1983
COMMISSIONE ORATORIO
L’oratorio, più che mai oggi, ha bisogno di momenti per riflettere su ciò che deve essere. La sua prima finalità è quella di essere una proposta di fede per i ragazzi e i giovani; questo è l’impegno principalmente svolto dal gruppo dei catechisti.
Nel suo spirito e nel suo spazio è inoltre un luogo in cui i ragazzi e i giovani possono ritrovarsi per condividere insieme il loro tempo, le loro idee, i loro giochi, in cui tutti, specie i ragazzi, possono trovare un luogo sereno di vita. Qualunque cosa dicano le solite lingue maligne l’Oratorio è aperto a tutti.
Già molti trovano nell’Oratorio un aiuto e un sostegno per le loro attività, come per esempio la Zognese. Per coordinare tutte le attività presenti nell’oratorio, dall’allenamento della Zognese al Cinema, per proporre iniziative che favoriscano questo incontrarsi, si è istituita una “Commissione Oratorio”, formata da genitori, catechisti e rappresentanti dei vari gruppi. La prima proposta è una settimana di riflessione su un santo particolarmente vicino a tutti i ragazzi e i giovani: S. Francesco (ne diamo notizia a parte).
Ecco le persone che ne fanno parte:
- don Vittorio Bonati
- Suor Rosanna
- Antonio Ghisalberti (catechista)
- Angioletta Fustinoni (catechista)
- Mariateresa Ginami (catechista)
- Giuseppe Locatelli (genitore)
- Renato Quarenghi (genitore)
- Fabio Benintendi (giovane)
- Giampietro Sonzogni (Cinema)
- Francesco Sonzogni (Zognese)
- Antonio Mascheroni (Comune)
- Roberto Vitali (Biblioteca)
FRATE FRANCESCO, UN UOMO LIBERO
Ad Assisi nell’anno 1182 nasceva S. Francesco, un santo che dovrebbe ripercorrere oggi le nostre strade, il nostro mondo. Moltissime sono le riflessioni che si possono fare su di lui: ne voglio proporre una sola, cioè cosa è stata per lui la libertà, quella parola tanto ricercata e acclamata, voluta e negata, oggi come sempre.
San Francesco ha rivendicato per sè le più costose libertà, quelle che nessuno o pochi vogliono, quelle di cui forse abbiamo paura.
1. Libertà di fare il povero: oggi abbiamo paura di diventare poveri, lo dico per me innanzitutto. Pochi discendono, per amore, nel girone dei poveri; qualcuno scende, ma per calcolo, per meglio tutelare il proprio star bene, per risalire subito in alto sulle spalle dei poveri a dominare gli uni e gli altri. San Francesco non stimò un’umiliazione, ma un’ascesa la povertà, avendo capito come l’uomo sia sostanzialmente un povero e che il suo valore non è nelle cose che possiede, le quali, se vi aderisce, lo rendono schiavo. E così sull’esempio del Maestro, egli ha onorato i poveri, i veri uomini che sono immagine di Dio.
2. Libertà di fare l’ultimo: secondo la gerarchia evangelica “i re delle genti dominano, ma fra voi chi è più grande stia come colui che serve”. Ecco che S. Francesco rimane diacono, non si fa prete, vuole prendere sul serio il Vangelo che parla di ultimi. Chi sale può fare del bene; attenti però che il bene non divenga un pretesto per “star bene”. Secondo il mondo è meglio comandare che obbedire. San Francesco volle fare il povero e l’ultimo per poter dare a tutti e sempre.
3. Libertà di se stesso: il peggior tiranno lo portiamo dentro di noi. Finché non avremo capito questo, non avremo capito nulla del vero modo per essere felici: non desiderare nulla... e così tutto ci apparterrà.
4. Libertà di sentire fratelli tutti: San Francesco ama le cose amabili e inamabili: le tortore, le rondini, l’acqua, il vento, il lupo, il lebbroso, la morte. Tutti sono fratelli: gli uomini le cose. “Cittadino, camerata, compagno”... sono denominazioni provvisorie, la cui piccola giustizia ci fa più spietati che giusti. Chi non arriva al “fratello” non arriva a “libertà”. San Francesco è un tipo pericoloso e scomodo: nessun partito politico gli darebbe la tessera; ma la Chiesa, più rivoluzionaria e più libera dei partiti che si proclamano rivoluzionari e libertari, gli ha riconosciuto e gli riconosce un posto eminente fra i suoi Santi.
In occasione della festa di S. Giovanni Bosco vogliamo proporre a tutti, specie ai giovani e ai ragazzi, una settimana di incontri su San Francesco:
DOMENICA 30 GENNAIO:
ore 16,30 Spettacolo con scenette, giochi e danze dei ragazzi dell’oratorio.
LUNEDÌ 31 GENNAIO: ore
ore 16.30 S. Messa (S. Giovanni Bosco) ore 20,30 Film: “Fratello sole, sorella luna” di Zeffirelli.
MERCOLEDÌ 2 FEBBRAIO:
ore 20,30 Film: “Francesco, giullare di Dio” di L. Cavani.
VENERDÌ 4 FEBBRAIO: ore 20.30 Conferenza-dibattito “S. Francesco e i francescani oggi” (sarà presente il nostro concittadino diacono fra Sergio Pesenti e un suo superiore) nella sala catechisti.
SABATO 5 FEBBRAIO:
ore 20.30 Recital musicale “Frate Francesco” organizzato dai giovani dell’oratorio.
L’ingresso tutte le sere è gratuito. Si raccomanda però la puntualità. Arrivederci a tutti.
don Vittorio Bonati
Nel suo spirito e nel suo spazio è inoltre un luogo in cui i ragazzi e i giovani possono ritrovarsi per condividere insieme il loro tempo, le loro idee, i loro giochi, in cui tutti, specie i ragazzi, possono trovare un luogo sereno di vita. Qualunque cosa dicano le solite lingue maligne l’Oratorio è aperto a tutti.
Già molti trovano nell’Oratorio un aiuto e un sostegno per le loro attività, come per esempio la Zognese. Per coordinare tutte le attività presenti nell’oratorio, dall’allenamento della Zognese al Cinema, per proporre iniziative che favoriscano questo incontrarsi, si è istituita una “Commissione Oratorio”, formata da genitori, catechisti e rappresentanti dei vari gruppi. La prima proposta è una settimana di riflessione su un santo particolarmente vicino a tutti i ragazzi e i giovani: S. Francesco (ne diamo notizia a parte).
Ecco le persone che ne fanno parte:
- don Vittorio Bonati
- Suor Rosanna
- Antonio Ghisalberti (catechista)
- Angioletta Fustinoni (catechista)
- Mariateresa Ginami (catechista)
- Giuseppe Locatelli (genitore)
- Renato Quarenghi (genitore)
- Fabio Benintendi (giovane)
- Giampietro Sonzogni (Cinema)
- Francesco Sonzogni (Zognese)
- Antonio Mascheroni (Comune)
- Roberto Vitali (Biblioteca)
FRATE FRANCESCO, UN UOMO LIBERO
Ad Assisi nell’anno 1182 nasceva S. Francesco, un santo che dovrebbe ripercorrere oggi le nostre strade, il nostro mondo. Moltissime sono le riflessioni che si possono fare su di lui: ne voglio proporre una sola, cioè cosa è stata per lui la libertà, quella parola tanto ricercata e acclamata, voluta e negata, oggi come sempre.
San Francesco ha rivendicato per sè le più costose libertà, quelle che nessuno o pochi vogliono, quelle di cui forse abbiamo paura.
1. Libertà di fare il povero: oggi abbiamo paura di diventare poveri, lo dico per me innanzitutto. Pochi discendono, per amore, nel girone dei poveri; qualcuno scende, ma per calcolo, per meglio tutelare il proprio star bene, per risalire subito in alto sulle spalle dei poveri a dominare gli uni e gli altri. San Francesco non stimò un’umiliazione, ma un’ascesa la povertà, avendo capito come l’uomo sia sostanzialmente un povero e che il suo valore non è nelle cose che possiede, le quali, se vi aderisce, lo rendono schiavo. E così sull’esempio del Maestro, egli ha onorato i poveri, i veri uomini che sono immagine di Dio.
2. Libertà di fare l’ultimo: secondo la gerarchia evangelica “i re delle genti dominano, ma fra voi chi è più grande stia come colui che serve”. Ecco che S. Francesco rimane diacono, non si fa prete, vuole prendere sul serio il Vangelo che parla di ultimi. Chi sale può fare del bene; attenti però che il bene non divenga un pretesto per “star bene”. Secondo il mondo è meglio comandare che obbedire. San Francesco volle fare il povero e l’ultimo per poter dare a tutti e sempre.
3. Libertà di se stesso: il peggior tiranno lo portiamo dentro di noi. Finché non avremo capito questo, non avremo capito nulla del vero modo per essere felici: non desiderare nulla... e così tutto ci apparterrà.
4. Libertà di sentire fratelli tutti: San Francesco ama le cose amabili e inamabili: le tortore, le rondini, l’acqua, il vento, il lupo, il lebbroso, la morte. Tutti sono fratelli: gli uomini le cose. “Cittadino, camerata, compagno”... sono denominazioni provvisorie, la cui piccola giustizia ci fa più spietati che giusti. Chi non arriva al “fratello” non arriva a “libertà”. San Francesco è un tipo pericoloso e scomodo: nessun partito politico gli darebbe la tessera; ma la Chiesa, più rivoluzionaria e più libera dei partiti che si proclamano rivoluzionari e libertari, gli ha riconosciuto e gli riconosce un posto eminente fra i suoi Santi.
In occasione della festa di S. Giovanni Bosco vogliamo proporre a tutti, specie ai giovani e ai ragazzi, una settimana di incontri su San Francesco:
DOMENICA 30 GENNAIO:
ore 16,30 Spettacolo con scenette, giochi e danze dei ragazzi dell’oratorio.
LUNEDÌ 31 GENNAIO: ore
ore 16.30 S. Messa (S. Giovanni Bosco) ore 20,30 Film: “Fratello sole, sorella luna” di Zeffirelli.
MERCOLEDÌ 2 FEBBRAIO:
ore 20,30 Film: “Francesco, giullare di Dio” di L. Cavani.
VENERDÌ 4 FEBBRAIO: ore 20.30 Conferenza-dibattito “S. Francesco e i francescani oggi” (sarà presente il nostro concittadino diacono fra Sergio Pesenti e un suo superiore) nella sala catechisti.
SABATO 5 FEBBRAIO:
ore 20.30 Recital musicale “Frate Francesco” organizzato dai giovani dell’oratorio.
