L’Oratorio di San Giovanni Bosco
Si ritiene di fare cosa gradita alla popolazione zognese ripescare nella cronaca del tempo, passo passo, tutte le notizie che accompagnano la realizzazione dell’Oratorio maschile, prima, e femminile, poi, riportando alla memoria di tutti fatti e persone protagoniste dell’opera più caratteristica della nostra diocesi nel ventesimo secolo. Zogno, se non fu il primo non fu neppure l’ultimo ad affrontare questa realizzazione. Nella diocesi di Bergamo, in particolare, l’istituzione degli oratori è sorta, a imitazione dell’oratorio di S. Giovanni Bosco, sotto l’impulso dell’Azione Cattolica che mirava a coinvolgere i ragazzi e i giovani nell’educazione e formazione religiosa e morale con la scuola di catechismo e con la direzione spirituale che faceva capo alla presenza del sacerdote che non trascurava lo sviluppo integrale del ragazzo con la scuola, il lavoro e il gioco. Si affermava “mens sana in corpore sano”: (mente sana in corpo sano). Le associazioni (vedi di S. Luigi per i maschi, delle Figlie di Maria per le ragazze) sopravvivono nell’ambito degli oratori anche se l’inserimento organizzativo dell’Azione Cattolica comportava un intervento diretto idoneo all’età e alla professione per cui si differenziavano i vari settori: degli aspiranti, degli Juniores e dei Seniores con particolare attenzione all’età evolutiva; degli studenti, dei lavoratori e dei rurali. A Zogno, il primo tentativo di realizzare l’Oratorio è stato compiuto dal parroco don Luigi Camiti (1911-1923) con la costruzione della casa di Via Mazzini in Foppa Bassa, nelle adiacenze dell’Asilo Cavagnis gestito già dal 1882 dalle Suore Cappellone di S. Vinzenzo. Anche il parroco don Carlo Pansa si era preoccupato del problema che ha dovuto lasciare al suo successore, perchè morto prematuramente, cioè al parroco don Giovanni Servalli che con atto notarile dott. Antonio Grazioli, 2 novembre 1929, acquistò la Villa Rosina dal fallimento della Cassa Rurale al prezzo di lire 40.000 a cui se ne dovette aggiungere altre 7.000 per riparazioni, impianto elettrico e condottura dell’acqua. Nel piccolo parco della magnolia costruì un gioco di bocce per intrattenere i giovani anche con la ricreazione sotto la vigilanza del direttore, don Antonio Giuliani, giuntovi da neo-ordinato dal 25 maggio 1929. Il parroco don G. Servalli si era ormai reso conto che per i ragazzi e i giovani bisognava mettere a disposizione strutture e spazi più accoglienti, sia per l’educazione religiosa e morale e sia anche per il divertimento e lo sport. Provvide quanto prima un ambizioso progetto da realizzare nel brolo della canonica. Il progettista e l’esecutore fu il Capomastro Angelo Gherardi di S. Pellegrino che dal 2 agosto 1934 al 10 agosto 1935, lavorando intensamente con l’aiuto di circa 70 operai nei momenti di punta e con l’ausilio di tanta mano d’opera gratuita da parte della popolazione che faceva la spola dal Brembo alla parrocchiale a sgobbare sassi e sabbia, portò a compimento l’opera. La spesa complessiva dell’opera fu di lire 258.816.05 - spesa piuttosto onerosa per quei tempi. Don Servalli, per fronteggiare la spesa dovette alienare la casa Oratorio-Camiti, passata in proprietà del Sig. Albino Padovani. L’ing. di parte civile per il controllo fu il Sig. Ettore Lanfranconi e di parte ecclesiastica fu il dott. Luigi Beni che ne fece pure il collaudo. Don Servalli diede inizio alla costruzione del nuovo oratorio con tutte le carte in regola. Fu autorizzato dal Prefetto di Bergamo a invadere la zona di rispetto del Cimitero contemplata dalla legge del tempo. Tuttavia dovette superare non poche difficoltà condite da malcelate contestazioni. Durante l’esecuzione dei lavori, ad aggravare la situazione, successe purtroppo anche un infortunio. Ben 13 operai precipitarono da un’impalcatura di cui il Sig. Giovanni Ferrari riportò un’invalidità permanente con le relative conseguenze per la sopravvivenza della propria famiglia numerosa.
Il nuovo oratorio venne dedicato a S. Giovanni Bosco, grande apostolo della gioventù fondatore dell’Oratorio salesiano diffusosi tutta Italia e in diverse parti del mondo.
