;
- l’organizzazione di alcuni servizi unitari, soprattutto di una segreteria dell’UP;
- il monitoraggio e la guida delle priorità da perseguire e dei passi da attuare.
Nell’EP (a partire dal 1° gennaio) farà parte un rappresentante dell’Équipe Educativa dell’Oratorio (EE) che opera nell’ambito della pastorale dell’iniziazione cristiana e di quella giovanile.
Rappresentano l’EE:
- Novali d. Samuele responsabile e direttore dell’Oratorio
- Adobati Clarissa (pastorale preadolescenti e adolescenti); Cortinovis Mario (ado e giovani); Damiani Fiorenzo (rappresentante genitori); Guidi Sara (past. adolescenti. caritativa-missionaria); Pesenti Nicola(past. preado-ado animazione, formazione animatori); Prando Matteo (past. preado-ado) Salvi Sara(referente contatti con agenzie istituzionali ed educative del territorio; formazione animatori e segreteria dell’ EE); Viscardi Stefania (past. iniziazione cristiana).
In parole semplici, senza togliere autorevolezza alle indicazioni dell’INSTRUMENTUM LABORIS per l’istituzione delle UP della nostra diocesi e consapevoli della responsabilità assunta all’EP spetta il compito non facile di:
Raccontare la storia delle varie parrocchie; Ragionare a partire da quanto già esiste in ogni parrocchia e dalle collaborazioni già presenti tra parrocchie; Individuare gli obiettivi graduali da raggiungere di passo in passo; Informare; Pensare attività concrete; Palesare le energie; Pensare a quali motivazioni ci guidano; Educare alla corresponsabilità dei laici; Fronteggiare le difficoltà e i primi ostacoli; Non scoraggiarsi; Cogliere la novità che le UP portano; Essere capaci di re-inventarsi, di re-inventare un cammino che possa essere il fondamento per le nuove generazioni; Essere uomini e donne capaci di vangelo, eucarestia e carità; Vivere concretamente la cattolicità della Chiesa.
TUTTO QUESTO SARÀ POSSIBILE SE SOSTENUTI DALLA PREGHIERA E DALLA CORRESPONSABILITÀ DI TUTTA LA COMUNITÀ.
Il cantiere ora è aperto, re-inventiamoci sulle basi che le tradizioni delle nostre parrocchie cantano: storie antiche e molto radicate.
Cantiere aperto non necessariamente alla conservazione ma anche alla rivalutazione e al risanamento dell’esistente integrandolo a proposte nuove ed inedite: con occhio lungimirante, cuore aperto e udito affinato all’ascolto dello Spirito Santo.
In tale prospettiva l’istituzione dell’Unità Pastorale non è da intendere come struttura di supporto o di integrazione dei “limiti” delle singole parrocchie, ma diventa esperienza di comunione, di corresponsabilità, di missione, un’opportunità per vivere meglio il Vangelo partendo dalla valorizzazione delle singole realtà dislocate sul territorio.
L’istituzione dell’ÉQUIPE PASTORALE è fissata per domenica 5 Novembre durante la S. Messa delle 18.00 presieduta dal nostro Vescovo Francesco.
Il mandato dell’ÉQUIPE EDUCATIVA è fissato per domenica 12 Novembre durante la S. Messa delle 18.00
Celebrare per vivere
Carissimi amici,
abbiamo celebrato solennemente la morte e la risurrezione di Gesù e ci siamo trovati immersi nelle celebrazioni dei sacramenti dell’iniziazione cristiana che coinvolgono famiglie, bambini e tutta la comunità cristiana.
Ci sentiamo dire spesso: “Che bella la celebrazione! Come sono stati bravi i ragazzi, i catechisti/e...”.
È bello scoprire, a conclusione di un cammino, dopo aver cercato insieme le risposte a tante domande e dopo aver fatto ricerche serene, molti geni- tori che si mettono in gioco e trovano il tempo di vivere momenti di catechesi, per essere “all’altezza” nell’aiuto ai loro figli.
