1975
DOPO UN ALTRO ANNO DI CATECHESI...
DOPO IL 15 GIUGNO...
DOPO UN ALTRO MESE DI COLONIA ESTIVA ALL'ORATORIO...
Con la prospettiva della colonia appena vissuta all'Oratorio mi sembra di poter capire un po' la situazione che stiamo vivendo in Italia e anche a Zogno. La proposta che noi facciamo nel periodo di colonia è la vita di gruppo con l'impegno anche di approfondire qualche problema, specialmente per i ragazzi delle medie. Nel realizzare questa proposta incontriamo una difficoltà enorme: i ragazzi con la loro mentalità individualistica e senza interessi. È impossibile trovare un gioco, un lavoro che vada bene per tutti e se si cerca di fare un gioco di gruppo o un lavoro di gruppo si sentono violentati nella loro libertà. Spesse volte ho sentito in questo mese di colonia ragazzi lamentarsi, perchè veniva loro proposto un gioco o un lavoro comune: "Tu mi obblighi a...". Da questa prospettiva mi sembra di poter leggere anche tutto il resto della vita di questi ragazzi e di conseguenza della nostra comunità. Perchè ci troviamo di fronte a ragazzi senza interessi, con la "voglia" solo di fare o raccontare stupidaggini e che non vogliono accettarsi tra loro? Qui è messo in causa tutto il nostro modo di educare. Abbiamo la famiglia, la scuola, la comunità cristiana che sembrano impegnate a educare: ma ci si trova, ci si intende sul tipo di educazione? Da come i ragazzi si esprimono sembra che gli educatori per loro siano solo delle persone che li obbligano a fare determinate cose. Ecco l'interrogativo che viene spontaneo dopo un mese vissuto insieme con i nostri ragazzi: "che tipo di famiglia, di scuola, di comunità cristiana educante abbiamo a Zogno?". Dobbiamo renderci conto dei nostri atteggiamenti concreti, perchè se ci accorgiamo che sono sbagliati o non servono a niente, possiamo anche cambiare. Se ci accorgiamo, ad esempio, che la catechesi che facciamo non è per niente catechesi, perchè non promuove per niente le persone, non crea lo stile comunitario così come Cristo l'ha proposto, dobbiamo cercare altre strade. Se dopo sette o otto anni di catechesi i nostri ragazzi non sono per niente riusciti a tradurre in alcuni loro atteggiamenti il messaggio cristiano vuol dire che il nostro modo di far catechesi non riesce a presentare Cristo come il "tesoro nascosto nel campo" o la"perla preziosa". Questo avviene perchè riduciamo ancora la catechesi a un momento isolato della nostra vita. E così finiamo col lamentarci dei catechisti, perchè non sono ben preparati, dimenticando che la catechesi vera è la vita che facciamo. Guardando a come vivono i nostri preadolescenti e adolescenti sembra di dover concludere che scuola e catechesi non son servite a niente! E allora? Dobbiamo convincerci che tutte le strutture umane diventano inutili, quando diventano ripetizione, conservazione sempre delle stesse cose, perchè l'uomo è un essere in divenire, in continuo cambiamento. È in questa prospettiva, penso, che vada letto il voto del 15 giugno: l'Italia è scontenta del malcostume diventato legge, dovuto al fatto che soltanto qualcuno può partecipare al potere. Gli Italiani sembrano pronti a rischiare pur di superare l'attuale situazione. E questo dovrebbe essere l'atteggiamento tipico del cristiano: colui che è pronto a rischiare, non a conservare i privilegi conquistati. Colto in questa visione il voto del 15 giugno penso che lo si possa dire una Parola di Dio rivolta a noi credenti. In questo momento difficile per l'Italia e per il mondo intero il nostro atteggiamento di cristiani non deve essere quello di scomunica o di paura: il nostro impegno fondamentale è quello di creare ancora speranza e fiducia, cercando di vivere giorno per giorno in una cosciente e comune responsabilità. E qui a livello locale abbiamo tutti qualcosa da fare. È in questa direzione anche il messaggio dei Vescovi lombardi: "... si rafforzi in tutti un senso vivo di responsabilità personale e sociale; le energie di bene, sopite o stanche, si risveglino; e tutti, ma specialmente le giovani generazioni, uniscano intenti e sforzi per ricercare il vero progresso della società italiana,..; vengano da tutti valorizzate le istanze, avvertite acutamente dai giovani, di partecipazione e di collaborazione alla costruzione di un'autentica democrazia, a tutti i livelli della vita sociale". Auguriamoci di prendere veramente sul serio il messaggio che questi fatti (catechesi — 15 giugno — colonia) ci danno: Dio parla a noi attraverso fatti umani, letti in una prospettiva di fede. Se accettiamo questo stile di lettura della storia, la nostra vita sarà una continua "conversione", una rivoluzione permanente, non ci creeremo più degli idoli da conservare ostinatamente. E questo è proprio il tipico messaggio di Gesù: "Convertitevi, perchè il regno di Dio è vicino".
