2013
Permettiamo al Signore di parlarci e aiutarci
Carissimi amici,
il Natale di Cristo è l’esperienza più bella e sconvolgente che abbiamo ogni anno l’opportunità di vivere: dobbiamo buttare fuori casa il “dejà vù”, il già sperimentato, che ci fa sorridere di fronte alla gioia di chi ci comunica l’invito a cantare, lodare, ringraziare e benedire il Signore per le grandi cose che per noi ha compiuto.
Rischiamo di sbottare con la frase: “Ma che cosa fa il Signore per noi? Dove è? Non vede in che pasticci ci siamo messi? Perché non ci aiuta, non si fa sentire, non ci offre la soluzione?”.
Parole, queste, che ricevono la stessa risposta di Dio quando cerca Adamo nel paradiso terrestre, dopo il peccato, chiedendo: “Adamo, dove sei?”. È lui che ci cerca, continua a cercarci pur vedendoci distratti, tutti talmente presi da tante cose che ci accontentiamo solo di quelle. Rischiamo ancora di dare valore solo a quello che vediamo, alle sensazioni che il tempo ci fa sentire, senza andare nel profondo del cuore e domandarci: “Ma ho vissuto davvero con Gesù? È nato quest’anno nella mia vita?”.
Se avremo risposto a queste domande, o almeno se cercheremo di rispondere, sol- tanto allora Gesù troverà posto nel nostro cuore e finalmente potrà nascere e noi rinascere con Lui.
Iniziamo questo anno nuovo, vivendo le feste di Maria madre di Gesù, dell’Epifania e del Battesimo di Gesù: sono feste importantissime nella liturgia. La prima, apre il cuore e la mente di tutti gli uomini alla venuta del Figlio di Dio; i Magi poi, rappresentano i popoli che vengono da lontano, che non fanno parte del popolo d’Israele, ma Gesù è nato per tutti; la domenica del Battesimo di Gesù, che conclude il tempo natalizio e dà inizio al tempo ordinario, ci fa memoria del nostro battesimo, dice che Gesù si mette in fila con i peccatori, Lui che si è fatto uomo come noi ci indica la strada da percorrere, che è quella della conversione.
Ci inoltreremo poi alle prime feste delle chiesine di S. Antonio e S. Sebastiano e andremo verso la festa di S. Giovanni Bosco, patrono del nostro oratorio: saremo aiutati ad approfondire il tema dell’educazione dei nostri ragazzi e giovani e di tutti noi.
Ricordiamoci, amici miei, che la crescita è sempre possibile per tutti, basta che permettiamo al Signore di parlarci ed aiutarci.
Auguri
Buon Cammino
Angelo prete
il Natale di Cristo è l’esperienza più bella e sconvolgente che abbiamo ogni anno l’opportunità di vivere: dobbiamo buttare fuori casa il “dejà vù”, il già sperimentato, che ci fa sorridere di fronte alla gioia di chi ci comunica l’invito a cantare, lodare, ringraziare e benedire il Signore per le grandi cose che per noi ha compiuto.
Rischiamo di sbottare con la frase: “Ma che cosa fa il Signore per noi? Dove è? Non vede in che pasticci ci siamo messi? Perché non ci aiuta, non si fa sentire, non ci offre la soluzione?”.
Parole, queste, che ricevono la stessa risposta di Dio quando cerca Adamo nel paradiso terrestre, dopo il peccato, chiedendo: “Adamo, dove sei?”. È lui che ci cerca, continua a cercarci pur vedendoci distratti, tutti talmente presi da tante cose che ci accontentiamo solo di quelle. Rischiamo ancora di dare valore solo a quello che vediamo, alle sensazioni che il tempo ci fa sentire, senza andare nel profondo del cuore e domandarci: “Ma ho vissuto davvero con Gesù? È nato quest’anno nella mia vita?”.
Se avremo risposto a queste domande, o almeno se cercheremo di rispondere, sol- tanto allora Gesù troverà posto nel nostro cuore e finalmente potrà nascere e noi rinascere con Lui.
Iniziamo questo anno nuovo, vivendo le feste di Maria madre di Gesù, dell’Epifania e del Battesimo di Gesù: sono feste importantissime nella liturgia. La prima, apre il cuore e la mente di tutti gli uomini alla venuta del Figlio di Dio; i Magi poi, rappresentano i popoli che vengono da lontano, che non fanno parte del popolo d’Israele, ma Gesù è nato per tutti; la domenica del Battesimo di Gesù, che conclude il tempo natalizio e dà inizio al tempo ordinario, ci fa memoria del nostro battesimo, dice che Gesù si mette in fila con i peccatori, Lui che si è fatto uomo come noi ci indica la strada da percorrere, che è quella della conversione.
Ci inoltreremo poi alle prime feste delle chiesine di S. Antonio e S. Sebastiano e andremo verso la festa di S. Giovanni Bosco, patrono del nostro oratorio: saremo aiutati ad approfondire il tema dell’educazione dei nostri ragazzi e giovani e di tutti noi.
Ricordiamoci, amici miei, che la crescita è sempre possibile per tutti, basta che permettiamo al Signore di parlarci ed aiutarci.
Auguri
Buon Cammino
Angelo prete
Chiamati a essere nel mondo
Carissimi,
in questa quaresima la Diocesi di Bergamo ha scelto come tema: CHIAMATI A ESSERE NEL MONDO, essere Chiesa nella missione... la nostra comunità è chiamata a donarsi al “fratello”... il nostro Vescovo Francesco ci dice di allargare le nostre braccia e cercare di accogliere, consolare, amare, aiutare nel nome del Signore... Qui sotto riporto l’icona che il vescovo ha scelto per simboleggiare “l’abbraccio”: è un affresco (al momento nascosto da una tela seicentesca) dell’Albero della Vita e si trova in Città Alta in Santa Maria Maggiore. [...] l’albero della vita è il legno della croce che continua a portare frutti nel mondo, frutti che nascono dalla contemplazione del mistero della passione di Dio per l’umanità comunicata nello Spirito. Gesù, nel giorno più triste della sua vita allarga le braccia e comunica con quel gesto, che Lui ama così tanto tutti noi che è pronto a sacrificarsi e a salire alla casa del Padre... Consiglio, come sempre, di prendere il libretto-preghiera proposto per le famiglie che troverete in Chiesa: fatene oro prezioso, che sia un aiuto a trovare nella quotidianità la propria vocazione missionaria. Certo non è tutto così facile e semplice quello che si legge e quello che ci viene detto... al giorno d’oggi poi, con tutto quello che si sente... PROVIAMO... Proviamo ad accogliere le indica- zioni e il grande dono che il nostro Vescovo, ma soprattutto LUI, il Signore mette nelle nostre mani: a partire dal suo amorevole gesto, dalla Sua Parola, all’incontro con i fratelli, alla vita di famiglia, alla catechesi, all’oratorio. Mettiamoci d’impegno tutti, che non sia solo l’impegno di qualcuno, dei cosiddetti già “impegnati”!! Non accontentiamoci! Non diciamo che ci sono i soliti che scelgono e decidono per tutti... ma facciamo in modo che anche noi possiamo metterci al servizio e dare tempo per “l’altro”... Buona Quaresima Angelo prete |
La Quaresima il tempo del cuore
Carissimi,
all’Angelus di domenica 24 febbraio il Papa incomincia così il suo saluto: “Il Signore mi chiama a salire sul Monte”, quindi a vedere la sua gloria. Papa Benedetto XVI ha ricordato che da dimesso passerà i suoi giorni a pregare. Invita a dare spazio alla preghiera in Quaresima, e sottolinea: “La preghiera non è isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, ma riconduce al cammino e all’azione”.