L’ingresso tutte le sere è gratuito. Si raccomanda però la puntualità. Arrivederci a tutti.
don Vittorio Bonati
LA VOCE DELL’ORATORIO
Mentre scrivo sto pensando all’incontro di questa sera 3/3/83 con i giovani del Vicariato: nel cinema Trieste verranno proiettate e commentate diapositive sull’aiuto dato dai bergamaschi alle zone terremotate, le esperienze di alcune persone tra gli handicappati del Cottolengo e tra popolazioni del Terzo Mondo. Quanti ne verranno? Come saranno accolte queste provocazioni perchè diventino una revisione della direzione che un giovane sta dando alla sua vita? Il mondo giovanile soffre anch’esso della situazione di crisi della nostra società: sintomi di ciò sono l’indifferenza tra le persone (se si eccettua il piccolo gruppo di amici) e il privatismo (cioè l’aver messo al primo posto i propri interessi): siamo forse in una società di bambini. Il bambino è naturalmente centratto su se stesso, sul suo “ego”, non riesce a vedere e cogliere gli altri. E se la nostra società fa fatica a vedere gli altri, immaginiamo la fatica a scorgere l’Altro per eccellenza, cioè Dio. Ecco l’impegno che dobbiamo assumerci tutti: fare più comunione, più comunità, sia tra adulti che tra giovani che tra ragazzi, attuando strutture sempre più adeguate. L’oratorio, ribadito il suo primo impegno nella catechesi, vuole diventare sempre più un luogo di incontro per i ragazzi: qualcuno avrà già notato le costruzioni in atto (tra un pò si inizierà il lavoro per la creazione di un campo da calcio con attorno una pista di atletica). Sono spese che necessitano del nostro impegno e contributo, come espressione della nostra volontà di volere l’Oratorio. Saranno necessarie di seguito soprattutto persone che animino attività per i ragazzi. Già ci sono dei giovani che organizzano alla domenica pomeriggio giochi per i ragazzi, per aiutarli a crescere insieme.
Ricordiamo intanto questi appuntamenti:
Domenica 17 aprile:
Ore 16,30 Recital musicale dei giovani dell’Oratorio “Un uomo nuovo” per festeggiare Suor Lucia.
Domenica 1 maggio:
“Camminiamo insieme in montagna”: gita per i ragazzi e familiari con partenza dall’Oratorio alle ore 9,00 e S. Messa alle ore 11,30 nei Foppi (nel pomeriggio giochi).
Domenica 8 maggio:
Ore 16,00 Spettacolo teatrale in occasione della Festa della Mamma.
Ricordiamo intanto questi appuntamenti:
Domenica 17 aprile:
Ore 16,30 Recital musicale dei giovani dell’Oratorio “Un uomo nuovo” per festeggiare Suor Lucia.
Domenica 1 maggio:
“Camminiamo insieme in montagna”: gita per i ragazzi e familiari con partenza dall’Oratorio alle ore 9,00 e S. Messa alle ore 11,30 nei Foppi (nel pomeriggio giochi).
Domenica 8 maggio:
Ore 16,00 Spettacolo teatrale in occasione della Festa della Mamma.
LA VOCE DELL’ORATORIO
La catechesi nell’Anno Santo
Anno Santo, Congresso Eucaristico: cosa vogliono significare questi inviti che la Chiesa offre ai cristiani e a tutti gli uomini?
Penso siano un motivo a ritrovare l’essenziale della nostra fede: il mistero di Cristo redentore dell’uomo, di noi oggi, del nostro mondo e della nostra storia dalla quale siamo tentati di cacciar fuori Dio, ritenendo che noi possiamo bastare a noi stessi. Un invito a scendere in profondità in noi stessi quasi a raggiungere nel mistero dell’uomo il mistero di Dio, divenuto uomo in Gesù Cristo.
Come percorrere questa strada?
L’Anno Santo ci riporta a due fondamenti della nostra fede: la PREGHIERA con Dio e la RICONCILIAZIONE con i fratelli, realtà di cui l’Eucaristia della Chiesa (Congresso Eucaristico) è massima espressione
Ma perchè allora le nostre Eucaristie sono a vote fredde, vissute quasi per dovere e con l’orologio in mano, perchè non sono espressione gioiosa della nostra fede? Propongo due risposte: perchè NON SAPPIAMO PIÙ PREGARE e perchè NON VOGLIAMO PIÙ RICONCILIARCI, due realtà che sembrano inutili oggi, due realtà — la preghiera e la riconciliazione con gli altri — che abbiamo spesso contrapposto per diventare noi al posto di Dio i difensori dell’uomo.
Porli come obiettivi della catechesi nell’Anno Santo significa percorrere queste tre tappe:
1 - capire e intendersi su cosa significa “pregare” e “riconciliarsi”
2 - diventare ognuno di noi, specie se catechista o educatore, sull’esempio di Cristo, “maestro di preghiera e di riconciliazione”
3 - trovare le tappe educative da percorrere insieme ai nostri ragazzi, nella catechesi dell’oratorio e nella catechesi familiare, nel nostro cammino di fede. Tutti i santi dicono che “occorre imparare a pregare”. Inizieremo la volta prossima.
Le vacanze per i nostri ragazzi
Il periodo estivo è sempre un momento particolare e importante per la crescita del ragazzo. Libero dagli impegni della scuola, può imparare a gestire con responsabilità la sua vita.
Il pericolo di tali momenti è riassunto nel detto “l’ozio è il padre dei vizi”; ecco allora l’impegno perchè le vacanze siano piene di senso e di significato per i nostri ragazzi. In ciò è importante l’aiuto dei genitori.
L’oratorio propone ai ragazzi e ai giovani l’esperienza del Centro Ricreativo Estivo (C.R.E. o colonia) nel mese di luglio e del campeggio in quello di agosto.
Che cosa vogliamo raggiungere?
Le mete possono essere così riassunte:
- far vivere i ragazzi veramente insieme, imparando ad accogliere gli altri
- crescere nei valori umani e cristiani che l’oratorio propone
- sforzarsi insieme di realizzare qualcosa di nostro, ritrovando quella creatività che è dentro ciascuno di noi (saranno i giochi del C.R.E.; i momenti di condivisione e di servizio reciproco nel campeggio).
a) CENTRO RICREATIVO ESTIVO (luglio) In collaborazione con l’Amministrazione Comunale, l’Oratorio sta portando avanti la programmazione delle attività, in cui cercheremo di coinvolgere tutta la popolazione.
Avrà luogo nel mese di luglio con tale orario (9 -11,30; 13,30 -17,00) per i ragazzi dalla I elem. alla 3 media.
Ultimo termine delle iscrizioni: 10 GIUGNO.
(N.B.: Spiace che la “colonia” sia diventata un pretesto per inutili polemiche politiche o ideologiche, tese soltanto a dividere l’impegno di quei giovani di Zogno che vogliono darsi da fare.
Rispetto e ammiro tutti i giovani che vogliono darsi da fare, anche se con proposte e ideali diversi dall’Oratorio. Il problema non sono quelli che in una maniera o nell’altra vogliono impegnarsi nel loro paese, ma innanzitutto quelli che trovano sempre qualcosa da ridire su tutto e su tutti quelli che si impegnano e poi — e questo è il vero problema — tutti coloro che se ne restano soltanto a guardare, chiusi nel loro qualunquismo e nella loro indifferenza davanti ai problemi che ci circondano).
b) CAMPEGGI (agosto)
Una notizia da accogliere con soddisfazione: l’Oratorio si è impegnato con un contributo alla realizzazione finale del Rifugio CAI in costruzione sopra Pizzino, trovando così l’ospitalità in un luogo particolarmente adatto per i ragazzi e i giovani.
Gli anni passati l’esperienza del campeggio è stata riservata ai ragazzi dalla 3 media in poi; quest’anno sarà allargata anche ai ragazzi più piccoli. È assicurata l’assistenza ai ragazzi per la presenza di genitori.
Questi i periodi probabili, in attesa delle iscrizioni:
- dal 2 agosto al 9 agosto: ragazzi/e dalla 4 elem, alla 2 media
- dall’11 agosto al 18 agosto: giovani
- dal 18 agosto al 24 agosto: ragazzi/e di 3 media
- Un gruppo di I superiore probabilmente si recherà a Barbata (Val Seriana)
Termine ultimo delle iscrizioni: 15 GIUGNO.
Flash
I chierichetti sono stati impegnati insieme ad altri ragazzi e genitori in ...gite. Un bell’impegno! Ma un pò se lo meritano anche. Il 24 aprile siamo andati ad Arona e al Lago Maggiore: superflua la cronaca.
Significativo l’incontro a Bergamo del 25 aprile: eravamo circa 1.500 chierichetti di tutta la bergamasca: ci siamo fatti onore anche se con uno stemma (San Lorenzo) un pò modesto.
In giugno avrà luogo un torneo di calcio e di pallavolo serale per tutti i ragazzi/e/: ci sembra un modo per favorire nell’oratorio dei genitori e dei loro figli “piccoli atleti”.
Si sta maturando l’idea con l’aiuto di altri gruppi sportivi e con persone sensibili all’oratorio, di creare una associazione sportiva per i ragazzi nell’oratorio. La finalità non è quella di portar via spazio ed altre associazioni che già operano efficacemente in tali settori, ma che i ragazzi trovino nell’oratorio, espressione di una mentalità e di un impegno di tutta la popolazione, la possibilità di crescere nella fede, nella loro socialità per chi vuole... nello sport! Speriamo un tale dialogo porti i frutti desiderati e che altri genitori e giovani si rendano disponibili a questo servizio..
Si sta organizzando una grande FESTA DEI RAGAZZI che avrà luogo nell’oratorio il 19 giugno secondo questo orario: ore 8,00 S. Messa; ore 9,00 Inizio giochi; ore 12,00 Pranzo al sacco all’oratorio; ore 13,00 Cinema per tutti; ore 15,00 Giochi; ore 18,00 Conclusione; ore 20,30 Tombolata per ragazzi e genitori.
Resoconto finanziario della Commissione Oratorio da gennaio a aprile 1983:
ENTRATE
Attivo anno 1982 L. 588.500
Spettacoli, Recital L. 245.580
Lotteria L. 1.296.500
Lotto (cioccolato) L. 135.000
Ritiro Botta Cresima L. 43.000
Condomini L. 60.000
U.S. Ubialese (campo) L. 400.000
N.N L. 100.000
N.N L. 20.000
Varie L. 37.000
L. 2.934.580
USCITE
Settimana francescana L. 290.000
Carnevale L. 96.500
Sistemazione sala giochi L. 250.000
Doposcuola L. 800.000
Varie (manifesti...) L. 96.000
L. 1.532.500
TOTALE ENTRATE L. 2.934.580
TOTALE USCITE L. 1.532.500
ATTIVO L. 1.402.080
Grazie a tutti
Quattro giorni in Umbria
L’oratorio organizza una gita ad Assisi - La Verna - Perugia - Spoleto - Gubbio - Norcia - Cascia, in pullman nei giorni 2-3-4-5 settembre.
Nel mese di giugno si riceveranno le iscrizioni dei giovani e dei ragazzi; poi di tutti gli altri fino al raggiungimento di posti 58. L’alloggio è in un’ottima pensione nel centro di Assisi.
Quota ragazzi e giovani: L. 80.000
Quota adulti: L. 100.000
Tutto compreso (escluso bevande)
don Vittorio Bonati
Anno Santo, Congresso Eucaristico: cosa vogliono significare questi inviti che la Chiesa offre ai cristiani e a tutti gli uomini?
Penso siano un motivo a ritrovare l’essenziale della nostra fede: il mistero di Cristo redentore dell’uomo, di noi oggi, del nostro mondo e della nostra storia dalla quale siamo tentati di cacciar fuori Dio, ritenendo che noi possiamo bastare a noi stessi. Un invito a scendere in profondità in noi stessi quasi a raggiungere nel mistero dell’uomo il mistero di Dio, divenuto uomo in Gesù Cristo.
Come percorrere questa strada?
