CHIESETTA DEI MORTINI
Sagrato Chiesa Santa Maria
Nel 1830 insorge una causa tra la Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di S. Lorenzo in Zogno e il dottor Pietro Pellicioli residente in Bergamo a proposito della proprietà della cappelletta dei Mortini posta sul Sagrato della Chiesa di Santa Maria. Il dott. Pellicioli rifiutava di consegnare le chiavi della cappelletta alla Fabbriceria di Zogno adducendo il pretesto di esserne proprietario in quanto erede del proprio fratello Antonio Pellicioli che fu in possesso di quell’antico ossario dei Morti sino alla morte avvenuta il 20 novembre 1813 per un presunto acquisto di molti anni addietro ma di cui non era riuscito a rinvenire il documento relativo alla vendita. La Fabbriceria di Zogno riuscì a dimostrare l’infondatezza della presunta proprietà del dottor Pietro Pellicioli e a farsi restituire le chiavi ricorrendo all’Autorità Imperial Regia. Venne precisato che le chiavi erano state affidate a due pie signore, zie del Pellicioli, perché si erano assunte l’onere per devozione di mantenere illuminata la cappella in giorno di sabato. Venne pertanto riconosciuta alla parrocchia la proprietà da data immemorabile e con possesso ininterrotto. (Si vedano i documenti in proposito conservati nell’Archivio parrocchiale). A novembre si ricordano “I Mortini” del cimitero di Santa Maria al Convento. L’antico cimitero di S. Lorenzo andò distrutto con la chiesa omonima travolto da una piena del fiume Brembo verso il 1400. Venne sostituito col cimitero di S. Maria consacrato dal Vescovo Lodovico Donato l’11 agosto 1472 unitamente alla chiesa di S. Maria, ritenuta sede della Parrocchiale, ma erroneamente, prima dell’attuale sorta sul Castello dal 1426 al 1452. Il 14-12-1488 i Serviti presero possesso della chiesetta di S.Maria ceduta dalla Comunità di Zogno che si assicurarono tuttavia il diritto di seppellire i propri morti nell’annesso cimitero. I Serviti nel 1495 costruirono il convento, soppresso poi nel 1652 da Innocenzo X, ma abbandonato soltanto nel 1656 sotto Alessandro VII. Nel 1731 il convento passa alle Terziarie che provengono da Romacolo e che assumono l’impegno di educare le ragazze. Nuovamente soppresso nel 1811, vi ritornano nel 1817 e vi rimangono tuttora trasformate in clausura. La sepoltura in detto cimitero viene interrotta solamente in forza della legge napoleonica che, per ragioni d’igiene e per evitare pestilenze, trasferì i cimiteri lontano dalle abitazioni. Dell’antico cimitero di S.ta Maria rimangono ancora lapidi disperse lungo la via Roma nei pressi del Convento, degli ossari che riemergono in occasione di scavi e soprattutto questa cappella denominata “Cappella dei Mortini”. Ha un portichetto alto quanto la cappella che si conclude con cornicione ad andamento curvo coperto con coppi. Presenta tre aperture di cui le laterali ad arco tutto sesto e la centrale mossa secondo uno stile di gusto ’600. Tre gradini portano a un ripiano che dà luce all’interno attraverso una finestrella dall’architrave sagomato alla maniera dell’archetto centrale munita di soglia parapetto e di inferriata con vetrata. All’interno si accede da porticciola tramontana. Il vano è rettangolare coperto da soffitto piano a pianta ellittica raccordato con pennacchi alle pareti. Conserva altare murale con tela raffigurante la Vergine, S. Antonio e le anime del Purgatorio. Tre finestrelle ovali immettono qualche raggio di luce e un campaniletto a vela regge campanella a tramontana. A metà luglio dell’anno 1937 il sig. ing. Luigi De Beni in nome del Comune di Zogno chiede il nulla osta per la demolizione della cappella dei Mortini. Motivazione addotta: aprire un canocchiale panoramico. Il parroco Don Giovanni Servalli invita l’ing. De Beni ad indirizzare il nulla osta a S. Ecc. Mons. Vescovo, al quale spetta l’ultima, definitiva parola. A fine luglio il Can. Biennati è delegato dal Vescovo per un sopralluogo. Con nota 31 luglio la Ven. Curia esige il parere del parroco il quale risponde negativamente in via di massima. A dimostrazione del suo parere, anche se superfluo, rileva che:
1 - la cappella dei Mortini in Zogno:
a) - è un ricordo del cimitero della prima parrocchia cristiana del XII secolo ed è probabilmente un voto dei padri all’epoca della peste del MDCXXX (1630);
b) - è un edificio caro all’affetto e alla pietà degli zognesi;
c) - è uno dei pochi esemplari dello stile seicentesco in Zogno;
d) - è un velario che maschera una delle viuzze esteticamente e moralmente più indecenti.
