1983
PER L'ANNO CORRENTE 1983
Per l'anno corrente 1983 il nostro impegno pastorale deve concentrarsi sulla duplice celebrazione straordinaria del Congresso Eucaristico di Milano e dell'Anno Santo indetto dal Santo Padre. I temi da privilegiare, sempre nell'ambito del piano pastorale decennale "Comunione e Comunità”: sono l'Eucarestia e Gesù Cristo Salvatore. A proposito dell'Eucarestia il nostro Consiglio Pastorale Parrocchiale ha scelto come guida la Pastorale dell' Are. di Milano per il 1982/83 "Attirerò tutti a me" improntata sull'Eucarestia come centro della comunità e della sua missione. A proposito del tema dell' Anno Santo "Gesù Cristo Salvatore" il nostro impegno avrà soprattutto un'impronta missionaria di verifica della nostra fede di fronte a tutto il mondo e sarà animato in modo particolare dal gruppo missionario. Si prospetta un cammino con alcune tappe molto significative che dovranno servire a coinvolgere tutta la nostra comunità parrocchiale attorno all'Eucarestia e alla presenza di Cristo Salvatore del mondo. La prima tappa imminente è la Quaresima in cui verrà ripresa la catechesi per gli adulti ogni mercoledì alle ore 15 e ogni domenica pomeriggio, come di solito; la catechesi per i giovani e il corso fidanzati ogni giovedì alle ore 20,30. Inoltre ogni venerdì verrà celebrata in Chiesa la solita Via Crucis solenne per tutti e, a turno, in orario da definirsi di volta in volta, verranno proiettate ai vari gruppi diapositive sulla esperienza di Rino nel Terzo Mondo e di altri missionari. La Quaresima si concluderà sia con la grande festa del perdono al pomeriggio della domenica delle Palme, come di solito, e con una tre giorni di preparazione immediata alla Pasqua per tutta la popolazione e sia con una grande mostra artistica nell'ambito della Chiesa della Confraternita a fianco della Parrocchiale sul tema "Cristo Salvatore del Mondo". La grande mostra verrà allestita con opere di due celebri artisti, coniugi di origine straniera, Kitka e Jonatan Bee. L'inaugurazione avverrà in coincidenza, dell'inizio dell'Anno Santo il 25 marzo solennità dell'Annunciazione e rimarrà aperta sino alla metà di aprile. Si prevede un grande concorso di visitatori anche forestieri e di molti personaggi del mondo della cultura e dell'arte. Ancora il 25 marzo, a Roma, la nostra concittadina Lucia Rubis emetterà i voti come Suora della Madonna del Divino Amore. Noi la festeggeremo a Zogno il 17 aprile prossimo. Una seconda tappa sarà la celebrazione della Messa di Prima Comunione dei nostri ragazzi della 3.a elementare, una tappa tutta eucaristica che inizierà col Giovedì Santo ''Ultima Cena" e "Lavanda dei piedi" in Parrocchia e si protrarrà sino alla solennità del "Corpus Domini" in cui si celebreranno anche le sante Quarantore e, a conclusione, la solenne processione eucaristica. Una terza tappa l'avremo a settembre in occasione della Prima Messa del nostro frà Sergio Pesenti per cui esploderà di nuovo quell'entusiasmo di tutta la popolazione e in particolare dei giovani che abbiamo vissuto lo scorso anno per la Prima Messa dei nostri Antonio Gamba e Mario Zanchi. Ulteriori tappe saranno la celebrazione del mese missionario di ottobre che avverrà in tono maggiore e del prossimo Natale in cui si rinnoverà in maniera ancora più grandiosa del solito la Mostra del Presepio.
Con tanti auguri di buon lavoro.
DON GIULIO
Con tanti auguri di buon lavoro.
DON GIULIO
L’ANNO SANTO
La solenne apertura dell'Anno Santo indetto Santo Padre con bolla 6/1/1983 "Aprite le porte al Redentore" coincide con la solennità dell'Annunciazione, il 25 marzo corrente, e avviene, per la prima volta nella storia, contemporaneamente a Roma e nelle singole diocesi. Noi a Zogno, in questa circostanza, inauguriamo la grande Mostra di Kicka e Bee sul Cristo nell'ambito della Chiesa della Confraternita a fianco della Prepositurale. Inoltre riesumiamo in quest'anno, il 1° aprile, la tradizionale processione del Venerdì Santo sospesa da oltre un ventennio. Siamo tutti impegnati ad animare iniziative di studio e di preghiera, ma soprattutto a essere i nuovi testimoni della Morte e della Risurrezione di N.S. Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo (cf. 1Cor 2,2). Si esige pertanto la nostra conversione a Dio e ai fratelli.