L’Anno Santo ci riporta a due fondamenti della nostra fede: la PREGHIERA con Dio e la RICONCILIAZIONE con i fratelli, realtà di cui l’Eucaristia della Chiesa (Congresso Eucaristico) è massima espressione
Ma perchè allora le nostre Eucaristie sono a vote fredde, vissute quasi per dovere e con l’orologio in mano, perchè non sono espressione gioiosa della nostra fede? Propongo due risposte: perchè NON SAPPIAMO PIÙ PREGARE e perchè NON VOGLIAMO PIÙ RICONCILIARCI, due realtà che sembrano inutili oggi, due realtà — la preghiera e la riconciliazione con gli altri — che abbiamo spesso contrapposto per diventare noi al posto di Dio i difensori dell’uomo.
Porli come obiettivi della catechesi nell’Anno Santo significa percorrere queste tre tappe:
1 - capire e intendersi su cosa significa “pregare” e “riconciliarsi”
2 - diventare ognuno di noi, specie se catechista o educatore, sull’esempio di Cristo, “maestro di preghiera e di riconciliazione”
3 - trovare le tappe educative da percorrere insieme ai nostri ragazzi, nella catechesi dell’oratorio e nella catechesi familiare, nel nostro cammino di fede. Tutti i santi dicono che “occorre imparare a pregare”. Inizieremo la volta prossima.
Le vacanze per i nostri ragazzi
Il periodo estivo è sempre un momento particolare e importante per la crescita del ragazzo. Libero dagli impegni della scuola, può imparare a gestire con responsabilità la sua vita.
Il pericolo di tali momenti è riassunto nel detto “l’ozio è il padre dei vizi”; ecco allora l’impegno perchè le vacanze siano piene di senso e di significato per i nostri ragazzi. In ciò è importante l’aiuto dei genitori.
L’oratorio propone ai ragazzi e ai giovani l’esperienza del Centro Ricreativo Estivo (C.R.E. o colonia) nel mese di luglio e del campeggio in quello di agosto.
Che cosa vogliamo raggiungere?
Le mete possono essere così riassunte:
- far vivere i ragazzi veramente insieme, imparando ad accogliere gli altri
- crescere nei valori umani e cristiani che l’oratorio propone
- sforzarsi insieme di realizzare qualcosa di nostro, ritrovando quella creatività che è dentro ciascuno di noi (saranno i giochi del C.R.E.; i momenti di condivisione e di servizio reciproco nel campeggio).
a) CENTRO RICREATIVO ESTIVO (luglio) In collaborazione con l’Amministrazione Comunale, l’Oratorio sta portando avanti la programmazione delle attività, in cui cercheremo di coinvolgere tutta la popolazione.
Avrà luogo nel mese di luglio con tale orario (9 -11,30; 13,30 -17,00) per i ragazzi dalla I elem. alla 3 media.
Ultimo termine delle iscrizioni: 10 GIUGNO.
(N.B.: Spiace che la “colonia” sia diventata un pretesto per inutili polemiche politiche o ideologiche, tese soltanto a dividere l’impegno di quei giovani di Zogno che vogliono darsi da fare.
Rispetto e ammiro tutti i giovani che vogliono darsi da fare, anche se con proposte e ideali diversi dall’Oratorio. Il problema non sono quelli che in una maniera o nell’altra vogliono impegnarsi nel loro paese, ma innanzitutto quelli che trovano sempre qualcosa da ridire su tutto e su tutti quelli che si impegnano e poi — e questo è il vero problema — tutti coloro che se ne restano soltanto a guardare, chiusi nel loro qualunquismo e nella loro indifferenza davanti ai problemi che ci circondano).
b) CAMPEGGI (agosto)
Una notizia da accogliere con soddisfazione: l’Oratorio si è impegnato con un contributo alla realizzazione finale del Rifugio CAI in costruzione sopra Pizzino, trovando così l’ospitalità in un luogo particolarmente adatto per i ragazzi e i giovani.
Gli anni passati l’esperienza del campeggio è stata riservata ai ragazzi dalla 3 media in poi; quest’anno sarà allargata anche ai ragazzi più piccoli. È assicurata l’assistenza ai ragazzi per la presenza di genitori.
Questi i periodi probabili, in attesa delle iscrizioni:
- dal 2 agosto al 9 agosto: ragazzi/e dalla 4 elem, alla 2 media
- dall’11 agosto al 18 agosto: giovani
- dal 18 agosto al 24 agosto: ragazzi/e di 3 media
- Un gruppo di I superiore probabilmente si recherà a Barbata (Val Seriana)
Termine ultimo delle iscrizioni: 15 GIUGNO.
Flash
I chierichetti sono stati impegnati insieme ad altri ragazzi e genitori in ...gite. Un bell’impegno! Ma un pò se lo meritano anche. Il 24 aprile siamo andati ad Arona e al Lago Maggiore: superflua la cronaca.
Significativo l’incontro a Bergamo del 25 aprile: eravamo circa 1.500 chierichetti di tutta la bergamasca: ci siamo fatti onore anche se con uno stemma (San Lorenzo) un pò modesto.
In giugno avrà luogo un torneo di calcio e di pallavolo serale per tutti i ragazzi/e/: ci sembra un modo per favorire nell’oratorio dei genitori e dei loro figli “piccoli atleti”.
Si sta maturando l’idea con l’aiuto di altri gruppi sportivi e con persone sensibili all’oratorio, di creare una associazione sportiva per i ragazzi nell’oratorio. La finalità non è quella di portar via spazio ed altre associazioni che già operano efficacemente in tali settori, ma che i ragazzi trovino nell’oratorio, espressione di una mentalità e di un impegno di tutta la popolazione, la possibilità di crescere nella fede, nella loro socialità per chi vuole... nello sport! Speriamo un tale dialogo porti i frutti desiderati e che altri genitori e giovani si rendano disponibili a questo servizio..
Si sta organizzando una grande FESTA DEI RAGAZZI che avrà luogo nell’oratorio il 19 giugno secondo questo orario: ore 8,00 S. Messa; ore 9,00 Inizio giochi; ore 12,00 Pranzo al sacco all’oratorio; ore 13,00 Cinema per tutti; ore 15,00 Giochi; ore 18,00 Conclusione; ore 20,30 Tombolata per ragazzi e genitori.
Resoconto finanziario della Commissione Oratorio da gennaio a aprile 1983:
ENTRATE
Attivo anno 1982 L. 588.500
Spettacoli, Recital L. 245.580
Lotteria L. 1.296.500
Lotto (cioccolato) L. 135.000
Ritiro Botta Cresima L. 43.000
Condomini L. 60.000
U.S. Ubialese (campo) L. 400.000
N.N L. 100.000
N.N L. 20.000
Varie L. 37.000
L. 2.934.580
USCITE
Settimana francescana L. 290.000
Carnevale L. 96.500
Sistemazione sala giochi L. 250.000
Doposcuola L. 800.000
Varie (manifesti...) L. 96.000
L. 1.532.500
TOTALE ENTRATE L. 2.934.580
TOTALE USCITE L. 1.532.500
ATTIVO L. 1.402.080
Grazie a tutti
Quattro giorni in Umbria
L’oratorio organizza una gita ad Assisi - La Verna - Perugia - Spoleto - Gubbio - Norcia - Cascia, in pullman nei giorni 2-3-4-5 settembre.
Nel mese di giugno si riceveranno le iscrizioni dei giovani e dei ragazzi; poi di tutti gli altri fino al raggiungimento di posti 58. L’alloggio è in un’ottima pensione nel centro di Assisi.
Quota ragazzi e giovani: L. 80.000
Quota adulti: L. 100.000
Tutto compreso (escluso bevande)
don Vittorio Bonati
LA VOCE DELL’ORATORIO
LA CATECHESI NELL’ANNO SANTO
Ci eravamo proposti l’ultima volta di riflettere nell’Anno Santo sulla PREGHIERA E SULLA RICONCILIAZIONE.
I vescovi italiani hanno consegnato alle comunità cristiane un documento conclusivo sull’“Eu-caristia, Comunione e Comunità”, perchè l’EU-CARISTIA diventi sempre più segno vero dei credenti che si incontrano con Dio e si incontrano tra loro. Incontrarsi con Dio significa PREGARE nel suo senso più vero. Esistono oggi però nella nostra società e mentalità obiezioni quando sentiamo parlare della preghiera.
Incominciamo ad individuarne alcune:
1.“Ho troppo da fare quindi ho poco tempo per pregare”
Che abbiamo molto da fare è fuori dubbio. Siamo presi, soprattutto oggi, da una complessità di doveri ed attività che ci stringono come in una rete. Occorre stare attenti a non diventare le mote di un ingranaggio. Lutero diceva: “oggi ho molto da fare dunque pregherò almeno 4 ore”; da noi prevale la logica contraria: “ho molto da fare dunque ho poco tempo per pregare”.
Ci lamentiamo della mancanza di tempo: ma. e proprio mancanza di tempo o scarsità di amore verso Dio? È difficile trovare due amici che non hanno il tempo di incontrarsi.
E da chi ci ama aspettiamo soprattutto il dono d: un po’ di tempo.
2.“Io non prego perchè non so pregare”
Forse è perchè non sappiamo più restare soli. Esistono libri, esistono esperienze di preghiera, esiste una comunità che celebra quotidianamente la presenza di Cristo. Impareremo a pregare quando impareremo a ritrovare Dio dentro di noi e nella Chiesa.
3. “Non prego perchè tanto quelli che pregano sono peggiori degli altri”
Bisogna distinguere tra il “pregare” e il “dire delle preghiere”. Quelli che “dicono soltanto preghiere” possono essere sicuramente paggiori degli altri; quelli invece che “pregano” non possono essere peggiori degli altri perchè la preghiera mira alla trasformazione della vita. Infatti “nessuno prega sinceramente se non vuole diventare migliore”.
4. “La preghiera è un alibi per non impegnarci”
La preghiera non è l’alibi del disimpegno: “il momento della preghiera — sono parole di Paolo VI — non è evasione ma invasione del Divino nella vita. Devo pregare proprio per comprendere il progetto di Dio nel mondo e per ricevere quella forza che ci aiuta a costruirlo. Aristide l’Apologeta diceva: “È per la preghiera dei cristiani che il mondo sta in piedi e l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia”.
Forse il disorientamento e la difficoltà in cui ci muoviamo oggi sono causate dalla mancanza di questa preghiera che dà il senso alla nostra storia, che unisce la storia dell’uomo con la storia di Dio. Incominciamo a pensarci.
Concludendo incominciamo a verificarci su quanto tempo diamo a Dio nella nostra vita: è equivalente alla importanza di Dio per noi.
ALLA FINE DI UN ANNO DI CATECHESI
Il 12 giugno abbiamo concluso l’anno catechistico 82/83 proponendo a tutta la comunità alcune conclusioni frutto dei catechisti.
Abbiamo rilevato che la partecipazione dei ragazzi è in complesso buona ma la presenza degli adulti è scarsa.
In modo particolare:
- ci sono genitori che delegano totalmente alla Parrocchia l’educazione cristiana dei loro figli
- c’è una difficoltà negli adulti nell’accompagnare i ragazzi nella loro crescita di fede, in una unione tra fede e vita
- esiste la difficoltà dei ragazzi a comprendere il progetto cristiano mancando modelli di testimonianza fra gli adulti
- l’incapacità di mettere l’incontro di catechesi ad un livello più alto di altri impegni.
