VERBALE INCONTRI EQUIPE PASTORALE
VERBALE DELL'INCONTRO DEL 21 FEBBRAIO 2022
In data 21 FEBBRAIO si è riunita l’EQUIPE PASTORALE.
L’incontro è iniziato con un momento di riflessione sulla Parola del giorno che, come al solito, riesce a provocarci e a farci riflettere.
Ci siamo lasciati coinvolgere soprattutto da una frase: “Maestro ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto…ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. (Mc. 9.14-29)
Quante volte anche noi pensiamo di poter risolvere i problemi da soli.
Quante volte crediamo di poter fare come il Maestro ed eliminare le sofferenze senza disturbarlo.
In realtà non dobbiamo dimenticare una questione fondamentale: solo quando siamo vicini al Maestro e ci affidiamo a Lui, possiamo fare grandi cose.
Abbiamo quindi proseguito con una GRANDE NOVITÁ… alcuni nuovi membri hanno accolto il nostro invito a partecipare all’Equipe Pastorale e per questo dobbiamo ringraziarli di cuore. Sono:
- suor Nives Beonio, responsabile della scuola paritaria Cavagnis e rappresentante delle consacrate della nostra Unità Pastorale
- Guido Figà, portavoce dei giovani
- Marta Mazzoleni, rappresentante del gruppo missionario
Siamo poi passati a una revisione della serata tenutasi in oratorio il 3 febbraio, in cui abbiamo avuto la possibilità di incontrare ed ascoltare alcuni rappresentanti dei catechisti e del gruppo scout.
Il clima dell’incontro, a detta di tutti, è stato molto buono e costruttivo; due ore di animata condivisione in cui ciascuno ha potuto sperimentare la bellezza del sentirsi Chiesa. I partecipanti infatti, in modo molto fraterno, si sono confrontati fra loro ed hanno sottolineato alcune urgenze o priorità su cui siamo chiamati a riflettere, pregare e agire.
Per quanto riguarda l’AMBITO CARITATIVO bisognerebbe cercare di riportare al centro alcune marginalità e pensare a degli aiuti concreti, anche attraverso il coinvolgimento dei giovani.
Parlando invece delle FAMIGLIE e dei loro bisogni, sono stati suggeriti dei momentiinformali di confronto, per sostenerle maggiormente nella loro fatica educativa.
Per riuscire poi a raggiungere un numero sempre maggiore di persone ed economizzare le risorse presenti sul territorio, sarebbe opportuno creare delle collaborazioni in rete fra le Parrocchie e le varie associazioni (es. Aeper, scuola, associazioni sportive) e valorizzare le feste o i periodi di convivenza tra famiglie, come momenti in cui testimoniare ai più giovani la contentezza della fede e della vita matrimoniale.
Si è anche sottolineata l’esigenza di ripensare le MODALITÁ DELLA CATECHESI, condividendo i percorsi con le altre Comunità, mettendo in sinergia catechisti, metodo e coordinamento, proponendo dei percorsi paralleli per i ragazzi e le loro famiglie, valorizzando i percorsi di preparazione ai sacramenti e strutturando dei momenti di formazione per i catechisti.
Non bisogna infine dimenticare i GIOVANI che hanno espresso il loro desiderio/bisogno di avere dei luoghi dove potersi incontrare per vivere dei momenti di condivisione e anche di servizio. Come adulti siamo perciò chiamati a prestare maggior attenzione alla pastorale giovanile e a saper cogliere le esigenze degli studenti, ma anche dei giovani lavoratori.
Visto l’ottimo risultato dell’incontro del 3 febbraio, si decide di proseguire con la stessa modalità e a breve inviteremo altre categorie di persone che incontrano ragazzi e famiglie in ambiti più laici, come ad esempio la scuola o lo sport.
L’incontro è iniziato con un momento di riflessione sulla Parola del giorno che, come al solito, riesce a provocarci e a farci riflettere.
Ci siamo lasciati coinvolgere soprattutto da una frase: “Maestro ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto…ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. (Mc. 9.14-29)
Quante volte anche noi pensiamo di poter risolvere i problemi da soli.
Quante volte crediamo di poter fare come il Maestro ed eliminare le sofferenze senza disturbarlo.
In realtà non dobbiamo dimenticare una questione fondamentale: solo quando siamo vicini al Maestro e ci affidiamo a Lui, possiamo fare grandi cose.