- A Dio che ci ha dato, 1950 anni orsono, la testimonianza più grande del suo amore: ''Non c'è un amore più grande di quello di colui che sa dare la propria vita per le persone che ama" (Gv. 15,11).
- Ai fratelli dei quali Gesù ha voluto essere il primogenito perchè nessuno mancasse all'appello di questo suo amore fraterne: ''Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi" (Gv 13,34) e ancora "Conosceranno che siete miei discepoli se vi amerete gli uni gli altri" (Gv 13,35).
L'Anno Santo ci invita soprattutto a riconsiderare il Cristianesimo, cioè Cristo e la sua Chiesa, come il più grande evento storico salvifico che rende contemporaneo a tutti tutta l'opera della salvezza nella nuova ed eterna alleanza espressamente citata da Gesù Cristo stesso nell'istituzione dell'Eucarestia (Mt 26,28; Mc 14,24; Lc 22,20; 1Cor 11,23-25) e da Giovanni Paolo II° nella bolla "Aprite le porte al Redentore". Gesù Cristo è l'amore visibile del Padre che è venuto a prendere il nostro posto di condannati perchè noi fossimo con Lui giustificati passando attraverso l'esperienza della sua morte e della sua risurrezione col battesimo e la conversione (Fil 2,6; 1Pt 2,24). Gesù Cristo ha voluto mettersi nel sacco della nostra pelle per subire con noi la perdizione affinchè noi ritrovassimo in Lui la salvezza. La Croce è stata posta così al confine tra la morte e la vita per dare ai nostri angoscianti interrogativi tutte le risposte! Tra gli aspetti più terrificanti della tragedia del Calvario è l'abbandono assoluto in cui Gesù si è trovato morendo rifiutato persino dal Padre (cf. Mt 27,46 e Mc 15,34). È l'abbandono in cui il peccato sbatte l'uomo e da cui si ricupera soltanto se accetta di morire con Cristo: "lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà" (Gv 11,25) e "Questa è la volontà del Padre che chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv 6,40). Il fatto della Croce è tanto tragico quanto è gioioso il fatto della Risurrezione; al "Crucifige" equivale l"Alleluia"! Il Calvario non è il luogo della più sanguinosa carneficina umana ma se si staglia tuttora col suo affascinante e travolgente messaggio di salvezza è perchè costituisce il luogo della esecuzione più ignominiosa di tutta la storia dell'umanità in cui l'unico uomo giusto che non conobbe peccato (1Pt 2,22) è stato ucciso per tutti gli ingiusti. Finalmente uno è stato capace di morire per tutti (Gv 18,14) persino per i suoi crocifissori (Lc 23,34). L'unico che non commise peccato è Gesù Cristo, il Figlio di Dio che nella sua vita terrena amava farsi chiamare ''Figlio dell'uomo"! Con questo suo gesto di amore Gesù si rivela veramente Dio perchè un amore simile è sconosciuto agli uomini. Con la sua morte Gesù toglie ogni ambiguità alla sua vita e al suo messaggio per cui viene riconosciuto Figlio di Dio anche dai pagani (Mt 27,54; Mc 15,39; Lc 23,47). Sacrificando la sua vita Gesù la ritrova per sè e per noi nella misura smisurata del suo amore che costituisce il trionfo della sua risurrezione fondamento insostituibile della nostra fede (Fil 2,6; Pt 2,24). L'amore divino vince la morte affrontandola in un mirabile duello (cf.: Victimae Paschali Laudes: sequenza di Pasqua). Chi si unisce a Cristo nella morte ritrova la propria vita (Mt 10,39) e pone in essa, segno di disfatta per l peccato, il contrassegno della redenzione per la fede. Gesù Gristo è venuto così nel disegno del Padre a vincere come vita la nostra morte associandosi alla nostra perdizione per salvarci.
don Giulio
- A Dio che ci ha dato, 1950 anni orsono, la testimonianza più grande del suo amore: ''Non c'è un amore più grande di quello di colui che sa dare la propria vita per le persone che ama" (Gv. 15,11).
- Ai fratelli dei quali Gesù ha voluto essere il primogenito perchè nessuno mancasse all'appello di questo suo amore fraterne: ''Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi" (Gv 13,34) e ancora "Conosceranno che siete miei discepoli se vi amerete gli uni gli altri" (Gv 13,35).