2 - Il motivo addotto nella domanda di nulla osta è evidentemente troppo superficiale, anche se è stato proposto un compenso finanziario per la costituzione di un legato di suffragio e si esige pertanto una giustificazione più idonea evitando di dare adito a critiche insinuando il dubbio che col denaro ai aggiusta tutto. Negli ultimi giorni d’aprile 1938, il podestà di Zogno, sig. Carlo Trezzi, ripete la domanda di demolizione al parroco e al Vescovo. Intanto S. Ecc. Mons. Vescovo viene a Zogno per la Visita Pastorale, sente il podestà e il parroco, vede la chiesetta, e in data 11 luglio, risponde al podestà comunicando la sua decisione: “Sarà concessa la demolizione a queste condizioni”:
1) - che la demolizione venga, autorizzata dalla Real Sovrintendenza ai monumenti della Lombardia;
2) - che la demolizione occorra per fare una nuova strada dopo che la strada sarà effettuata;
3) - che nel luogo della cappella demolita o vicino si eriga una santella in memoria, essendo la cappella molto cara agli zognesi;
4) - che come compenso si formi nella parrocchiale un legato di SS. Messe per un ammontare da accordarsi fra codesto Comune e l’Ufficio Amministrativo di questa Curia;
5) - che lo spoglio della chiesina rimanga alla chiesa parrocchiale. Firmato: Adriano Bernareggi
La Chiesetta dei Mortini continua a sopravvivere alle intenzioni distruttive del Comune di quel tempo.
1 - la cappella dei Mortini in Zogno:
a) - è un ricordo del cimitero della prima parrocchia cristiana del XII secolo ed è probabilmente un voto dei padri all’epoca della peste del MDCXXX (1630);
b) - è un edificio caro all’affetto e alla pietà degli zognesi;
c) - è uno dei pochi esemplari dello stile seicentesco in Zogno;
d) - è un velario che maschera una delle viuzze esteticamente e moralmente più indecenti.
2 - Il motivo addotto nella domanda di nulla osta è evidentemente troppo superficiale, anche se è stato proposto un compenso finanziario per la costituzione di un legato di suffragio e si esige pertanto una giustificazione più idonea evitando di dare adito a critiche insinuando il dubbio che col denaro ai aggiusta tutto. Negli ultimi giorni d’aprile 1938, il podestà di Zogno, sig. Carlo Trezzi, ripete la domanda di demolizione al parroco e al Vescovo. Intanto S. Ecc. Mons. Vescovo viene a Zogno per la Visita Pastorale, sente il podestà e il parroco, vede la chiesetta, e in data 11 luglio, risponde al podestà comunicando la sua decisione: “Sarà concessa la demolizione a queste condizioni”:
1) - che la demolizione venga, autorizzata dalla Real Sovrintendenza ai monumenti della Lombardia;
2) - che la demolizione occorra per fare una nuova strada dopo che la strada sarà effettuata;
3) - che nel luogo della cappella demolita o vicino si eriga una santella in memoria, essendo la cappella molto cara agli zognesi;
4) - che come compenso si formi nella parrocchiale un legato di SS. Messe per un ammontare da accordarsi fra codesto Comune e l’Ufficio Amministrativo di questa Curia;
5) - che lo spoglio della chiesina rimanga alla chiesa parrocchiale. Firmato: Adriano Bernareggi
La Chiesetta dei Mortini continua a sopravvivere alle intenzioni distruttive del Comune di quel tempo.