1982
PELLEGRINAGGIO A ROMA 23-25 APRILE 1982
Ricambiare la visita al Papa: è cosa giusta essere gentili tanto più se lo si fa con un pellegrinaggio che è anche una gita. Infatti abbiamo gustato ambedue i momenti: quello della fede attorno a Giovanni Paolo II e quello dell’amicizia tra di noi. L’incontro con Roma, la Chiesa Madre che ha generato tutte le Chiese, la visita alle tombe dei martiri e dei Papi, l’incontro con il successore di S. Pietro hanno accresciuto quell’amore e quella fede per la Chiesa che già abbiamo. Soprattutto il richiamo del Papa ci è rimasto nel cuore:
- «avere una coscienza cristiana significa essere convinti che la verità viene da Cristo»;
- vivere sempre più profondamente l’esperienza di piccola Chiesa nelle nostre famiglie;
- l’impegno a «trasformare la nostra fede in cultura», cioè in vita concreta.
L’amicizia vissuta in quei tre giorni tra noi di Zogno resterà per molto nei nostri cuori: abbiamo scorazzato per Roma in pullman, a piedi e in autobus (che qualche volta si fanno attendere...); abbiamo goduto le bellezze delle vie di Roma di notte (anche se con i piedi dolenti...); e poi la bellezza dell’arte in Roma: dal Cupolone al Colosseo, dalla Cappella Sistina a Piazza di Spagna... ricordarli tanto ciascuno di noi ha fatto la promessa E così si è ritornati a Zogno portando nel cuore l’amarezza della fine e una certezza: che la Chiesa cammina pian piano, ma con sicurezza se mettiamo Lui, il Cristo, alla guida.
don Vittorio Bonati
- «avere una coscienza cristiana significa essere convinti che la verità viene da Cristo»;
- vivere sempre più profondamente l’esperienza di piccola Chiesa nelle nostre famiglie;
- l’impegno a «trasformare la nostra fede in cultura», cioè in vita concreta.
L’amicizia vissuta in quei tre giorni tra noi di Zogno resterà per molto nei nostri cuori: abbiamo scorazzato per Roma in pullman, a piedi e in autobus (che qualche volta si fanno attendere...); abbiamo goduto le bellezze delle vie di Roma di notte (anche se con i piedi dolenti...); e poi la bellezza dell’arte in Roma: dal Cupolone al Colosseo, dalla Cappella Sistina a Piazza di Spagna... ricordarli tanto ciascuno di noi ha fatto la promessa E così si è ritornati a Zogno portando nel cuore l’amarezza della fine e una certezza: che la Chiesa cammina pian piano, ma con sicurezza se mettiamo Lui, il Cristo, alla guida.
don Vittorio Bonati
L’ORATORIO: COMUNITÀ PARROCCHIALE EDUCATIVA
L’Oratorio per una parrocchia è un po’ come i figli per una famiglia: è quindi naturale e giusta la preoccupazione e la discussione che spesso esso suscita. È opportuno ascoltare la voce del nostro Vescovo, Giulio Oggioni, che in un documento ha delineato alcuni punti importanti dell’oratorio. Esso viene definito COMUNITÀ PARROCCHIALE EDUCATIVA.
1. Comunità
di ragazzi e di educatori che si sforzano insieme di arrivare a una fede adulta. Comunità è vita: dal gioco alla preghiera, dall’amicizia al tempo libero, dal torneo di pallone alla passeggiata. Rendere gli oratori luoghi di vita della nostra comunità è il primo compito: e per questo c’è posto e spazio per tutti; solo che occorre essere consapevoli che occorre proseguire.
2. Parrocchiale
L’oratorio è più di un’associazione, più di un movimento, più di un gruppo più o meno spontaneo; esso è parte e espressione della chiesa (parrocchia). Non nel senso che ha un certo collegamento colla parrocchia (ciò è chiaro!), ma nel senso che è la proposta della parrocchia per i ragazzi che desiderano essere educati a vivere insieme la loro vita di fede.