don Giancarlo Bresciani
don Giancarlo Bresciani
DALLA COLONIA 1975
Oggi 1 agosto si conclude la colonia estiva 1975. Anche questo mese è stato un'occasione per imparare a vivere insieme, qualche volta ci siamo riusciti, qualche volta no. Nelle quattro ore di ogni pomeriggio siamo andati in piscina, abbiamo giocato, disegnato, cantato, ricamato. Ogni giovedì è stata organizzata una gita. Il primo giovedì siamo andati nei Foppi, il secondo a Foppolo e il terzo sul monte di Nese. Giancarlo, l'animatore del nostro gruppo, è molto simpatico ma quel cattivone, assieme ad altri due l'ultimo giorno che siamo andati in piscina ha fatto bere tutte le ragazze del nostro gruppo. Ieri abbiamo fatto la caccia al tesoro e oggi, ultimo giorno, faremo i giochi. Io pensavo di trovare nuovi amici invece ci conoscevamo già tutti, però mi sono divertita molto.
Elena,
prima media
È la prima esperienza di vita di colonia e devo dire che per me è stata positiva. Il fatto di coinvolgermi con la vita dei ragazzi, anche se qualcuno non lo conoscevo, mi ha fatto riscoprire certi valori, che pensavo fossero decaduti, quali lo spirito di sacrificio e il pensare agli altri prima che a me stessa. Mi ha fatto capire una volta di più come io stia vivendo ai margini, poiché sento, vivo, credo certi problemi, ma ancora non mi sono lasciata coinvolgere fino in fondo. Osservando e vivendo con i ragazzi ho scoperto come sia povera la loro vita, almeno per qualcuno; per povera intendo che non sanno più giocare insieme, che cercano di passare il tempo alla meno peggio, che fare qualcosa di serio con qualcuno di loro è quasi impossibile. C'è voluta tanta pazienza per inserirli nel gruppo, per insegnare loro che cosa vuol dire vivere e giocare insieme. Mi aspettavo un interessamento più diretto da parte dei genitori (su 14 ne ho incontrato 5), ma forse anche loro come me devono farsi coinvolgere un po' di più dai loro ragazzi. Credo che nonostante il mio parere positivo sulla vita di colonia lo sarebbe stata ancora di più se tutti i genitori fossero stati presenti in alcuni momenti della nostra vita comune.
Lina
L'esperienza di quest'anno in colonia è stata abbastanza positiva. Ho avuto un gruppo di prima media. Devo dire che sono dei ragazzi abbastanza in gamba anche se purtroppo non sono stato capace di valorizzare a fondo le loro possibilità. I motivi di questo sono molti e mi sembra inutile stare a elencarli; adesso che la colonia è finita mi chiedo solo fino a che punto è arrivato il mio impegno, se non potevo fare di più, pur avendo cercato un atteggiamento di disponibilità verso i ragazzi. Se molte cose non sono andate per il giusto verso non mi sento di attribuire loro la colpa, piuttosto è una questione di attenzione mia verso di loro, di responsabilità che tante volte mi è mancata. A questo proposito mi è stata di grande aiuto la partecipazione di alcune mamme che si sono impegnate con noi nei lavoro di educazione in questo mese. È stata proprio la loro esperienza e il loro amore verso i ragazzi, l'impegno che si sono assunte oltre quello che già avevano a casa che mi ha fatto capire molte cose, soprattutto il fatto che non basta impegnare i ragazzi per far qualcosa, ma questo impegno deve essere accompagnato da un grande amore verso di loro. Credo quindi che questo mese a fianco di alcuni genitori sia stato un insegnamento continuo per tutti noi giovani e prendo l'occasione per ringraziare di cuore tutte queste persone. Non ho visto molti dei genitori dei miei ragazzi, un po' per mancanza di tempo e anche per altri motivi; non ho la pretesa di dire che sarebbero dovuti venire loro, piuttosto avrei dovuto impegnarmi io ad andare da loro con tutto il rispetto verso l'esperienza che ogni persona ha accumulato in tanti anni di educazione dei propri figli. Ritengo infatti impossibile educare i ragazzi da parte mia, se questo non avviene in un clima di collegamento e collaborazione coi genitori dalla cui esperienza posso soltanto attingere; d'altra parte non sarei onesto se nel mio compito educativo non fossi rispettoso dei valori che la famiglia trasmette ai ragazzi. Non ho detto molto, spero di cuore che il discorso possa continuare come negli anni precedenti, nel frattempo ringrazio e saluto tutte le famiglie chiedendo, nei limiti delle possibilità e di tempo, collaborazione sempre più educativa in un clima di vera amicizia. Grazie.
