2007
FUNZIONA ANCORA IL NATALE...
... ma l’ultimo dell’anno ancora di più
Carissimi Zognesi,
festa grande il Natale dalle nostre parti con tutte le contraddizioni legate alle cose che sovrastano l’accoglienza del Signore Gesù... Il titolo vi dice che ho notato un grande afflusso la notte di Natale, e anche il giorno... poi tutto si ricompone nella normalità, come se non fosse venuto al mondo il Figlio di Dio, ma neanche un figlio d’uomo. Le luci brillano, tutti si buttano per strada intabarrati e infreddoliti nonostante i piles e tutte le stregonerie del nuovo look, ci si saluta festanti e gioiosi, c’è riconoscimento di chi ci sta vicino, di chi, magari per tutto l’anno non guardiamo neanche in faccia, ma in quel giorno, almeno in quel giorno... bisogna essere più buoni... Come se Gesù fosse venuto al mondo, si fosse fatto uomo, per renderci buoni almeno un giorno all’anno...
Eppure l’atmosfera funziona ancora e allora bisogna servirsene di questa atmosfera e renderla inizio di un nuovo modo di interpretare l’incontro con i fratelli... se fosse così facile, se bastasse accendere le lucine per le strade per renderci tutti più attenti agli altri... ma occorre davvero molta apertura, cuore grande, disponibilità e occorre scegliere di lasciarsi condurre da chi ha dato tutto se stesso, che è dono, non solo è capace di amore, ma è l’amore del Padre vivo in mezzo a noi, fatto carne.
Il Natale, questo Natale ci ha condotto a contemplare il dono e allora volgendo un’attenzione tutta speciale in questo primo mese dell’anno al nostro oratorio, all’impegno profuso continuamente da don Samuele e collaboratori soprattutto verso gli adolescenti e i giovani, impariamo che l’educazione è cosa del cuore, riguarda il mio cuore, il nostro cuore, quello di ognuno perché ci abiti Lui e ci doni la sua stessa vita e ci permetta e aiuti a trasmetterla, anche in questi tempi con rinnovato entusiasmo e con la gioia di crederci davvero. S. Giovanni Bosco, patrono del nostro oratorio, illumini le scelte e ci renda sempre più appassionati dell’annuncio nel condividere le scelte educative e gli impegni di partecipazione. Impariamo a non essere profeti di sventura, mai contenti, sempre pronti a rivangare, a dire che era meglio prima senza far nulla per migliorare lo stare insieme... mettiamoci in ascolto e troveremo insieme il modo migliore per incontrare il Signore e farlo incontrare anche ai ragazzi e ai giovani. Prima però dobbiamo incontrarlo noi adulti e testimoniarlo.
Auguri
Angelo prete
festa grande il Natale dalle nostre parti con tutte le contraddizioni legate alle cose che sovrastano l’accoglienza del Signore Gesù... Il titolo vi dice che ho notato un grande afflusso la notte di Natale, e anche il giorno... poi tutto si ricompone nella normalità, come se non fosse venuto al mondo il Figlio di Dio, ma neanche un figlio d’uomo. Le luci brillano, tutti si buttano per strada intabarrati e infreddoliti nonostante i piles e tutte le stregonerie del nuovo look, ci si saluta festanti e gioiosi, c’è riconoscimento di chi ci sta vicino, di chi, magari per tutto l’anno non guardiamo neanche in faccia, ma in quel giorno, almeno in quel giorno... bisogna essere più buoni... Come se Gesù fosse venuto al mondo, si fosse fatto uomo, per renderci buoni almeno un giorno all’anno...
Eppure l’atmosfera funziona ancora e allora bisogna servirsene di questa atmosfera e renderla inizio di un nuovo modo di interpretare l’incontro con i fratelli... se fosse così facile, se bastasse accendere le lucine per le strade per renderci tutti più attenti agli altri... ma occorre davvero molta apertura, cuore grande, disponibilità e occorre scegliere di lasciarsi condurre da chi ha dato tutto se stesso, che è dono, non solo è capace di amore, ma è l’amore del Padre vivo in mezzo a noi, fatto carne.
Il Natale, questo Natale ci ha condotto a contemplare il dono e allora volgendo un’attenzione tutta speciale in questo primo mese dell’anno al nostro oratorio, all’impegno profuso continuamente da don Samuele e collaboratori soprattutto verso gli adolescenti e i giovani, impariamo che l’educazione è cosa del cuore, riguarda il mio cuore, il nostro cuore, quello di ognuno perché ci abiti Lui e ci doni la sua stessa vita e ci permetta e aiuti a trasmetterla, anche in questi tempi con rinnovato entusiasmo e con la gioia di crederci davvero. S. Giovanni Bosco, patrono del nostro oratorio, illumini le scelte e ci renda sempre più appassionati dell’annuncio nel condividere le scelte educative e gli impegni di partecipazione. Impariamo a non essere profeti di sventura, mai contenti, sempre pronti a rivangare, a dire che era meglio prima senza far nulla per migliorare lo stare insieme... mettiamoci in ascolto e troveremo insieme il modo migliore per incontrare il Signore e farlo incontrare anche ai ragazzi e ai giovani. Prima però dobbiamo incontrarlo noi adulti e testimoniarlo.
Auguri
Angelo prete
In cammino
sulle strade della vita
Carissimi, abbiamo appena lasciato alle spalle la festa di S. Giovanni Bosco, patrono del nostro oratorio. Festa dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie. Ci si è trovati a meditare sull’educazione e abbiamo approfondito uno stile che va sperimentato e vissuto. Ma l’idea che si percepisce incontrando i genitori, è la convinzione di non poter far nulla contro lo strapotere della televisione, delle amicizie, del modo di comportarsi che i nostri ragazzi e giovani imparano stando insieme.
Ma voi genitori siete convinti che bisogna trasmettere quello che credete?! Siete credenti?! Vi siete messi e vi mettete sempre di nuovo in cammino sulle strade della vita con lo stile dei credenti o avete già assorbito la mentalità di questo nostro mondo e rinunciate a comunicare la vostra fede tanto... “non si riesce”, “è una guerra già persa in partenza”, “non ne vale la pena”, “tutti la pensano così” ...??
S. Giovanni Bosco ci ha ripetuto che l’educazione è cosa che riguarda il cuore, la passio- ne, l’amore. Quando si ama ci si sacrifica senza brontolare, ci si regala senza pretendere ringraziamenti, ci si mette a disposizione comunicando con chiarezza quello che è la vita. I nostri ragazzi devono imparare dalla vita dei genitori, degli educatori, dalle loro parole: se sentono bestemmie imparano bestemmie, se non vedono pregare non imparano a pregare, se la domenica è il giorno del relax, del divertimento, questo imparano...