3. Educativa
Una educazione che rende il ragazzo e il giovane «protagonisti» nella Chiesa e nella parrocchia. Una educazione che mira da una parte alla educazione dell’uomo adulto e maturo, dall’altra alla crescita del cristiano. Si inserisce qui il problema della catechesi, della vita sacramentale, delle iniziative cristiane di un oratorio che deve condurre il ragazzo a una vita di fede a una vita sacramentale a un comportamento con la fede e con la grazia, a livello personale, ecclesiale e parrocchiale. L’oratorio sa che non è l’unica comunità educativa dei ragazzi: «esso è complementare alla famiglia e alla scuola nella misura in cui anche queste istituzioni devono essere, per dei battezzati, veramente educative. Il Vescovo richiama pure l’impegno dei genitori: l’oratorio non deve essere per i genitori un affidamento ad altri del loro compito di educatori, ma nell’oratorio hanno una propria funzione di animazione in collaborazione con gli altri educatori. Basta. Tante parole stancano. Pensiamoci sopra durante l’estate. I miracoli li fa solo il Padre Eterno, noi possiamo fare solo piccoli passi. ...e attenti a non sbagliare!
don Vittorio Bonati
1. Comunità
di ragazzi e di educatori che si sforzano insieme di arrivare a una fede adulta. Comunità è vita: dal gioco alla preghiera, dall’amicizia al tempo libero, dal torneo di pallone alla passeggiata. Rendere gli oratori luoghi di vita della nostra comunità è il primo compito: e per questo c’è posto e spazio per tutti; solo che occorre essere consapevoli che occorre proseguire.
2. Parrocchiale
L’oratorio è più di un’associazione, più di un movimento, più di un gruppo più o meno spontaneo; esso è parte e espressione della chiesa (parrocchia). Non nel senso che ha un certo collegamento colla parrocchia (ciò è chiaro!), ma nel senso che è la proposta della parrocchia per i ragazzi che desiderano essere educati a vivere insieme la loro vita di fede.
3. Educativa
Una educazione che rende il ragazzo e il giovane «protagonisti» nella Chiesa e nella parrocchia. Una educazione che mira da una parte alla educazione dell’uomo adulto e maturo, dall’altra alla crescita del cristiano. Si inserisce qui il problema della catechesi, della vita sacramentale, delle iniziative cristiane di un oratorio che deve condurre il ragazzo a una vita di fede a una vita sacramentale a un comportamento con la fede e con la grazia, a livello personale, ecclesiale e parrocchiale. L’oratorio sa che non è l’unica comunità educativa dei ragazzi: «esso è complementare alla famiglia e alla scuola nella misura in cui anche queste istituzioni devono essere, per dei battezzati, veramente educative. Il Vescovo richiama pure l’impegno dei genitori: l’oratorio non deve essere per i genitori un affidamento ad altri del loro compito di educatori, ma nell’oratorio hanno una propria funzione di animazione in collaborazione con gli altri educatori. Basta. Tante parole stancano. Pensiamoci sopra durante l’estate. I miracoli li fa solo il Padre Eterno, noi possiamo fare solo piccoli passi. ...e attenti a non sbagliare!
don Vittorio Bonati
CRONACA DALL’ORATORIO
L’estate è sempre un momento particolare di incontro, di stare insieme: in ciò l’oratorio è un luogo adatto e disponibile. Il Gruppo Monte di Zogno ha iniziato nel mese di giugno il torneo in memoria di don Andrea Colombo e nel mese di luglio ha collaborato con la gestione del bar alla buona riuscita del Palio di Zogno, organizzato dal nostro Comune. Li ringraziamo sia per la sistemazione degli spogliatoi sia perchè parte del ricavato del bar è stato devoto all’oratorio. Nel mese di luglio la Colonia estiva pomeridiana è stata il centro della attività: 170 ragazzi iscritti, animati nei vari momenti di incontro da giovani e alcuni genitori. È una esperienza in cui l’oratorio ritrova pienamente se stesso: aperto a tutti i ragazzi, aperto a tutte le persone che vogliono impegnarsi in prima persona in una crescita umana e cristiana dei ragazzi. Un’esperienza che va migliorata sia nell’attenzione ai ragazzi, sia nell’impegno degli animatori sia nella collaborazione delle famiglie, sia nella collaborazione delle famiglie, sia nella collaborazione col Comune che già qui ringraziamo. Un’esperienza nel complesso positiva e che richiede l’impegno di tutti noi. A volte si sente gente che pretende dall’oratorio questo e quello. Domandiamoci allora: io che cosa sto dando e facendo per creare intorno ai ragazzi un ambiente in cui sia favorito il trovarsi insieme e un cammino di fede? E tutti dobbiamo sentirci responsabili di tutto: dalla catechesi innanzitutto perchè quella è la prima e la più importante proposta di un oratorio, ma poi di tutto un ambiente, un luogo di incontro di cui i ragazzi e i giovani hanno bisogno. Un’esperienza più particolare è stata in agosto quella dei campi scuola insieme con i ragazzi: loro stessi ci riferiranno a parte. Settembre ha visto il Torneo per ragazzi del Gruppo Panda. Anche loro ringraziamo per l’aiuto che hanno offerto all’oratorio.
don Vittorio Bonati
don Vittorio Bonati