L'Anno Santo ci invita soprattutto a riconsiderare il Cristianesimo, cioè Cristo e la sua Chiesa, come il più grande evento storico salvifico che rende contemporaneo a tutti tutta l'opera della salvezza nella nuova ed eterna alleanza espressamente citata da Gesù Cristo stesso nell'istituzione dell'Eucarestia (Mt 26,28; Mc 14,24; Lc 22,20; 1Cor 11,23-25) e da Giovanni Paolo II° nella bolla "Aprite le porte al Redentore". Gesù Cristo è l'amore visibile del Padre che è venuto a prendere il nostro posto di condannati perchè noi fossimo con Lui giustificati passando attraverso l'esperienza della sua morte e della sua risurrezione col battesimo e la conversione (Fil 2,6; 1Pt 2,24). Gesù Cristo ha voluto mettersi nel sacco della nostra pelle per subire con noi la perdizione affinchè noi ritrovassimo in Lui la salvezza. La Croce è stata posta così al confine tra la morte e la vita per dare ai nostri angoscianti interrogativi tutte le risposte! Tra gli aspetti più terrificanti della tragedia del Calvario è l'abbandono assoluto in cui Gesù si è trovato morendo rifiutato persino dal Padre (cf. Mt 27,46 e Mc 15,34). È l'abbandono in cui il peccato sbatte l'uomo e da cui si ricupera soltanto se accetta di morire con Cristo: "lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà" (Gv 11,25) e "Questa è la volontà del Padre che chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv 6,40). Il fatto della Croce è tanto tragico quanto è gioioso il fatto della Risurrezione; al "Crucifige" equivale l"Alleluia"! Il Calvario non è il luogo della più sanguinosa carneficina umana ma se si staglia tuttora col suo affascinante e travolgente messaggio di salvezza è perchè costituisce il luogo della esecuzione più ignominiosa di tutta la storia dell'umanità in cui l'unico uomo giusto che non conobbe peccato (1Pt 2,22) è stato ucciso per tutti gli ingiusti. Finalmente uno è stato capace di morire per tutti (Gv 18,14) persino per i suoi crocifissori (Lc 23,34). L'unico che non commise peccato è Gesù Cristo, il Figlio di Dio che nella sua vita terrena amava farsi chiamare ''Figlio dell'uomo"! Con questo suo gesto di amore Gesù si rivela veramente Dio perchè un amore simile è sconosciuto agli uomini. Con la sua morte Gesù toglie ogni ambiguità alla sua vita e al suo messaggio per cui viene riconosciuto Figlio di Dio anche dai pagani (Mt 27,54; Mc 15,39; Lc 23,47). Sacrificando la sua vita Gesù la ritrova per sè e per noi nella misura smisurata del suo amore che costituisce il trionfo della sua risurrezione fondamento insostituibile della nostra fede (Fil 2,6; Pt 2,24). L'amore divino vince la morte affrontandola in un mirabile duello (cf.: Victimae Paschali Laudes: sequenza di Pasqua). Chi si unisce a Cristo nella morte ritrova la propria vita (Mt 10,39) e pone in essa, segno di disfatta per l peccato, il contrassegno della redenzione per la fede. Gesù Gristo è venuto così nel disegno del Padre a vincere come vita la nostra morte associandosi alla nostra perdizione per salvarci.
don Giulio
VENERDÌ SANTO 1/4/1983
Dopo ventotto anni, finalmente, a sera inoltrata, il Cristo Morto del Venerdì Santo ha lasciato la chiesa parrocchiale per tornare processionalmente in mezzo a noi attraverso le vie del centro illuminate. È stato portato in trionfo da una grande folla mai vista così numerosa neppure nelle circostanze più straordinarie della vita del nostro paese. I Confratelli del Santissimo Sacramento si sono ritrovati numerosi come nei tempi passati per far corona con la loro caratteristica divisa attorno al simulacro del Cristo Morto sorretto a spalla disegnando come delle macchie di sangue, così è sembrato il rosso vivo delle loro mantelline, al centro della folla grigia dei fedeli tempestata dalle fiamme delle fiaccole ardenti che ciascuno teneva per mano. Il tema della meditazione che ha guidato la Via Crucis sono stati i cinque misteri del Rosario, commentati all'alto parlante da diversi partecipanti. Il Corpo Bandistico ha eseguito delle marce funebri alternandosi al conto dello Stabat Mater del coro di voci miste diretto dal M° Micheli. È sembrata a tutti una notte insolita, carica di fascino e di mistero, che ha impresso nella memoria di quella commovente manifestazione religiosa di rimpianto e di preghiera attorno al Cristo Morto tanta nostalgia e il più vivo desiderio che si rinnovi ancora per l'avvenire.