Venne inaugurato il 10 agosto 1935, nella festa patronale di S. Lorenzo in cui si festeggiò pure il 25° di Sacerdozio del parroco don Servalli, con l’intervento del Vescovo Mons. Adriano Bernareggi. Non mancarono sfarzi, concorso di popolo e di autorità coi rispettivi discorsi di esaltazione dell’opera ritenuti migliore della diocesi e anche degli oratori cittadini. Poteva disporre infatti di ben cinque aule per il catechismo e di un vasto salone cinema-teatro attrezzato per qualsiasi spettacolo Solo nel 1937/1938 venne eretta la Scuot; Catechismo femminile, tempo in cui si provvide a dare una migliore sistemazione anche allo stabile dell’oratorio maschile dotandolo due campi di due campi di bocce e di altri due vani di uno come chiesina e l’altro come sede dell'Associazione Cattolica. Il luogo prescelto per l’oratorio femminile, affidato alle Suore di S. Vincenzo, operanti presso l’Asilo Cavagnis, fu ancora il brolo del parroco nelle immediate adiacenze della casa canonica a ponente. La struttura risultò di un solo piano, terreno, con porticato e cinque aule per il catechismo. Progetto ed esecuzione furono ancora affidati al Capomastro Angelo Gherardi. Il costo complessivo dell’opera, compreso l’aggiornamento dell’oratorio maschile, fu di lire 105.341.60. Ancora una volta intervenne il Vescovo Mons. A. Bernareggi a inaugurare il tutto il 22 maggio 1938.
Il 3 aprile 1944, per ordine del nuovo parroco, don Giuseppe Speranza, l’impresa Sig. Pietro Sonzogni iniziò la costruzione della casa per il direttore dell’oratorio situata a fianco dell’oratorio all’estremità del cortile verso monte. L’opera comportò la spesa di un milione circa. Nel 1970 venne tuttavia abbandonata dal direttore dell’oratorio don Serafino Pasinelli, perchè stavano sprofondando i pavimenti. La casa venne poi demolita per dare spazio al nuovo campo sportivo. Il primo sacerdote che ha occupato Villa Rosina, ora Fustinoni, e che ha cercato di avviare un’attività oratoriana, fu, come già detto, il sacerdote don Antonio Giuliani che giunse a Zogno fresco di ordinazione sacerdotale il 25 maggio 1929 e vi rimase sino al 20/11/1931, anno in cui venne promosso a direttore dell’oratorio dell’Immacolata in Bergamo, parrocchia di S. Alessandro di Colonna, diverrà poi prevosto di Gandino. Successore di don Giuliani fu don Pietro Goglio, ma vi rimase soltanto un anno, dal 18 dicembre 1931 al 10 ottobre 1932, promosso economo spirituale di Cornalta. Nel frattempo dovette interessarsi del problema don Luigi Mazzoleni, coadiutore già presente dal 20 giugno 1932 che il 16 ottobre divenne arciprete di Dossena.
Diamo ora spazio al grande avvenimento così come “Zogno Notizie” del tempo ce lo descrive. Veramente è il parroco don Giovanni Servalli (1927-1941) l’estensore di quei fatti di cronaca che si estendono dal 19 agosto 1934 al 22 maggio 1938. Il 19 agosto 1934 così si esprime don G. Servalli: l’Oratorio maschile. Finalmente si è dato alla sua costruzione. Da due anni si sente la necessità a Zogno d’un Oratorio per l’educazione religiosa e morale della gioventù. La storia degli Oratori rimonta a data antica. S. Filippo Neri (a. 1515-1595) aprì in Roma i primi Oratori conformemente alle esigenze dei tempi. S. Giovanni Bosco (a. 1815-1888) aprì in Torino gli Oratori moderni, che si estesero rapidamente, come una magnifica fioritura, un pò dappertutto in Italia, in Europa e fuori. In bergamasca quasi tutti i paesi d’una certa importanza hanno il loro Oratorio. Esistono Oratori fondati fino dal secolo scorso. Anche paesi minuscoli hanno i loro Oratori. Zogno, purtroppo, fino ad oggi, ne fu privo. Non che il grave problema non sia stato posto. Già i M.R. Prevosti D. Luigi Carniti e D. Carlo Pansa tentarono d’affrontarlo e di risolverlo in pieno con intelletto d’amore. Per un complesso di circostanze a tutti note non riuscirono. 2 settembre 1934: La costruzione dell’Oratorio maschile. Procede regolarmente, occupando oltre 60 operai tra muratori, manovali, ecc…
Immaginiamo la teoria di persone che anche in giorno di festa facevano la spola tra il fiume Brembo e l’Oratorio a sgobbare sabbia e sassi gratuitamente: ragazzi, uomini e donne. Ma con tanto amore). Questa costruzione a noi piace già sognarla finita, alta nel verde, tra lievi carezze dell’irrequieta schiera dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, i quali troveranno in essa la loro casa, un asilo sicuro dai pericoli delle vie e delle piazze, una scuola cristianamente educativa, il luogo dei loro trastulli giocondi, dei loro divertimenti onesti. Ne riparleremo.
16 settembre 1934: L’Oratorio Maschile, s’innalza con rapido moto.
Nella sua scheletrica ossatura di base, ti dà l’impressione di un colosso, che si stacca da terra e che si protende verso il verde dei monti, verso l’azzurro dei cieli. Intorno infittiscono le armature, svettano le antenne. È necessario che anche tu ti desti e ti faccia incontro, senza indugio, colla tua offerta, perché sappiamo su che cosa possiamo contare, fin dove possiamo arrivare. In un’opera tanto tu pure devi ripetere: “Vi ho contriuito anch’io! La certezza di un bene compiuto e della perenne gratitudine dei giovani, ti letizierà l’anima e allontanerà dalla tua memoria l’oblio. (Intanto piovono le offerte in denaro e in prestazione gratuita di mano d’opera).