Abbiamo quindi proseguito con una GRANDE NOVITÁ… alcuni nuovi membri hanno accolto il nostro invito a partecipare all’Equipe Pastorale e per questo dobbiamo ringraziarli di cuore. Sono:
- suor Nives Beonio, responsabile della scuola paritaria Cavagnis e rappresentante delle consacrate della nostra Unità Pastorale
- Guido Figà, portavoce dei giovani
- Marta Mazzoleni, rappresentante del gruppo missionario
Siamo poi passati a una revisione della serata tenutasi in oratorio il 3 febbraio, in cui abbiamo avuto la possibilità di incontrare ed ascoltare alcuni rappresentanti dei catechisti e del gruppo scout.
Il clima dell’incontro, a detta di tutti, è stato molto buono e costruttivo; due ore di animata condivisione in cui ciascuno ha potuto sperimentare la bellezza del sentirsi Chiesa. I partecipanti infatti, in modo molto fraterno, si sono confrontati fra loro ed hanno sottolineato alcune urgenze o priorità su cui siamo chiamati a riflettere, pregare e agire.
Per quanto riguarda l’AMBITO CARITATIVO bisognerebbe cercare di riportare al centro alcune marginalità e pensare a degli aiuti concreti, anche attraverso il coinvolgimento dei giovani.
Parlando invece delle FAMIGLIE e dei loro bisogni, sono stati suggeriti dei momentiinformali di confronto, per sostenerle maggiormente nella loro fatica educativa.
Per riuscire poi a raggiungere un numero sempre maggiore di persone ed economizzare le risorse presenti sul territorio, sarebbe opportuno creare delle collaborazioni in rete fra le Parrocchie e le varie associazioni (es. Aeper, scuola, associazioni sportive) e valorizzare le feste o i periodi di convivenza tra famiglie, come momenti in cui testimoniare ai più giovani la contentezza della fede e della vita matrimoniale.
Si è anche sottolineata l’esigenza di ripensare le MODALITÁ DELLA CATECHESI, condividendo i percorsi con le altre Comunità, mettendo in sinergia catechisti, metodo e coordinamento, proponendo dei percorsi paralleli per i ragazzi e le loro famiglie, valorizzando i percorsi di preparazione ai sacramenti e strutturando dei momenti di formazione per i catechisti.
Non bisogna infine dimenticare i GIOVANI che hanno espresso il loro desiderio/bisogno di avere dei luoghi dove potersi incontrare per vivere dei momenti di condivisione e anche di servizio. Come adulti siamo perciò chiamati a prestare maggior attenzione alla pastorale giovanile e a saper cogliere le esigenze degli studenti, ma anche dei giovani lavoratori.
Visto l’ottimo risultato dell’incontro del 3 febbraio, si decide di proseguire con la stessa modalità e a breve inviteremo altre categorie di persone che incontrano ragazzi e famiglie in ambiti più laici, come ad esempio la scuola o lo sport.
DALL’EQUIPE DELL’UNITA’ PASTORALE
VERBALE DELL'INCONTRO DEL 27 APRILE 2022
In data 27 aprile si è riunita l’EQUIPE PASTORALE.
Come in ogni nostro incontro, abbiamo iniziato con un momento di riflessione sul Vangelo del giorno che ci racconta un incontro molto particolare, quello di Gesù con Nicodemo. Questa bellissima figura rappresenta l’inquietudine umana, quel desiderio profondo di trovare la Verità della propria vita, quel bisogno di Luce che lo fa muovere di notte per andare a cercare il Signore e la sua salvezza. E Gesù, quando lo incontra, gli rivela l’amore del Padre: ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita..’ (Gv. 3,16). Questa è l’unica verità del nostro essere cristiani e la ragione del nostro incontrarci: vivere nella luce di questo amore che ci è donato gratuitamente ed essere portatori, noi stessi, di luce e di amore per gli altri.
Siamo poi passati alla revisione del nostro secondo incontro di condivisione, tenutosi in oratorio il 25 marzo. Durante questa serata abbiamo avuto l’occasione di incontrare ed ascoltare alcuni rappresentanti del mondo della scuola e dello sport e alcuni referenti che lavorano a stretto contatto con la fragilità familiare.Come nell’incontro precedente, si è subito creato un clima molto sereno in cui ciascuno ha potuto esprimersi in modo fraterno e costruttivo. Anche in questa occasione abbiamo cercato di capire le questioni educative che gli adulti devono affrontare quando entrano in relazione con i ragazzi e abbiamo sottolineato alcune urgenze, a cui la nostra Comunità deve dare delle risposte che siano all’altezza delle sfide in esse contenute.