dg
dg
PRIMA MESSA
DI PADRE SERGIO PESENTI
Padre Sergio verrà consacrato sacerdote a Milano il 10 settembre prossimo e sarà festeggiato da noi in parrocchia l'11 seguente. Questo avvenimento straordinario segna un'ulteriore tappa importante della celebrazione. dell' Anno Santo e della vita cristiana della nostra comunità parrocchiale. Rivivremo la gioia e l'entusiasmo che abbiamo già vissuto lo scorso anno in occasione della Prima Messa di Antonio e Mario. Sono momenti di piena spirituale capace di far esplodere gli argini della nostra vita ordinaria introversa per abbattere il nostro sfogo di stima, di fede e di affetto su questi meravigliosi figli della nostra terra. Ci prepariamo a festeggiare in Sergio ciò che la grazia della sua vocazione sacerdotale ha operato anche in forza della sua generosa corrispondenza costatagli molti anni di lavoro e di sacrificio. Viene premiata così la nostra lunga attesa che abbiamo disseminato di preghiere e speranze. Intanto, in vista di quell'evento di grazia, affrettiamo la nostra doverosa preparazione affrontando un impegno sincero di conversione per renderei degni di stare al fianco di Sergio a condividere con lui la gioia immensa del suo sacerdozio. Torniamo alla pratica più intensa della parola di Dio e dei sacramenti; abbandoniamo qualsiasi spirito di cattiveria e di rivalità; armiamoci di bontà e di amabilità di fronte a tutti; spalanchiamo il nostro cuore ai bisognosi; eliminiamo qualsiasi comportamento di rifiuto nei confronti delle persone che abbiamo estraniato dalla nostra vita, abbiamo trascurato nella stima e nell'affetto infliggendo loro amarezza e sconforto. A livello di comunità parrocchiale promuoveremo qualche buona iniziativa adatta alla nostra preparazione immediata ai festeggiamenti. A Sergio assicuriamo la nostra costante preghiera e anticipiamo l'augurio più affettuoso e sincero di concludere nella maniera più fruttuosa il tirocinio che lo costituirà segno della presenza di Cristo Capo e Pastore in mezzo a noi.
don Giulio |
FRÀ SERGIO PESENTI E SACERDOTE PER SEMPRE
"Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore!" (Ps. 117).
Con la Prima Messa di Padre Sergio (10 e 11 settembre 83) tutta la popolazione è tornata a inabissarsi nell'incantesimo di un prodigioso avvenimento che avevamo già vissuto lo scorso anno in occasione della Prima Messa di Don Antonio Gamba e di Don Mario Zanchi. Noi tutti ci siamo accorti di un profondo cambiamento di Frà Sergio operato in breve tempo. Di questo fatto ci siamo rallegrati vivamente e abbiamo reso grazie a Dio. Il Signore l'ha preso per il collo e, con gioiosa sorpresa persino dell'interessato, è riuscito a domarlo così come difficilmente si può domare un muletto giovane tra i più briosi e sbrigliati della nostra terra. Poichè Sergio ha fatto la scelta francescana, senz'altro Dio si è servito di S. Francesco, che ha ammansito anche il lupo di Gubbio, per trasformarlo in mansueto, seppure sempre grintoso, fraticello. Egli può veramente esclamare col profeta: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre!" Questa è la sintesi della storia della sua vita di 25 anni così come dovrà essere anche per l'avvenire perchè, come ogni cristiano e soprattutto ogni sacerdote, è chiamato a intrecciare la propria esperienza umana con l'esperienza divina esprimendo la piena disponibilità a modo di risposta: “Eccomi, Signore, manda il tuo servo!" Il Sacerdote infatti è l'inviato da Dio, come Mosè che scende dal Sinai portando con sè, nel vaso fragile della sua miseria umana, come in un otre affumicato ma non infranto, il grande messaggio della Parola di Dio che è parola di vita e di salvezza per tutti gli uomini. Il Sacerdote è ancora l'intermediario di Dio perchè pur rimanendo una povera creatura umana, è chiamato a fare la parte di Dio sulla terra. Parla infatti in nome di Dio; perdona i peccati come Dio; suscita alla vita divina, immortale, i poveri mortali; consacra il cibo eucaristico come Gesù nell'Ultima Cena; guida, come pastore le sue pecorelle ai pascoli della vita eterna. Il Sacerdote è anche l'inviato dal popolo di Dio, come Mosè quando sale il Monte, come Cristo quando sale il Calvario facendosi intermediario e offrendosi come capro espiatorio per i delitti del mondo. È un pastore che si fa agnello quando i lupi lo vogliono divorare. Non rifiuta infatti di offrire la propria vita per le persone che ama. Il Sacerdote è chiamato pertanto a scendere nel mondo per lasciarsi attraversare da tutte le esperienze umane al fine di poterle illuminare con la parola di Dio e con la testimonianza della propria vita. Il sacerdote costituisce quindi una presenza centrale nell'ambito umano, soprattutto della povertà e della sofferenza, a cui tutti possono sempre fare riferimento come segno autentico della presenza di Cristo che continua a rimanere con gli uomini per salvarli e per realizzare con essi il suo Regno! |
Padre Sergio ci sembra ben preparato a fare tutto questo con entusiasmo. A lui tutta la nostra stima e il nostro affetto con l'augurio che la sua vita sacerdotale possa sempre brillare di grande fede, di evangelica povertà e di perfetta letizia a gloria di Dio e a salvezza nostra e di tutti i fratelli!