7 ottobre 1934: L’Oratorio Maschile. Va prendendo sempre più forma, va manifestando sempre più le sue sagome larghe, massicce, stile ‘900 temperato (fascista), pratico, ricco d’aria e di luce. Dalla costruzione del secondo piano, dove in questi giorni si è gettata la loggia a sbalzo in cemento armato, d’una superficie, tra annessi e connessi, di circa 160 metri quadrati, si è passati al terzo piano. Fra breve si metterà il tetto.
Ben venga presto l’Oratorio e sia pei fanciulli e pei giovani, verde speranza della Chiesa e della Patria, il luogo di quell’educazione religiosa e morale che sbalza dai princìpi morali del Vangelo, e di quello svago che non snerva, non infrollisce ma ritempra, ricrea ed eleva.
21 ottobre 1934: All’Oratorio Maschile. Si sta per mettere il tetto. I parrocchiani e specialmente i capi famiglia sentano la grasse importanza dell’Oratorio e, nei limiti del possibile, vengano incontro alle spese occorrenti colla loro offerta. Anche la sollecitudine è indice di comprensione, di apprezzamento, d’ animo sensibile e volenteroso.
4 novembre 1934: L’Oratorio Maschile. È ormai coperto del tetto. In tre mesi, ossia dal 2 agosto in cui è stato incominciato ad oggi, del lavoro se n’è fatto. Ora eccotelo. Ti dice proprio nulla? E tu hai proprio nulla da dirgli? Al più presto, quando tornerà la stagione dei fiori, aprirà le sue porte per raccogliere entro le sue pareti la fiorita dei nostri fanciulli e dei giovani, perchè crescano più docili, più obbedienti, più buoni, più cristiani, perchè vengano efficacemente preservati dai pericoli delle strade e delle piazze. Tu hai contribuito che l’Oratorio corrisponda sotto tutti i punti di vista al suo nobile scopo? Non ancora? Vedi. Di due cose abbisogna specialmente l’Oratorio: d’amore e d’aiuto. Vorrai tu negargli questi due indispensabili elementi di vita? Osiamo neppure tradurre in due parole questa ipotesi, sicuri che l’Oratorio ti sta sommamente a cuore. (Si vede che le spese crescevano e le offerte diminuivano. Se si tratta di acquistare una nuova statua, la gente è generosa, ma se si tratta di creare strutture importanti per i servizi di una comunità, i fedeli sono piuttosto stitici in fatto di generosità).
18 novembre 1934: L’Oratorio Maschile. Non ha sosta nei suoi lavori di costruzione, nonostante la stagione piovigginosa ed avanzata. Si stanno rifinendo le pareti esterne, innalzando i tavolati della cabina cinematografica, del loggione ecc. È pure in corso l’orditura del soffitto del teatro.
2 dicembre 1934: Pro Oratorio Maschile. Ogni sacrificio fatto a questo fine, verrà ripagato troppo bene dal frutto religioso morale che se ne raccoglierà. (Seguono piccole offerte. Don Giovanni Servalli intanto si vede costretto a mettere in vendita la casa Oratorio Carniti, per far fronte alle spese, che passerà in proprietà Padovani Albino).
6 gennaio 1935: L’Oratorio Maschile. Se ne parla in tutti i numeri (del Notiziario Parrocchiale)! Che si vuole? Il problema è tanto importante, e lo sforzo finanziario che richiede è tanto ponderoso, che non si può fare a meno. Contrariamente a quanto venne pubblicato l’ultima volta i lavori non furono sospesi del tutto. La stagione quest’anno è eccezionalmente mite. Il gelo più che nell’aria è nel portamonete.
Ora si sta formando il sottofondo con borlanti a vespaio a caldana in calcestruzzo per le aule, nelle quali si insegnerà il catechismo. Il 3 gennaio S. E. Mons. Bernareggi ha visitato minutamente per la seconda volta l’Oratorio Maschile. Questa seconda visita è una evidente e palmare riconferma dell’importanza dell’Oratorio da un lato e dall’altro lato dell’interessamento del Pastore della Diocesi per un’opera destinata a portare tanto bene religioso morale alla gioventù; indica in pari tempo quale deve essere anche il modo di vedere, di pensare e d’agire di tutti in proposito. Abbiamo la gioia d’assicurare che S. E. fu oltremodo lieto ed ebbe parole di lode per Io stato d’avanzamento dei lavori, pel modo col quale i lavori furono eseguiti. Anticipazione confidenziale: S. E. ha promesso che nel giorno in cui l’Oratorio sarà inaugurato non mancherà di essere tra noi e che egli stesso personalmente, compirà il rito della benedizione.