In sintesi: “L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio e poi ridiscendere, portare l’amore per servire i fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio”.
Il Papa ci invita a trovare tempo, a dare più spazio alla preghiera... quale miglior momento se non in questo tempo forte che abbiamo da poco incominciato?!!! La Quaresima:
- tempo della gioia che nasce nel cuore di chi sa fidarsi e affidarsi a quella Parola, - tempo del deserto, ma non della solitudine;
- tempo dell’attenzione di Dio che è accanto a te nella presenza del povero;
- tempo del pentimento e della conversione;
- tempo della semplificazione della vita;
- tempo per renderci più autentici, per pensare, per collocarci meglio in mezzo agli uomini e davanti a Dio;
- tempo per esplorare, per guardare avanti oltre la soglia di questa vita,
- tempo per lasciarsi riempire dalla Parola di Dio e saziarci della consapevolezza della conversione, attraverso i segni tipici della quaresima come: il digiuno, la preghiera, la carità e la penitenza.
La Quaresima, il tempo del cuore a cuore con Dio, che desidera da noi il bello, che si manifesta solo nel momento in cui sappiamo abbandonare le nostre decisioni e fare nostre le sue. Senza paura e con la piena fiducia di chi sa che niente ci manca, in quell’amore che tutto dona.
Nel Triduo Pasquale faremo memoria dei gesti compiuti da Gesù, delle Sue parole e degli avvenimenti da Lui vissuti negli ultimi giorni della vita terrena. Una lunga veglia notturna, un fuoco che arde nel buio della notte, un cero che squarcia le tenebre, tutta la storia dell’umanità raccontata da Dio stesso agli uomini, un canto di giubilo, un inno di Gloria, mai così opportuno, ed è mattino, luce piena, è la Pasqua di Risurrezione, la Pasqua del Signore. Che il Signore Risorto conceda a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e a questa inquieta umanità, la luce della grazia e la forza della speranza, per risorgere con Lui.
Angelo prete
all’Angelus di domenica 24 febbraio il Papa incomincia così il suo saluto: “Il Signore mi chiama a salire sul Monte”, quindi a vedere la sua gloria. Papa Benedetto XVI ha ricordato che da dimesso passerà i suoi giorni a pregare. Invita a dare spazio alla preghiera in Quaresima, e sottolinea: “La preghiera non è isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, ma riconduce al cammino e all’azione”.
In sintesi: “L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio e poi ridiscendere, portare l’amore per servire i fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio”.
Il Papa ci invita a trovare tempo, a dare più spazio alla preghiera... quale miglior momento se non in questo tempo forte che abbiamo da poco incominciato?!!! La Quaresima:
- tempo della gioia che nasce nel cuore di chi sa fidarsi e affidarsi a quella Parola, - tempo del deserto, ma non della solitudine;
- tempo dell’attenzione di Dio che è accanto a te nella presenza del povero;
- tempo del pentimento e della conversione;
- tempo della semplificazione della vita;
- tempo per renderci più autentici, per pensare, per collocarci meglio in mezzo agli uomini e davanti a Dio;
- tempo per esplorare, per guardare avanti oltre la soglia di questa vita,
- tempo per lasciarsi riempire dalla Parola di Dio e saziarci della consapevolezza della conversione, attraverso i segni tipici della quaresima come: il digiuno, la preghiera, la carità e la penitenza.
La Quaresima, il tempo del cuore a cuore con Dio, che desidera da noi il bello, che si manifesta solo nel momento in cui sappiamo abbandonare le nostre decisioni e fare nostre le sue. Senza paura e con la piena fiducia di chi sa che niente ci manca, in quell’amore che tutto dona.
Nel Triduo Pasquale faremo memoria dei gesti compiuti da Gesù, delle Sue parole e degli avvenimenti da Lui vissuti negli ultimi giorni della vita terrena. Una lunga veglia notturna, un fuoco che arde nel buio della notte, un cero che squarcia le tenebre, tutta la storia dell’umanità raccontata da Dio stesso agli uomini, un canto di giubilo, un inno di Gloria, mai così opportuno, ed è mattino, luce piena, è la Pasqua di Risurrezione, la Pasqua del Signore. Che il Signore Risorto conceda a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e a questa inquieta umanità, la luce della grazia e la forza della speranza, per risorgere con Lui.
Angelo prete
Pasqua di resurrezione: incredibile!
Sant’Agostino nella sua opera più geniale “La città di Dio” scrive: “Tre sono le cose incredibili e tuttavia avvenute: è incredibile che Cristo sia Risuscitato nella sua carne, è incredibile che il mondo abbia creduto ad una cosa tanto incredibile, è incredibile che pochi uomini, sconosciuti, inermi, senza cultura, abbiano potuto far credere con tanto successo al mondo, e in esso anche ai dotti, una cosa tanto incredibile!”.