don Giulio G. |
S.E. MONS. LORIS CAPOVILLA COMMEMORA A ZOGNO GIOVANNI XXIII

La comunità parrocchiale di Zogno ha vissuto nel pomeriggio di domenica 20 novembre momenti che non è certo esagerato definire straordinariamente emozionanti. S.E. Mons. Loris Capovilla, nella nostra Parrocchiale, e alla presenza di numerosi ed attentissimi ascoltatori ha tenuto una solenne commemorazione di Papa Giovanni XXIII. A nessuno sfuggiva il carattere altamente autorevole e sentitamente partecipato del momento, visto la posizione di testimone unico, fedele ed amoroso rivestita da Mons. Capovilla negli anni del pontificato di Papa Giovanni (1958-1963), di cui quest'anno ricorre il venticinquesimo dell'elezione e il ventesimo della morte. Riproporre in una breve nota di cronaca i momenti più significativi della conversazione è impresa impraticabile, piace però sottolineare l'accento che Mons. Capovilla ha voluto mettere, nel ripercorrere le tappe della vita di Giovanni XXIII, sul suo essere comunque e sempre figlio della terra bergamasca con i valori di fede e di cultura che così nettamente la caratterizzano. Rimarrà altresì incancellabile nella memoria di quanti vi hanno partecipato la restituzione dell'immagine, permeata di infinita dolcezza, di Papa Giovanni che si propone al mondo con "due occhi ed un sorriso": doni che, oggi più che mai, continuano a consolare ed a salvare. Interpreti della comunità parrocchiale di Zogno sentitamente ringraziamo Don Giulio che ha reso possibile il poterei sentire più partecipi della Grazia di Papa Giovanni.
IL FIGLIO DI DIO SI È FATTO MISSIONARIO NEL MONDO
La Mostra del Presepio torna puntualmente anche per il Natale 1983. L'iniziativa è sempre di Rino Berlendis che in questi anni ha cercato di ricuperare sia la cultura del presepio nei nostri paesi e sia di inserire nella mostra un significato missionario per mantenere viva la nostra attenzione sulla terra più desolata e più povera del mondo, il Rwanda, dove lui, il Rino, sacrifica ogni anno le sue ferie e vi spende tutti i suoi risparmi e quanto riesce a raccogliere con la sua infaticabile intraprendenza. Il nostro presepio in questi tempi esprime incredibilmente e scandalosamente, come l'Albero di Natale, la nostra cultura consumistica. Pertanto non è più un presepio cristiano che dica a noi la grande avventura del Figlio di Dio che si è fatto Missionario nel mondo. La mostra si impone alla nostra sensibilità cristiana perchè abbiamo a decidere scelte più cristiane anche con la costruzione del presepio nell'ambito delle nostre famiglie ponendovi accanto magari un salvadanaio per riporvi ciò che riusciamo a sottrarre all'aggressività consumistica, che invade incontrastata tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, da destinare alla sopravvivenza dei nostri fratelli che continuano a morire vittime della fame, delle epidemie, della lebbra, delle calamità naturali, dello sfruttamento, delle carneficine ispirate dall'egoismo e dall'odio. La Parrocchia di Zogno propone quindi fa scelta missionaria per un Natale più cristiano da realizzare nei nostri cuori a testimonianza della nostra fede nel Figlio di Dio che si è fatto missionario nel mondo, testimonianza fatta non soltanto di belle parole ma soprattutto di opere buone. La parrocchia intende così celebrare nella migliore delle maniere anche l'Anno Giubilare ed estendere a tutta la popolazione il miglior augurio di conversione e di pace per il Santo Natale.
don. G. Gabanelli |