3 febbraio 1935: All’Oratorio Maschile. Ogni lavoro è sospeso. Si sta preparando il fabbisogno per l’aprirsi della nuova stagione. Ad un problema se ne aggiunge un altro. Sempre così. Finché non si arriverà alla fine. Anche i particolari devono essere curati secondo le possibilità nel migliore dei modi. Nelle molteplici preoccupazioni grande conforto ci viene dall’interessamento, dalla comprensione e dalle offerte dei buoni, di quelli che non restano indifferenti, ma sentono l’ideale dell’educazione religiosa morale della gioventù, per un migliore presente e per un lieto avvenire.
17 febbraio 1935: All’Oratorio Maschile. Si attende l’aprirsi della nuova stagione per riprendere i lavori. (L’autunno è stato mite, ma l’inverno è stato rigido e nevoso). Come già accennato nell’ultimo numero del Bollettino Parrocchiale si stanno studiando i particolari riguardanti il collocamento dell’impianto luce, acqua potabile, macchina cinematografica, riscaldamento, attrezzatura aule per l’insegnamento del catechismo, ecc. È tutto un complesso di problemi difficili e tecnici che esula dalla nostra competenza. E si capisce. Quello che ci sta vivamente a cuore è che il nostro Oratorio sia fornito di tutti quei mezzi che sono necessari pel suo regolare e proficuo funzionamento.
3 marzo 1935: All’Oratorio Maschile. Dopo la parentesi invernale vennero ripresi i lavori in pieno. Riprendiamo anche noi l’appello per le offerte. Non domandiamo cifre imponenti. Chiediamo soltanto che tutti partecipino a questa gara. Chi ha dato il proprio obolo in passato, se può, rinnovi il simpatico gesto. Chi è rimasto indietro s’affretti. Si tratta di una istituzione di grande importanza, tutta nostra o meglio tutta dei nostri giovani. Coraggio. (Doveva farselo lui, don Servalli, il coraggio per dover affrontare un cosi duro impegno finanziario).
17 marzo 1935: All’Oratorio Maschile. Ferve il lavoro. Vennero ultimate le caldane in calcestruzzo di cemento compresi i sottofondi con bollanti a vespaio per il portico e per le sale di catechismo. Furono collocati al proprio posto anche parecchi serramenti in legno. La spattolatura del plafone (del cinema) e delle pareti del teatro con aggiunta di motivi ornamentali e della cornice d’imposta in stucco è pure a buon punto. A giorni si darà principio agli impianti luce e riscaldamento.
7 aprile 1935: All’Oratorio Maschile. Si lavora in pieno. I mezzi sono scarsi. Non nasconderti dietro le quinte. Se il laicato deve prendere posizione attiva di fianco al clero, non è appena per fabbricare castelli in aria; è perché deve portarvi il suo contributo secondo le sue forze.
21 aprile 1935: All’Oratorio Maschile. I lavori s’avviano verso la fine, almeno nel loro complesso più importante. Cominciati nove mesi orsono non subirono che una breve sosta di stagione. Se dai anche soltanto uno sguardo fugace a quanto si è fatto, hai da riempire più pagine. Rimozione di terra; trasporto dei materiali, costruzione di muri, di gettate in cemento armato, di soffitti, posa di serramenti, pavimentazioni, impianti luce e riscaldamento, tinteggiatura, ecc. La mano d’opera impiegata fu tale da dare occupazione, in certi mesi, a circa 70 persone. Tra poco si collocheranno le barriere e si eseguirà la conduttura dell’acqua potabile. Del resto parleremo in seguito. Intanto ama questa situazione, che realizza il sogno accarezzato per trent’anni da Parroci, sacerdoti e genitori, e che ha un suo scopo chiaro e preciso, di formare figlioli buoni ed istruiti nelle verità religiose.
5 maggio 1935: All’Oratorio Maschile. I lavori procedono con ritmo regolare. Anche gli impianti luce e riscaldamento si possono dire ultimati. Ora si sta mettendo in opera il palchè del teatro e si stanno confezionando il velario, gli scenari, gli appliques, ecc. Le sale per il catechismo sono a buon punto. Affrettiamo col desiderio il giorno in cui l’Oratorio possa spalancare le sue porte... pel bene religioso morale di tanti figlioli. Tu hai portato il tuo sassolino per un’opera tanto importante? che tardi?! Al più presto si provvederà ad incidere nel marmo, a perpetua e grata memoria, il nome dei benefattori insigni.
Il nuovo oratorio venne dedicato a S. Giovanni Bosco, grande apostolo della gioventù fondatore dell’Oratorio salesiano diffusosi tutta Italia e in diverse parti del mondo.