Ma dobbiamo imparare a far durare i frutti di queste celebrazioni...
Un sacerdote il giorno di Pasqua parla così ai suoi fedeli: “Mi ha fatto impressione la grande partecipazione alla processione del Venerdì Santo! Il Sabato Santo già eravamo diminuiti di molto. Come mai siamo così sensibili al dolore e alla tristezza della morte e non sappiamo accogliere l’inno alla gioia e alla vita?”. La Pasqua è festa di morte e risurrezione del Signore, celebriamo la vita che Lui ci dona ogni volta che lo incontriamo, ogni volta che ci incontriamo.
Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere sempre celebrativi, portatori di Lui a chiunque incontriamo, in qualsiasi realtà ci ritroviamo.
Essere credenti significa mettersi nelle mani di Colui che ci ama a tal punto da dare la vita per noi! Ricordiamoci sempre quello che Luca scrive negli Atti degli Apostoli, dello stupore della gente che vedeva i cristiani come agivano: “Guarda come si amano!” si dicevano stupiti.
E noi? Come comunichiamo quello che celebriamo?
Come annunciamo la nostra fede con le opere?
Come viviamo da credenti?
È nelle nostre famiglie che viene donata e si alimenta la fede e tocca a noi credenti alimentarla concretamente con la carità ed il servizio.
Auguri
Angelo prete
abbiamo celebrato solennemente la morte e la risurrezione di Gesù e ci siamo trovati immersi nelle celebrazioni dei sacramenti dell’iniziazione cristiana che coinvolgono famiglie, bambini e tutta la comunità cristiana.
Ci sentiamo dire spesso: “Che bella la celebrazione! Come sono stati bravi i ragazzi, i catechisti/e...”.
È bello scoprire, a conclusione di un cammino, dopo aver cercato insieme le risposte a tante domande e dopo aver fatto ricerche serene, molti geni- tori che si mettono in gioco e trovano il tempo di vivere momenti di catechesi, per essere “all’altezza” nell’aiuto ai loro figli.
Ma dobbiamo imparare a far durare i frutti di queste celebrazioni...
Un sacerdote il giorno di Pasqua parla così ai suoi fedeli: “Mi ha fatto impressione la grande partecipazione alla processione del Venerdì Santo! Il Sabato Santo già eravamo diminuiti di molto. Come mai siamo così sensibili al dolore e alla tristezza della morte e non sappiamo accogliere l’inno alla gioia e alla vita?”. La Pasqua è festa di morte e risurrezione del Signore, celebriamo la vita che Lui ci dona ogni volta che lo incontriamo, ogni volta che ci incontriamo.
Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere sempre celebrativi, portatori di Lui a chiunque incontriamo, in qualsiasi realtà ci ritroviamo.
Essere credenti significa mettersi nelle mani di Colui che ci ama a tal punto da dare la vita per noi! Ricordiamoci sempre quello che Luca scrive negli Atti degli Apostoli, dello stupore della gente che vedeva i cristiani come agivano: “Guarda come si amano!” si dicevano stupiti.
E noi? Come comunichiamo quello che celebriamo?
Come annunciamo la nostra fede con le opere?
Come viviamo da credenti?
È nelle nostre famiglie che viene donata e si alimenta la fede e tocca a noi credenti alimentarla concretamente con la carità ed il servizio.