Cari genitori, è questo che volete dai vostri figli?!? Il loro avvenire è nelle vostre mani cercate sempre il dialogo, la fiducia, il rispetto e fate vostra la Parola di Dio per poi trasmetterla a loro nel modo più semplice possibile. Mettetecela tutta!! Siate convinti di voi stessi e sono sicuro che raggiungerete ciò che vi siete PROPOSTI di fare. Ci conto!! Nel mese di febbraio tanti sono gli appuntamenti due in particolare che ci coinvolgono: IL CARNEVALE molto gradito da grandi e piccini... la sfilata per il paese, bella!! Quanti colori!!... si balla... si canta!... si mangiano le frittelle che tante volenterose preparano in oratorio... buone!!
Peccato però, che tutto questo, venga rovinato da quelle “stupide” (permettetemi la parolaccia) ed insignificanti “bombolette schiuma” che distruggono irreparabilmente il tanto lavoro di numerose persone. Mi auguro che, chi di dovere, prenda provvedimenti, per poter trascorrere una giornata all’insegna del divertimento “vero” e di “sana” allegria.
LA QUARESIMA inizia con il mercoledì delle ceneri il 21 febbraio. È tempo di preghiera, meditazione e sacrificio, ma soprattutto tempo di amore e carità verso il prossimo. Questo periodo così “lungo” è necessario per prepararci alla Santa Pasqua. Mettiamoci tutti in cammino, percorriamo quella strada dove Gesù cadde tre volte, raggiungiamo quella vetta dove venne messo in croce, andiamo uniti e convinti che Lui ci con- duce alla Vita che non avrà mai fine e ci renderà capaci di vita per chi incontriamo sul nostro cammino.
Auguri
Angelo prete
Ma voi genitori siete convinti che bisogna trasmettere quello che credete?! Siete credenti?! Vi siete messi e vi mettete sempre di nuovo in cammino sulle strade della vita con lo stile dei credenti o avete già assorbito la mentalità di questo nostro mondo e rinunciate a comunicare la vostra fede tanto... “non si riesce”, “è una guerra già persa in partenza”, “non ne vale la pena”, “tutti la pensano così” ...??
S. Giovanni Bosco ci ha ripetuto che l’educazione è cosa che riguarda il cuore, la passio- ne, l’amore. Quando si ama ci si sacrifica senza brontolare, ci si regala senza pretendere ringraziamenti, ci si mette a disposizione comunicando con chiarezza quello che è la vita. I nostri ragazzi devono imparare dalla vita dei genitori, degli educatori, dalle loro parole: se sentono bestemmie imparano bestemmie, se non vedono pregare non imparano a pregare, se la domenica è il giorno del relax, del divertimento, questo imparano...
Cari genitori, è questo che volete dai vostri figli?!? Il loro avvenire è nelle vostre mani cercate sempre il dialogo, la fiducia, il rispetto e fate vostra la Parola di Dio per poi trasmetterla a loro nel modo più semplice possibile. Mettetecela tutta!! Siate convinti di voi stessi e sono sicuro che raggiungerete ciò che vi siete PROPOSTI di fare. Ci conto!! Nel mese di febbraio tanti sono gli appuntamenti due in particolare che ci coinvolgono: IL CARNEVALE molto gradito da grandi e piccini... la sfilata per il paese, bella!! Quanti colori!!... si balla... si canta!... si mangiano le frittelle che tante volenterose preparano in oratorio... buone!!
Peccato però, che tutto questo, venga rovinato da quelle “stupide” (permettetemi la parolaccia) ed insignificanti “bombolette schiuma” che distruggono irreparabilmente il tanto lavoro di numerose persone. Mi auguro che, chi di dovere, prenda provvedimenti, per poter trascorrere una giornata all’insegna del divertimento “vero” e di “sana” allegria.
LA QUARESIMA inizia con il mercoledì delle ceneri il 21 febbraio. È tempo di preghiera, meditazione e sacrificio, ma soprattutto tempo di amore e carità verso il prossimo. Questo periodo così “lungo” è necessario per prepararci alla Santa Pasqua. Mettiamoci tutti in cammino, percorriamo quella strada dove Gesù cadde tre volte, raggiungiamo quella vetta dove venne messo in croce, andiamo uniti e convinti che Lui ci con- duce alla Vita che non avrà mai fine e ci renderà capaci di vita per chi incontriamo sul nostro cammino.
Auguri
Angelo prete
Quaresima:
dove si vive il dono della vita di Dio
Marzo: siamo a metà quaresima: quattro settimane intense, piene di annuncio e di vita, di celebrazioni, ritiri, incontri ed esperienze. Che bello trovarsi insieme e scoprire il senso del vivere da Credenti. Che bello lasciarsi aiutare all’incontro con il Signore che cammina sulla strada dell’annullamento di sé per il bene di ognuno di noi.
“Lasciatevi riconciliare con Dio” ci dice Paolo il mercoledì delle ceneri. L’offeso va alla ricerca e chiede a chi offende di permettergli di volergli bene, di dimostrargli ancora il suo amore, di fargli sentire la sua presenza di salvezza. Quanta differenza con il nostro agire! Quanti errori tra noi che si sedimentano e non vanno più via, non si levano più dal nostro cuore!
“Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. Le notizie che si rincorrono nei nostri telegiornali ci continuano a ripetere di gente che uccide e che vuole lasciarsi morire, che fa saltar per aria altra gente come se fosse la padrona della vita e invece dà solo disperazione e morte e non offre nient’altro. Lui continua a venirci vicino e noi continuiamo ad allontanarci ancor di più pretendendo che vada d’accordo con la nostra convinzione di vincere i problemi, distruggendo ... invece, vuole solo costruire, aiutarci ad amare, a vincere il male con il bene. Che cosa possiamo fare perché il dono di Dio non passi invano per noi? La Chiesa ci offre dei mezzi bistrattati e messi in naftalina, ma efficaci e importanti se vissuti e non subiti: il digiuno, la preghiera e la penitenza.
La preghiera è il ritrovare la gioia del dialogo con Dio, del rapportarci con Colui che è vita per noi: bisogna trovare il tempo della preghiera personale, familiare (il libretto distribuito ai ragazzi e alle famiglie ci aiuti a riconoscerci figli di Dio e fratelli) e comunitaria. Bisogna uscire dagli schemi del divertimento, relax davanti ai videogiochi che ci “rimbambiscono”, la tv che non aiuta a rientrare in noi stessi. Il digiuno è dire che vale la pena orientare decisamente anche il proprio corpo al Signore e vivere nel dono e nell’impegno per costruire e non distruggere. La penitenza è mettersi in ricerca di ciò che vale davvero per donarsi con più continuità e amore.