Eppure questa notizia fuori dal comune e da ogni logica del pensiero umano continua a interpellare il mondo, i popoli, gli uomini tutti. Essere cristiani oggi, significa confrontarsi con l’avvenimento della Pasqua, ovvero della Risurrezione di Cristo: si può essere cristiani abitudinari, magari anche un po’ tiepidi, ma basta fermarsi un attimo a riflettere che subito ci si scontra con questo fatto che non è poi tanto facile da digerire. Gli stessi apostoli di fronte al sepolcro vuoto restarono sconcertati, senza riuscire bene a capire che cosa fosse successo; anche l’uomo d’oggi prova le stesse inquietudini, gli stessi dubbi, lo stesso sconcerto di fronte a quello che è il centro della fede cristiana. Mi sono ritrovato, amici carissimi, a leggere queste righe e a riflettere sul nostro modo di vivere e portare nel cuore la Fede. È davvero il fatto più sensazionale e incredibile la Pasqua, con i riti dell’Ultima Cena, del tradimento degli apostoli, il perdono di Gesù sulla croce, la RISURREZIONE! MA DAVVERO GESÙ È RISORTO? DAVVERO NOI CREDIAMO IN GESÙ MORTO E RISORTO? Se questa è la nostra fede allora tutto cambia... Tutto, ma proprio tutto... Non ci si può più accontentare di mezze parole, di tentativi di perdono di fronte al “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!”, di fronte a “Oggi sarai con me in Paradiso!”. Deve cambiare il nostro cuore!!! Ogni atteggiamento di esclusione, di condanna, di giudizio nei confronti di qualsiasi persona deve cambiare altrimenti Gesù è morto e risorto invano per noi! DEVE CAMBIARE ANCHE LA NOSTRA CELEBRAZIONE, IL NOSTRO METTERCI IN GIOCO PER E CON I FRATELLI, IL FARE QUALCOSA DI BELLO E DI GRANDE PER DIO E PER IL PROSSIMO. TUTTO DEVE CAMBIARE IN NOI, SE CREDIAMO IN GESÙ RISORTO! Nel mese di aprile vivremo la prima confessione e la prima comunione. Con i genitori dei ragazzi di seconda elementare, nei quattro incontri tenuti nel mese di febbraio abbiamo riscoperto il cammino del perdono proponendo loro quattro storie con temi inerenti alla confessione; poi insieme, si è discusso attraverso delle provocazioni e alla fine di ogni incontro i genitori portavano a casa il “compito”...: raccontare ai propri figli la storia e spiegare con parole proprie il significato. Abbiamo scelto questo percorso, proprio perché come avevo detto al ritiro avuto con loro l’anno scorso: [...] È importante che il bambino senta la presenza dei genitori che condividono con lui il cammino che sta percorrendo. La prima confessione deve interessare tutta la famiglia. La proposta che facciamo intende aiutare i vostri figli a prendere coscienza del significato del sacramento del perdono e a viverlo come momento di incontro personale con il Padre che perdona. Durante la preparazione alla prima confessione è importante far capire a vostro figlio che la Riconciliazione è il meraviglioso sacramento del perdono, della gioia e della pace che Dio dona ai suoi amici. È importante far percepire al vostro bambino un atteg- giamento molto positivo nei confronti di questo sacramento fin dall’inizio. Questo si basa sulla libertà di scegliere che Dio ci dona e su come è importante imparare a compiere scelte d’amore per crescere bene, nella pace e nella felicità vera. Con i genitori di terza, invece, gli incontri sono appena incominciati e scopriremo insieme l’Eucarestia... lo spezzare quel Pane dagli ingredienti poveri, ma allo stesso momento, ricchi di solidarietà, fraternità, speranza, il pane della gioia... è questo l’obiettivo che vorremmo raggiungere in questi incontri. Carissimi aiutatemi..., preghiamo insieme per questi genitori, per questi bambini, per tutti e proviamo a confermarci figli di Dio e pronti a testimoniare la sua presenza d’amore sempre. Buon tempo Pasquale a tutti! Angelo prete |
Donna, ecco... i tuoi figli!
Maggio, mese di Maria Madre di Gesù. Alcuni anni fa, mi ricordo che durante la celebrazione di una Giornata Mondiale della Gioventù, Giovanni Paolo II scelse un tema in relazione con l’Anno dedicato al Rosario: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,27) scrisse ai giovani: “Gesù, prima di morire, offre all’apostolo Giovanni quanto ha di più prezioso: sua Madre, Maria. Sono le ultime parole del Redentore, che assumono perciò un carattere solenne e costituiscono come il suo testamento spirituale. Sulla Croce, il Figlio può riversare la sua sofferenza nel cuore della Madre. Ogni figlio che soffre ne sente il bisogno...”.
Il Vangelo ricorda ancora che «da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19,27). Questa espressione, tanto commentata fin dalle origini della Chiesa, non indica soltanto il luogo in cui abitava Giovanni. Più che l’aspetto materiale, essa richiama la dimensione spirituale di tale accoglienza, del nuovo legame che si instaura fra Maria e Giovanni. Oggi è a noi che Cristo chiede espressamente di prendere Maria “nella nostra casa”, di farla entrare nella nostra vita, di accoglierla “tra i nostri beni”. Maria - dunque - ci viene donata per aiutarci ad entrare in un rapporto più vero, più personale con Gesù. Con il suo esempio, Maria ci insegna a posare lo sguardo d’amore su di Lui, che ci ha amati per primo.
Il Papa, inoltre, esortava i giovani a recitare il rosario, (per molti invece sembra solo una preghiera per persone anziane...) e a non vergognarsi, “recitate il Rosario, mentre andate a scuola, all’Università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi; non esitate a proporne la recita in casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere forti nella fede, co- stanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza”.
Recitare il Rosario significa infatti, imparare a guardare Gesù con gli occhi di Maria, amare Gesù con il cuore di sua Madre. A noi spetta in questo tempo di sconvolgimenti e difficoltà, riscoprire il valore della preghiera Mariana per eccellenza. Come il Papa chiedeva ai giovani, io lo chiedo a tutti voi di riprendere in considerazione il rosario... i nostri nonni, ricordate?!! si ritrovavano nelle stalle per riscaldarsi, stare in compagnia e pregare insieme. Alla sera, quindi, quando siete nell’intimo della vostra casa con i vostri familiari, riscoprite la gioia e la bellezza di questa preghiera, prendete in braccio i vostri figli e fate sentire loro quanto ritenete importante pregare insieme.
Carissimi, vi chiedo inoltre, una preghiera speciale in questo tempo pasquale per tutti i ragazzi che hanno ricevuto o riceveranno i Sacramenti, affidiamoli a Maria che li protegga e li guidi nella gioia dell’incontro con Cristo risorto. Chiediamo a Lei di sostenere tutte le loro famiglie, che siano testimoni credibili per i propri figli, come fu Lei con Gesù.
O Maria, custodisci le nostre famiglie:
ogni nostra casa sia una Santa Casa, ogni nostra famiglia
sia una Santa Famiglia
abitata dalla pace e dall’amore.
Affidiamo a Te la nostra vita con la fiducia serena
che attira ogni figlio
tra le braccia della sua Madre. Amen
Papa Giovanni Paolo II
Buon Mese di Maria
Angelo prete
Il Vangelo ricorda ancora che «da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19,27). Questa espressione, tanto commentata fin dalle origini della Chiesa, non indica soltanto il luogo in cui abitava Giovanni. Più che l’aspetto materiale, essa richiama la dimensione spirituale di tale accoglienza, del nuovo legame che si instaura fra Maria e Giovanni. Oggi è a noi che Cristo chiede espressamente di prendere Maria “nella nostra casa”, di farla entrare nella nostra vita, di accoglierla “tra i nostri beni”. Maria - dunque - ci viene donata per aiutarci ad entrare in un rapporto più vero, più personale con Gesù. Con il suo esempio, Maria ci insegna a posare lo sguardo d’amore su di Lui, che ci ha amati per primo.