Venne inaugurato il 10 agosto 1935, nella festa patronale di S. Lorenzo in cui si festeggiò pure il 25° di Sacerdozio del parroco don Servalli, con l’intervento del Vescovo Mons. Adriano Bernareggi. Non mancarono sfarzi, concorso di popolo e di autorità coi rispettivi discorsi di esaltazione dell’opera ritenuti migliore della diocesi e anche degli oratori cittadini. Poteva disporre infatti di ben cinque aule per il catechismo e di un vasto salone cinema-teatro attrezzato per qualsiasi spettacolo Solo nel 1937/1938 venne eretta la Scuot; Catechismo femminile, tempo in cui si provvide a dare una migliore sistemazione anche allo stabile dell’oratorio maschile dotandolo due campi di due campi di bocce e di altri due vani di uno come chiesina e l’altro come sede dell'Associazione Cattolica. Il luogo prescelto per l’oratorio femminile, affidato alle Suore di S. Vincenzo, operanti presso l’Asilo Cavagnis, fu ancora il brolo del parroco nelle immediate adiacenze della casa canonica a ponente. La struttura risultò di un solo piano, terreno, con porticato e cinque aule per il catechismo. Progetto ed esecuzione furono ancora affidati al Capomastro Angelo Gherardi. Il costo complessivo dell’opera, compreso l’aggiornamento dell’oratorio maschile, fu di lire 105.341.60. Ancora una volta intervenne il Vescovo Mons. A. Bernareggi a inaugurare il tutto il 22 maggio 1938.
Il 3 aprile 1944, per ordine del nuovo parroco, don Giuseppe Speranza, l’impresa Sig. Pietro Sonzogni iniziò la costruzione della casa per il direttore dell’oratorio situata a fianco dell’oratorio all’estremità del cortile verso monte. L’opera comportò la spesa di un milione circa. Nel 1970 venne tuttavia abbandonata dal direttore dell’oratorio don Serafino Pasinelli, perchè stavano sprofondando i pavimenti. La casa venne poi demolita per dare spazio al nuovo campo sportivo. Il primo sacerdote che ha occupato Villa Rosina, ora Fustinoni, e che ha cercato di avviare un’attività oratoriana, fu, come già detto, il sacerdote don Antonio Giuliani che giunse a Zogno fresco di ordinazione sacerdotale il 25 maggio 1929 e vi rimase sino al 20/11/1931, anno in cui venne promosso a direttore dell’oratorio dell’Immacolata in Bergamo, parrocchia di S. Alessandro di Colonna, diverrà poi prevosto di Gandino. Successore di don Giuliani fu don Pietro Goglio, ma vi rimase soltanto un anno, dal 18 dicembre 1931 al 10 ottobre 1932, promosso economo spirituale di Cornalta. Nel frattempo dovette interessarsi del problema don Luigi Mazzoleni, coadiutore già presente dal 20 giugno 1932 che il 16 ottobre divenne arciprete di Dossena.
Diamo ora spazio al grande avvenimento così come “Zogno Notizie” del tempo ce lo descrive. Veramente è il parroco don Giovanni Servalli (1927-1941) l’estensore di quei fatti di cronaca che si estendono dal 19 agosto 1934 al 22 maggio 1938. Il 19 agosto 1934 così si esprime don G. Servalli: l’Oratorio maschile. Finalmente si è dato alla sua costruzione. Da due anni si sente la necessità a Zogno d’un Oratorio per l’educazione religiosa e morale della gioventù. La storia degli Oratori rimonta a data antica. S. Filippo Neri (a. 1515-1595) aprì in Roma i primi Oratori conformemente alle esigenze dei tempi. S. Giovanni Bosco (a. 1815-1888) aprì in Torino gli Oratori moderni, che si estesero rapidamente, come una magnifica fioritura, un pò dappertutto in Italia, in Europa e fuori. In bergamasca quasi tutti i paesi d’una certa importanza hanno il loro Oratorio. Esistono Oratori fondati fino dal secolo scorso. Anche paesi minuscoli hanno i loro Oratori. Zogno, purtroppo, fino ad oggi, ne fu privo. Non che il grave problema non sia stato posto. Già i M.R. Prevosti D. Luigi Carniti e D. Carlo Pansa tentarono d’affrontarlo e di risolverlo in pieno con intelletto d’amore. Per un complesso di circostanze a tutti note non riuscirono. 2 settembre 1934: La costruzione dell’Oratorio maschile. Procede regolarmente, occupando oltre 60 operai tra muratori, manovali, ecc…
Immaginiamo la teoria di persone che anche in giorno di festa facevano la spola tra il fiume Brembo e l’Oratorio a sgobbare sabbia e sassi gratuitamente: ragazzi, uomini e donne. Ma con tanto amore). Questa costruzione a noi piace già sognarla finita, alta nel verde, tra lievi carezze dell’irrequieta schiera dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, i quali troveranno in essa la loro casa, un asilo sicuro dai pericoli delle vie e delle piazze, una scuola cristianamente educativa, il luogo dei loro trastulli giocondi, dei loro divertimenti onesti. Ne riparleremo.
16 settembre 1934: L’Oratorio Maschile, s’innalza con rapido moto.
Nella sua scheletrica ossatura di base, ti dà l’impressione di un colosso, che si stacca da terra e che si protende verso il verde dei monti, verso l’azzurro dei cieli. Intorno infittiscono le armature, svettano le antenne. È necessario che anche tu ti desti e ti faccia incontro, senza indugio, colla tua offerta, perché sappiamo su che cosa possiamo contare, fin dove possiamo arrivare. In un’opera tanto tu pure devi ripetere: “Vi ho contriuito anch’io! La certezza di un bene compiuto e della perenne gratitudine dei giovani, ti letizierà l’anima e allontanerà dalla tua memoria l’oblio. (Intanto piovono le offerte in denaro e in prestazione gratuita di mano d’opera).