Carissimi amici di Zogno se vogliamo vivere gioiosamente la Pasqua dobbiamo metterci decisamente in cammino, non tralasciare nulla di ciò che è donato dalla comunità, dalla vicaria e dalla diocesi per incontrarsi più spesso e meglio con Dio e con i fratelli.
Buona quaresima amici miei
Il Signore ci aiuti e vivere l’incontro.
Angelo prete
“Lasciatevi riconciliare con Dio” ci dice Paolo il mercoledì delle ceneri. L’offeso va alla ricerca e chiede a chi offende di permettergli di volergli bene, di dimostrargli ancora il suo amore, di fargli sentire la sua presenza di salvezza. Quanta differenza con il nostro agire! Quanti errori tra noi che si sedimentano e non vanno più via, non si levano più dal nostro cuore!
“Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. Le notizie che si rincorrono nei nostri telegiornali ci continuano a ripetere di gente che uccide e che vuole lasciarsi morire, che fa saltar per aria altra gente come se fosse la padrona della vita e invece dà solo disperazione e morte e non offre nient’altro. Lui continua a venirci vicino e noi continuiamo ad allontanarci ancor di più pretendendo che vada d’accordo con la nostra convinzione di vincere i problemi, distruggendo ... invece, vuole solo costruire, aiutarci ad amare, a vincere il male con il bene. Che cosa possiamo fare perché il dono di Dio non passi invano per noi? La Chiesa ci offre dei mezzi bistrattati e messi in naftalina, ma efficaci e importanti se vissuti e non subiti: il digiuno, la preghiera e la penitenza.
La preghiera è il ritrovare la gioia del dialogo con Dio, del rapportarci con Colui che è vita per noi: bisogna trovare il tempo della preghiera personale, familiare (il libretto distribuito ai ragazzi e alle famiglie ci aiuti a riconoscerci figli di Dio e fratelli) e comunitaria. Bisogna uscire dagli schemi del divertimento, relax davanti ai videogiochi che ci “rimbambiscono”, la tv che non aiuta a rientrare in noi stessi. Il digiuno è dire che vale la pena orientare decisamente anche il proprio corpo al Signore e vivere nel dono e nell’impegno per costruire e non distruggere. La penitenza è mettersi in ricerca di ciò che vale davvero per donarsi con più continuità e amore.
Carissimi amici di Zogno se vogliamo vivere gioiosamente la Pasqua dobbiamo metterci decisamente in cammino, non tralasciare nulla di ciò che è donato dalla comunità, dalla vicaria e dalla diocesi per incontrarsi più spesso e meglio con Dio e con i fratelli.
Buona quaresima amici miei
Il Signore ci aiuti e vivere l’incontro.
Angelo prete
Aprile: esplode la Pasqua
Cristo risorto ci fa nuove creature
“L’è longa come la quarisma”, si dice di un periodo difficile o di una sofferenza che ci tocca particolarmente nel cuore. Così è subentrata l’idea che la quaresima sia il periodo più impegnativo dell’anno liturgico ed è entrata nella nostra mentalità la convinzione che basta vivere bene la quaresima per vivere al meglio la Pasqua. Devo dirvi che questo non è per nulla vero, anzi il bello della quaresima “vissuta” si scorge e si nota proprio nel vivere il tempo pasquale, tempo dei frutti preparati, come fa il terreno d’inverno, nella fatica e nella sofferenza, frutti che devono emergere e farsi vedere.
Tutto ci conduce e tutto ricomincia dalla Pasqua. La morte e la risurrezione di Cristo è il centro, il fulcro, il senso del nostro vivere. Senza la Pasqua non avrebbe senso nulla. Ecco perché la quaresima è importante ed è da vivere intensamente.
Poi, usciti dalla quaresima, bisogna imparare a vivere la gioia dell’essere nuovi, della risurrezione, della vita donata, dell’incontro con il Risorto che ci mostra la bellezza del vivere insieme, della comunità dei credenti, del gioire con chi è nella gioia e del partecipare alla sofferenza di chi è nel dolore. Ecco perché la Chiesa ci invita a vivere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nel tempo pasquale: per comprendere che dalla morte e risurrezione di Cristo noi siamo fatti nuovi e riceviamo quello che ci rende portatori di vita nuova ogni giorno.
Tempo di gioia per le famiglie nella celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: i genitori sono invitati, come durante l’anno, a essere presenti, a vivere insieme con i loro figli la gioia dell’incontro con l’amore misericordioso del Padre che perdona (prima Confessione), a nutrirsi del Pane della Vita (prima Comunione), a Confermare la propria fede con l’aiuto del sacramento della Cresima e dello Spirito Santo e a professare pubblicamente, davanti a tutta la comunità, la propria fede.
Allora anche il tempo pasquale è impegnativo, ci conduce a far festa nel nome del Signore e a vivere l’incontro con Lui per stare con i fratelli nella gioia di essere perdonati e salvati.
Buona Pasqua amici miei!
I frutti del Cristo Risorto alimentino la nostra comunità.
Angelo prete
Tutto ci conduce e tutto ricomincia dalla Pasqua. La morte e la risurrezione di Cristo è il centro, il fulcro, il senso del nostro vivere. Senza la Pasqua non avrebbe senso nulla. Ecco perché la quaresima è importante ed è da vivere intensamente.
Poi, usciti dalla quaresima, bisogna imparare a vivere la gioia dell’essere nuovi, della risurrezione, della vita donata, dell’incontro con il Risorto che ci mostra la bellezza del vivere insieme, della comunità dei credenti, del gioire con chi è nella gioia e del partecipare alla sofferenza di chi è nel dolore. Ecco perché la Chiesa ci invita a vivere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nel tempo pasquale: per comprendere che dalla morte e risurrezione di Cristo noi siamo fatti nuovi e riceviamo quello che ci rende portatori di vita nuova ogni giorno.
Tempo di gioia per le famiglie nella celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: i genitori sono invitati, come durante l’anno, a essere presenti, a vivere insieme con i loro figli la gioia dell’incontro con l’amore misericordioso del Padre che perdona (prima Confessione), a nutrirsi del Pane della Vita (prima Comunione), a Confermare la propria fede con l’aiuto del sacramento della Cresima e dello Spirito Santo e a professare pubblicamente, davanti a tutta la comunità, la propria fede.
Allora anche il tempo pasquale è impegnativo, ci conduce a far festa nel nome del Signore e a vivere l’incontro con Lui per stare con i fratelli nella gioia di essere perdonati e salvati.
Buona Pasqua amici miei!
I frutti del Cristo Risorto alimentino la nostra comunità.
Angelo prete
Mese di maggio
I Sacramenti
I sacramenti sono i frutti della Pasqua, l’alimento e il sostegno della fede e quindi della Chiesa. Non c’è Chiesa senza Eucaristia e non c’è Eucaristia senza Chiesa.
