1999
DON PAOLO PICCININI
Don Paolo è il nuovo direttore dell’Oratorio che succede a don Luigi promosso parroco di Villa d’Ogna. Don Paolo è nato a Pradalunga il 15 marzo 1967 e ordinato sacerdote il 6 giugno 1992. Giunge a Zogno con già sette anni di esperienza sacerdotale di cui sei come coadiutore parrocchiale a Tagliuno. Offre subito, al primo incontro, l’impressione di una persona concreta senza fronzoli. Gli manifestiamo la nostra più calorosa acco-glienza con l’augurio di un lungo e fecondo apostolato soprattutto tra i giovani a vantaggio di tutta la nostra comunità parrocchiale. Grazie, don Paolo, di aver accettato di venire tra noi.
Mons. Giulio Gabanelli |
CRISTO CERCA I GIOVANI E I GIOVANI INCONTRANO CRISTO
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÚ – ROMA 2000
Da vent’anni a questa parte il nostro Papa è solito invitare i giovani a un raduno mondiale. A partire dagli anni ’80 ha toccato diverse città del mondo seguito da immense folle giovanili alla ricerca di una parola vera e profonda per la loro vita. E per moltissimi giovani sono stati incontri provvidenziali, occasioni di grazia, momenti privilegiati per riscoprire la fede in Cristo, per rinsaldare la comunione con la Chiesa, per sentirsi chiamati all’impegno per la costruzione del mondo. Ora questo dono, questa festa giovanile è proposta dal Santo Padre proprio nel cuore del grande Giubileo che celebrerà il millenario dell’incarnazione di Cristo. Non possiamo lasciar cadere nel vuoto questo invito! È un’occasione grandissima che si svolgerà proprio a casa nostra, a Roma, dove avremo la possibilità di incontrare giovani di ogni parte del mondo con i quali condividere un po’ la nostra fede e con i quali far festa insieme. Il Papa ci chiama, ci vuole stringere in quel suo abbraccio forte e accogliente per dirci che non siamo soli nelle fatiche di ogni giorno e della fede. Ci stringeremo attorno a un uomo che è stato chiamato dallo Spirito a guidare la Chiesa di Gesù, per pregare, soffrire, amare. Un abbraccio disegnato sugli striscioni che troverai in Oratorio: due braccia aperte, come il cuore, una rossa croce in fondo che vigila e un sole brillante che è la gioia e la vita. Nient’altro ci aspetta! Allora, ti va l’idea? Ti piacerebbe trovarti immerso a migliaia di volti giovani che come te cercano la vita? Perché non vieni anche tu? L’Oratorio di Zogno, insieme agli Oratori bergamaschi, propone la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù, che va dal 14 al 20 agosto 2000. L’esperienza è aperta a tutti i giovani a partire dai 16 anni compiuti. Altre informazioni verranno date più avanti. Tu comunque comincia ad informarti presso l’Oratorio, perché bisogna raccogliere al più presto le iscrizioni. Ci vediamo!
don Paolo Piccinini
don Paolo Piccinini
PROGRAMMA PASTORALE
È IL SIGNORE
Il programma pastorale per l’anno 1999-2000 si colloca nella scia dei precedenti programmi pastorali e intende offrire spunti per aiutare ad elaborare il piano pastorale delle comunità parrocchiali, suggerendo riflessioni ed esperienze che conducano al Congresso Eucaristico Diocesano, attraverso l’impegnativo itinerario del Giubileo, nella condivisione del cammino ecclesiale per una nuova evangelizzazione. Il programma pastorale vuole favorire la valorizzazione del grande Giubileo dell’anno 2000, con il suo cammino di conversione e di comunione, attraverso la ricerca condivisa e comunitaria delle pratiche cristiane adatte ai nostri tempi, che in questi anni la Chiesa di Bergamo si è sforzata di cercare in due settori fondamentali della vita cristiana: la Parola di Dio e la Liturgia. Per questo, la tematica del programma pastorale è la revisione delle pratiche pastorali della Liturgia, mettendo al centro la celebrazione dell’Eucaristia, con attenzione all’itinerario giubilare e alla celebrazione del Congresso Eucaristico Diocesano. I cristiani sono invitati nel corso dell’anno a non perdere la possibilità, che la fine del millennio propone loro, di rileggere alla luce del Vangelo e del Vaticano II, che lo interpreta autorevolmente, la loro storia comunitaria e individuale, per ripetere con rinnovata consapevolezza e convinzione il loro atto di fede in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo. Gesù Cristo, presente e