Sia nell’ambito sportivo, che in quello scolastico le problematiche evidenziate sono le stesse. I nostri ragazzi fanno sempre più fatica a mantenere fede agli impegni presi e devono essere continuamente stimolati, sono molto fragili nella relazione con i pari, nel rispetto delle regole condivise e nella gestione delle emozioni, soprattutto di quelle legate alla frustrazione e al fallimento, che talvolta la vita presenta. Sia la scuola che le società sportive si sono attivate per creare dei progetti educativi e di crescita personale, anche con l’aiuto di psicologi e di educatori qualificati. Non sempre però le famiglie vengono a conoscenza di quanto viene fatto e delle offerte che le diverse agenzie territoriali mettono in campo. Per questo, fondamentale si ritiene fondamentale ripartire da un’alleanza che coinvolga tutte le agenzie educative e che metta in rete in modo più capillare ed efficace, tutto ciò che ciascuna agenzia propone. Non ci si educa e non si educa da soli. Tutti siamo coinvolti nell’impegno educativo; ciascun adulto e tutte le componenti della compagine sociale porta una responsabilità, che non può essere delegata solo ad alcuni. È necessario recuperare quello spirito di Comunità, oggi potentemente minacciato da un grande individualismo e ricominciare a lavorare insieme per il bene di tutti, soprattutto per aiutare e sostenere coloro che sono più in difficoltà e che non sempre hanno la forza o il coraggio di chiedere aiuto.
Durante il nostro prossimo incontro ci metteremo in ascolto dei destinatari delle nostre azioni educative e incontreremo alcuni ragazzi o giovani.
La segretaria dell’equipe
Betty Tiraboschi
Come in ogni nostro incontro, abbiamo iniziato con un momento di riflessione sul Vangelo del giorno che ci racconta un incontro molto particolare, quello di Gesù con Nicodemo. Questa bellissima figura rappresenta l’inquietudine umana, quel desiderio profondo di trovare la Verità della propria vita, quel bisogno di Luce che lo fa muovere di notte per andare a cercare il Signore e la sua salvezza. E Gesù, quando lo incontra, gli rivela l’amore del Padre: ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita..’ (Gv. 3,16). Questa è l’unica verità del nostro essere cristiani e la ragione del nostro incontrarci: vivere nella luce di questo amore che ci è donato gratuitamente ed essere portatori, noi stessi, di luce e di amore per gli altri.
Siamo poi passati alla revisione del nostro secondo incontro di condivisione, tenutosi in oratorio il 25 marzo. Durante questa serata abbiamo avuto l’occasione di incontrare ed ascoltare alcuni rappresentanti del mondo della scuola e dello sport e alcuni referenti che lavorano a stretto contatto con la fragilità familiare.Come nell’incontro precedente, si è subito creato un clima molto sereno in cui ciascuno ha potuto esprimersi in modo fraterno e costruttivo. Anche in questa occasione abbiamo cercato di capire le questioni educative che gli adulti devono affrontare quando entrano in relazione con i ragazzi e abbiamo sottolineato alcune urgenze, a cui la nostra Comunità deve dare delle risposte che siano all’altezza delle sfide in esse contenute.
Sia nell’ambito sportivo, che in quello scolastico le problematiche evidenziate sono le stesse. I nostri ragazzi fanno sempre più fatica a mantenere fede agli impegni presi e devono essere continuamente stimolati, sono molto fragili nella relazione con i pari, nel rispetto delle regole condivise e nella gestione delle emozioni, soprattutto di quelle legate alla frustrazione e al fallimento, che talvolta la vita presenta. Sia la scuola che le società sportive si sono attivate per creare dei progetti educativi e di crescita personale, anche con l’aiuto di psicologi e di educatori qualificati. Non sempre però le famiglie vengono a conoscenza di quanto viene fatto e delle offerte che le diverse agenzie territoriali mettono in campo. Per questo, fondamentale si ritiene fondamentale ripartire da un’alleanza che coinvolga tutte le agenzie educative e che metta in rete in modo più capillare ed efficace, tutto ciò che ciascuna agenzia propone. Non ci si educa e non si educa da soli. Tutti siamo coinvolti nell’impegno educativo; ciascun adulto e tutte le componenti della compagine sociale porta una responsabilità, che non può essere delegata solo ad alcuni. È necessario recuperare quello spirito di Comunità, oggi potentemente minacciato da un grande individualismo e ricominciare a lavorare insieme per il bene di tutti, soprattutto per aiutare e sostenere coloro che sono più in difficoltà e che non sempre hanno la forza o il coraggio di chiedere aiuto.
Durante il nostro prossimo incontro ci metteremo in ascolto dei destinatari delle nostre azioni educative e incontreremo alcuni ragazzi o giovani.
La segretaria dell’equipe
Betty Tiraboschi
Cammino sinodale delle Chiese in Italia
Siamo al secondo anno della prima fase del cammino sinodale delle Chiese d’Italia: quella NARRATIVA. A questa fase seguirà quella SAPIENZIALE (2023-2024) in cui si cercherà di discernere ciò che è stato raccolto attraverso l’ascolto ed infine quella PROFETICA, che terminerà nel 2025 ed in cui verranno assunte delle scelte che trasformeranno il volto della nostra Chiesa, secondo le strade aperte dal Concilio Vaticano II.