Carissimi,
pensate a quanto impegno i sacerdoti, i catechisti, i genitori, i responsabili, voi tutti, offrono-offrite, per arrivare alla celebrazione ben preparati, consapevoli di quello che si vuole vivere, di quello che ci viene regalato... regalato da Colui che agisce per il nostro perdono e per il nostro nutrimento.
Vi devo dire, però, amici miei che, ultimamente, ho riscontrato risonanze molto negative riguardo alla sensibilità, da parte di alcuni di voi, ai sacramenti da vivere. Mi han fatto riflettere certi atteggiamenti, alcune ripercussioni sulla vita della famiglia e della comunità ecclesiale.
Ci sono genitori che “faticano” a trovare il tempo per vivere con i loro figli la prima Confessione, la prima Comunione, la Cresima... e anche la semplice Messa!! Sono rari e meno male, ma, purtroppo ci sono!!
NON SI TROVA IL TEMPO PER I PROPRI FIGLI?!?
Ma non vi sembra una cosa “irreale”?!!.... Non trovare il tempo per vivere insieme questi momenti così importanti, sempre che lo siano veramente e non perché costretti al “bisogna farlo” e basta....
Mi rivolgo a voi cari genitori, mettete da parte la “festa”... i “regali”... il vestito elegante, firmato... e tutto ciò che non vi avvicina a Lui. Lasciate che i vostri figli non siano condizionati dal dover figurare belli!!
Lasciate che vadano incontro al Perdono, al Ricevere e a essere testimoni di Colui che è morto e risorto per noi !!
Lui è li che aspetta tutti a braccia aperte, pronto a perdonare e a far sì che il suo sacrificio non sia stato inutile.
Non perdiamo questo grande incontro, se ci crediamo veramente... Il mese di Maggio è dedicato alla mamma di Gesù, Maria, preghiamo lei di esserci vicino come fece con il proprio figlio.
Colgo l’occasione di fare gli auguri a tutte le mamme!!!
Auguri!!
Angelo prete
Carissimi,
pensate a quanto impegno i sacerdoti, i catechisti, i genitori, i responsabili, voi tutti, offrono-offrite, per arrivare alla celebrazione ben preparati, consapevoli di quello che si vuole vivere, di quello che ci viene regalato... regalato da Colui che agisce per il nostro perdono e per il nostro nutrimento.
Vi devo dire, però, amici miei che, ultimamente, ho riscontrato risonanze molto negative riguardo alla sensibilità, da parte di alcuni di voi, ai sacramenti da vivere. Mi han fatto riflettere certi atteggiamenti, alcune ripercussioni sulla vita della famiglia e della comunità ecclesiale.
Ci sono genitori che “faticano” a trovare il tempo per vivere con i loro figli la prima Confessione, la prima Comunione, la Cresima... e anche la semplice Messa!! Sono rari e meno male, ma, purtroppo ci sono!!
NON SI TROVA IL TEMPO PER I PROPRI FIGLI?!?
Ma non vi sembra una cosa “irreale”?!!.... Non trovare il tempo per vivere insieme questi momenti così importanti, sempre che lo siano veramente e non perché costretti al “bisogna farlo” e basta....
Mi rivolgo a voi cari genitori, mettete da parte la “festa”... i “regali”... il vestito elegante, firmato... e tutto ciò che non vi avvicina a Lui. Lasciate che i vostri figli non siano condizionati dal dover figurare belli!!
Lasciate che vadano incontro al Perdono, al Ricevere e a essere testimoni di Colui che è morto e risorto per noi !!
Lui è li che aspetta tutti a braccia aperte, pronto a perdonare e a far sì che il suo sacrificio non sia stato inutile.
Non perdiamo questo grande incontro, se ci crediamo veramente... Il mese di Maggio è dedicato alla mamma di Gesù, Maria, preghiamo lei di esserci vicino come fece con il proprio figlio.
Colgo l’occasione di fare gli auguri a tutte le mamme!!!
Auguri!!
Angelo prete
GIUGNO - Tempo di somme... tempo di vacanze...
Si incontrano i ragazzi al mattino tutti allegri e pimpanti, capisci che il motivo è la vicinanza della fine della scuola, gli impegni si orientano verso le vacanze, il C.R.E., lo stare in famiglia, l’essere liberi... Nella Comunità parrocchiale abbiamo terminato la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e ci si domanda se il cammino compiuto è stato ‘fruttuoso’ o meno, se i ragazzi hanno veramente creduto al grande passo vissuto e se tutti noi ci siamo dati da fare per il Regno di Dio. Io spero di vero cuore, che le “fatiche” di chi ha camminato insieme a loro, non siano andate in fumo e sono anche ottimista nel pensare che la mia “predica” del mese scorso sia stata percepita. Mi è sembrato di carpire osservando i tanti volti visti, che l’emozione e la preoccupazione facevano capolino e questo dava modo di essere più concentrati e attenti....
La nostra comunità ha bisogno di attenzione, inoltre possiede tanta ricchezza “spirituale”; bisogna saperla cogliere, valorizzarla, aumentarla, grazie anche al prezioso contributo che ognuno di noi può dare. Non chiudiamoci, mettiamoci in discussione, non stiamo a pensare o a dire: «Per chi, o per che cosa sto faticando, spendendo le mie ore, la mia passione, le mie energie? Vale la pena uscire di casa e “perdere” tanto tempo...»?
Penso proprio di sì, vi assicuro che non si perde tempo!! Lo si guadagna.
Forza allora rimbocchiamoci le maniche e appassioniamoci alla vita parrocchiale, al nostro oratorio che fra non molto si riempirà di tante vo- ci, di mille colori... tutti felici andiamo incontro ad una grande e aspettata iniziativa che è il C.R.E.: quattro settimane intensissime per bambi- ni, ragazzi, adolescenti, mamme, animatori, don Samuele... un’occasione di arricchimento senza precedenti, basta metterci impegno e buona volontà tutti i giorni senza mai stancarsi.
I bambini sono la nostra gioia, trasmettiamo a loro quanto è bello e importante essere al C.R.E., valorizziamo la loro voglia di stare in compagnia, di giocare e di poter imparare qualcosa di utile.
Il C.R.E. è divertimento ma anche preghiera, vita comune nell’accettarsi ed aiutarsi; lì si ha l’occasione di mettere in pratica quello che abbiamo celebrato e vissuto nella liturgia.
Il Signore non va mai in vacanza e neanche noi nel rispondere alla sua chiamata nella Comunità.