vivo nella Chiesa, è la perla preziosa dell’umanità, che la Chiesa, sempre in cammino verso la patria celeste e sempre in atteggiamento di penitenza e di rendimento di grazie, ha il compito di testimoniare e di annunciare. Non dobbiamo dimenticare che lo scopo del programma pastorale è quello di acquisire certezze condivise su ciò che il Signore vuole da noi oggi, come suoi discepoli per il bene della Chiesa e del mondo. L’importante è che ogni comunità faccia i passi che riesce a fare, ma continui a camminare in modo consapevole e fedele nella ricerca dei cammini che il Buon Pastore indica ai suoi discepoli oggi. L’idea di fondo del programma pastorale è che il vero Giubileo è Gesù Cristo, presente nella sua Chiesa. Gli uomini di oggi faticano a dire di sì a Gesù, anche perché la comunità cristiana spesso non riesce a riconoscere il suo Signore presente e vivo in mezzo a essa e perciò fatica a trovare le forme per testimoniare la novità evangelica agli uomini di oggi. Questa novità è appunto la presenza reale del Signore risorto nella Chiesa, nella modalità del sacramento eucaristico e nella modalità della testimonianza della carità nella storia. Le proposte pastorali che vengono suggerite, possono essere accolte e tradotte in molti modi: ogni parrocchia e ogni comunità può lasciarsi guidare dalla sua generosità e dalla sua creatività. Possiamo però indicare, per semplicità, una specie di parabola applicativa del programma pastorale, dicendo che ogni parrocchia potrebbe domandarsi come celebrare con intensità e con verità il Giubileo. Esso consiste propriamente in un cammino di conversione e di riconciliazione che trova momento celebrativo giubilare il suo punto culminante. Che cosa significa fare un cammino di conversione che culmina in una celebrazione? E qual è il centro di questa esperienza? Il programma pastorale riprende dal Congresso Eucaristico il tema centrale: è la presenza reale di Gesù Cristo ciò che la Chiesa vive e annuncia. L’incontro con Gesù Cristo è il vero Giubileo. Questo avviene nel cammino storico di carità che la Chiesa compie e trova espressione simbolica e storica proprio nella celebrazione eucaristica, in cui la vita dell’uomo si esprime come vita di fede, proprio quella fede oggi così difficile all’uomo contemporaneo. Per preparare la celebrazione giubilare la parrocchia deve chiedersi come essa normalmente vive la presenza di Gesù nell’Eucaristia per rendere la messa giubilare vero incontro con il Signore e vera espressione del cammino di conversione che la comunità vive. Chi prepara questa celebrazione? Come far sì che tutte le componenti della comunità esprimano la loro vita in quella celebrazione? Come fare in modo che la celebrazione sia culmine di un reale cammino di perdono? Come esprimere nel corso dell’Anno Liturgico la ricchezza del cammino di conversione che esprime l’incontro con Gesù Cristo e che la celebrazione eucaristica ogni domenica riattualizza? Domande di questo tipo sono quelle che rendono possibile l’attuazione del programma pastorale proposto: la revisione delle pratiche liturgiche relative all’Eucaristia chiede di essere applicata proprio alla celebrazione eucaristica del Giubileo. Possiamo così, quasi provocatoriamente, esprimere l’intento del programma pastorale dicendo che il modo pastorale per non rendere il Giubileo una pratica esteriore che poco o nulla apporta al cammino di conversione è lo stesso modo con cui la comunità cristiana vive la messa domenicale come fonte e culmine della sua vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni, cap 21, 1-14
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E’ il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento cinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Un gruppo di apostoli, delusi e sconfitti per la morte dei Gesù, si ritrovano sulla spiaggia del mare di Tiberiade. È lo stesso mare dove hanno conosciuto la forza e la potenza di Gesù: la pesca miracolosa, il suo passaggio sulle acque, il suo intervento a calmare il vento e l’uragano. Erano contenti, entusiasti. Adesso invece sono discepoli in ritirata: amareggiati per tutto quello che è accaduto al loro Maestro. Il loro trovarsi lì, dice la loro condizione di inerzia, di una vita trascinata, di una perdita di entusiasmo. Capita a tutti… forse spesso, troppo spesso. Succede anche a noi che Gesù muoia nella nostra vita, che venga dimenticato tra le cose del passato, che sia stato una bella esperienza di gioventù ma che adesso non ci dica più di tanto. E allora? Si abbassa la testa e si comincia a fare le cose di prima: si torna a pescare… “Io vado a pescare Veniamo anche noi con te!”