7 ottobre 1934: L’Oratorio Maschile. Va prendendo sempre più forma, va manifestando sempre più le sue sagome larghe, massicce, stile ‘900 temperato (fascista), pratico, ricco d’aria e di luce. Dalla costruzione del secondo piano, dove in questi giorni si è gettata la loggia a sbalzo in cemento armato, d’una superficie, tra annessi e connessi, di circa 160 metri quadrati, si è passati al terzo piano. Fra breve si metterà il tetto.
Ben venga presto l’Oratorio e sia pei fanciulli e pei giovani, verde speranza della Chiesa e della Patria, il luogo di quell’educazione religiosa e morale che sbalza dai princìpi morali del Vangelo, e di quello svago che non snerva, non infrollisce ma ritempra, ricrea ed eleva.
21 ottobre 1934: All’Oratorio Maschile. Si sta per mettere il tetto. I parrocchiani e specialmente i capi famiglia sentano la grasse importanza dell’Oratorio e, nei limiti del possibile, vengano incontro alle spese occorrenti colla loro offerta. Anche la sollecitudine è indice di comprensione, di apprezzamento, d’ animo sensibile e volenteroso.
4 novembre 1934: L’Oratorio Maschile. È ormai coperto del tetto. In tre mesi, ossia dal 2 agosto in cui è stato incominciato ad oggi, del lavoro se n’è fatto. Ora eccotelo. Ti dice proprio nulla? E tu hai proprio nulla da dirgli? Al più presto, quando tornerà la stagione dei fiori, aprirà le sue porte per raccogliere entro le sue pareti la fiorita dei nostri fanciulli e dei giovani, perchè crescano più docili, più obbedienti, più buoni, più cristiani, perchè vengano efficacemente preservati dai pericoli delle strade e delle piazze. Tu hai contribuito che l’Oratorio corrisponda sotto tutti i punti di vista al suo nobile scopo? Non ancora? Vedi. Di due cose abbisogna specialmente l’Oratorio: d’amore e d’aiuto. Vorrai tu negargli questi due indispensabili elementi di vita? Osiamo neppure tradurre in due parole questa ipotesi, sicuri che l’Oratorio ti sta sommamente a cuore. (Si vede che le spese crescevano e le offerte diminuivano. Se si tratta di acquistare una nuova statua, la gente è generosa, ma se si tratta di creare strutture importanti per i servizi di una comunità, i fedeli sono piuttosto stitici in fatto di generosità).
18 novembre 1934: L’Oratorio Maschile. Non ha sosta nei suoi lavori di costruzione, nonostante la stagione piovigginosa ed avanzata. Si stanno rifinendo le pareti esterne, innalzando i tavolati della cabina cinematografica, del loggione ecc. È pure in corso l’orditura del soffitto del teatro.
2 dicembre 1934: Pro Oratorio Maschile. Ogni sacrificio fatto a questo fine, verrà ripagato troppo bene dal frutto religioso morale che se ne raccoglierà. (Seguono piccole offerte. Don Giovanni Servalli intanto si vede costretto a mettere in vendita la casa Oratorio Carniti, per far fronte alle spese, che passerà in proprietà Padovani Albino).
6 gennaio 1935: L’Oratorio Maschile. Se ne parla in tutti i numeri (del Notiziario Parrocchiale)! Che si vuole? Il problema è tanto importante, e lo sforzo finanziario che richiede è tanto ponderoso, che non si può fare a meno. Contrariamente a quanto venne pubblicato l’ultima volta i lavori non furono sospesi del tutto. La stagione quest’anno è eccezionalmente mite. Il gelo più che nell’aria è nel portamonete.
Ora si sta formando il sottofondo con borlanti a vespaio a caldana in calcestruzzo per le aule, nelle quali si insegnerà il catechismo. Il 3 gennaio S. E. Mons. Bernareggi ha visitato minutamente per la seconda volta l’Oratorio Maschile. Questa seconda visita è una evidente e palmare riconferma dell’importanza dell’Oratorio da un lato e dall’altro lato dell’interessamento del Pastore della Diocesi per un’opera destinata a portare tanto bene religioso morale alla gioventù; indica in pari tempo quale deve essere anche il modo di vedere, di pensare e d’agire di tutti in proposito. Abbiamo la gioia d’assicurare che S. E. fu oltremodo lieto ed ebbe parole di lode per Io stato d’avanzamento dei lavori, pel modo col quale i lavori furono eseguiti. Anticipazione confidenziale: S. E. ha promesso che nel giorno in cui l’Oratorio sarà inaugurato non mancherà di essere tra noi e che egli stesso personalmente, compirà il rito della benedizione.
3 febbraio 1935: All’Oratorio Maschile. Ogni lavoro è sospeso. Si sta preparando il fabbisogno per l’aprirsi della nuova stagione. Ad un problema se ne aggiunge un altro. Sempre così. Finché non si arriverà alla fine. Anche i particolari devono essere curati secondo le possibilità nel migliore dei modi. Nelle molteplici preoccupazioni grande conforto ci viene dall’interessamento, dalla comprensione e dalle offerte dei buoni, di quelli che non restano indifferenti, ma sentono l’ideale dell’educazione religiosa morale della gioventù, per un migliore presente e per un lieto avvenire.