Auguri a tutti
Angelo prete
La nostra comunità ha bisogno di attenzione, inoltre possiede tanta ricchezza “spirituale”; bisogna saperla cogliere, valorizzarla, aumentarla, grazie anche al prezioso contributo che ognuno di noi può dare. Non chiudiamoci, mettiamoci in discussione, non stiamo a pensare o a dire: «Per chi, o per che cosa sto faticando, spendendo le mie ore, la mia passione, le mie energie? Vale la pena uscire di casa e “perdere” tanto tempo...»?
Penso proprio di sì, vi assicuro che non si perde tempo!! Lo si guadagna.
Forza allora rimbocchiamoci le maniche e appassioniamoci alla vita parrocchiale, al nostro oratorio che fra non molto si riempirà di tante vo- ci, di mille colori... tutti felici andiamo incontro ad una grande e aspettata iniziativa che è il C.R.E.: quattro settimane intensissime per bambi- ni, ragazzi, adolescenti, mamme, animatori, don Samuele... un’occasione di arricchimento senza precedenti, basta metterci impegno e buona volontà tutti i giorni senza mai stancarsi.
I bambini sono la nostra gioia, trasmettiamo a loro quanto è bello e importante essere al C.R.E., valorizziamo la loro voglia di stare in compagnia, di giocare e di poter imparare qualcosa di utile.
Il C.R.E. è divertimento ma anche preghiera, vita comune nell’accettarsi ed aiutarsi; lì si ha l’occasione di mettere in pratica quello che abbiamo celebrato e vissuto nella liturgia.
Il Signore non va mai in vacanza e neanche noi nel rispondere alla sua chiamata nella Comunità.
Auguri a tutti
Angelo prete
Musica da vivere
e da comunicare
Per suonare e per cantare bisogna essere insieme (anche quando ascoltiamo musica da soli in casa, ascoltiamo l’opera di qualcun altro, ci mettiamo in relazione e valorizziamo ciò che qualcun altro, singolo o gruppo, ha prodotto). Solo insieme si fa musica e solo se si è in comunione la musica diventa armonia e annuncio di gioia.
Il Centro Ricreativo Estivo di quest’anno è intitolato: “Ma che musica...”; i gruppi dei ragazzi in oratorio hanno scelto il nome di strumenti musicali, i bambini del Cre Pinocchio (scuola materna) sono guidati dal Pifferaio magico, di- segnato magistralmente sul muro, e tutti insieme, piccoli e grandi, elementari, medie e adolescenti, sono aiutati a vivere armonicamente il loro stare insieme. Tutto questo discorso aiuta tutti, nella comunità a comprendere un fatto essenziale, senza il quale non c’è comunità. Il fatto è che tutti sanno suonare il loro strumento, ognuno è bravo nella specializzazione che il Signore gli ha regalato, ma gli strumenti devono accordarsi tra loro, devono lasciarsi guidare, ci deve essere un unico maestro: solo così si diventa comunità: guai se i ruoli non si riconoscono, se chi suona il violino o il trombone o il contrabbasso vuole fare il maestro o viceversa: diventa un caos, tutti fanno quello che ritengono giusto, ma per se stessi, non in relazione con gli altri: ed è finita, fatta fuori la comunità.
L’unico maestro è Cristo e tutti dobbiamo far riferimento a Lui: e i ruoli vanno ben tenuti presenti.
Se non mi piace la guida glielo dico e dialogo, non mi sostituisco, non faccio litigare i componenti della comunità per emergere io, non metto in cattiva luce gli altri, per far emergere il mio intento e la mia opera.
Viviamo il mese di luglio come mese che ci proietta verso la festa del nostro Patrono preparata dalla festa della madonna in via P. Ruggeri, della Madonna del Carmine e della Madonna della neve a Tre Fontane: tre feste che ci avvicinano alla Chiesa Parrocchiale e alla grande festa di tutta la comunità che si ritrova nelle contrade e poi si raduna nella chiesa di tutta la comunità.
Abbiamo bisogno di far festa e di ritrovarci a gioire perché il Cristo ci chiama a dire Lui, a vivere di Lui e ad annunciare Lui. Questo è il motivo per cui siamo insieme.
Auguri a tutti
Angelo prete
Il Centro Ricreativo Estivo di quest’anno è intitolato: “Ma che musica...”; i gruppi dei ragazzi in oratorio hanno scelto il nome di strumenti musicali, i bambini del Cre Pinocchio (scuola materna) sono guidati dal Pifferaio magico, di- segnato magistralmente sul muro, e tutti insieme, piccoli e grandi, elementari, medie e adolescenti, sono aiutati a vivere armonicamente il loro stare insieme. Tutto questo discorso aiuta tutti, nella comunità a comprendere un fatto essenziale, senza il quale non c’è comunità. Il fatto è che tutti sanno suonare il loro strumento, ognuno è bravo nella specializzazione che il Signore gli ha regalato, ma gli strumenti devono accordarsi tra loro, devono lasciarsi guidare, ci deve essere un unico maestro: solo così si diventa comunità: guai se i ruoli non si riconoscono, se chi suona il violino o il trombone o il contrabbasso vuole fare il maestro o viceversa: diventa un caos, tutti fanno quello che ritengono giusto, ma per se stessi, non in relazione con gli altri: ed è finita, fatta fuori la comunità.
L’unico maestro è Cristo e tutti dobbiamo far riferimento a Lui: e i ruoli vanno ben tenuti presenti.
Se non mi piace la guida glielo dico e dialogo, non mi sostituisco, non faccio litigare i componenti della comunità per emergere io, non metto in cattiva luce gli altri, per far emergere il mio intento e la mia opera.
Viviamo il mese di luglio come mese che ci proietta verso la festa del nostro Patrono preparata dalla festa della madonna in via P. Ruggeri, della Madonna del Carmine e della Madonna della neve a Tre Fontane: tre feste che ci avvicinano alla Chiesa Parrocchiale e alla grande festa di tutta la comunità che si ritrova nelle contrade e poi si raduna nella chiesa di tutta la comunità.
Abbiamo bisogno di far festa e di ritrovarci a gioire perché il Cristo ci chiama a dire Lui, a vivere di Lui e ad annunciare Lui. Questo è il motivo per cui siamo insieme.
Auguri a tutti
Angelo prete
Carissimo
San Lorenzo
Devo ringraziare chi ti ha scelto come patrono della nostra parrocchia. Ogni volta che arriva la tua festa colgo l’occasione per comunicare alla mia Comunità quanto dobbiamo prenderti d’esempio. Soprattutto scrivo ai giovani, di imitarti, di prendere spunto dalla tua vita... ma sai intanto che sto scrivendo mi sorge un dubbio... Non so quanti giovani della comunità di Zogno conoscano la tua vita, e allora mi domando come posso pretendere che loro prendano esempio da te se non sanno la tua storia??!! Che dici gliela raccontiamo?? O meglio riassumiamo?!...