Per questo chiediamo una maggiore responsabilità e presenza di ciascun cristiano, specie se adulto nel suo impegno di catechesi. Una riflessione in particolare per i genitori: dato che sono loro i primi educatori dei figli sia chiara la scelta e conseguente impegno se vogliono o no educare alla fede i loro figli. È diseducativo per dei ragazzi, e ancor più per dei bambini, avere dei genitori che da una parte obbligano i ragazzi alla catechesi interessati soltanto che bene o male ricevano i Sacramenti, ma che dall’altra si mantengono fuori e estranei alla vita, ai problemi, agli impegni della comunità cristiana.
La catechesi è compito di tutta la comunità cristiana, in modo particolare dei genitori e dei giovani.
Segno di questo impegno sarà per il prossimo anno l’iscrizione dei ragazzi alla catechesi: i genitori iscriveranno presso l’Oratorio su un apposito modulo i loro ragazzi impegnandosi con loro a compiere il cammino di fede di tutta la comunità. Avremo modo di spiegare ed approfondire ciò nelle riunioni di preparazione alla catechesi che faremo anche in preparazione della Festa della Madonna del Rosario, il 2 ottobre. Proponiamo
PER I GENITORI:
- Martedì 20/9: genitori 3a Media
- Mercoledì 21/9: genitori la e 2a Media
- Venerdì 23/9: genitori 5a elementare
- Martedì 27/9: genitori 4a elementare
- Mercoledì 28/9: genitori 3a elementare
- Giovedì 29/9: genitori 2a elementare (Sempre all’Oratorio alle 20,30)
PER I RAGAZZI (in Chiesa)
- Giovedì 29/9: ore 14,30 elementari
ore 16,40 medie
- Venerdì 30/9: ore 14,30 Confessioni elementari
ore 16,00 Confessioni medie
PER I GIOVANI (all’Oratorio)
- Giov. 29 e Ven. 30: ore 20,00 (con Don Tarcisio Tironi)
Ci eravamo proposti l’ultima volta di riflettere nell’Anno Santo sulla PREGHIERA E SULLA RICONCILIAZIONE.
I vescovi italiani hanno consegnato alle comunità cristiane un documento conclusivo sull’“Eu-caristia, Comunione e Comunità”, perchè l’EU-CARISTIA diventi sempre più segno vero dei credenti che si incontrano con Dio e si incontrano tra loro. Incontrarsi con Dio significa PREGARE nel suo senso più vero. Esistono oggi però nella nostra società e mentalità obiezioni quando sentiamo parlare della preghiera.
Incominciamo ad individuarne alcune:
1.“Ho troppo da fare quindi ho poco tempo per pregare”
Che abbiamo molto da fare è fuori dubbio. Siamo presi, soprattutto oggi, da una complessità di doveri ed attività che ci stringono come in una rete. Occorre stare attenti a non diventare le mote di un ingranaggio. Lutero diceva: “oggi ho molto da fare dunque pregherò almeno 4 ore”; da noi prevale la logica contraria: “ho molto da fare dunque ho poco tempo per pregare”.
Ci lamentiamo della mancanza di tempo: ma. e proprio mancanza di tempo o scarsità di amore verso Dio? È difficile trovare due amici che non hanno il tempo di incontrarsi.
E da chi ci ama aspettiamo soprattutto il dono d: un po’ di tempo.
2.“Io non prego perchè non so pregare”
Forse è perchè non sappiamo più restare soli. Esistono libri, esistono esperienze di preghiera, esiste una comunità che celebra quotidianamente la presenza di Cristo. Impareremo a pregare quando impareremo a ritrovare Dio dentro di noi e nella Chiesa.
3. “Non prego perchè tanto quelli che pregano sono peggiori degli altri”
Bisogna distinguere tra il “pregare” e il “dire delle preghiere”. Quelli che “dicono soltanto preghiere” possono essere sicuramente paggiori degli altri; quelli invece che “pregano” non possono essere peggiori degli altri perchè la preghiera mira alla trasformazione della vita. Infatti “nessuno prega sinceramente se non vuole diventare migliore”.
4. “La preghiera è un alibi per non impegnarci”
La preghiera non è l’alibi del disimpegno: “il momento della preghiera — sono parole di Paolo VI — non è evasione ma invasione del Divino nella vita. Devo pregare proprio per comprendere il progetto di Dio nel mondo e per ricevere quella forza che ci aiuta a costruirlo. Aristide l’Apologeta diceva: “È per la preghiera dei cristiani che il mondo sta in piedi e l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia”.
Forse il disorientamento e la difficoltà in cui ci muoviamo oggi sono causate dalla mancanza di questa preghiera che dà il senso alla nostra storia, che unisce la storia dell’uomo con la storia di Dio. Incominciamo a pensarci.
Concludendo incominciamo a verificarci su quanto tempo diamo a Dio nella nostra vita: è equivalente alla importanza di Dio per noi.
ALLA FINE DI UN ANNO DI CATECHESI
Il 12 giugno abbiamo concluso l’anno catechistico 82/83 proponendo a tutta la comunità alcune conclusioni frutto dei catechisti.
Abbiamo rilevato che la partecipazione dei ragazzi è in complesso buona ma la presenza degli adulti è scarsa.
In modo particolare:
- ci sono genitori che delegano totalmente alla Parrocchia l’educazione cristiana dei loro figli
- c’è una difficoltà negli adulti nell’accompagnare i ragazzi nella loro crescita di fede, in una unione tra fede e vita
- esiste la difficoltà dei ragazzi a comprendere il progetto cristiano mancando modelli di testimonianza fra gli adulti
- l’incapacità di mettere l’incontro di catechesi ad un livello più alto di altri impegni.
Per questo chiediamo una maggiore responsabilità e presenza di ciascun cristiano, specie se adulto nel suo impegno di catechesi. Una riflessione in particolare per i genitori: dato che sono loro i primi educatori dei figli sia chiara la scelta e conseguente impegno se vogliono o no educare alla fede i loro figli. È diseducativo per dei ragazzi, e ancor più per dei bambini, avere dei genitori che da una parte obbligano i ragazzi alla catechesi interessati soltanto che bene o male ricevano i Sacramenti, ma che dall’altra si mantengono fuori e estranei alla vita, ai problemi, agli impegni della comunità cristiana.
La catechesi è compito di tutta la comunità cristiana, in modo particolare dei genitori e dei giovani.
Segno di questo impegno sarà per il prossimo anno l’iscrizione dei ragazzi alla catechesi: i genitori iscriveranno presso l’Oratorio su un apposito modulo i loro ragazzi impegnandosi con loro a compiere il cammino di fede di tutta la comunità. Avremo modo di spiegare ed approfondire ciò nelle riunioni di preparazione alla catechesi che faremo anche in preparazione della Festa della Madonna del Rosario, il 2 ottobre. Proponiamo
PER I GENITORI:
- Martedì 20/9: genitori 3a Media
- Mercoledì 21/9: genitori la e 2a Media
- Venerdì 23/9: genitori 5a elementare
- Martedì 27/9: genitori 4a elementare
- Mercoledì 28/9: genitori 3a elementare
- Giovedì 29/9: genitori 2a elementare (Sempre all’Oratorio alle 20,30)
PER I RAGAZZI (in Chiesa)
- Giovedì 29/9: ore 14,30 elementari
ore 16,40 medie
- Venerdì 30/9: ore 14,30 Confessioni elementari
ore 16,00 Confessioni medie
PER I GIOVANI (all’Oratorio)
- Giov. 29 e Ven. 30: ore 20,00 (con Don Tarcisio Tironi)
COMMISSIONE ORATORIO
La Commissione Oratorio, nata con lo scopo di coordinare le attività dell’Oratorio e di promuovere iniziative che favoriscano la vita dell’Oratorio, ha visto il suo Primo anno di vita. E appena nata, quindi non poteva fare che piccoli passi.
Nell’ultima riunione si è pensato di tentare di allargare l’impegno e la presenza dei genitori e dei giovani con la costituzione del Circolo A.N.S.P.I. (Associazione Nazionale S. Paolo Italia). Cosa è? È l’Associazione di tutti gli Oratori “che sorge per volontà di cittadini i quali condividono una visione cristiana della vita, integrano in comune la propria personalità, promuovono tutte quelle attività religiose, formative, culturali, sociali, assistenziali, sportive e ricreative, che ritengono utili alla costruzione democratica di una Società civile fondata sul pluralismo e sulla gestione sociale di tutte le istanze dell’educazione permanente” (dallo statuto dell’associazione).
È un aiuto che ci viene dato se vogliamo che l’oratorio diventi sempre più e meglio un luogo di incontro di tutta la comunità.
Alcuni vantaggi:
- è riconosciuto come Ente Morale e Organismo del Tempo Libero da parte della Regione Lombardia
- risolve il problema dell’assicurazione dei ragazzi in Oratorio
- ha mezzi finanziari propri e può ricevere contributi regionali.
Una proposta: si potrebbe affidare a questo circolo, con la Commissione Oratorio, di studiare l’utilizzo per tutti i ragazzi e giovani della Sala in costruzione all’Oratorio per incontri e momenti culturali-ricreativi.
Maggiori spiegazioni verranno date negli incontri all’inizio dell’anno catechistico.
Positiva complessivamente è stata la presenza di questa Commissione per le sue proposte di animazione dei ragazzi: nel mese di giugno potevamo vedere alla sera l’Oratorio popolato di ragazzi e giovani nei vari tornei di calcio e di pallavolo. La conclusione è stata la Pesta dei ragazzi del 19 giugno.
Pensiamo di riproporla all’inizio del nuovo anno di catechismo: il 25 settembre.
Resoconto finanziario della Commissione Oratorio (maggio-giugno)
ENTRATE
Attivo precendente L. 1.402.080
Biblioteca per Corso di Inglese L. 250.000
Varie (pallone, cinema, teatro...) L. 118.000
Per doposcuola L. 15.000
Festa dei ragazzi L. 807.000
Giochi festa dei ragazzi L. 36.200
N.N L. 200.000
N.N L. 10.000
L. 2.838.280
USCITE
Doposcuola L. 250.000
Comune per manifesti L. 10.000
Manifesti L. 25.000
A.C.R L. 25.000
Festa dei ragazzi (premi...) L. 279.500
Cinema (festa dei ragazzi) L. 92.000
Contributo al C.A.I. di Zogno L. 8.000.000
L. 8.681.500
TOTALE USCITE L. 8.681.500
TOTALE ENTRATE L. 2.838.280
TOTALE PASSIVO L. 5.843.220
Nell’ultima riunione si è pensato di tentare di allargare l’impegno e la presenza dei genitori e dei giovani con la costituzione del Circolo A.N.S.P.I. (Associazione Nazionale S. Paolo Italia). Cosa è? È l’Associazione di tutti gli Oratori “che sorge per volontà di cittadini i quali condividono una visione cristiana della vita, integrano in comune la propria personalità, promuovono tutte quelle attività religiose, formative, culturali, sociali, assistenziali, sportive e ricreative, che ritengono utili alla costruzione democratica di una Società civile fondata sul pluralismo e sulla gestione sociale di tutte le istanze dell’educazione permanente” (dallo statuto dell’associazione).
È un aiuto che ci viene dato se vogliamo che l’oratorio diventi sempre più e meglio un luogo di incontro di tutta la comunità.