Auguri
Angelo prete
San Lorenzo illumini il nostro cammino
San Lorenzo illumini il nostro cammino nella collaborazione gioiosa sostenuta dall’Eucaristia e dalla Parola. È la preghiera che mi sale dal cuore in questo tempo di Cre e di feste delle chiesette verso la festa del nostro Patrono il diacono e martire San Lorenzo. Vediamo l’ora- torio animato ogni giorno dai ragazzi e dai loro animatori: canti, preghiere e giochi aiutano a vivere insieme gioiosamente questa estate calorosa. Siamo molto attenti all’aiuto che il nostro patrono ci dà per essere sempre più pronti al servizio e al dono da credenti. Pensiamo con attenzione alle tantissime occasioni di bene che il Signore ci mette in mano!!! Ringraziamo il Signore per le persone che trovano il tempo di spendersi per la comunità, per coloro che vivono la famiglia e il lavoro con lo spirito rivolto alla costruzione di un mondo più cristiano in cui tutti siano aiutati ad accogliere e a donare evitando di chiudersi nell’egoismo. Fratelli stiamo attenti perché corriamo il rischio di fare le cose per obbligo e senza lo spirito dei credenti, lasciando scorrere il tempo senza forza e Fede sapendo che il Signore ci chiama a parlare di Lui sempre con gioia. Insieme, fare comunione, collaborare sono le espressioni più utilizzate nelle nostre comunità in questi ultimi anni. E ci si domanda se non si corre il rischio di perdere la propria originalità, di lasciare per strada le proprie peculiarità e di lottare per non perdere le abitudini e di non mettersi in gioco per arricchirsi vicendevolmente. Già il fatto di essere in vari sacerdoti e di ruotare nella celebrazione delle messe è un arricchimento... In questi mesi che ci conducono alla formazione ufficiale dell’Unità Pastorale dobbiamo imparare a cogliere e vivere e assaporare la gioia di essere insieme e di vivere esperienze di comunione e di fraternità, non dimenticando ma valorizzando le caratteristiche specifiche di ogni comunità parrocchiale.
Auguri
Mettiamoci nelle mani del Signore e preghiamo perché ci aiuti a realizzare sempre il suo progetto di salvezza.
Angelo prete
Auguri
Mettiamoci nelle mani del Signore e preghiamo perché ci aiuti a realizzare sempre il suo progetto di salvezza.
Angelo prete
Unità pastorale:
unione, condivisione, fratellanza
Carissimi,
ci ritroviamo a tirare le somme del tempo e della passione vissuta in questo anno in cui si fonda ufficialmente l’Unità Pastorale Zogno. Il logo lo avete già visto: la croce del Cristo fondamento del nostro radunarci, il cuore che dice l’amore del Padre e dei fratelli, il fiume simbolo del nostro territorio e le stelle simbolo delle comunità. Abbiamo già provato a lavorare insieme, a sentirci comunità in cammino con lo stesso spirito e la stessa passione. A ottobre, mese missionario per eccellenza e dedicato in modo particolare a Maria, vivremo le tre feste della Madonna del Rosario a Zogno l’1 ottobre, ad Ambria l’8 e a Spino il 22. Il 22 in concomitanza vivremo anche la giornata missionaria mondiale. Cosa c’è di più bello: farci accompagnare da Maria all’apertura di un nuovo orizzonte e di un nuovo stile. Siamo pronti e preparati? Devo dire che manca ancora molto dentro ognuno di noi: siamo ancora molto arroccati alle nostre abitudini e chiusi di fronte alle novità. La prima novità la vivremo proprio nel momento della proclamazione dell’Unità. Ci saranno dei cambiamenti, dei momenti aggiunti e dei momenti tolti. Non spaventatevi. L’unico nostro pensiero è l’unione, la condivisione e la fratellanza e per arrivare a questo l’Equipe pastorale ha fatto scelte ben studiate e valutate. Siete tutti invitati a vivere le feste della Madonna del Rosario nelle varie comunità per arrivare alla celebrazione del 5 novembre accompagnati dalla grazia del Signore. Auguri Angelo prete |
Unità Pastorale
Chiesa in comunione
e Chiesa in uscita
Che chiesa vogliamo vivere?