Lorenzo, della cui vita si sa pochissimo, è noto soprattutto per la sua morte. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Arriva dunque la persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze dei cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani, ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Nel 258, però, Valeriano ordina di mettere a morte vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Poi il prefetto imperiale ferma lui, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la Chiesa del tempo possedesse chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”. L’imperatore offeso decide che venga messo a morte, bruciato sopra una graticola.
Questa in sintesi è la storia di S. Lorenzo, il quale diventa martire nel 258 per il sacrificio e il bene che ha donato a Dio e alla Chiesa.
Cari ragazzi,
parlo a voi in particolare ma ciò che scrivo è rivolto a tutta la Comunità, proviamo insieme a capire come possiamo assomigliare al nostro patrono, cerchiamo di avvicinarci sempre di più alle situazioni di bisogno, di essere fiduciosi nel prossimo e in noi stessi; non chiudiamo le porte a chi chiede il nostro aiuto e lasciamoci guidare da Lui nella preghiera e nell’essere partecipi alla S. Messa (in questo periodo così dispersivo, in cui c’è tempo per tutto tranne che per la preghiera e per le celebrazioni troviamo tempo per chiederci a che punto siamo nell’imitazione del nostro patrono).
Carissimi amici con la sagra di San Lorenzo, già iniziata da qualche giorno, proviamo a far tesoro degli esempi ricevuti e a metterli in pratica nell’incontrare le persone e nel compiere ogni giorno qualcosa di bello e di grande per Dio e per i fratelli.
Auguri a tutti amici miei e buona celebrazione.
Angelo prete
Lorenzo, della cui vita si sa pochissimo, è noto soprattutto per la sua morte. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Arriva dunque la persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze dei cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani, ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Nel 258, però, Valeriano ordina di mettere a morte vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Poi il prefetto imperiale ferma lui, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”. Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la Chiesa del tempo possedesse chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”. L’imperatore offeso decide che venga messo a morte, bruciato sopra una graticola.
Questa in sintesi è la storia di S. Lorenzo, il quale diventa martire nel 258 per il sacrificio e il bene che ha donato a Dio e alla Chiesa.
Cari ragazzi,
parlo a voi in particolare ma ciò che scrivo è rivolto a tutta la Comunità, proviamo insieme a capire come possiamo assomigliare al nostro patrono, cerchiamo di avvicinarci sempre di più alle situazioni di bisogno, di essere fiduciosi nel prossimo e in noi stessi; non chiudiamo le porte a chi chiede il nostro aiuto e lasciamoci guidare da Lui nella preghiera e nell’essere partecipi alla S. Messa (in questo periodo così dispersivo, in cui c’è tempo per tutto tranne che per la preghiera e per le celebrazioni troviamo tempo per chiederci a che punto siamo nell’imitazione del nostro patrono).
Carissimi amici con la sagra di San Lorenzo, già iniziata da qualche giorno, proviamo a far tesoro degli esempi ricevuti e a metterli in pratica nell’incontrare le persone e nel compiere ogni giorno qualcosa di bello e di grande per Dio e per i fratelli.
Auguri a tutti amici miei e buona celebrazione.
Angelo prete
Anno nuovo, anno di novità, di impegno e partecipazione
Carissimi,
vi sarà stato recapitato, o vi arriverà, in questi giorni il Calendario Parrocchiale con tutti gli appuntamenti e le iniziative che la nostra parrocchia pro- pone per questo nuovo anno che sta per cominciare. Tutti gli operatori, i genitori, i ragazzi, i giovani, le famiglie e i gruppi sono aiutati da questo strumento, a memorizzare o ad aver sott’occhio tutto quello che li riguarda, inoltre dà l’opportunità di vivere la Comunità anche a quelle persone che per vari motivi non sono in comunione con noi.
Siamo, dicevo, all’inizio di un nuovo anno in cui il progetto educativo della Parrocchia si deve esplicare nei vari momenti e per le varie categorie di persone, per offrire a tutti l’occasione di incontrare il Signore, di riconoscerlo e farlo riconoscere attraverso il proprio vissuto.
Mi sembra che si faccia sempre più fatica a trovare forze nuove, a rinnovare l’impegno per coloro che da anni si sentono in prima linea nell’educazione e nell’annuncio. È una fatica visibile, palpabile negli incontri. Ci si sente stanchi e delusi e non si reagisce alle offerte diseducative della nostra società, si sopporta, si convive con il nulla, con il non far niente, con il dover fare qualcosa quasi per obbligo, ma senza cuore, senza fede.
Abbiamo bisogno, tutti, di sentirci nella stessa barca, tutti responsabili pienamente di ciò che si annuncia e si vive dopo averlo annunciato, anche quando qualcosa non va come si vorrebbe e invece di dire “Cristo” ci porta a dire “noi stessi”. Quello che mi interessa più di tutto, è che impariamo a collaborare, scoprendo, cercando, domandandoci sempre che cosa vuole il Signore dalla nostra Comunità e mettendoci di conseguenza a vivere quello che Lui ci ha fatto comprendere.
Per fare questo occorre vivere momenti comuni di revisione, di preghiera, di approfondimento. Vi invito a partecipare al Consiglio Pastorale Parrocchiale, alla Messa Domenicale, all’Adorazione settimanale, alla catechesi per gli adulti... Anche per voi ragazzi la Messa Domenicale è importantissima, ma ancor di più, non mancate all’appuntamento catechistico, cercate di impegnarvi, di viverlo come momento di gioia, di comunione e non come obbligo... gioia di stare con gli amici, con i catechisti e soprattutto con Lui, il nostro Grande Papà, che ci invita continuamente a vivere del suo amore con tutti i fratelli nella serenità e nella gioia. Grazie
Auguri
Angelo prete
vi sarà stato recapitato, o vi arriverà, in questi giorni il Calendario Parrocchiale con tutti gli appuntamenti e le iniziative che la nostra parrocchia pro- pone per questo nuovo anno che sta per cominciare. Tutti gli operatori, i genitori, i ragazzi, i giovani, le famiglie e i gruppi sono aiutati da questo strumento, a memorizzare o ad aver sott’occhio tutto quello che li riguarda, inoltre dà l’opportunità di vivere la Comunità anche a quelle persone che per vari motivi non sono in comunione con noi.
Siamo, dicevo, all’inizio di un nuovo anno in cui il progetto educativo della Parrocchia si deve esplicare nei vari momenti e per le varie categorie di persone, per offrire a tutti l’occasione di incontrare il Signore, di riconoscerlo e farlo riconoscere attraverso il proprio vissuto.
Mi sembra che si faccia sempre più fatica a trovare forze nuove, a rinnovare l’impegno per coloro che da anni si sentono in prima linea nell’educazione e nell’annuncio. È una fatica visibile, palpabile negli incontri. Ci si sente stanchi e delusi e non si reagisce alle offerte diseducative della nostra società, si sopporta, si convive con il nulla, con il non far niente, con il dover fare qualcosa quasi per obbligo, ma senza cuore, senza fede.