Alcuni vantaggi:
- è riconosciuto come Ente Morale e Organismo del Tempo Libero da parte della Regione Lombardia
- risolve il problema dell’assicurazione dei ragazzi in Oratorio
- ha mezzi finanziari propri e può ricevere contributi regionali.
Una proposta: si potrebbe affidare a questo circolo, con la Commissione Oratorio, di studiare l’utilizzo per tutti i ragazzi e giovani della Sala in costruzione all’Oratorio per incontri e momenti culturali-ricreativi.
Maggiori spiegazioni verranno date negli incontri all’inizio dell’anno catechistico.
Positiva complessivamente è stata la presenza di questa Commissione per le sue proposte di animazione dei ragazzi: nel mese di giugno potevamo vedere alla sera l’Oratorio popolato di ragazzi e giovani nei vari tornei di calcio e di pallavolo. La conclusione è stata la Pesta dei ragazzi del 19 giugno.
Pensiamo di riproporla all’inizio del nuovo anno di catechismo: il 25 settembre.
Resoconto finanziario della Commissione Oratorio (maggio-giugno)
ENTRATE
Attivo precendente L. 1.402.080
Biblioteca per Corso di Inglese L. 250.000
Varie (pallone, cinema, teatro...) L. 118.000
Per doposcuola L. 15.000
Festa dei ragazzi L. 807.000
Giochi festa dei ragazzi L. 36.200
N.N L. 200.000
N.N L. 10.000
L. 2.838.280
USCITE
Doposcuola L. 250.000
Comune per manifesti L. 10.000
Manifesti L. 25.000
A.C.R L. 25.000
Festa dei ragazzi (premi...) L. 279.500
Cinema (festa dei ragazzi) L. 92.000
Contributo al C.A.I. di Zogno L. 8.000.000
L. 8.681.500
TOTALE USCITE L. 8.681.500
TOTALE ENTRATE L. 2.838.280
TOTALE PASSIVO L. 5.843.220
LA VOCE DELL’ORATORIO
La catechesi nell’Anno Santo (III)
Nello scorso notiziario, nella riflessione sulla PREGHIERA, ci interrogavamo sul tempo che ad essa davamo, come prima espressione dell’importanza di Dio per noi. Cerchiamo ora di analizzare la qualità della preghiera cristiana.
1. La preghiera è innanzitutto un dono che Dio fa all’uomo semplice e aperto davanti al Suo mistero. Non è dunque qualcosa da conquistare con le nostre sole forze, ma è un aprirsi alla forza di Dio: è amicizia di Dio con l’uomo.
2. È un dono personale, e proprio come ogni relazione tra persone misterioso. Ci sono nel mondo, diceva una volta un tale, più forme di preghiera di quante non siano le foglie degli alberi. È vero che c’è un cammino di preghiera, che possiamo suggerirci riflessioni e indicazioni, ma nessuno può teoricamente insegnarla ad un altro perchè entriamo nel sacrario dell’uomo che è la sua coscienza. La preghiera è qualcosa di talmente personale che non si entra in quella altrui, anche se la si può ammirare, condividere e celebrare insieme.
3. “Ma perchè pregare se Dio sa già tutto, perchè insistere con Lui che legge e scruta ogni cuore?” La risposta è questa: Gesù stesso ha pregato, la preghiera di Gesù è l’argomento decisivo. Nella preghiera noi continuiamo la nostra prima vocazione di cristiani: stare con Dio.
4. D’altra parte nella nostra vita di fede ci accorgiamo che non possiamo fare a meno della preghiera di domanda, di lode, di intercessione, di pentimento. C’è un’autogiustifìcazione che è quella delle cose fondamentali: perchè respirare? Non c’è bisogno di un motivo, è la vita che porta a farlo. Perchè vivere? È la vita che porta a vivere. Perchè pregare? È la fede che porta a pregare perchè la preghiera è la fede espressa. Qui cogliamo l’indefinibilità della preghiera: è il corpo della fede, il nostro amore, abbandono e adesione a Dio.
5. La preghiera cristiana è dunque la preghiera sostenuta e animata dallo Spirito dentro di noi, e lo Spirito produce pace, gioia, mansuetudine, cordialità, fiducia...
È questa la nostra preghiera?
Durante l’estate... (colonia e campeggi)
Ripensando alla colonia di luglio (di cui chi ha letto il giornalino sa quasi tutto) con 200 ragazzi e una trentina fra animatori e aiuto animatori, e ripensando anche all’esperienza in agosto dei campeggi del nuovo Rifugio del Cai a Pizzino, tento di delineare alcuni atteggiamenti dei nostri ragazzi; sono sol spunti che hanno lo scopo di farci riflettere personalmente.
L’Oratorio propone questi momenti non per riempire in maniera qualsiasi il tempo dei ragazzi, ma con l’obiettivo di aiutarli a crescere e maturare secondo il progetto cristiano, in uno stile di servizio e di apertura verso gli altri. Quali difficoltà si presentano?
1. Ragazzi senza interessi e inventiva, senza fantasia, senza passione per la vita, senza il desiderio di vedere qualcosa frutto della loro fatica (“Tocca all’altro!”, “E perchè lo devo fare io?”, “Non ho voglia!!”), senza il gusto di vivere se non sfruttando e appoggiandosi agli altri.
In colonia ci siamo proposti l’obiettivo di stimolare la fantasia e la creatività dei ragazzi tramite storie, disegni fatti insieme, giochi inventati. Questo Luna Park creato dai ragazzi con il teatro, i pupazzi, il tiro alle latte, il tiro al numero e ai palloncini, i pesci rossi, il suona la campana, il tiro con l’arco e la fionda e altri giochi li abbiamo proposti alla festa finale cercando di coinvolgere tutto il paese.
Ma i ragazzi abbiamo dovuto stimolarli giorno per giorno; l’obiettivo l’abbiamo raggiunto in parte. Ci sono anche cause che non dipendono totalmente da noi:
- numero elevato dei ragazzi
- necessità di spazi verdi più ampi, ma soprattutto “ombreggiati
- gruppi eccessivamente numerosi
- una più qualificata preparazione degli animatori, che d’altronde erano impegnati mattina e pomeriggio.
2. Ragazzi che pretendono, che non si accorgono che esistono anche gli altri attorno a sè, incapaci del “rispetto” nel senso più profondo (al massimo si rispettano in due o tre per essere più forti davanti agli altri). I campeggi, con l’impegno di ciascuno nel servizio e nell’attenzione all’altro, nel lavare e sparecchiare, nello stare zitti perché si dorme insieme, sono un’occasione preziosa per la maturazione dei ragazzi. È su questa linea che li abbiamo proposti con l’aiuto dei vari genitori dei ragazzi che ci hanno aiutato (l’anno prossimo ne aspettiamo di più).
3. Ragazzi che non pensano, in difficoltà a riflettere sulla loro vita, sulla loro fede, su Dio. E questo dopo anni di catechesi. Non sono queste descrizione di quello o di quell’altro, non voglio esprimere dei giudizi drastici, ma sottolineare alcuni pericoli e tendenze. Ragazzi in gamba ne ho trovati parecchi... e ritornerei subito in colonia o al campeggio tanto ci stavo bene. Certo è, e concludo prima di passare la parola ai ragazzi stessi, che i ragazzi sono il nostro specchio fedele, di quello che spesso siamo; e infatti non è forse vero che noi stessi siamo spesso senza fantasia, che pretendiamo, che non sappiamo più riflettere su Dio e sulla nostra vita, pieni solo di stupidaggini?
don Vittorio Bonati
Una settimana in campeggio...
Il pomeriggio del 2 agosto noi bambini, eravamo più di 40, accompagnati da don Vittorio ci siamo incamminati verso il rifugio del CAI intitolato a A. Gherardi. Ci siamo fermati fino alla vigilia di S. Lorenzo. Ciò che ci divertiva di più erano i giochi organizzati per noi sia all’aperto che nel rifugio, e il fatto che si andava abbastanza d’accordo. I giochi più belli sono stati: il baseball e la bomba; alla sera ogni gruppo animava un gioco a quiz per tutti gli altri. Per non far lavorare sempre le cuoche, che ringraziamo, anche noi aiutavamo nell’apparecchiare e sparecchiare la tavola, nel lavare i piatti e pulire i pavimenti. Abbiamo vissuto una settimana a contatto con la natura (le marmotte ricevevano quotidianamente la visita di alcuni di noi) e anche camminando (le cime Araalta e Baciamorti, i Piani di Altavaggio). Alla mattina un breve incontro ci vedeva riuniti: avevamo un ciclostilato che giorno per giorno abbiamo completato. L’ultima sera del campeggio abbiamo fatto il gioco notturno dei numeri terminato con il falò e alcuni fuochi, donati da una mamma. In conclusione, in questo campeggio abbiamo lavorato, ma ci siamo divertiti molto lo stesso.
Marcello e Marco
Nella settimana di ferragosto si è svolto a Pizzino, nel nuovo rifugio del CAI, il campeggio di un gruppo di 24 ragazzi/e fra i 16 e i 18 anni. Non è stata una settimana di solo svago; infatti abbiamo trattato e discusso di alcuni problemi della nostra età e della nostra società: la ricerca del vero senso della parola AMORE e come vivere la dimensione della SESSUALITÀ nel progetto di vita di Cristo. Inoltre si è trattato anche del problema dell’animazione dell’oratorio, riflettendo su quanto si è fatto fin’ora e mettendo in cantiere una serie di progetti e proposte. Certamente ciò verificherà la nostra concreta disponibilità e la volontà di scegliere uno stile di servizio nell’orato-rio; d’altra parte capiamo che un gruppo non può stare in piedi solo per divertirsi, ma perchè si propone delle mete comuni da realizzare. A ciascuno di noi una scelta che sia responsabile. L’essere stati insieme, senza le solite distrazione del paese, ha favorito la nostra amicizia, impegnati d’altronde nei vari servizi di pulizia e organizzazione. Un grazie particolare alle suore e all’Oliva che ci hanno seguito dalla... cucina.
Marco
Pizzino 18-25 agosto: siamo i ragazzi/e di 2 e 3 media. Il campeggio è stata un’esperienza formidabile: abbiamo avuto l’occasione di stare insieme, pregare insieme e divertirci insieme, cioè vivere una vita di gruppo. La nostra giornata era divisa in vari momenti: momenti di divertimento e momenti di preghiera (riflessione) a cui partecipavamo tutti noi: si discuteva e si parlava di ciò che è una vera amicizia e cioè una vita di gruppo basata sull’affetto, sull’accoglienza, sulla sincerità, su rispetto, sulla comprensione e sul sapersi donare a tutti. Così specialmente negli ultimi giorni, noi di terza media ci siamo impegnati a rispondere a queste domande:
- perché continuare ad incontrarci?
- cosa voglio dare al gruppo?
- cosa voglio ricevere dal gruppo?
Queste riflessioni dovremo metterle in pratica a Zogno, ma già in campeggio nello stare insieme, nei giochi e nelle scenette abbiamo tentato di metterle in atto.
Gli scherzi... della luna piena poi!!! Trasformavano la bocca di don Vittorio in una lingua di fuoco e di suoi denti diventavano rossi come la brace; l’indimenticabile vecchietta che è venuta a darci la buona notte, e i ...fantasmi dell’ultima sera. Per finire vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono impegnati per rendere bella questa esperienza.