Il Papa, inoltre, esortava i giovani a recitare il rosario, (per molti invece sembra solo una preghiera per persone anziane...) e a non vergognarsi, “recitate il Rosario, mentre andate a scuola, all’Università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi; non esitate a proporne la recita in casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere forti nella fede, co- stanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza”.
Recitare il Rosario significa infatti, imparare a guardare Gesù con gli occhi di Maria, amare Gesù con il cuore di sua Madre. A noi spetta in questo tempo di sconvolgimenti e difficoltà, riscoprire il valore della preghiera Mariana per eccellenza. Come il Papa chiedeva ai giovani, io lo chiedo a tutti voi di riprendere in considerazione il rosario... i nostri nonni, ricordate?!! si ritrovavano nelle stalle per riscaldarsi, stare in compagnia e pregare insieme. Alla sera, quindi, quando siete nell’intimo della vostra casa con i vostri familiari, riscoprite la gioia e la bellezza di questa preghiera, prendete in braccio i vostri figli e fate sentire loro quanto ritenete importante pregare insieme.
Carissimi, vi chiedo inoltre, una preghiera speciale in questo tempo pasquale per tutti i ragazzi che hanno ricevuto o riceveranno i Sacramenti, affidiamoli a Maria che li protegga e li guidi nella gioia dell’incontro con Cristo risorto. Chiediamo a Lei di sostenere tutte le loro famiglie, che siano testimoni credibili per i propri figli, come fu Lei con Gesù.
O Maria, custodisci le nostre famiglie:
ogni nostra casa sia una Santa Casa, ogni nostra famiglia
sia una Santa Famiglia
abitata dalla pace e dall’amore.
Affidiamo a Te la nostra vita con la fiducia serena
che attira ogni figlio
tra le braccia della sua Madre. Amen
Papa Giovanni Paolo II
Buon Mese di Maria
Angelo prete
Adesso viene il bello!!
Celebrando nelle contrade, rincorsi dal brutto tempo del mese di maggio appena trascorso, abbiamo voluto comprendere il fatto dell’essere Chiesa in cammino e in ricerca. La preghiera a Maria, (spero vi siate ricordati dell’invito importante che vi ho fatto nel mio ultimo articolo), ci ha aiutato a imparare che si può vivere la propria fede, il proprio battesimo solo se si è in collegamento stretto e continuo con LUI. Nella celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (prima Confessione, Comunione e Cresima) i ragazzi e le loro famiglie insieme a tutti noi abbiamo ap- profondito e vissuto nel quotidiano il senso dei doni ricevuti. Adesso viene il bello!!! Perché sì, celebrare il sacramento è un giorno ben preparato e vissuto intensamente, ma non finisce qui. Il tempo che viviamo ora, riguarda il mettere in pratica, il realizzare ciò che abbiamo sperimentato tutti insieme per comunicarlo al mondo intero. Le occasioni più vicine sono il C.R.E. e l’estate che sta per cominciare (forse!!).
Voi ragazzi potreste chiedermi: “Cosa centra il CRE con i sacramenti? Cosa e come possiamo vivere in mezzo agli amici da credenti battezzati, cresimati, confessati e comunicati? Quali saranno gli atteggiamenti giusti che ci faranno dire, esclamare: “Questo è proprio un CRE da cristiani”? Forse...
Vi ricordo che il perdono, la gioia e la pace di Gesù Eucarestia e lo Spirito Santo serviranno come punto di partenza, come aiuto nel vostro quotidiano.
Il perdono...
...non sempre è facile la convivenza con tanti ragazzi che non si conoscono e non sempre si accettano, ragazzi di paesi diversi dal nostro... si fa fatica a condividere ciò che è nostro con gli altri... il gioco spesso a volte è competizione, dispetto... per un incomprensione si creano casi di discordia e litigi... Dio perdona di- menticando i nostri peccati e le nostre colpe quando noi chiediamo con cuore sincero nel sacramento della Riconciliazione il perdono. Solo così saremo liberati dalle angosce, dai sensi di colpa e affrancati dai rimorsi. Per una vera e radicale guarigione, interiore o fisica, è indispensabile un perdono autentico e vero. Qualcuno ha definito il perdono la “colonna vertebrale” di ogni autentica guarigione. Questo è vero. È vero perché in fondo ad ogni cuore, anche il tuo, cosciente o meno c’è un grande perdono da donare.
La gioia e la pace di Gesù Eucaristia...
...come possiamo - se abbiamo consacrato il Giorno del Signore partecipando all’Eucaristia - vivere poi nell’affanno o nella tristezza, o in tensione nervosa? Dove è andata a finire la nostra gioia (se abbiamo veramente celebrato l’Eucaristia nella gioia)? E quella pace che abbiamo accolto dal sacerdote e di cui ci ha fatti partecipi lo stesso Gesù nella comunione eucaristica, come la estendiamo a chi ci vive intorno? Un cristiano che partecipa alla Messa non può non seminare la pace e la gioia nella vita quotidiana, con chiunque lo avvicini. Ri- cordiamoci che LUI è sempre con noi, che la Chiesa non chiude le porte e va in ferie, anche quando si fa fatica o perché stiamo giocando o siamo impegnati in un torneo... LUI e la sua Parola ci aspettano...
Lo Spirito Santo
Essere attenti... a coloro che hanno bisogno, che ci sono vicini, che non hanno quello che noi abbiamo, non tiratevi indietro se un amico vi chiede aiuto. Siate umili e generosi e allargate le vostre braccia al prossimo... Vi faccio partecipi delle parole di Papa Francesco:
[...] “Vorrei affidare alla Madonna i cresimati. La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti. Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto. Questo lo dico in modo particolare a voi, che oggi avete ricevuto la Cresima: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a vivere e camminare sempre secondo lo Spirito Santo!”
Carissimi tutti... io ho preso in considerazione i ragazzi, ma quello che ho detto è rivolto anche a voi... C’è un grande bisogno di collaborazione: tutti sono invitati a realizzare la loro esistenza nel nome di Colui che ci ha salvati. Vi consegno una preghiera non dimenticatela, leggetela ogni sera con chi vi è accanto.
Ti consegno la Parola
Nei giorni miei non dimenticherò la tua Parola.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua Parola.
La mia vita è incollata alla polvere: fammi vivere secondo la tua Parola. Fammi conoscere la via dei tuoi insegnamenti e mediterò le tue meraviglie. Fammi rialzare secondo la tua Parola. Correrò sulla via delle tue preghiere, perché hai allargato il mio cuore.
Angelo prete
Voi ragazzi potreste chiedermi: “Cosa centra il CRE con i sacramenti? Cosa e come possiamo vivere in mezzo agli amici da credenti battezzati, cresimati, confessati e comunicati? Quali saranno gli atteggiamenti giusti che ci faranno dire, esclamare: “Questo è proprio un CRE da cristiani”? Forse...