Abbiamo bisogno, tutti, di sentirci nella stessa barca, tutti responsabili pienamente di ciò che si annuncia e si vive dopo averlo annunciato, anche quando qualcosa non va come si vorrebbe e invece di dire “Cristo” ci porta a dire “noi stessi”. Quello che mi interessa più di tutto, è che impariamo a collaborare, scoprendo, cercando, domandandoci sempre che cosa vuole il Signore dalla nostra Comunità e mettendoci di conseguenza a vivere quello che Lui ci ha fatto comprendere.
Per fare questo occorre vivere momenti comuni di revisione, di preghiera, di approfondimento. Vi invito a partecipare al Consiglio Pastorale Parrocchiale, alla Messa Domenicale, all’Adorazione settimanale, alla catechesi per gli adulti... Anche per voi ragazzi la Messa Domenicale è importantissima, ma ancor di più, non mancate all’appuntamento catechistico, cercate di impegnarvi, di viverlo come momento di gioia, di comunione e non come obbligo... gioia di stare con gli amici, con i catechisti e soprattutto con Lui, il nostro Grande Papà, che ci invita continuamente a vivere del suo amore con tutti i fratelli nella serenità e nella gioia. Grazie
Auguri
Angelo prete
Novembre
Siamo chiamati alla vita
È il mese che inizia con la solennità di tutti i Santi e con la Commemorazione di tutti i defunti, e ci invita a essere attenti alla vita, al valore più grande di ciò che Dio ci ha regalato: se stesso nel nostro quotidiano. Siamo insistentemente spinti, orientati a rivolgere l’attenzione, il cuore, la mente a ciò che conta davvero e a rendere ragione della speranza che è stata posta in ognuno: quella della VITA PER SEMPRE.
Quanto siamo miseri e piccoli nelle nostre beghe quotidiane!
Quanto siamo distanti dal progetto di Dio! Litighiamo per il denaro, per il posto che occupiamo, per la riconoscenza dei fratelli (che troppo spesso riteniamo solo come nemici da combattere).
Queste due feste ci immergono nel senso della vita che Dio ci ha messo nel cuore e che sempre viene messo in luce dalla Parola che ascoltiamo nelle celebrazioni domenicali, ecco perché la Chiesa insiste con i credenti che trovino il tempo, che non tralascino mai l’occasione di celebrare il giorno del Signore. Ne abbiamo bisogno, ci serve per vivere da credenti, per capire la vita, per viverla al meglio e regalarla ogni giorno, per non litigare con noi stessi e i nostri “fratelli”, per possedere il contatto giusto con quello che siamo e quello che saremo.
Ecco perché ho messo in chiaro fin dall’inizio che ogni celebrazione è di tutti, tutti devono esserne protagonisti e non ci deve essere nessuno che si appropria delle celebrazioni.
Ecco perché voglio insistere sul partecipare tutti, sul metterci la presenza, ma una presenza attiva, viva, di voce e di cuore...
I Santi ci ricordano che il Signore ci chiama, chiama ognuno e tutti devono rispondere, ognuno deve dare la sua risposta, non soltanto nella ineluttabilità della morte, dove non si può non rispondere, si è obbligati a rispondere...
Il Signore Gesù con la sua morte in croce dà valore a tutte le risposte, ci dice che Lui c’è ogni volta ad aiutarci a rispondere, sempre.
Auguri a tutti
Angelo prete
Quanto siamo miseri e piccoli nelle nostre beghe quotidiane!
Quanto siamo distanti dal progetto di Dio! Litighiamo per il denaro, per il posto che occupiamo, per la riconoscenza dei fratelli (che troppo spesso riteniamo solo come nemici da combattere).
Queste due feste ci immergono nel senso della vita che Dio ci ha messo nel cuore e che sempre viene messo in luce dalla Parola che ascoltiamo nelle celebrazioni domenicali, ecco perché la Chiesa insiste con i credenti che trovino il tempo, che non tralascino mai l’occasione di celebrare il giorno del Signore. Ne abbiamo bisogno, ci serve per vivere da credenti, per capire la vita, per viverla al meglio e regalarla ogni giorno, per non litigare con noi stessi e i nostri “fratelli”, per possedere il contatto giusto con quello che siamo e quello che saremo.
Ecco perché ho messo in chiaro fin dall’inizio che ogni celebrazione è di tutti, tutti devono esserne protagonisti e non ci deve essere nessuno che si appropria delle celebrazioni.
Ecco perché voglio insistere sul partecipare tutti, sul metterci la presenza, ma una presenza attiva, viva, di voce e di cuore...
I Santi ci ricordano che il Signore ci chiama, chiama ognuno e tutti devono rispondere, ognuno deve dare la sua risposta, non soltanto nella ineluttabilità della morte, dove non si può non rispondere, si è obbligati a rispondere...
Il Signore Gesù con la sua morte in croce dà valore a tutte le risposte, ci dice che Lui c’è ogni volta ad aiutarci a rispondere, sempre.
Auguri a tutti
Angelo prete
“Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.”
Dal Vangelo secondo Marco (cap.13, 35-36)
Perché scegliere di iniziare il tempo di Avvento con un brano che annuncia la seconda venuta del Cristo, quella che San Paolo chiama, nella prima lettera ai Tessalonicesi la “Parusia” (dal termine greco πα ρειμι, che significa “presenza, arrivo, venuta”)? Facciamo un passo indietro.
Il tempo di Avvento è un periodo di preparazione spirituale e di fiduciosa attesa. Generalmente il suo inizio
coincide con la domenica più vicina alla ricorrenza di Sant’Andrea (30 novembre), proseguendo poi, per tutto il mese di dicembre fino al 25.
L’Avvento propone a tutti coloro che cercano risposte di senso sulla vita, sulla propria vocazione e sul valore e la forza del- la fede, un vero e proprio momento di intensa spiritualità. Non un’attesa passiva, distratta, ma piuttosto un vero e proprio itinerario di viaggio, da scegliere in vista di un evento così importante da riuscire a cambiare la vita.
Il tempo di Avvento accompagna e prepara all’incontro con il Dio fatto uomo, all’incontro vero con Cristo Gesù. Un incontro per molti forse già avvenuto, ma per tanti altri del tutto nuovo, sconosciuto.
Per coloro che già sono nella fede, questo tempo propone una verifica ed una revisione del proprio vivere cristiano. L’Avvento domanda spazio e tempo per la riflessione personale, per l’esame di coscienza, per la crescita morale e per la correzione reciproca, la propria e quella fraterna.