Cristina
Nello scorso notiziario, nella riflessione sulla PREGHIERA, ci interrogavamo sul tempo che ad essa davamo, come prima espressione dell’importanza di Dio per noi. Cerchiamo ora di analizzare la qualità della preghiera cristiana.
1. La preghiera è innanzitutto un dono che Dio fa all’uomo semplice e aperto davanti al Suo mistero. Non è dunque qualcosa da conquistare con le nostre sole forze, ma è un aprirsi alla forza di Dio: è amicizia di Dio con l’uomo.
2. È un dono personale, e proprio come ogni relazione tra persone misterioso. Ci sono nel mondo, diceva una volta un tale, più forme di preghiera di quante non siano le foglie degli alberi. È vero che c’è un cammino di preghiera, che possiamo suggerirci riflessioni e indicazioni, ma nessuno può teoricamente insegnarla ad un altro perchè entriamo nel sacrario dell’uomo che è la sua coscienza. La preghiera è qualcosa di talmente personale che non si entra in quella altrui, anche se la si può ammirare, condividere e celebrare insieme.
3. “Ma perchè pregare se Dio sa già tutto, perchè insistere con Lui che legge e scruta ogni cuore?” La risposta è questa: Gesù stesso ha pregato, la preghiera di Gesù è l’argomento decisivo. Nella preghiera noi continuiamo la nostra prima vocazione di cristiani: stare con Dio.
4. D’altra parte nella nostra vita di fede ci accorgiamo che non possiamo fare a meno della preghiera di domanda, di lode, di intercessione, di pentimento. C’è un’autogiustifìcazione che è quella delle cose fondamentali: perchè respirare? Non c’è bisogno di un motivo, è la vita che porta a farlo. Perchè vivere? È la vita che porta a vivere. Perchè pregare? È la fede che porta a pregare perchè la preghiera è la fede espressa. Qui cogliamo l’indefinibilità della preghiera: è il corpo della fede, il nostro amore, abbandono e adesione a Dio.
5. La preghiera cristiana è dunque la preghiera sostenuta e animata dallo Spirito dentro di noi, e lo Spirito produce pace, gioia, mansuetudine, cordialità, fiducia...
È questa la nostra preghiera?
Durante l’estate... (colonia e campeggi)
Ripensando alla colonia di luglio (di cui chi ha letto il giornalino sa quasi tutto) con 200 ragazzi e una trentina fra animatori e aiuto animatori, e ripensando anche all’esperienza in agosto dei campeggi del nuovo Rifugio del Cai a Pizzino, tento di delineare alcuni atteggiamenti dei nostri ragazzi; sono sol spunti che hanno lo scopo di farci riflettere personalmente.
L’Oratorio propone questi momenti non per riempire in maniera qualsiasi il tempo dei ragazzi, ma con l’obiettivo di aiutarli a crescere e maturare secondo il progetto cristiano, in uno stile di servizio e di apertura verso gli altri. Quali difficoltà si presentano?
1. Ragazzi senza interessi e inventiva, senza fantasia, senza passione per la vita, senza il desiderio di vedere qualcosa frutto della loro fatica (“Tocca all’altro!”, “E perchè lo devo fare io?”, “Non ho voglia!!”), senza il gusto di vivere se non sfruttando e appoggiandosi agli altri.
In colonia ci siamo proposti l’obiettivo di stimolare la fantasia e la creatività dei ragazzi tramite storie, disegni fatti insieme, giochi inventati. Questo Luna Park creato dai ragazzi con il teatro, i pupazzi, il tiro alle latte, il tiro al numero e ai palloncini, i pesci rossi, il suona la campana, il tiro con l’arco e la fionda e altri giochi li abbiamo proposti alla festa finale cercando di coinvolgere tutto il paese.
Ma i ragazzi abbiamo dovuto stimolarli giorno per giorno; l’obiettivo l’abbiamo raggiunto in parte. Ci sono anche cause che non dipendono totalmente da noi:
- numero elevato dei ragazzi
- necessità di spazi verdi più ampi, ma soprattutto “ombreggiati
- gruppi eccessivamente numerosi
- una più qualificata preparazione degli animatori, che d’altronde erano impegnati mattina e pomeriggio.
2. Ragazzi che pretendono, che non si accorgono che esistono anche gli altri attorno a sè, incapaci del “rispetto” nel senso più profondo (al massimo si rispettano in due o tre per essere più forti davanti agli altri). I campeggi, con l’impegno di ciascuno nel servizio e nell’attenzione all’altro, nel lavare e sparecchiare, nello stare zitti perché si dorme insieme, sono un’occasione preziosa per la maturazione dei ragazzi. È su questa linea che li abbiamo proposti con l’aiuto dei vari genitori dei ragazzi che ci hanno aiutato (l’anno prossimo ne aspettiamo di più).
3. Ragazzi che non pensano, in difficoltà a riflettere sulla loro vita, sulla loro fede, su Dio. E questo dopo anni di catechesi. Non sono queste descrizione di quello o di quell’altro, non voglio esprimere dei giudizi drastici, ma sottolineare alcuni pericoli e tendenze. Ragazzi in gamba ne ho trovati parecchi... e ritornerei subito in colonia o al campeggio tanto ci stavo bene. Certo è, e concludo prima di passare la parola ai ragazzi stessi, che i ragazzi sono il nostro specchio fedele, di quello che spesso siamo; e infatti non è forse vero che noi stessi siamo spesso senza fantasia, che pretendiamo, che non sappiamo più riflettere su Dio e sulla nostra vita, pieni solo di stupidaggini?
don Vittorio Bonati
Una settimana in campeggio...
Il pomeriggio del 2 agosto noi bambini, eravamo più di 40, accompagnati da don Vittorio ci siamo incamminati verso il rifugio del CAI intitolato a A. Gherardi. Ci siamo fermati fino alla vigilia di S. Lorenzo. Ciò che ci divertiva di più erano i giochi organizzati per noi sia all’aperto che nel rifugio, e il fatto che si andava abbastanza d’accordo. I giochi più belli sono stati: il baseball e la bomba; alla sera ogni gruppo animava un gioco a quiz per tutti gli altri. Per non far lavorare sempre le cuoche, che ringraziamo, anche noi aiutavamo nell’apparecchiare e sparecchiare la tavola, nel lavare i piatti e pulire i pavimenti. Abbiamo vissuto una settimana a contatto con la natura (le marmotte ricevevano quotidianamente la visita di alcuni di noi) e anche camminando (le cime Araalta e Baciamorti, i Piani di Altavaggio). Alla mattina un breve incontro ci vedeva riuniti: avevamo un ciclostilato che giorno per giorno abbiamo completato. L’ultima sera del campeggio abbiamo fatto il gioco notturno dei numeri terminato con il falò e alcuni fuochi, donati da una mamma. In conclusione, in questo campeggio abbiamo lavorato, ma ci siamo divertiti molto lo stesso.
Marcello e Marco
Nella settimana di ferragosto si è svolto a Pizzino, nel nuovo rifugio del CAI, il campeggio di un gruppo di 24 ragazzi/e fra i 16 e i 18 anni. Non è stata una settimana di solo svago; infatti abbiamo trattato e discusso di alcuni problemi della nostra età e della nostra società: la ricerca del vero senso della parola AMORE e come vivere la dimensione della SESSUALITÀ nel progetto di vita di Cristo. Inoltre si è trattato anche del problema dell’animazione dell’oratorio, riflettendo su quanto si è fatto fin’ora e mettendo in cantiere una serie di progetti e proposte. Certamente ciò verificherà la nostra concreta disponibilità e la volontà di scegliere uno stile di servizio nell’orato-rio; d’altra parte capiamo che un gruppo non può stare in piedi solo per divertirsi, ma perchè si propone delle mete comuni da realizzare. A ciascuno di noi una scelta che sia responsabile. L’essere stati insieme, senza le solite distrazione del paese, ha favorito la nostra amicizia, impegnati d’altronde nei vari servizi di pulizia e organizzazione. Un grazie particolare alle suore e all’Oliva che ci hanno seguito dalla... cucina.
Marco
Pizzino 18-25 agosto: siamo i ragazzi/e di 2 e 3 media. Il campeggio è stata un’esperienza formidabile: abbiamo avuto l’occasione di stare insieme, pregare insieme e divertirci insieme, cioè vivere una vita di gruppo. La nostra giornata era divisa in vari momenti: momenti di divertimento e momenti di preghiera (riflessione) a cui partecipavamo tutti noi: si discuteva e si parlava di ciò che è una vera amicizia e cioè una vita di gruppo basata sull’affetto, sull’accoglienza, sulla sincerità, su rispetto, sulla comprensione e sul sapersi donare a tutti. Così specialmente negli ultimi giorni, noi di terza media ci siamo impegnati a rispondere a queste domande:
- perché continuare ad incontrarci?
- cosa voglio dare al gruppo?
- cosa voglio ricevere dal gruppo?
Queste riflessioni dovremo metterle in pratica a Zogno, ma già in campeggio nello stare insieme, nei giochi e nelle scenette abbiamo tentato di metterle in atto.
Gli scherzi... della luna piena poi!!! Trasformavano la bocca di don Vittorio in una lingua di fuoco e di suoi denti diventavano rossi come la brace; l’indimenticabile vecchietta che è venuta a darci la buona notte, e i ...fantasmi dell’ultima sera. Per finire vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono impegnati per rendere bella questa esperienza.
Cristina
RESOCONTO FINANZIARIO DELLA COMMISSIONE ORATORIO (LUGLIO-AGOSTO)
ENTRATE
U.S. Ubialese 50.000
Varie (pallone) 12.000
Festa della Colonia 410.000
Servizio bar del Gruppo Monte 1.322.000
Tombolata festa di S. Lorenzo 1.128.000
Restante campeggi estivi 400.000
Contributo comunale per campeggi e gite 500.000
N.N 200.000
N.N 100.000
4.122.000
Totale attivo luglio agosto 4.122.000
Totale passivo precedente 5.843.220
TOTALE PASSIVO 1.721.220
U.S. Ubialese 50.000
Varie (pallone) 12.000
Festa della Colonia 410.000
Servizio bar del Gruppo Monte 1.322.000
Tombolata festa di S. Lorenzo 1.128.000
Restante campeggi estivi 400.000
Contributo comunale per campeggi e gite 500.000
N.N 200.000
N.N 100.000
4.122.000
Totale attivo luglio agosto 4.122.000
Totale passivo precedente 5.843.220
TOTALE PASSIVO 1.721.220
LA VOCE DELL’ORATORIO
La catechesi nell’Anno Santo (IV)
La preghiera – dicevamo l’ultima volta – è come il corpo della fede, è la fede espressa. Ma nessun cristiano vive la sua fede per conto suo, in un rapporto privatistico con Dio, ma la vive nella Chiesa, questo popolo di Dio che da sempre ha bisogno di esprimere in segni, in gesti, in sacramenti la sua fede. Giovanni Paolo II nella Bolla di indizione dell’Anno Santo ci invitava a una “riscoperta e a una pratica vissuta dell’economia sacramentale della Chiesa, attraverso cui giunge ai singoli e alla comunità la grazia di Dio in Cristo”. Parlare di sacramenti oggi è difficile. È un discorso complicato dove si corre continuamente il rischio di non capirsi, ma è un discorso che dobbiamo fare se guardiamo i fatti. Nel nostro paese, in quasi tutte le famiglie quando nasce un bambino lo si porta in Chiesa perchè venga battezzato. Poi verso gli otto anni si confessano per la prima volta e fanno la prima comunione. Più tardi in terza media ricevono la cresima. Allo stesso modo nel nostro paese di solito ci si sposa in Chiesa, quando c’è qualche malato grave che sta per morire, si chiama il prete “perchè gli dia l’olio santo”. Se aggiungiamo l’esperienza dell’ordinazione che abbiamo avuto con don Mario, don Antonio e Padre Sergio abbiamo l’elenco completo dei “sette sacramenti”.