Che occasioni immense amici miei possiamo e dobbiamo vivere insieme anche se con fatica. Non bastano le celebrazioni solenni per dire siamo unità pastorale! Non basta dire ‘siamo in tanti’ senza renderci conto di quelli che non ci sono! Carissimi fratelli vi domanderete come mai ho iniziato il dialogo con voi all’inizio del nuovo anno liturgico con queste provocazioni. È vero che dobbiamo lavorare insieme, ma quali sono le scelte giuste per essere davvero in comunione piena e vissuta? Come mai siamo sempre più tentati di vedere quello che manca e non di valorizzare quello che sta crescendo? Vorrei invitarvi calorosamente a vivere la liturgia insieme con passione, con gioia, trovando sempre più il tempo di comunicare con il Signore, di capire cosa vuole da noi, di nutrirci di Lui, di assaporare e riflettere la sua Parola con gioia, di vivere come Chiesa. Solo se Gesù davvero abita nei nostri cuori riusciremo a condividere la nostra fede e a diventare esperti di annuncio. Per questo ho scelto questo quadro di Giuliano Boffelli perché ci invita a stare in chiesa per diventare Chiesa di Gesù Cristo. Non c’è altra strada! Proviamo a prendere sul serio le iniziative che ci vengono proposte per l’Avvento, molto breve ma molto intenso. Proviamo davvero a voler vivere il prossimo Natale cercando di accogliere Gesù nella nostra vita. Proviamo a ritrovare la gioia del dialogo in famiglia, ritroviamo il tempo della preghiera insieme, appassioniamoci al bene da compiere... Allora, solo così, Gesù troverà posto nella nostra vita e rinascerà in noi. Auguri |
Buon Avvento e Buon Natale a tutte le famiglie e alle comunità dell’Unità Pastorale di Zogno.
Angelo prete |
Domenica 5 novembre 2017
Una serata speciale, indimenticabile!
Una serata davvero molto speciale, quella di domenica 5 novembre 2017, per le nostre comunità parrocchiali di San Lorenzo in Zogno, di Sant’Antonio di Padova e Sant’Alessandro in Ambria-Spino e di Maria Assunta di Grumello de’ Zanchi; comunità che, in “un secondo solo”, alla lettura dell’Atto di Istituzione, si sono viste trasformate nella Unità Pastorale di Zogno.
Sono passati quasi tre anni, da quando abbiamo sentito dire per la prima volta dai nostri sacerdoti, nei consigli parrocchiali e nelle varie riunioni, che su invito del Vescovo Francesco saremmo dovuti arrivare a vedere nuovi orizzonti, a seguire nuove linee pastorali, e così formare una vera Unità Pastorale. Tre anni di pensieri, di propositi, di ipotesi, di turbamenti, di sentimenti contrastanti, di riunioni e di confronto, di preghiera e di scelte, per arrivare a stilare e poi realizzare il progetto dell’Unità Pastorale di Zogno.
E strada facendo, eccoci appunto in batter d’occhio, alla grande svolta di domenica 5 novembre. Trepida e fervida è stata l’attesa della celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo Francesco e concelebrata dai sacerdoti della nostra Unità, da alcuni sacerdoti del Vicariato e da Mons. Lino Casati, Vicario Episcopale per le Unità Pastorali; la Santa Messa, solennemente animata dalle corali di Zogno e di Ambria-Spino, ha dato il via ufficiale a questa grande e nuova realtà di parrocchia, dentro la quale, come ci indica l’apostolo Pietro, “ad una sola voce possiate rendere gloria a Dio, senza stancarvi”; presenti i chierichetti delle varie parrocchie, la Premiata Banda Musicale, l’Amministrazione Civile e tutti i fedeli accorsi per questo evento. Un grande grazie a tutti, per aver condiviso con calore e fede questo momento così importante per le nostre comunità parrocchiali; un doveroso ringraziamento a coloro che hanno generosamente offerto la composizione floreale e a coloro che, dietro le quinte, sono sempre attenti e vigili per la buona riuscita della festa.