. Si cerca la distrazione, si cerca di evadere, di scappare perché non c’è più una speranza che sorregge la vita. Si lavora e basta. E guai a fermarsi. E’ come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia dalla fretta e dalla disperazione per non guardare in faccia la realtà. Bisogna correre, andare di corsa, inventare sempre cose nuove, scoprire così posti diversi perché fermarci è guardarsi un po’ dentro e scoprire che il sacco della nostra vita è forse vuoto: e questo ci fa paura. Si esce a pesca, allora: sul mare instabile e molle, in una notte buia e oscura come lo spirito che si portano dentro, e la conclusione è che le reti rimarranno vuote. Tanta fatica per niente. Quante volte anche per noi… ci diciamo! Il cuore di quei pescatori è tanto rabbuiato che sul far della luce non sa riconoscere nemmeno il volti famigliare di Gesù: “i discepoli non si erano accorti che era Gesù”. Quando per troppo tempo lo si dà per scontato, capita che non ci si ricorda più di lui, che diventiamo incapaci di riconoscerlo. Gesù non è mai scoperto una volte per tutte: è sempre da cercare, da inseguire, da desiderare. Altrimenti… scompare. “Figlioli, non avete nulla da mangiare?” Buio fuori, buio dentro e buio nelle reti: notte infeconda. Sforzo inutile. La distrazione non dà vita? “No”. Sinceri gli uomini; non si nascondono e non vanno a cercare scuse per il loro insuccesso. Ed ecco il miracolo: l’uomo della riva parla (“gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”) e la vita degli uomini di mare cambia (la gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci). La parola di quell’uomo venuto all’alba promette pane e vita: se lui non parla noi non sappiamo cosa fare, come vivere, dove andare. Sei lui no parla per noi non c’è speranza. Certo: su quell’invito dobbiamo sporgerci, decidere, obbedire. E allora qualcuno si ricorda: “E’ il Signore!”. Un urlo, un grido fatto di gioia e di cuore. “Appena udì che era il Signore, Simon Pietro…” non riesce più a contenersi, l’entusiasmo è a fior di pelle: “si cinse ai fianchi il camiciotto e si gettò in mare”. Arrivano anche gli altri, con la barca e le reti gonfie di pesci e “appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane”. Meravigliosa scena di accoglienza, di dolce attenzione e tenerezza per degli uomini induriti dalla amarezza e dalla delusione. Gesù non solo si preoccupa di riempire la barca di pesci, ma anche di apparecchiare la mensa, di accendere il fuoco, di procurare il pane. Lui è l’uomo del grembiule che a tavola sta come colui che serve, che è contento quando ci vede arrivare per sederci a mensa con lui. Bisogna recuperare il sapore di questo incontro gratuito: all’Eucarestia non si va principalmente per imparare o guadagnare qualcosa, ma per stare col Signore, per sostare un po’ con lui, per goderlo: “Venite a mangiare”. Ciò che conta è dire sì a questo invito, è scoprire che il Signore ci ama e che noi siamo contenti di stare con lui come suoi figli. Ci stupisce un Dio così, che gioisce nel dare e nel donare gratuitamente se stesso. Forse ci mette un po’ a disagio perché noi siamo abituati a calcolare e ad accumulare: ma l’uomo che non sa dare muore, rimane schiacciato e soffocato dalle sue stesse cose. “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce”. In questa cena, come già in quella sera santa, ancora una volta Gesù riassume tutta la sua vita che aveva come fine quello di consegnarsi alla morte per dire la radicalità dell’amore di Dio Padre per noi. E’ il momento della massima vicinanza di Dio al mondo: la croce…ed è anche il momento della massima distanza del mondo a questa vicinanza: il rifiuto. “Questa era la terza volta che Gesù si manifestava…”. Quante volte ancora Gesù dovrà venire per scardinare la durezza dei nostri cuori? Quante volte ancora dovrà venire per vederci contenti di metterci a tavola con lui e con i nostri fratelli?