Vi ricordo che il perdono, la gioia e la pace di Gesù Eucarestia e lo Spirito Santo serviranno come punto di partenza, come aiuto nel vostro quotidiano.
Il perdono...
...non sempre è facile la convivenza con tanti ragazzi che non si conoscono e non sempre si accettano, ragazzi di paesi diversi dal nostro... si fa fatica a condividere ciò che è nostro con gli altri... il gioco spesso a volte è competizione, dispetto... per un incomprensione si creano casi di discordia e litigi... Dio perdona di- menticando i nostri peccati e le nostre colpe quando noi chiediamo con cuore sincero nel sacramento della Riconciliazione il perdono. Solo così saremo liberati dalle angosce, dai sensi di colpa e affrancati dai rimorsi. Per una vera e radicale guarigione, interiore o fisica, è indispensabile un perdono autentico e vero. Qualcuno ha definito il perdono la “colonna vertebrale” di ogni autentica guarigione. Questo è vero. È vero perché in fondo ad ogni cuore, anche il tuo, cosciente o meno c’è un grande perdono da donare.
La gioia e la pace di Gesù Eucaristia...
...come possiamo - se abbiamo consacrato il Giorno del Signore partecipando all’Eucaristia - vivere poi nell’affanno o nella tristezza, o in tensione nervosa? Dove è andata a finire la nostra gioia (se abbiamo veramente celebrato l’Eucaristia nella gioia)? E quella pace che abbiamo accolto dal sacerdote e di cui ci ha fatti partecipi lo stesso Gesù nella comunione eucaristica, come la estendiamo a chi ci vive intorno? Un cristiano che partecipa alla Messa non può non seminare la pace e la gioia nella vita quotidiana, con chiunque lo avvicini. Ri- cordiamoci che LUI è sempre con noi, che la Chiesa non chiude le porte e va in ferie, anche quando si fa fatica o perché stiamo giocando o siamo impegnati in un torneo... LUI e la sua Parola ci aspettano...
Lo Spirito Santo
Essere attenti... a coloro che hanno bisogno, che ci sono vicini, che non hanno quello che noi abbiamo, non tiratevi indietro se un amico vi chiede aiuto. Siate umili e generosi e allargate le vostre braccia al prossimo... Vi faccio partecipi delle parole di Papa Francesco:
[...] “Vorrei affidare alla Madonna i cresimati. La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti. Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto. Questo lo dico in modo particolare a voi, che oggi avete ricevuto la Cresima: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a vivere e camminare sempre secondo lo Spirito Santo!”
Carissimi tutti... io ho preso in considerazione i ragazzi, ma quello che ho detto è rivolto anche a voi... C’è un grande bisogno di collaborazione: tutti sono invitati a realizzare la loro esistenza nel nome di Colui che ci ha salvati. Vi consegno una preghiera non dimenticatela, leggetela ogni sera con chi vi è accanto.
Ti consegno la Parola
Nei giorni miei non dimenticherò la tua Parola.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua Parola.
La mia vita è incollata alla polvere: fammi vivere secondo la tua Parola. Fammi conoscere la via dei tuoi insegnamenti e mediterò le tue meraviglie. Fammi rialzare secondo la tua Parola. Correrò sulla via delle tue preghiere, perché hai allargato il mio cuore.
Angelo prete
Educare...
Fin da piccoli, è importante essere educati al rispetto dell’altro, anche quando è differente da noi. Ormai è sempre più comune l’esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalità, ma anche quando ciò non avviene, i loro volti sono una profezia dell’umanità che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli. Più sono piccoli questi bambini, e più suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un’innocenza e una fratellanza che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano insieme...
...Educare alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, al volontariato, alla legalità, oggi significa dare l’opportunità di relazionarsi e di confrontarsi con l’altro e con il diverso, non con tolleranza, ma con piena coscienza che lo scambio avviene sempre tra pari. Riconoscere le diversità non significa solamente combattere contro i pregiudizi e gli stereotipi, ma consente anche di imparare quotidianamente dagli altri, senza guardarli come un pericolo”. Papa Benedetto XVI Carissimi, vivere il tempo dell’educazione è sempre più impegnativo: anche Papa emerito Benedetto XVI lo aveva detto in un omelia durante il suo pontificato. Tutti si impegnano con ogni mezzo a mettere nel nostro cuore e nel cuore dei nostri “educatori ed educandi” ciò che conta di più, per cui vale la pena spendersi e donarsi e la chiarezza è molto difficile. È un grande impegno educare! È allo stesso tempo un grande impegno lasciarsi educare! Che bello essere avvolti dalla gioia dei bimbi, dalla ricerca di senso di chi sta diventando grande! Che bello avere dentro il desiderio e le forze e le capacità di aiutare i bimbi a diventare grandi e educati! Quanti genitori sono in difficoltà in questo grande compito... eppure non ci rivolgiamo a chi è capace ed è all’altezza di insegnarci a far crescere. Maria, la Madre di Gesù, è la persona giusta. Avete mai fatto caso a quante chiese e chiesette i nostri antenati sul territorio di Zogno hanno dedicato a Maria? Madonna della Foppa, di Trefontane, della Rasga, del Carmine vecchio e nuovo, dell’Annunciazione (Clausura), il Cuore immacolato di Maria della Casa di riposo, e in più tutte le edicole e cappellette sparse sul territorio. Perché questa devozione così radicata? Queste scelte vogliono dirci che Maria è l’esempio per tutti noi. Esempio di fede, di apertura al Signore, di accoglienza nei confronti del Figlio di Dio e di accompagnamento nella sua crescita, di partecipazione attiva alle sue scelte. Ecco, lasciamoci accompagnare da Maria per imparare lo stile dei cristiani nel dire a tutti che Cristo è il Figlio di Dio ed è l’esempio delle nostre scelte. Siamo stati invitati nel mese di maggio a recitare con attenzione il santo rosario, a riprendere con gioia la preghiera familiare... proviamo a scoprire la gioia di riconoscerci chiamati ad essere come Gesù portatori della gioia del padre a tutti i fratelli: e scopriremo meglio, cosa significa essere comunità di credenti. Auguri Angelo prete |
San Lorenzo
aiutaci a ritrovarci sempre come una comunità viva!
“Una cosa sola ti manca... và, vendi, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi!” “Chi è stato prossimo? Và e anche tu fa lo stesso!”
“Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”.
Ci prepariamo, amici, alla festa del nostro patrono san Lorenzo, richiamati da queste parole di Gesù perché impariamo lo stile del discepolo di Cristo. Facciamo tesoro delle parole di Cristo e domandiamoci: “Chi siamo? Dove stiamo andando? Che cammino ha percorso la nostra comunità nell’ultimo anno pastorale? San Lorenzo che illumina con il suo esempio il nostro stare insieme, il celebrare comune, il vivere da fratelli ci comunica l’invito pressante a fare a gara sempre nello stimarci a vicenda, a ritrovare la gioia del perdono e dell’accoglienza, a vivere il dono dell’amore reciproco e dell’impegno comunitario dell’annuncio.