Ma… che cosa sono questi sacramenti? di che cosa si tratta? Quasi certamente li abbiamo ricevuti anche noi: cosa rappresentano questi riti nella nostra vita? Cosa rappresentano per noi ora? Forse continuiamo ad andare a Messa, ma perchè lo facciamo? A che ci serve nella vita? O forse abbiamo smesso? Perchè? In questi sacramenti, spesso è previsto che noi rispondiamo: “Credo!”. Ma supponiamo che un nostro amico ci chieda a tu per tu: “Ma tu ci credi davvero che Gesù era figlio di Dio e che è risorto dai morti? Che cosa gli rispondereste? In altre parole quei riti che si celebrano in Chiesa non sono soltanto “cerimonie” più o meno belle e commoventi, non sono riti neutri e indifferenti che vanno bene per tutti, sono gesti di fede cioè presuppongono determinate convinzioni religiose e implicano determinati impegni personali in armonia con queste convinzioni: in realtà non vanno bene per tutti... A meno che non si identifichi la “fede” con il puro e semplice fatto di essere dei “battezzati”, e quindi “cristiani”, ufficialmente appartenenti alla Chiesa cattolica dal momento che il proprio nome risulta nei registri parrocchiali.
In Italia ci sono parecchi battezzati che si professano atei: dobbiamo continuare a considerarli cristiani? Nelle nostre parrocchie si presentano molti genitori a chiedere il battesimo per i loro figli e fidanzati a chiedere di sposarsi in Chiesa. Ma conversando con loro ci si accorge che parecchi non vanno mai in Chiesa, manifestando concezioni religiose estremamente vaghe e incerte, non conoscono molto di Gesù Cristo, del Vangelo, della Chiesa. Eppure chiedono i sacramenti...
La cosa può sembrare strana, ma è reale. Cerchiamo allora i motivi di questa crisi:
1 - Il Battesimo, che esigeva per i primi cristiani un forte coraggio (siamo in clima di persecuzioni) e un forte catecumenato (cioè imparare ad essere cristiani nella catechesi, nella preghiera, nel vivere pienamente l’esperienza della Chiesa) è diventato gradualmente un costume sociale, un’usanza comune che accompagna la nascita e col quale si diventa “ufficialmente” cristiani. Che poi un battezzato, divenuto adulto, impari veramente a conoscere la Bibbia e il Vangelo, che creda davvero in Gesù Cristo, che cerchi sinceramente di vivere secondo i suoi insegnamenti..., tutto questo è un altro discorso!
2 - Troppo spesso celebriamo sacramenti senza fede, considerando l’essere cristiani un fatto di tradizione: siamo cristiani perchè lo era nostro padre o nostro nonno, perchè siamo stati battezzati: ma io ci credo davvero in quel Gesù Cristo di cui porto il nome? E che cosa credo esattamente per dirmi cristiano?
3 - Ma oggi emerge anche un altro problema, potremmo dire: fede senza sacramenti. Fa problema il senso e il perchè dei sacramenti e della pratica religiosa in genere, pur manifestando un sincero interesse per la parola di Dio e un serio impegno di vita cristiana. Si ragiona in questi termini: se io conosco il Vangelo e credo in Gesù Cristo, se cerco sinceramente di convertirmi e di vivere bene, a che cosa servono i sacramenti? Che cosa aggiungono alla mia fede e al mio impegno di vita? Non saranno residui di un tipo di religiosità ormai superato?
4 - Un altro motivo di questa crisi-disaffezione nei confronti dei sacramenti è il modo in cui vengono celebrati. Non si riesce spesso a renderli esperienze umane entusiasmanti, coinvolgenti... qui il “mea culpa” è soprattutto di noi preti.
5 - Il fenomeno culturale della secolarizzazione se da una parte ha visto il mondo come ambito di responsabilità e di impegno dell’uomo, ha allontanato sempre più Dio in altre (chissà quali?) sfere.
6 - Uno di motivi più importanti consiste però in questo: manca a molti cristiani, forse alla maggior parte, un senso vivo di appartenenza alla maggior parte, un senso di appartenenza alla Chiesa, un’adeguata esperienza di Chiesa come comunità di credenti che vivono fra loro rapporti fraterni, fondati sulla comune speranza in Cristo risorto e sulla coscienza della comunione con Dio Padre attraverso il dono dello Spirito Santo. Ora i sacramenti sono i simboli essenziali in cui si esprime la vita della Chiesa; i sacramenti non servono, finché Gesù è soltanto un maestro e un modello di umanità, di impegno sociale o anche di generica religiosità, ma non è il SALVATORE; hanno un senso solo quando si riconosce con S. Pietro che “in nessun altro (se non in Gesù) c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati.
20 Novembre 1983 la Cresima: Vivere secondo la grazia ricevuta
Domenica 20 novembre Sua Ecc. Loris Capovilla ha conferito la cresima ai nostri ragazzi, e in loro ha rinnovato il dono dello Spirito Santo alla nostra comunità cristiana. Il nostro impegno senza questo dono gratuito di Dio è inutile nel costruire la Chiesa.
Ma che cosa abbiamo celebrato come comunità cristiana in questo sacramento?
Tutti sappiamo che il Battesimo è il primo sacramento, non l’unico. La ricchezza del rapporto tra il mistero di Cristo e la vita dell’uomo non può essere detta, in un linguaggio umano, con una sola parola. Allo stesso modo, non viene celebrata con un solo rito.
Il battesimo è il principio e il fondamento della vita sacramentale cristiana; è come l’inizio di un movimento che deve continuare attraverso altri sacramenti i quali sviluppano il rapporto del credente con Cristo e con la Chiesa. Questi altri sacramenti sono prima di tutto la cresima e l’eucarestia.
La cresima rappresenta in certo modo il completamento del battesimo: così legata ad esso, che nella Chiesa costituiva con il battesimo una cosa sola. Come dice il catechismo degli adulti, “battesimo e confermazione stanno in qualche modo tra loro come la nascita e la crescita”.
La cresima mette in evidenza il fatto che tutta la vita del cristiano si svolge sotto l’influsso dello Spirito Santo: “il sacramento della confermazione è per ogni fedele ciò che per la Chiesa è stata la Pentecoste”. È il sacramento che sottolinea il dono dello Spirito come energia trasformante che santifica, consacra al servizio di Dio e dà la forza e la capacità di rendere testimonianza a Cristo con la parola e con le opere.
È il sacramento che mette in evidenza l’impegno attivo di ogni cristiano nel contribuire personalmente all’edificazione della Chiesa e al compimento della sua missione, secondo le proprie capacità e i doni ricevuti dallo Spirito Santo, vivendo la propria esistenza come vocazione e come servizio.
Per questo con i nostri ragazzi si è sottolineato che la cresima si estende a dopo la cresima: è la speranza di sempre.
Queste convinzioni le abbiamo riassunte con i ragazzi nel ritiro compiuto il 12-13 novembre a Novazza: abbiamo preso come nostro impegno lo stile di crescita della comunità cristiana primitiva: “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli (il vangelo) e nell’unione fraterna, nello spezzare il pane (Eucaristia) e nelle preghiere” (At 2).
Su questa base abbiamo scritto una carta di impegno firmata da ogni ragazzo e dal Vescovo, e consegnata al momento della cresima.
Carta di impegno: Cresima 1983
“Avendo scoperto che il Signore ci chiama a collaborare con Lui nel mondo donandoci la pienezza del suo amore, cioè lo Spirito Santo, già presente in noi fin dal Battesimo,
NON VOGLIAMO RICORDARE LA CRESIMA CHE CELEBRIAMO IL 20 NOVEMBRE COME UNA DATA DEL PASSATO, MA COME UN IMPEGNO E UN DONO DEL SIGNORE PER IL NOSTRO DOMANI.
Per questo chiediamo ai nostri genitori di non essere preoccupati solo della nostra salute, ma di pretendere da noi in proporzione all’esempio che ci danno; chiediamo alla comunità parrocchiale di riconoscerci un posto di responsabilità e di farci delle proposte che ci coinvolgano personalmente; chiediamo allo Spirito Santo, tramite il Vescovo Loris Capovilla, la forza di vivere il vangelo, in una preghiera che si trasforma in carità e in Eucarestia. Vogliamo che la nostra cresima sia l’inizio di una vera vita”.
L’Anno Santo per i giovani
“Per l’uomo che cerca la verità, la giustizia, la felicità, la bellezza, la bontà senza poterle trovare con le sole sue forze... per l’uomo che porta in sè, stampata nella mente e nel cuore, l’immagine di Dio e sente questa sete di assoluto, l’unica risposta è Cristo”: queste parole di Giovanni Paolo II precisano il significato e il contenuto dell’Anno Santo della Redenzione.
È proprio nel contesto di questo Giubileo straordinario che è nata e si situa l’idea di un raduno di giovani a Roma, che culminerà con l’incontro col Santo Padre. Il programma del raduno è stato pensato in modo che i partecipanti possano vivere un momento di intenso e profondo dialogo con un maestro di vita, in un clima carico della memoria dell’evento della Redenzione, evento che rivela Cristo come centro della storia. Questo il programma di massima:
- Partenza da Bergamo alle ore 23 di venerdì 13 aprile dopo una celebrazione apposita,
- Sabato nel pomeriggio: Celebrazioni del Giubileo Assembramento in tre punti della città Pellegrinaggi a S. Pietro, Assemblea generale con il Santo Padre
- Domenica mattina: in Piazza S. Pietro partecipazione alla Liturgia
- Ritorno a Zogno nella tarda serata
In preparazione a questo Giubileo e a quello che celebreremo nella nostra parrocchia in Quaresima, si invita a un impegno di catechesi specie in Avvento e in Quaresima.
Le iscrizioni si ricevono presso le Suore dell’Asilo e da don Vittorio.
La preghiera – dicevamo l’ultima volta – è come il corpo della fede, è la fede espressa. Ma nessun cristiano vive la sua fede per conto suo, in un rapporto privatistico con Dio, ma la vive nella Chiesa, questo popolo di Dio che da sempre ha bisogno di esprimere in segni, in gesti, in sacramenti la sua fede. Giovanni Paolo II nella Bolla di indizione dell’Anno Santo ci invitava a una “riscoperta e a una pratica vissuta dell’economia sacramentale della Chiesa, attraverso cui giunge ai singoli e alla comunità la grazia di Dio in Cristo”. Parlare di sacramenti oggi è difficile. È un discorso complicato dove si corre continuamente il rischio di non capirsi, ma è un discorso che dobbiamo fare se guardiamo i fatti. Nel nostro paese, in quasi tutte le famiglie quando nasce un bambino lo si porta in Chiesa perchè venga battezzato. Poi verso gli otto anni si confessano per la prima volta e fanno la prima comunione. Più tardi in terza media ricevono la cresima. Allo stesso modo nel nostro paese di solito ci si sposa in Chiesa, quando c’è qualche malato grave che sta per morire, si chiama il prete “perchè gli dia l’olio santo”. Se aggiungiamo l’esperienza dell’ordinazione che abbiamo avuto con don Mario, don Antonio e Padre Sergio abbiamo l’elenco completo dei “sette sacramenti”.