don Paolo Piccinini
Dal Vangelo secondo Giovanni, cap 21, 1-14
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E’ il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento cinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Un gruppo di apostoli, delusi e sconfitti per la morte dei Gesù, si ritrovano sulla spiaggia del mare di Tiberiade. È lo stesso mare dove hanno conosciuto la forza e la potenza di Gesù: la pesca miracolosa, il suo passaggio sulle acque, il suo intervento a calmare il vento e l’uragano. Erano contenti, entusiasti. Adesso invece sono discepoli in ritirata: amareggiati per tutto quello che è accaduto al loro Maestro. Il loro trovarsi lì, dice la loro condizione di inerzia, di una vita trascinata, di una perdita di entusiasmo. Capita a tutti… forse spesso, troppo spesso. Succede anche a noi che Gesù muoia nella nostra vita, che venga dimenticato tra le cose del passato, che sia stato una bella esperienza di gioventù ma che adesso non ci dica più di tanto. E allora? Si abbassa la testa e si comincia a fare le cose di prima: si torna a pescare… “Io vado a pescare Veniamo anche noi con te!”. Si cerca la distrazione, si cerca di evadere, di scappare perché non c’è più una speranza che sorregge la vita. Si lavora e basta. E guai a fermarsi. E’ come lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia dalla fretta e dalla disperazione per non guardare in faccia la realtà. Bisogna correre, andare di corsa, inventare sempre cose nuove, scoprire così posti diversi perché fermarci è guardarsi un po’ dentro e scoprire che il sacco della nostra vita è forse vuoto: e questo ci fa paura. Si esce a pesca, allora: sul mare instabile e molle, in una notte buia e oscura come lo spirito che si portano dentro, e la conclusione è che le reti rimarranno vuote. Tanta fatica per niente. Quante volte anche per noi… ci diciamo! Il cuore di quei pescatori è tanto rabbuiato che sul far della luce non sa riconoscere nemmeno il volti famigliare di Gesù: “i discepoli non si erano accorti che era Gesù”. Quando per troppo tempo lo si dà per scontato, capita che non ci si ricorda più di lui, che diventiamo incapaci di riconoscerlo. Gesù non è mai scoperto una volte per tutte: è sempre da cercare, da inseguire, da desiderare. Altrimenti… scompare. “Figlioli, non avete nulla da mangiare?” Buio fuori, buio dentro e buio nelle reti: notte infeconda. Sforzo inutile. La distrazione non dà vita? “No”. Sinceri gli uomini; non si nascondono e non vanno a cercare scuse per il loro insuccesso. Ed ecco il miracolo: l’uomo della riva parla (“gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”) e la vita degli uomini di mare cambia (la gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci). La parola di quell’uomo venuto all’alba promette pane e vita: se lui non parla noi non sappiamo cosa fare, come vivere, dove andare. Sei lui no parla per noi non c’è speranza. Certo: su quell’invito dobbiamo sporgerci, decidere, obbedire. E allora qualcuno si ricorda: “E’ il Signore!”. Un urlo, un grido fatto di gioia e di cuore. “Appena udì che era il Signore, Simon Pietro…” non riesce più a contenersi, l’entusiasmo è a fior di pelle: “si cinse ai fianchi il camiciotto e si gettò in mare”. Arrivano anche gli altri, con la barca e le reti gonfie di pesci e “appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane”. Meravigliosa scena di accoglienza, di dolce attenzione e tenerezza per degli uomini induriti dalla amarezza e dalla delusione. Gesù non solo si preoccupa di riempire la barca di pesci, ma anche di apparecchiare la mensa, di accendere il fuoco, di procurare il pane. Lui è l’uomo del grembiule che a tavola sta come colui che serve, che è contento quando ci vede arrivare per sederci a mensa con lui. Bisogna recuperare il sapore di questo incontro gratuito: all’Eucarestia non si va principalmente per imparare o guadagnare qualcosa, ma per stare col Signore, per sostare un po’ con lui, per goderlo: “Venite a mangiare”. Ciò che conta è dire sì a questo invito, è scoprire che il Signore ci ama e che noi siamo contenti di stare con lui come suoi figli. Ci stupisce un Dio così, che gioisce nel dare e nel donare gratuitamente se stesso. Forse ci mette un po’ a disagio perché noi siamo abituati a calcolare e ad accumulare: ma l’uomo che non sa dare muore, rimane schiacciato e soffocato dalle sue stesse cose. “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce”. In questa cena, come già in quella sera santa, ancora una volta Gesù riassume tutta la sua vita che aveva come fine quello di consegnarsi alla morte per dire la radicalità dell’amore di Dio Padre per noi. E’ il momento della massima vicinanza di Dio al mondo: la croce…ed è anche il momento della massima distanza del mondo a questa vicinanza: il rifiuto. “Questa era la terza volta che Gesù si manifestava…”. Quante volte ancora Gesù dovrà venire per scardinare la durezza dei nostri cuori? Quante volte ancora dovrà venire per vederci contenti di metterci a tavola con lui e con i nostri fratelli?
don Paolo Piccinini
ORATORINFORMA
Calendario Ritiri Avvento
Durante l’Avvento si terranno in Oratorio si terranno i Ritiri per i ragazzi divisi per fasce d’età. Questo il calendario degli incontri:
24 novembre 1ª media
26 novembre 3ª elementare
2 dicembre 2ª media
4 dicembre 4ª elementare
10 dicembre 5ª elementare
15 dicembre 3 ª media
S. Lucia
Come ogni anno il giorno di S. Lucia i ragazzi della Professione di fede si recheranno alla Casa di riposo per portare i doni agli anziani. Per tutti gli altri ragazzi verrà celebrata la S. Messa alle ore 16.30. Verranno raccolti i doni per i ragazzi più poveri.