È stato l’anno della fede, abbiamo vissuto momenti importantissimi con la scelta di Bene- detto XVI a farsi da parte permettendo allo Spirito Santo di chiamare a guidare la Chiesa il Papa Francesco: siamo rimasti colpiti dalla gioia e dalla partecipazione di tanta gente alla sua freschezza di annuncio e di scelte radicali
e vicine al Vangelo. Siamo pienamente coinvolti alla costruzione di un mondo nuovo nella nostra comunità: occorre che ritroviamo la gioia dell’unità e la ricerca del bene comune, sempre.
Il Signore ci invita a trovare il nostro ruolo nella comunità, a metterci a disposizione, a trovare la strada del servizio, dell’impegno, della generosità. Dico proprio tutti: gli anziani, i giovani e gli adolescenti... chi è abituato a servire e chi invece è abituato a farsi servire; la gara sia nel volersi sempre servire reciprocamente, gli uni gli altri e non solo nelle feste, non solo nella comunità, ma anche nelle nostre famiglie.
Il diacono Lorenzo ci richiama il tema del mettersi a disposizione.
Vogliamo ringraziare il Signore per quanto ci ha messo nelle mani e chiediamogli di essere all’altezza, sempre, della sua grazia.
Buone feste
Angelo prete
“Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”.
Ci prepariamo, amici, alla festa del nostro patrono san Lorenzo, richiamati da queste parole di Gesù perché impariamo lo stile del discepolo di Cristo. Facciamo tesoro delle parole di Cristo e domandiamoci: “Chi siamo? Dove stiamo andando? Che cammino ha percorso la nostra comunità nell’ultimo anno pastorale? San Lorenzo che illumina con il suo esempio il nostro stare insieme, il celebrare comune, il vivere da fratelli ci comunica l’invito pressante a fare a gara sempre nello stimarci a vicenda, a ritrovare la gioia del perdono e dell’accoglienza, a vivere il dono dell’amore reciproco e dell’impegno comunitario dell’annuncio.
È stato l’anno della fede, abbiamo vissuto momenti importantissimi con la scelta di Bene- detto XVI a farsi da parte permettendo allo Spirito Santo di chiamare a guidare la Chiesa il Papa Francesco: siamo rimasti colpiti dalla gioia e dalla partecipazione di tanta gente alla sua freschezza di annuncio e di scelte radicali
e vicine al Vangelo. Siamo pienamente coinvolti alla costruzione di un mondo nuovo nella nostra comunità: occorre che ritroviamo la gioia dell’unità e la ricerca del bene comune, sempre.
Il Signore ci invita a trovare il nostro ruolo nella comunità, a metterci a disposizione, a trovare la strada del servizio, dell’impegno, della generosità. Dico proprio tutti: gli anziani, i giovani e gli adolescenti... chi è abituato a servire e chi invece è abituato a farsi servire; la gara sia nel volersi sempre servire reciprocamente, gli uni gli altri e non solo nelle feste, non solo nella comunità, ma anche nelle nostre famiglie.
Il diacono Lorenzo ci richiama il tema del mettersi a disposizione.
Vogliamo ringraziare il Signore per quanto ci ha messo nelle mani e chiediamogli di essere all’altezza, sempre, della sua grazia.
Buone feste
Angelo prete
Siamo “Uomini e donne capaci di Vangelo”?
Carissimi,
siamo “Uomini e donne capaci di Vangelo”?
Con questo titolo il vescovo Francesco ci scrive quest’anno invitandoci a fare un esame sul nostro modo di vivere il battesimo che abbiamo ricevuto e sul bisogno, concreto, di approfondire la nostra scelta cristiana... bisogno che - ci dice – tutti dobbiamo sentire e vivere. Se osservate l’immagine scelta dal Vescovo per aprire la sua lettera, è Gesù che insegna circondato dai dodici tutti attenti, in comunione stretta con Lui tanto che le loro aureole sono dorate, tranne quella di Giuda. Stare con Gesù ci aiuta, ci spinge, ci invita a diventare come Lui figli del Padre e fratelli con tutti gli uomini, presi dal dono che riceviamo e impegnati a farne dono a tutti quelli che stanno con noi, che fanno il nostro cammino ogni giorno o che incontriamo casualmente sulla nostra strada. Per essere uomini e donne capaci di Vangelo occorre saziarci della Parola del Signore, vivere ogni domenica l’eucaristia, non abituarci a sentirci battezzati, ma vivere il battesimo come il dono più grande che abbiamo ricevuto. Forse vi domanderete: “Ma, nella nostra comunità, esistono delle occasioni per conoscere il Vangelo?”. Vi rispondo: “Eccome! Che ci sono e anche tante e di gran valore... sta a noi viverle”: la catechesi del lunedì pomeriggio alle tre in oratorio che aiuta a conoscere la parola di Dio proclamata la domenica successiva; le catechesi vicariali nei tempi forti di Avvento e Quaresima, gli incontri di formazione specifici per i catechisti, ma aperti a tutti, che aiutano ad approfondire temi particolari dell’annuncio cristiano; gli incontri per i genitori dei ragazzi che frequentano il catechismo, i ritiri, le adorazioni di tutti i venerdì sera e della domenica sera in clausura ogni quindici giorni... (per chi lo desidera può richiedere a Giorgio sacrista il calendario parrocchiale dove vengono riportati tutti gli appuntamenti sopra descritti).
Mi direte: “Ma chi le conosce queste cose?”
Tutti quelli che sono sensibili all’approfondimento della propria scelta cristiana. Allora bisogna diventare sensibili, mettersi in ascolto e in cammino, lasciarsi coinvolgere per diventare trasmettitori credibili del dono di Dio. Forza allora, si ricomincia, ma, spero, con tanta generosità e gioia alla ricerca del Signore.
Auguri
Angelo prete
siamo “Uomini e donne capaci di Vangelo”?