Ma… che cosa sono questi sacramenti? di che cosa si tratta? Quasi certamente li abbiamo ricevuti anche noi: cosa rappresentano questi riti nella nostra vita? Cosa rappresentano per noi ora? Forse continuiamo ad andare a Messa, ma perchè lo facciamo? A che ci serve nella vita? O forse abbiamo smesso? Perchè? In questi sacramenti, spesso è previsto che noi rispondiamo: “Credo!”. Ma supponiamo che un nostro amico ci chieda a tu per tu: “Ma tu ci credi davvero che Gesù era figlio di Dio e che è risorto dai morti? Che cosa gli rispondereste? In altre parole quei riti che si celebrano in Chiesa non sono soltanto “cerimonie” più o meno belle e commoventi, non sono riti neutri e indifferenti che vanno bene per tutti, sono gesti di fede cioè presuppongono determinate convinzioni religiose e implicano determinati impegni personali in armonia con queste convinzioni: in realtà non vanno bene per tutti... A meno che non si identifichi la “fede” con il puro e semplice fatto di essere dei “battezzati”, e quindi “cristiani”, ufficialmente appartenenti alla Chiesa cattolica dal momento che il proprio nome risulta nei registri parrocchiali.
In Italia ci sono parecchi battezzati che si professano atei: dobbiamo continuare a considerarli cristiani? Nelle nostre parrocchie si presentano molti genitori a chiedere il battesimo per i loro figli e fidanzati a chiedere di sposarsi in Chiesa. Ma conversando con loro ci si accorge che parecchi non vanno mai in Chiesa, manifestando concezioni religiose estremamente vaghe e incerte, non conoscono molto di Gesù Cristo, del Vangelo, della Chiesa. Eppure chiedono i sacramenti...
La cosa può sembrare strana, ma è reale. Cerchiamo allora i motivi di questa crisi:
1 - Il Battesimo, che esigeva per i primi cristiani un forte coraggio (siamo in clima di persecuzioni) e un forte catecumenato (cioè imparare ad essere cristiani nella catechesi, nella preghiera, nel vivere pienamente l’esperienza della Chiesa) è diventato gradualmente un costume sociale, un’usanza comune che accompagna la nascita e col quale si diventa “ufficialmente” cristiani. Che poi un battezzato, divenuto adulto, impari veramente a conoscere la Bibbia e il Vangelo, che creda davvero in Gesù Cristo, che cerchi sinceramente di vivere secondo i suoi insegnamenti..., tutto questo è un altro discorso!
2 - Troppo spesso celebriamo sacramenti senza fede, considerando l’essere cristiani un fatto di tradizione: siamo cristiani perchè lo era nostro padre o nostro nonno, perchè siamo stati battezzati: ma io ci credo davvero in quel Gesù Cristo di cui porto il nome? E che cosa credo esattamente per dirmi cristiano?
3 - Ma oggi emerge anche un altro problema, potremmo dire: fede senza sacramenti. Fa problema il senso e il perchè dei sacramenti e della pratica religiosa in genere, pur manifestando un sincero interesse per la parola di Dio e un serio impegno di vita cristiana. Si ragiona in questi termini: se io conosco il Vangelo e credo in Gesù Cristo, se cerco sinceramente di convertirmi e di vivere bene, a che cosa servono i sacramenti? Che cosa aggiungono alla mia fede e al mio impegno di vita? Non saranno residui di un tipo di religiosità ormai superato?
4 - Un altro motivo di questa crisi-disaffezione nei confronti dei sacramenti è il modo in cui vengono celebrati. Non si riesce spesso a renderli esperienze umane entusiasmanti, coinvolgenti... qui il “mea culpa” è soprattutto di noi preti.
5 - Il fenomeno culturale della secolarizzazione se da una parte ha visto il mondo come ambito di responsabilità e di impegno dell’uomo, ha allontanato sempre più Dio in altre (chissà quali?) sfere.
6 - Uno di motivi più importanti consiste però in questo: manca a molti cristiani, forse alla maggior parte, un senso vivo di appartenenza alla maggior parte, un senso di appartenenza alla Chiesa, un’adeguata esperienza di Chiesa come comunità di credenti che vivono fra loro rapporti fraterni, fondati sulla comune speranza in Cristo risorto e sulla coscienza della comunione con Dio Padre attraverso il dono dello Spirito Santo. Ora i sacramenti sono i simboli essenziali in cui si esprime la vita della Chiesa; i sacramenti non servono, finché Gesù è soltanto un maestro e un modello di umanità, di impegno sociale o anche di generica religiosità, ma non è il SALVATORE; hanno un senso solo quando si riconosce con S. Pietro che “in nessun altro (se non in Gesù) c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati.
20 Novembre 1983 la Cresima: Vivere secondo la grazia ricevuta
Domenica 20 novembre Sua Ecc. Loris Capovilla ha conferito la cresima ai nostri ragazzi, e in loro ha rinnovato il dono dello Spirito Santo alla nostra comunità cristiana. Il nostro impegno senza questo dono gratuito di Dio è inutile nel costruire la Chiesa.
Ma che cosa abbiamo celebrato come comunità cristiana in questo sacramento?
Tutti sappiamo che il Battesimo è il primo sacramento, non l’unico. La ricchezza del rapporto tra il mistero di Cristo e la vita dell’uomo non può essere detta, in un linguaggio umano, con una sola parola. Allo stesso modo, non viene celebrata con un solo rito.
Il battesimo è il principio e il fondamento della vita sacramentale cristiana; è come l’inizio di un movimento che deve continuare attraverso altri sacramenti i quali sviluppano il rapporto del credente con Cristo e con la Chiesa. Questi altri sacramenti sono prima di tutto la cresima e l’eucarestia.
La cresima rappresenta in certo modo il completamento del battesimo: così legata ad esso, che nella Chiesa costituiva con il battesimo una cosa sola. Come dice il catechismo degli adulti, “battesimo e confermazione stanno in qualche modo tra loro come la nascita e la crescita”.
La cresima mette in evidenza il fatto che tutta la vita del cristiano si svolge sotto l’influsso dello Spirito Santo: “il sacramento della confermazione è per ogni fedele ciò che per la Chiesa è stata la Pentecoste”. È il sacramento che sottolinea il dono dello Spirito come energia trasformante che santifica, consacra al servizio di Dio e dà la forza e la capacità di rendere testimonianza a Cristo con la parola e con le opere.
È il sacramento che mette in evidenza l’impegno attivo di ogni cristiano nel contribuire personalmente all’edificazione della Chiesa e al compimento della sua missione, secondo le proprie capacità e i doni ricevuti dallo Spirito Santo, vivendo la propria esistenza come vocazione e come servizio.
Per questo con i nostri ragazzi si è sottolineato che la cresima si estende a dopo la cresima: è la speranza di sempre.
Queste convinzioni le abbiamo riassunte con i ragazzi nel ritiro compiuto il 12-13 novembre a Novazza: abbiamo preso come nostro impegno lo stile di crescita della comunità cristiana primitiva: “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli (il vangelo) e nell’unione fraterna, nello spezzare il pane (Eucaristia) e nelle preghiere” (At 2).
Su questa base abbiamo scritto una carta di impegno firmata da ogni ragazzo e dal Vescovo, e consegnata al momento della cresima.
Carta di impegno: Cresima 1983
“Avendo scoperto che il Signore ci chiama a collaborare con Lui nel mondo donandoci la pienezza del suo amore, cioè lo Spirito Santo, già presente in noi fin dal Battesimo,
NON VOGLIAMO RICORDARE LA CRESIMA CHE CELEBRIAMO IL 20 NOVEMBRE COME UNA DATA DEL PASSATO, MA COME UN IMPEGNO E UN DONO DEL SIGNORE PER IL NOSTRO DOMANI.
Per questo chiediamo ai nostri genitori di non essere preoccupati solo della nostra salute, ma di pretendere da noi in proporzione all’esempio che ci danno; chiediamo alla comunità parrocchiale di riconoscerci un posto di responsabilità e di farci delle proposte che ci coinvolgano personalmente; chiediamo allo Spirito Santo, tramite il Vescovo Loris Capovilla, la forza di vivere il vangelo, in una preghiera che si trasforma in carità e in Eucarestia. Vogliamo che la nostra cresima sia l’inizio di una vera vita”.
L’Anno Santo per i giovani
“Per l’uomo che cerca la verità, la giustizia, la felicità, la bellezza, la bontà senza poterle trovare con le sole sue forze... per l’uomo che porta in sè, stampata nella mente e nel cuore, l’immagine di Dio e sente questa sete di assoluto, l’unica risposta è Cristo”: queste parole di Giovanni Paolo II precisano il significato e il contenuto dell’Anno Santo della Redenzione.
È proprio nel contesto di questo Giubileo straordinario che è nata e si situa l’idea di un raduno di giovani a Roma, che culminerà con l’incontro col Santo Padre. Il programma del raduno è stato pensato in modo che i partecipanti possano vivere un momento di intenso e profondo dialogo con un maestro di vita, in un clima carico della memoria dell’evento della Redenzione, evento che rivela Cristo come centro della storia. Questo il programma di massima:
- Partenza da Bergamo alle ore 23 di venerdì 13 aprile dopo una celebrazione apposita,
- Sabato nel pomeriggio: Celebrazioni del Giubileo Assembramento in tre punti della città Pellegrinaggi a S. Pietro, Assemblea generale con il Santo Padre
- Domenica mattina: in Piazza S. Pietro partecipazione alla Liturgia
- Ritorno a Zogno nella tarda serata
In preparazione a questo Giubileo e a quello che celebreremo nella nostra parrocchia in Quaresima, si invita a un impegno di catechesi specie in Avvento e in Quaresima.
Le iscrizioni si ricevono presso le Suore dell’Asilo e da don Vittorio.
RESOCONTO FINANZIARIO DELLA COMMISSIONE ORATORIO (SETTEMBRE OTTOBRE)
ENTRATE
Piscina estiva 223.000
Giochi festa dei ragazzi 451.550
Bar festa dei ragazzi 80.500
Varie (pallone...) 40.500
Contributo USSL per la colonia 1982 ... 1.000.000
Totale entrate 1.795.550
USCITE
Premi vari per festa dei ragazzi 237.900
Bar festa dei ragazzi 40.000
Carta 80.000
Spese piscina 89.000
Riparazione serrature 40.000
Totale uscite 486.900
Attivo (settembre ottobre) 1.308.650
Totale passivo precedente 1.721.220
TOTALE PASSIVO 412.570
Piscina estiva 223.000
Giochi festa dei ragazzi 451.550
Bar festa dei ragazzi 80.500
Varie (pallone...) 40.500
Contributo USSL per la colonia 1982 ... 1.000.000
Totale entrate 1.795.550
USCITE
Premi vari per festa dei ragazzi 237.900
Bar festa dei ragazzi 40.000
Carta 80.000
Spese piscina 89.000
Riparazione serrature 40.000
Totale uscite 486.900
Attivo (settembre ottobre) 1.308.650
Totale passivo precedente 1.721.220
TOTALE PASSIVO 412.570