Un caloroso augurio a don Angelo, nostro parroco e Moderatore della nuova Unità Pastorale: a lui, sentimenti di gratitudine per i sacrifici, le fatiche, le speranze, che ogni giorno, con la vita e la preghiera, offre per la nostra crescita umana e spirituale.
All’Equipe Pastorale, braccio destro e ponte tra le nostre comunità, sappia sempre consigliare, scegliere e sperimentare con caparbietà, ciò che è bene per le nostre tradizioni, privilegiando l’attenzione alla persona e dando priorità a gesti anche piccoli di condivisione e carità fra- terna, a favore del Regno di Dio.
In conclusione, diciamocelo: è stato tutto davvero molto bello! E tra diversi anni, chi ha partecipato a questa funzione, potrà dire con certezza: “Io c’ero, e ricordo anche che quel giorno pioveva”.
Ci sarebbero altre cose da raccontare, ma lasciamo spazio alle testimonianze fotografiche. Lasciamo che la visione di queste foto, apra il cuore allo stupore, alla meraviglia, alla preghiera. Insomma... lasciamo che la nostra vita, parli dell’amore di Dio!
Giorgio sacrista
Sono passati quasi tre anni, da quando abbiamo sentito dire per la prima volta dai nostri sacerdoti, nei consigli parrocchiali e nelle varie riunioni, che su invito del Vescovo Francesco saremmo dovuti arrivare a vedere nuovi orizzonti, a seguire nuove linee pastorali, e così formare una vera Unità Pastorale. Tre anni di pensieri, di propositi, di ipotesi, di turbamenti, di sentimenti contrastanti, di riunioni e di confronto, di preghiera e di scelte, per arrivare a stilare e poi realizzare il progetto dell’Unità Pastorale di Zogno.
E strada facendo, eccoci appunto in batter d’occhio, alla grande svolta di domenica 5 novembre. Trepida e fervida è stata l’attesa della celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo Francesco e concelebrata dai sacerdoti della nostra Unità, da alcuni sacerdoti del Vicariato e da Mons. Lino Casati, Vicario Episcopale per le Unità Pastorali; la Santa Messa, solennemente animata dalle corali di Zogno e di Ambria-Spino, ha dato il via ufficiale a questa grande e nuova realtà di parrocchia, dentro la quale, come ci indica l’apostolo Pietro, “ad una sola voce possiate rendere gloria a Dio, senza stancarvi”; presenti i chierichetti delle varie parrocchie, la Premiata Banda Musicale, l’Amministrazione Civile e tutti i fedeli accorsi per questo evento. Un grande grazie a tutti, per aver condiviso con calore e fede questo momento così importante per le nostre comunità parrocchiali; un doveroso ringraziamento a coloro che hanno generosamente offerto la composizione floreale e a coloro che, dietro le quinte, sono sempre attenti e vigili per la buona riuscita della festa.
Un caloroso augurio a don Angelo, nostro parroco e Moderatore della nuova Unità Pastorale: a lui, sentimenti di gratitudine per i sacrifici, le fatiche, le speranze, che ogni giorno, con la vita e la preghiera, offre per la nostra crescita umana e spirituale.
All’Equipe Pastorale, braccio destro e ponte tra le nostre comunità, sappia sempre consigliare, scegliere e sperimentare con caparbietà, ciò che è bene per le nostre tradizioni, privilegiando l’attenzione alla persona e dando priorità a gesti anche piccoli di condivisione e carità fra- terna, a favore del Regno di Dio.
In conclusione, diciamocelo: è stato tutto davvero molto bello! E tra diversi anni, chi ha partecipato a questa funzione, potrà dire con certezza: “Io c’ero, e ricordo anche che quel giorno pioveva”.
Ci sarebbero altre cose da raccontare, ma lasciamo spazio alle testimonianze fotografiche. Lasciamo che la visione di queste foto, apra il cuore allo stupore, alla meraviglia, alla preghiera. Insomma... lasciamo che la nostra vita, parli dell’amore di Dio!
Giorgio sacrista