Con questo titolo il vescovo Francesco ci scrive quest’anno invitandoci a fare un esame sul nostro modo di vivere il battesimo che abbiamo ricevuto e sul bisogno, concreto, di approfondire la nostra scelta cristiana... bisogno che - ci dice – tutti dobbiamo sentire e vivere. Se osservate l’immagine scelta dal Vescovo per aprire la sua lettera, è Gesù che insegna circondato dai dodici tutti attenti, in comunione stretta con Lui tanto che le loro aureole sono dorate, tranne quella di Giuda. Stare con Gesù ci aiuta, ci spinge, ci invita a diventare come Lui figli del Padre e fratelli con tutti gli uomini, presi dal dono che riceviamo e impegnati a farne dono a tutti quelli che stanno con noi, che fanno il nostro cammino ogni giorno o che incontriamo casualmente sulla nostra strada. Per essere uomini e donne capaci di Vangelo occorre saziarci della Parola del Signore, vivere ogni domenica l’eucaristia, non abituarci a sentirci battezzati, ma vivere il battesimo come il dono più grande che abbiamo ricevuto. Forse vi domanderete: “Ma, nella nostra comunità, esistono delle occasioni per conoscere il Vangelo?”. Vi rispondo: “Eccome! Che ci sono e anche tante e di gran valore... sta a noi viverle”: la catechesi del lunedì pomeriggio alle tre in oratorio che aiuta a conoscere la parola di Dio proclamata la domenica successiva; le catechesi vicariali nei tempi forti di Avvento e Quaresima, gli incontri di formazione specifici per i catechisti, ma aperti a tutti, che aiutano ad approfondire temi particolari dell’annuncio cristiano; gli incontri per i genitori dei ragazzi che frequentano il catechismo, i ritiri, le adorazioni di tutti i venerdì sera e della domenica sera in clausura ogni quindici giorni... (per chi lo desidera può richiedere a Giorgio sacrista il calendario parrocchiale dove vengono riportati tutti gli appuntamenti sopra descritti).
Mi direte: “Ma chi le conosce queste cose?”
Tutti quelli che sono sensibili all’approfondimento della propria scelta cristiana. Allora bisogna diventare sensibili, mettersi in ascolto e in cammino, lasciarsi coinvolgere per diventare trasmettitori credibili del dono di Dio. Forza allora, si ricomincia, ma, spero, con tanta generosità e gioia alla ricerca del Signore.
Auguri
Angelo prete
La miglior catechesi è l’incontro, il dar valore, l’accogliere, il donare..
Carissimi,
ancora una volta inizio pensando al tempo che scorre velocissimo...
La festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti che celebriamo con trepidazione riempiendo il nostro cuore di tutti coloro che ci hanno donato il loro vivere, le loro esperienze, ricchezze interiori e convinzioni mi fa cogliere il senso della vita che ci ha donato Gesù Cristo: un dono smisurato che rischiamo spesso di non valorizzare appieno rincorrendo solo le cose e non assaporando il bene ricevuto e da compiere. Siamo immersi nel nuovo anno pastorale e le tante cose a cui badare non ci facciano dimenticare mai l’essenziale che è l’incontro con Cristo e con i fratelli. La migliore catechesi è l’incontro, il dar valore, il comprendere, l’accogliere e il donare.
ATTENTI ALLE ZUCCHE...
Ho letto recentemente in un libro intitolato “Le feste scippate” di Mimmo Muolo che noi cristiani dobbiamo stare attenti a non farci rubare le feste che hanno tutte un’origine cristiana. Sapete cosa significa Halloween? Significa “Vigilia di Ognissanti” ed era in preparazione alla festa dei defunti. Questa festa è citata in un testo irlandese del 1100 detto prosaicamente “La mucca grigia”. Halloveen è una festa cristiana e anche le zucche illuminate erano in origine un simbolo positivo: di fecondità da un lato (per via dei numerosi semi, che alludono alla rinascita) e di luce. La luce, appunto, che avrebbe guidato i morti nell’oltretomba.
Perché allora, si chiede l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi: “Oggi si celebra Halloveen in discoteche fracassone, si evocano streghe e demoni, vampiri e spettri?”
“Si tratta - dice - di un vero processo di desacralizzazione che l’ambiente consumistico e materialista americano sta imponendo da vari anni. È dimenticato il rapporto coi Santi resta un pasticcio neo-stregonesco, un’evocazione ambigua di forze maligne, una moda horror...”.
Come educare alla santità noi cristiani, allora?
Perché dobbiamo far festa dei santi e tentare di conoscerli e riscoprire il senso del vivere che ci è regalato da Cristo? Quale occasione più bella, per noi di Bergamo, impegnarci a preparare la festa della santificazione di Giovanni XXIII! Il suo esempio ci parla dell’essere Chiesa, del mettersi al servizio della Chiesa, del mettersi ognuno alla ricerca di quello che il Signore ci dona “per il bene comune”... Quanto ci dimentichiamo tutti che operiamo e dobbiamo operare “per il bene comune”, sempre.!!!
Proviamo fratelli in questo mese di novembre a meditare sulla santità di chi ci ha preceduto nella fede e dormono il sonno della pace. Ho detto tante volte che sono convinto che nei nostri cimiteri sono sepolti tanti santi a cui fare riferimento, da cui imparare a vivere e a donare la vita.
Buone feste e buon impegno a tutti verso la santità!
Angelo prete
ancora una volta inizio pensando al tempo che scorre velocissimo...
La festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti che celebriamo con trepidazione riempiendo il nostro cuore di tutti coloro che ci hanno donato il loro vivere, le loro esperienze, ricchezze interiori e convinzioni mi fa cogliere il senso della vita che ci ha donato Gesù Cristo: un dono smisurato che rischiamo spesso di non valorizzare appieno rincorrendo solo le cose e non assaporando il bene ricevuto e da compiere. Siamo immersi nel nuovo anno pastorale e le tante cose a cui badare non ci facciano dimenticare mai l’essenziale che è l’incontro con Cristo e con i fratelli. La migliore catechesi è l’incontro, il dar valore, il comprendere, l’accogliere e il donare.
ATTENTI ALLE ZUCCHE...
Ho letto recentemente in un libro intitolato “Le feste scippate” di Mimmo Muolo che noi cristiani dobbiamo stare attenti a non farci rubare le feste che hanno tutte un’origine cristiana. Sapete cosa significa Halloween? Significa “Vigilia di Ognissanti” ed era in preparazione alla festa dei defunti. Questa festa è citata in un testo irlandese del 1100 detto prosaicamente “La mucca grigia”. Halloveen è una festa cristiana e anche le zucche illuminate erano in origine un simbolo positivo: di fecondità da un lato (per via dei numerosi semi, che alludono alla rinascita) e di luce. La luce, appunto, che avrebbe guidato i morti nell’oltretomba.
Perché allora, si chiede l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi: “Oggi si celebra Halloveen in discoteche fracassone, si evocano streghe e demoni, vampiri e spettri?”
“Si tratta - dice - di un vero processo di desacralizzazione che l’ambiente consumistico e materialista americano sta imponendo da vari anni. È dimenticato il rapporto coi Santi resta un pasticcio neo-stregonesco, un’evocazione ambigua di forze maligne, una moda horror...”.
Come educare alla santità noi cristiani, allora?
Perché dobbiamo far festa dei santi e tentare di conoscerli e riscoprire il senso del vivere che ci è regalato da Cristo? Quale occasione più bella, per noi di Bergamo, impegnarci a preparare la festa della santificazione di Giovanni XXIII! Il suo esempio ci parla dell’essere Chiesa, del mettersi al servizio della Chiesa, del mettersi ognuno alla ricerca di quello che il Signore ci dona “per il bene comune”... Quanto ci dimentichiamo tutti che operiamo e dobbiamo operare “per il bene comune”, sempre.!!!