17 febbraio 1935: All’Oratorio Maschile. Si attende l’aprirsi della nuova stagione per riprendere i lavori. (L’autunno è stato mite, ma l’inverno è stato rigido e nevoso). Come già accennato nell’ultimo numero del Bollettino Parrocchiale si stanno studiando i particolari riguardanti il collocamento dell’impianto luce, acqua potabile, macchina cinematografica, riscaldamento, attrezzatura aule per l’insegnamento del catechismo, ecc. È tutto un complesso di problemi difficili e tecnici che esula dalla nostra competenza. E si capisce. Quello che ci sta vivamente a cuore è che il nostro Oratorio sia fornito di tutti quei mezzi che sono necessari pel suo regolare e proficuo funzionamento.
3 marzo 1935: All’Oratorio Maschile. Dopo la parentesi invernale vennero ripresi i lavori in pieno. Riprendiamo anche noi l’appello per le offerte. Non domandiamo cifre imponenti. Chiediamo soltanto che tutti partecipino a questa gara. Chi ha dato il proprio obolo in passato, se può, rinnovi il simpatico gesto. Chi è rimasto indietro s’affretti. Si tratta di una istituzione di grande importanza, tutta nostra o meglio tutta dei nostri giovani. Coraggio. (Doveva farselo lui, don Servalli, il coraggio per dover affrontare un cosi duro impegno finanziario).
17 marzo 1935: All’Oratorio Maschile. Ferve il lavoro. Vennero ultimate le caldane in calcestruzzo di cemento compresi i sottofondi con bollanti a vespaio per il portico e per le sale di catechismo. Furono collocati al proprio posto anche parecchi serramenti in legno. La spattolatura del plafone (del cinema) e delle pareti del teatro con aggiunta di motivi ornamentali e della cornice d’imposta in stucco è pure a buon punto. A giorni si darà principio agli impianti luce e riscaldamento.
7 aprile 1935: All’Oratorio Maschile. Si lavora in pieno. I mezzi sono scarsi. Non nasconderti dietro le quinte. Se il laicato deve prendere posizione attiva di fianco al clero, non è appena per fabbricare castelli in aria; è perché deve portarvi il suo contributo secondo le sue forze.
21 aprile 1935: All’Oratorio Maschile. I lavori s’avviano verso la fine, almeno nel loro complesso più importante. Cominciati nove mesi orsono non subirono che una breve sosta di stagione. Se dai anche soltanto uno sguardo fugace a quanto si è fatto, hai da riempire più pagine. Rimozione di terra; trasporto dei materiali, costruzione di muri, di gettate in cemento armato, di soffitti, posa di serramenti, pavimentazioni, impianti luce e riscaldamento, tinteggiatura, ecc. La mano d’opera impiegata fu tale da dare occupazione, in certi mesi, a circa 70 persone. Tra poco si collocheranno le barriere e si eseguirà la conduttura dell’acqua potabile. Del resto parleremo in seguito. Intanto ama questa situazione, che realizza il sogno accarezzato per trent’anni da Parroci, sacerdoti e genitori, e che ha un suo scopo chiaro e preciso, di formare figlioli buoni ed istruiti nelle verità religiose.
5 maggio 1935: All’Oratorio Maschile. I lavori procedono con ritmo regolare. Anche gli impianti luce e riscaldamento si possono dire ultimati. Ora si sta mettendo in opera il palchè del teatro e si stanno confezionando il velario, gli scenari, gli appliques, ecc. Le sale per il catechismo sono a buon punto. Affrettiamo col desiderio il giorno in cui l’Oratorio possa spalancare le sue porte... pel bene religioso morale di tanti figlioli. Tu hai portato il tuo sassolino per un’opera tanto importante? che tardi?! Al più presto si provvederà ad incidere nel marmo, a perpetua e grata memoria, il nome dei benefattori insigni.