Lavori in corso!
Sono in fase di studio alcune rilevanti iniziative per i ragazzi, i giovani e tutta la comunità. Tra queste i ritiri per l’Avvento degli adolescenti e giovani, la fiaccolata di ringraziamento di fine anno, l’ultimo dell’anno e la festa di San Giovanni Bosco. Informazioni più dettagliate verranno rese note tramite le locandine.
Confessioni ragazzi in preparazione al Natale
16 dicembre ore 14.30 Ragazzi delle elementari
17 dicembre ore 14.30 Ragazzi delle medie
S. Messa per ragazzi elementari e medie
Durante il tempo di Avvento proponiamo ai ragazzi la partecipazione alla S. Messa in Oratorio al venerdì ore 16.30. È un’occasione per avvicinare i ragazzi all’Eucarestia perché imparino a gustare e sentire la presenza di Gesù Cristo con un modo più familiare alla loro età. Ci troveremo venerdì 26 novembre, 3 dicembre, 10 dicembre, 17 dicembre, 23 dicembre.
Ragazzi in-canto
Al sabato pomeriggio in Oratorio dalle 15.30 alle 16.30 circa ci sarà un momento di prove di canto per tutti i ragazzi delle elementari e delle medie di buona volontà. E’ un modo per imparare canti nuovi e giovanili da cantare durante la S. Messa della domenica.
Incontro di preghiera per adolescenti e giovani
Per valorizzare il tempo di Avvento si propone un momento di silenzio, riflessione e preghiera per adolescenti e giovani. Ci sarà la possibilità di pregare insieme attorno alla Parola di Dio che si ascolta la domenica a Messa, meditare e scambiarci le nostre riflessioni. Ci incontriamo ogni lunedì a partire dal 29 novembre dalle 18.30 alle 19.00 in Oratorio!
Durante l’Avvento si terranno in Oratorio si terranno i Ritiri per i ragazzi divisi per fasce d’età. Questo il calendario degli incontri:
24 novembre 1ª media
26 novembre 3ª elementare
2 dicembre 2ª media
4 dicembre 4ª elementare
10 dicembre 5ª elementare
15 dicembre 3 ª media
S. Lucia
Come ogni anno il giorno di S. Lucia i ragazzi della Professione di fede si recheranno alla Casa di riposo per portare i doni agli anziani. Per tutti gli altri ragazzi verrà celebrata la S. Messa alle ore 16.30. Verranno raccolti i doni per i ragazzi più poveri.
Lavori in corso!
Sono in fase di studio alcune rilevanti iniziative per i ragazzi, i giovani e tutta la comunità. Tra queste i ritiri per l’Avvento degli adolescenti e giovani, la fiaccolata di ringraziamento di fine anno, l’ultimo dell’anno e la festa di San Giovanni Bosco. Informazioni più dettagliate verranno rese note tramite le locandine.
Confessioni ragazzi in preparazione al Natale
16 dicembre ore 14.30 Ragazzi delle elementari
17 dicembre ore 14.30 Ragazzi delle medie
S. Messa per ragazzi elementari e medie
Durante il tempo di Avvento proponiamo ai ragazzi la partecipazione alla S. Messa in Oratorio al venerdì ore 16.30. È un’occasione per avvicinare i ragazzi all’Eucarestia perché imparino a gustare e sentire la presenza di Gesù Cristo con un modo più familiare alla loro età. Ci troveremo venerdì 26 novembre, 3 dicembre, 10 dicembre, 17 dicembre, 23 dicembre.
Ragazzi in-canto
Al sabato pomeriggio in Oratorio dalle 15.30 alle 16.30 circa ci sarà un momento di prove di canto per tutti i ragazzi delle elementari e delle medie di buona volontà. E’ un modo per imparare canti nuovi e giovanili da cantare durante la S. Messa della domenica.
Incontro di preghiera per adolescenti e giovani
Per valorizzare il tempo di Avvento si propone un momento di silenzio, riflessione e preghiera per adolescenti e giovani. Ci sarà la possibilità di pregare insieme attorno alla Parola di Dio che si ascolta la domenica a Messa, meditare e scambiarci le nostre riflessioni. Ci incontriamo ogni lunedì a partire dal 29 novembre dalle 18.30 alle 19.00 in Oratorio!