Proviamo fratelli in questo mese di novembre a meditare sulla santità di chi ci ha preceduto nella fede e dormono il sonno della pace. Ho detto tante volte che sono convinto che nei nostri cimiteri sono sepolti tanti santi a cui fare riferimento, da cui imparare a vivere e a donare la vita.
Buone feste e buon impegno a tutti verso la santità!
Angelo prete
Che gioia essere chiamati
a contemplare le grandi cose che Dio ha preparato per noi!
Carissimi
è terminato l’anno della fede e ci stiamo addentrando nell’anno in cui il nostro vescovo ci ha calorosamente invitati a interessarci attivamente della catechesi degli adulti. Proviamo a prendere sul serio questo invito e nel periodo dell’Avvento attiviamoci perché le proposte parrocchiali, vicariali e diocesane trovino gente decisamente in cammino, aperta al confronto e al dialogo non abbarbicata solo alle proprie abitudini e tradizioni.
Che cosa sarà per noi il Natale?
Solo presepio? Bellissima tradizione, ma attenti a non farci sviare dalle statuine. Gesù vuole incontrare persone, le statuine ci rappresentano, proviamo a sceglierne una e a immedesimarci... che cosa prepariamo nella nostra vita perché Lui nasca in noi, trovi veramente spazio nel nostro cuore e ci trasformi? Proviamo a trovare il tempo per il dialogo, l’approfondimento dell’incontro con il Signore... proviamo a rivestire i personaggi dell’Avvento che la nostra Diocesi ci propone per il momento di preghiera in famiglia (trovate il libretto in Chiesa): Giuseppe, Isaia, Giovanni il Battista, Maria proviamo ad essere come loro con i nostri volti e il nostro cuore e domandiamoci come lo avremmo accolto noi Gesù e come lo riusciamo a regalare a tutti i fratelli che incontriamo? Che bello vivere il tempo liturgico!!! Che gioia essere chiamati a contemplare le grandi cose che Dio ha preparato per noi! Dunque l’Avvento, attraverso l’educazione all’attesa, insegna a sintonizzarsi sui tempi di Dio (il vero “agricoltore” della storia, che sa attendere la maturazione dei frutti a tempo debito) piuttosto che su quelli della nostra impazienza. Il papa emerito Benedetto scriveva: “Quante volte gli uomini hanno tentato di costruire il mondo da soli, senza o contro Dio! Il risultato è segnato dal dramma di ideologie che, alla fine, si sono dimostrate contro l’uomo e la sua dignità profonda”.
Così come all’inizio della storia cristiana si introdusse la nuova concezione liberante del senso del tempo così può avvenire anche oggi. Invitare all’attesa vigilante e gioiosa, alla pazienza e alla speranza e alla conversione è veramente rivoluzionaria verso la cultura contemporanea. Nel tempo del computer e del “tutto e subito” l’Avvento ci invita a un’attesa operosa, intessuta di preghiera e di attenzione verso gli altri, oltre che di piena accettazione dei nostri limiti. Noi cristiani dovremmo essere capaci di festeggiare la prima domenica di Avvento come festeg- giamo il primo gennaio, con gioia e festa sentita e partecipata. Cominciare nel modo migliore significa quindi orientare nel modo giusto il nostro agire e quindi vivere intensamente la venuta del Salvatore.
Capiremo quindi gli atteggiamenti di Maria, Giovanni il Battista, i pastori, i Magi e tutti coloro che ci aiutano a preparare le strade al Signore e sapremo portare i fratelli all’incontro con Lui che nasce.
Auguri Buon Natale e Buon Anno a tutti!!
Angelo prete
è terminato l’anno della fede e ci stiamo addentrando nell’anno in cui il nostro vescovo ci ha calorosamente invitati a interessarci attivamente della catechesi degli adulti. Proviamo a prendere sul serio questo invito e nel periodo dell’Avvento attiviamoci perché le proposte parrocchiali, vicariali e diocesane trovino gente decisamente in cammino, aperta al confronto e al dialogo non abbarbicata solo alle proprie abitudini e tradizioni.
Che cosa sarà per noi il Natale?
Solo presepio? Bellissima tradizione, ma attenti a non farci sviare dalle statuine. Gesù vuole incontrare persone, le statuine ci rappresentano, proviamo a sceglierne una e a immedesimarci... che cosa prepariamo nella nostra vita perché Lui nasca in noi, trovi veramente spazio nel nostro cuore e ci trasformi? Proviamo a trovare il tempo per il dialogo, l’approfondimento dell’incontro con il Signore... proviamo a rivestire i personaggi dell’Avvento che la nostra Diocesi ci propone per il momento di preghiera in famiglia (trovate il libretto in Chiesa): Giuseppe, Isaia, Giovanni il Battista, Maria proviamo ad essere come loro con i nostri volti e il nostro cuore e domandiamoci come lo avremmo accolto noi Gesù e come lo riusciamo a regalare a tutti i fratelli che incontriamo? Che bello vivere il tempo liturgico!!! Che gioia essere chiamati a contemplare le grandi cose che Dio ha preparato per noi! Dunque l’Avvento, attraverso l’educazione all’attesa, insegna a sintonizzarsi sui tempi di Dio (il vero “agricoltore” della storia, che sa attendere la maturazione dei frutti a tempo debito) piuttosto che su quelli della nostra impazienza. Il papa emerito Benedetto scriveva: “Quante volte gli uomini hanno tentato di costruire il mondo da soli, senza o contro Dio! Il risultato è segnato dal dramma di ideologie che, alla fine, si sono dimostrate contro l’uomo e la sua dignità profonda”.
Così come all’inizio della storia cristiana si introdusse la nuova concezione liberante del senso del tempo così può avvenire anche oggi. Invitare all’attesa vigilante e gioiosa, alla pazienza e alla speranza e alla conversione è veramente rivoluzionaria verso la cultura contemporanea. Nel tempo del computer e del “tutto e subito” l’Avvento ci invita a un’attesa operosa, intessuta di preghiera e di attenzione verso gli altri, oltre che di piena accettazione dei nostri limiti. Noi cristiani dovremmo essere capaci di festeggiare la prima domenica di Avvento come festeg- giamo il primo gennaio, con gioia e festa sentita e partecipata. Cominciare nel modo migliore significa quindi orientare nel modo giusto il nostro agire e quindi vivere intensamente la venuta del Salvatore.
Capiremo quindi gli atteggiamenti di Maria, Giovanni il Battista, i pastori, i Magi e tutti coloro che ci aiutano a preparare le strade al Signore e sapremo portare i fratelli all’incontro con Lui che nasce.
Auguri Buon Natale e Buon Anno a tutti!!
Angelo prete