Chiede tempo, si, ma non un tempo che si estende in una dimensione di spazio invadente e incompatibile con gli appuntamenti della vita di tutti giorni, bensì un tempo che può limitarsi materialmente, anche solo ad una manciata di minuti, purché però siano vissuti come penetranti ed indelebili.
Per coloro che invece non hanno mai realmente deciso di incamminarsi lungo il percorso della fede, lungo questa strada così profondamente trasformante ed allo stesso tempo conoscitivamente arricchente, il tempo di Avvento propone un’apertura, un desiderio, la possibilità di iniziare un serio e costante lavoro di ricerca e di conoscenza di se stessi, della propria anima, fino in ultimo, all’incontro con Dio.
Ecco allora ritornare forte l’ammonizione nella citazione del vangelo di Marco proposto nel titolo:
Vegliate e vigilate, questi sono i due imperativi ricorrenti in tutto questo tempo di profonda e appassionata attesa. Il rivivere la nascita di Gesù, l’incarnazione del Dio che per amore dei figli, persi, disorientati e confusi, si fa uomo tra gli uomini, penetra le nostre solitudini facendoci sentire desiderati e amati, voluti e prescelti.
Vegliate e vigilate, è un accorata supplica a non dimenticare di essere parte di un tutto, creato e voluto da Dio. È una raccomandazione a non lasciare che l’anima... e non il cuore, i sentimenti, le emozioni...ma l’ANIMA...si atrofizzi, paralizzi o peggio ancora smetta di ardere di amore.
Vegliate e vigilate, perché la Fede, la Speranza e la Carità resistano e non cedano di fronte a tentazioni ben più accattiva ti e seducenti.
Vegliate e vigilate, perché nessuno possa perdere la propria unicità, il proprio carisma, i propri ideali scegliendo di inseguire affermazione, denaro, carriera e successo.
Vegliate e vigilate, perché il tempo consumerà ogni cosa e solo l’anima e l’amore rimarranno in eterno.
Ogni giorno è un tesoro, ogni attimo, ogni istante.
Perché rimandare ancora? C’è ancora molto da fare per capire, conoscere, realizzare, costruire con se stessi e con gli altri. La propria vita, la propria missione, il senso dell’esistenza, la propria vocazione personale.
L’Avvento ci invita a riflettere e l’invito è vero e profondo. L’incontro con Cristo nella sua seconda venuta, non è poi cosi lontano...cosa troverà in noi quando ci incontrerà?
Saremo svegli o dormiremo?
Carissimi proviamo a trovare il tempo dell’approfondimento, della gioia di incontrarci per capire l’agire di Dio e cercare di vivere come Lui ci insegna con la sua vita.
Vale la pena non badare all’esteriorità: mettete da parte tutto quello che lascia il vostro cuore come prima e cercate invece di rinnovarlo.
Auguri
Angelo prete
Il tempo di Avvento è un periodo di preparazione spirituale e di fiduciosa attesa. Generalmente il suo inizio
coincide con la domenica più vicina alla ricorrenza di Sant’Andrea (30 novembre), proseguendo poi, per tutto il mese di dicembre fino al 25.
L’Avvento propone a tutti coloro che cercano risposte di senso sulla vita, sulla propria vocazione e sul valore e la forza del- la fede, un vero e proprio momento di intensa spiritualità. Non un’attesa passiva, distratta, ma piuttosto un vero e proprio itinerario di viaggio, da scegliere in vista di un evento così importante da riuscire a cambiare la vita.
Il tempo di Avvento accompagna e prepara all’incontro con il Dio fatto uomo, all’incontro vero con Cristo Gesù. Un incontro per molti forse già avvenuto, ma per tanti altri del tutto nuovo, sconosciuto.
Per coloro che già sono nella fede, questo tempo propone una verifica ed una revisione del proprio vivere cristiano. L’Avvento domanda spazio e tempo per la riflessione personale, per l’esame di coscienza, per la crescita morale e per la correzione reciproca, la propria e quella fraterna.
Chiede tempo, si, ma non un tempo che si estende in una dimensione di spazio invadente e incompatibile con gli appuntamenti della vita di tutti giorni, bensì un tempo che può limitarsi materialmente, anche solo ad una manciata di minuti, purché però siano vissuti come penetranti ed indelebili.
Per coloro che invece non hanno mai realmente deciso di incamminarsi lungo il percorso della fede, lungo questa strada così profondamente trasformante ed allo stesso tempo conoscitivamente arricchente, il tempo di Avvento propone un’apertura, un desiderio, la possibilità di iniziare un serio e costante lavoro di ricerca e di conoscenza di se stessi, della propria anima, fino in ultimo, all’incontro con Dio.
Ecco allora ritornare forte l’ammonizione nella citazione del vangelo di Marco proposto nel titolo:
Vegliate e vigilate, questi sono i due imperativi ricorrenti in tutto questo tempo di profonda e appassionata attesa. Il rivivere la nascita di Gesù, l’incarnazione del Dio che per amore dei figli, persi, disorientati e confusi, si fa uomo tra gli uomini, penetra le nostre solitudini facendoci sentire desiderati e amati, voluti e prescelti.
Vegliate e vigilate, è un accorata supplica a non dimenticare di essere parte di un tutto, creato e voluto da Dio. È una raccomandazione a non lasciare che l’anima... e non il cuore, i sentimenti, le emozioni...ma l’ANIMA...si atrofizzi, paralizzi o peggio ancora smetta di ardere di amore.
Vegliate e vigilate, perché la Fede, la Speranza e la Carità resistano e non cedano di fronte a tentazioni ben più accattiva ti e seducenti.
Vegliate e vigilate, perché nessuno possa perdere la propria unicità, il proprio carisma, i propri ideali scegliendo di inseguire affermazione, denaro, carriera e successo.
Vegliate e vigilate, perché il tempo consumerà ogni cosa e solo l’anima e l’amore rimarranno in eterno.
Ogni giorno è un tesoro, ogni attimo, ogni istante.
Perché rimandare ancora? C’è ancora molto da fare per capire, conoscere, realizzare, costruire con se stessi e con gli altri. La propria vita, la propria missione, il senso dell’esistenza, la propria vocazione personale.
L’Avvento ci invita a riflettere e l’invito è vero e profondo. L’incontro con Cristo nella sua seconda venuta, non è poi cosi lontano...cosa troverà in noi quando ci incontrerà?
Saremo svegli o dormiremo?
Carissimi proviamo a trovare il tempo dell’approfondimento, della gioia di incontrarci per capire l’agire di Dio e cercare di vivere come Lui ci insegna con la sua vita.
Vale la pena non badare all’esteriorità: mettete da parte tutto quello che lascia il vostro cuore come prima e cercate invece di rinnovarlo.
Auguri
Angelo prete