A livello diocesano, il primo anno è stato caratterizzato dal coinvolgimento e dall’ascolto di alcuni gruppi. In questo nuovo Anno Pastorale il cerchio si allarga e ogni chiesa locale è chiamata ad adottare uno stile sinodale fondato sulla partecipazione e l’ascolto dell’intero popolo di Dio, continuando il cammino secondo nuove prospettive.
Dal lavoro dello scorso anno pastorale, terminato con l’assemblea dei vescovi italiani, sono scaturiti infatti tre nuovi ambiti pastorali su cui confrontarsi: ‘I cantieri di Betania’.
Il termine CANTIERE ci ricorda un luogo delimitato, dove spesso si scava per poter costruire qualcosa di nuovo. Sicuramente questo nome non è stato scelto a caso dai nostri vescovi, il cantiere, infatti, rappresenta in modo simbolico ciò che anche noi siamo chiamati a fare. La nostra Chiesa, sempre impegnata in mille attività, è chiamata a fermarsi, a scavare e andare in profondità su alcuni nuclei fondamentali, a condividere attraverso la narrazione personale le proprie esperienze di vita, a testimoniare il proprio incontro con il Signore e a creare nuove connessioni e nuovi stili di essere Chiesa che cammina insieme, sulle orme del proprio Maestro.
Solo in questo modo le nostre comunità diventeranno come la casa di Betania: luoghi di accoglienza, di incontro, di ascolto e di corresponsabilità.
I tre cantieri ‘nazionali’ hanno il seguente titolo:
A questi tre cantieri se ne aggiunge un quarto, individuato da ogni diocesi. Bergamo ha scelto:
Preghiamo perché questi momenti di ascolto ci aiutino, sempre più, a diventare una Comunità capace di camminare insieme, guidata dal soffio dello Spirito.
La segretaria
Betty
A livello diocesano, il primo anno è stato caratterizzato dal coinvolgimento e dall’ascolto di alcuni gruppi. In questo nuovo Anno Pastorale il cerchio si allarga e ogni chiesa locale è chiamata ad adottare uno stile sinodale fondato sulla partecipazione e l’ascolto dell’intero popolo di Dio, continuando il cammino secondo nuove prospettive.
Dal lavoro dello scorso anno pastorale, terminato con l’assemblea dei vescovi italiani, sono scaturiti infatti tre nuovi ambiti pastorali su cui confrontarsi: ‘I cantieri di Betania’.
Il termine CANTIERE ci ricorda un luogo delimitato, dove spesso si scava per poter costruire qualcosa di nuovo. Sicuramente questo nome non è stato scelto a caso dai nostri vescovi, il cantiere, infatti, rappresenta in modo simbolico ciò che anche noi siamo chiamati a fare. La nostra Chiesa, sempre impegnata in mille attività, è chiamata a fermarsi, a scavare e andare in profondità su alcuni nuclei fondamentali, a condividere attraverso la narrazione personale le proprie esperienze di vita, a testimoniare il proprio incontro con il Signore e a creare nuove connessioni e nuovi stili di essere Chiesa che cammina insieme, sulle orme del proprio Maestro.
Solo in questo modo le nostre comunità diventeranno come la casa di Betania: luoghi di accoglienza, di incontro, di ascolto e di corresponsabilità.
I tre cantieri ‘nazionali’ hanno il seguente titolo:
- Il cantiere della strada e del villaggio, in cui siamo chiamati ad interfacciare tutte le persone che quotidianamente incontriamo sulla nostra strada, soprattutto quelle che solitamente vengono abbandonate sul bordo della strada.
- Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale, in cui siamo chiamati a confrontarci sulle due dimensioni pastorali del servizio (Marta) e dell’ascolto (Maria) : dimensioni che non possono essere contrapposte, ma che si illuminano a vicenda
A questi tre cantieri se ne aggiunge un quarto, individuato da ogni diocesi. Bergamo ha scelto:
- Il cantiere dell’autorità e della condivisione della responsabilità, in cui emerge la necessità di confrontarci sul senso e sulle diverse forme di condivisione della responsabilità. Anche nella Chiesa, come in ogni casa, serve una guida capace di camminare accanto agli altri, ma è necessario anche che ciascuno si senta responsabile, secondo il proprio ruolo (o vocazione).
Preghiamo perché questi momenti di ascolto ci aiutino, sempre più, a diventare una Comunità capace di camminare insieme, guidata dal soffio dello Spirito.
La segretaria
Betty