Giancarlo
Elena,
prima media
È la prima esperienza di vita di colonia e devo dire che per me è stata positiva. Il fatto di coinvolgermi con la vita dei ragazzi, anche se qualcuno non lo conoscevo, mi ha fatto riscoprire certi valori, che pensavo fossero decaduti, quali lo spirito di sacrificio e il pensare agli altri prima che a me stessa. Mi ha fatto capire una volta di più come io stia vivendo ai margini, poiché sento, vivo, credo certi problemi, ma ancora non mi sono lasciata coinvolgere fino in fondo. Osservando e vivendo con i ragazzi ho scoperto come sia povera la loro vita, almeno per qualcuno; per povera intendo che non sanno più giocare insieme, che cercano di passare il tempo alla meno peggio, che fare qualcosa di serio con qualcuno di loro è quasi impossibile. C'è voluta tanta pazienza per inserirli nel gruppo, per insegnare loro che cosa vuol dire vivere e giocare insieme. Mi aspettavo un interessamento più diretto da parte dei genitori (su 14 ne ho incontrato 5), ma forse anche loro come me devono farsi coinvolgere un po' di più dai loro ragazzi. Credo che nonostante il mio parere positivo sulla vita di colonia lo sarebbe stata ancora di più se tutti i genitori fossero stati presenti in alcuni momenti della nostra vita comune.
Lina
L'esperienza di quest'anno in colonia è stata abbastanza positiva. Ho avuto un gruppo di prima media. Devo dire che sono dei ragazzi abbastanza in gamba anche se purtroppo non sono stato capace di valorizzare a fondo le loro possibilità. I motivi di questo sono molti e mi sembra inutile stare a elencarli; adesso che la colonia è finita mi chiedo solo fino a che punto è arrivato il mio impegno, se non potevo fare di più, pur avendo cercato un atteggiamento di disponibilità verso i ragazzi. Se molte cose non sono andate per il giusto verso non mi sento di attribuire loro la colpa, piuttosto è una questione di attenzione mia verso di loro, di responsabilità che tante volte mi è mancata. A questo proposito mi è stata di grande aiuto la partecipazione di alcune mamme che si sono impegnate con noi nei lavoro di educazione in questo mese. È stata proprio la loro esperienza e il loro amore verso i ragazzi, l'impegno che si sono assunte oltre quello che già avevano a casa che mi ha fatto capire molte cose, soprattutto il fatto che non basta impegnare i ragazzi per far qualcosa, ma questo impegno deve essere accompagnato da un grande amore verso di loro. Credo quindi che questo mese a fianco di alcuni genitori sia stato un insegnamento continuo per tutti noi giovani e prendo l'occasione per ringraziare di cuore tutte queste persone. Non ho visto molti dei genitori dei miei ragazzi, un po' per mancanza di tempo e anche per altri motivi; non ho la pretesa di dire che sarebbero dovuti venire loro, piuttosto avrei dovuto impegnarmi io ad andare da loro con tutto il rispetto verso l'esperienza che ogni persona ha accumulato in tanti anni di educazione dei propri figli. Ritengo infatti impossibile educare i ragazzi da parte mia, se questo non avviene in un clima di collegamento e collaborazione coi genitori dalla cui esperienza posso soltanto attingere; d'altra parte non sarei onesto se nel mio compito educativo non fossi rispettoso dei valori che la famiglia trasmette ai ragazzi. Non ho detto molto, spero di cuore che il discorso possa continuare come negli anni precedenti, nel frattempo ringrazio e saluto tutte le famiglie chiedendo, nei limiti delle possibilità e di tempo, collaborazione sempre più educativa in un clima di vera amicizia. Grazie.
Giancarlo