10 agosto 1935: Festa di S. Lorenzo M. 25° del Parroco e inaugurazione dell’Oratorio Maschile
Cronaca
Imponenti sono riuscite le manifestazioni in occasione della festa patronale e del 25° di Messa del nostro Vicario Foraneo. La popolazione vi venne predisposta con un triduo predicato da P. Alessandro da Presezzo. Inutile dire dell’efficacia della parola dell’oratore e dell’ottima impressione lasciata dalle esecuzioni sacre eseguite dalla locale “Schola Cantorum” sotto la direzione del rev. Paolo Colombi (primo direttore del nuovo Oratorio; accompagnate da elementi della scelta orchestra di Ponte Nossa. Nelle tre ultime sere la borgata di Zogno era tutta illuminata ed anche le frazioni sul monte risplendevano di miriadi di luci in onore di S. Lorenzo e per il 25° del Rev. Prevosto. Nelle prime ore di sabato e domenica la Parrocchiale presentava un aspetto imponente per la lunga teoria di persone che si accostavano alla Mensa Eucaristica. Alle ore 9 del giorno 10 la canonica, il sagrato, le vie principali, rigurgitavano di sacerdoti venuti anche da lontano, di autorità tra le quali quelle di Gandino e di Verdello, di cittadini zognesi che concordi tributavano ossequio e amore filiale cordialissimi al festeggiato don Giovanni Servalli V. P. F. Un lungo corteo, preceduto dal corpo musicale di Zogno e dalle Associazioni di A. C. si svolse dalla canonica, lungo le vie del paese imbandierato a festa, in mezzo alla popolazione plaudente sino alla parrocchiale, dove don Servalli celebrò la Messa giubilare. Al Vangelo, il Rev. Mons. Giovanni Bonzi, prevosto di Gandino, patria del festeggiato, pronunciò un eloquente discorso di circostanza, inneggiando al Sacerdozio cattolico ed illustrando l’opera indefessa, intelligente, efficace del Prevosto don Servalli nei 25 anni di vita sacerdotale, sia a Serina che a Verdello, e poscia quale Parroco di Zogno. L’oratore in modo speciale, ricordò l’incremento dato dal Parroco al culto divino, all’Azione cattolica e sociale, alle Conferenze di S. Vincenzo per i poveri e la sua energica volontà nel dare alla gioventù maschile di Zogno un Oratorio veramente splendido, modernissimo, degno delle più importanti parrocchie cittadine. A mezzogiorno autorità, sacerdoti ed ammiratori si riunirono ad agape fraterna nel salone dell'Asilo infantile e sul finire del pranzo pronunciarono brindisi all’indirizzo del festeggiato: il Prevosto di Verdello che, commosso, ricordò l’opera multiforme e proficua del Rev. Don Servalli nei dodici anni che gli fu apprezzatissimo coadiutore; e i Rev. Parroci di Endenna per il clero di Gandino, di Grumello de’ Zanchi per quello della Vicaria, il Prevosto di Curno, amico del festeggiato ed il vice Podestà di Gandino a nome del Podestà. Per la popolazione di Zogno disse brevi, indovinatissime parole di ossequio, di ringraziamento e di augurio il dott. comm. Ulisse Cacciamali. Alle ore 16, con intervento di S. E. Mons. Bernareggi ebbe luogo l’inaugurazione del nuovo Oratorio maschile - costruito su disegno e sotto la direzione competentissima del capomastro sig. Angelo Gherardi di S. Pellegrino - il quale venne benedetto da Sua Eccellenza. Seguì una riuscitissima accademia musico-letteraria, durante la quale tenne il discorso ufficiale il rag. Belotti, presidente della G. C. B., e si dissero canti, poesie e indirizzi in onore del festeggiato. Indovinatissimi e sentiti quelli di Padre Alessandro da Presezzo, che presentò al festeggiato una magnifica pergamena-ricordo, opera del prof. E. Volonterio, dono dei parrocchiani. Chiudeva S. E. Mons. Vescovo con appropriate parole, esortando la gioventù e la popolazione alla riconoscenza e corrispondenza a tanta opera, degna corona di desideri accarezzati da tanto tempo. Subito dopo, nelle sottostanti sale dell’Oratorio ebbe luogo una pesca di beneficenza, riuscita magnificamente, sia per il servizio superiore a ogni elogio, disimpegnato dai giovani del Circolo di A. C., sia per la frequenza della popolazione, soddisfatta per il grande numero dei premi che andarono ad arricchire le loro case. L’indovinatissima illuminazione elettrica venne allestita dalla Ditta Daminelli di Stezzano e l’addobbo della parrocchiale dalla Ditta, Cassis (Tassis) di S. Pellegrino T.. Chiudeva da pari suo, le riuscitissime feste, il premiato Corpo musicale di Gandino, diretto dal prof. Giordano. Gli zognesi augurano al loro benemerito Prevosto vita lunga e prospera perché l’opera sua indefessa continui a dare alla Repubblica, alla Patria, alle famiglie, cittadini onesti, generosi e forti. Seguì il ringraziamento del festeggiato.
L’Oratorio Maschile di Zogno in un articolo dell’Osservatore Romano.
“A Zogno, Diocesi di Bergamo, importante centro della Valle Brembana è stato inaugurato il nuovo Oratorio, dedicato a S. Giovanni Bosco. Accompagnati da quell’attivissimo Prevosto, don Giovanni Servalli, a cui si deve l’eminente opera, sia dal lato morale che finanziario, abbiamo potuto visitare minutamente il grandioso Oratorio riportandone la più felice e soddisfatta delle impressioni. Tutto quello che praticità educativa e tecnica la più moderna poteva suggerire è stato sapientemente attuato con signorilità veramente munifica. Non esitiamo ad asserire che l’Oratorio di Zogno è il migliore degli oratori della diocesi. Il Vescovo Coadiutore Mons. Bernareggi dopo la solenne benedizione di rito ha rivolto parole di plauso ben meritato all’indirizzo del Prevosto don Servalli, che a ricordo del suo 25° di Sacerdozio ha voluto regalare (con le offerte dei fedeli) alla parrocchia un’opera e un’istituzione così insigne e perfetta”.